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Autore: moni93    16/11/2013    9 recensioni
“Fate attenzione, divina Athena. Una mossa sbagliata, e per lei sarà la fine...”
Cosa accade quando Sasha si ritrova a dover fronteggiare Kardia in un duello mortale... a dama?
Questa shot dai toni leggeri è ambientata circa tre anni prima dello scoppio della Guerra Santa, in un giorno qualunque ed imprecisato di Novembre, in cui due “fratelli” si riuniscono per giocare e, ovviamente, litigare. Perchè se non si litiga tra fratelli, il gioco non è divertente!
Buona lettura! =)
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sasha, Scorpion Kardia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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GIOCHI DI MANI... GIOCHI DA FRATELLI

 

A mio fratello Michele, per essere “mio”.

 

“Mmhh...”

“Fate attenzione, divina Athena.”

“Mmmmhhhhh...”

“Una mossa sbagliata, e per lei sarà la fine...”

“Mmmmmmmmmhhhhhh!!!”

“Oh, vedo del fumo uscire dalle sue divine orecchie!”

“Kardia, smettila di parlare, che mi distrai!”

Scoppiando a ridere come un pazzo, il giovane riuscì a vedere il musetto di Sasha. Questa, infatti, dapprima china sulla scacchiera dinnanzi a lei, aveva ora alzato lo sguardo e fronteggiava con ira crescente il ragazzo.

“Non sei spiritoso, Kardia!” urlò, oramai dimentica delle buone maniere che Sage e le ancelle le avevano insegnato nel corso degli anni.

Era inutile. Per quanto ella si sforzasse e tentasse di rendere la grazia una parte naturale del suo essere, il bon ton non voleva saperne di coesistere in lei. Tale illusione era resa ancor più irrealizzabile, quando il cavaliere dello Scorpione era nei paraggi. Era incredibile come, con una semplice occhiata, quel giovane riuscisse a ridestare il ragazzaccio che era in lei, in quella mingherlina figura che rappresentava la reincarnazione di Athena.

Il greco, sebbene fingesse di non comprendere cosa intendesse la fanciulla ogni volta che gli faceva notare ciò, in realtà capiva benissimo. Infatti, la punzecchiava volontariamente, con uno sguardo piuttosto che con un paio di parole selezionate con cura, facendo così esplodere il vero io della sua mocciosa. Non che fosse un compito poi così arduo; innervosire Sasha era estremamente facile, oltre che dilettevole.

Quel tedioso giorno di Novembre, per scongiurare una possibile conversione della sorellina in nobildonna altolocata, il mascalzone aveva progettato una partitella a dama. Nulla di complicato per lui e un gesto del tutto innocente agli occhi del severo Gran Sacerdote, ma Kardia conosceva bene l’ignoranza della piccola in tale pratica. Sapeva, infatti, che ella si era limitata a giocare ad infantili rincorse per i prati con gli amici (quando non si azzuffava con loro, emulando delle mini risse da bettola malfamata), per cui i giuochi di strategia per lei rappresentavano un mondo ignoto. Inoltre, pensava il ragazzo, essa sarebbe stata la buona occasione per rendere utili i noiosi pomeriggi trascorsi a letto, mentre Degel gli faceva compagnia con quella bizzarra trappola mortale per cervelli. Menti labili, come amava correggerlo il francese.

Per una volta, però, non sarebbe stato lui a perdere ventisette volte consecutive.

“Sento gli ingranaggi del suo nobile cervellino incrinarsi e andare in mille pezzi!” canticchiò ancora Kardia, mentre Sasha tentava di raggiungerlo per mollargli un pugno o, meglio ancora, strozzarlo con le proprie manine.

“Stai barando!!” urlò esasperata la ragazza, quando comprese che il tavolo era troppo grande rispetto alle sue corte braccia da bambina.

Quanto invidiava Aldebaran, in certi frangenti. O qualunque essere umano di statura elevata. Abbastanza alto. Insomma, di almeno un metro e settanta centimetri... perchè ci metteva così tanto a crescere? Ma, soprattutto, perchè Kardia riusciva a farla sentire una nana, pur non deridendola direttamente per la sua statura?

“Non lo faccio mai!” si difese Scorpio, fingendosi enormemente offeso, ma risultando ben poco privo di colpe, dato che si divertì a tenere in equilibrio sulla testa le numerose pedine dell’avversaria, che aveva ormai decimato.

La scacchiera era parecchio scarna, ora che i damoni del greco avevano invaso e divorato le indifese e candide dame dell’italiana. Una vera strage, consumata in breve tempo, ma gustata con infinito sadismo da parte del giovane.

“Ah no? E ieri, allora, è stato per puro caso che tu avessi sostituito le armi di Dohko con imitazioni in legno?” lo accusò con un sorrisetto furbetto Sasha.

Il greco osservò il soffitto, facendo spallucce.

“Non ho idea di cosa lei stia parlando...”

“E smettila di darmi del lei, che lo sai che mi dà fastidio!”

Sbattè le mani sul tavolo, tentando di apparire temibile e pericolosa. Naturalmente, con i suoi occhioni verdi da cerbiatta, l’abitino candido che metteva in evidenza il suo fisico gracilino, e le gote gonfie e rosse per la rabbia, ottenne l’esatto opposto.

“Che carina che sei...” mormorò Kardia, coprendosi il lieve e sincero sorriso che gli aveva increspato le labbra.

“Che hai detto?!”

“Tocca a te, Sashina!”

Col fiato corto e i capelli spettinati, la fanciulla tornò ad analizzare il campo di battaglia, sedendosi malamente e assai scomodamente sullo sgabello offertole in precedenza dal cavaliere.

Purtroppo per lei, nel frattempo, nulla era cambiato.

Con indecisione crescente, ella fece fluttuare la dama bianca in tutte le direzioni, indecisa su dove poggiarla. Ogni casella le pareva sbagliata e costellata di pericoli. Era tesa e si sentì la testa scoppiare, oltre che gli occhi pizzicare per la frustrazione.

Odiava pensare, da quando era nata, aveva sempre e solo dato ascolto al suo istinto.

Se qualcuno la insultava, rispondeva a tono.

Se qualcuno feriva suo fratello o un suo amico, lo picchiava più forte che poteva.

Non molto femminile, certo, ma fino agli otto anni, si era rivelata la tattica migliore da adottare, in quel mondo tanto duro e ingiusto, per quanto indubbiamente meraviglioso.

Sospirò.

Si morsicò il labbro inferiore, mentre con la mano destra continuava a tormentare la pedina che, in teoria, doveva essere sua alleata. Chissà perchè, al momento le appariva come la sua più acerrima rivale. E nemmeno si degnava di suggerirle una mossa.

“Psss...”

Da principio, ella non se ne accorse o non volle accorgersene.

“Pssss...”

Piano piano, però, capì che quello non era un insetto molesto. Era un artropodo. E pure grosso, scemo e infantile. Ah già, e di nome Kardia!

“Pssss!! Saaaaashaaaaaa...” mormorò, trattenendo a fatica le risate il giovane.

“Che c’è.” sputò quasi la dea, tanto era irritata, e senza alzare la testa.

Anche perchè, per quanto si sforzasse di essere arrabbiata, non riusciva a perdere le staffe. Non con lui, almeno. Ma, se non altro, la soddisfazione di farsi vedere in preda alle risate per la sua stoltezza, non l’avrebbe data a Kardia.

“Il concetto del gioco è di posizionare la pedina da qualche parte.”

“Lo so.” rispose a denti stretti lei, continuando a fissare, quasi ipnotizzata, la scacchiera.

“Possibilmente, prima che l’avversario muoia di vecchiaia.” aggiunse egli, facendo la linguaccia.

“Zitto, lo so!!”

Afferrandosi con uno spasmo isterico i capelli, Sasha diede i primi segni di inquietudine e problemi psichici.

“Ti vedo un poco stressata, Sashina. Rilassati o diventerai calva.”

Dicendo ciò, lo Scorpione soffiò sulla fronte della bambina, facendole alzare la frangetta violacea, che prese poi a tirare con l’indice e il pollice per infastidirla.

“Mai prima di te!” replicò lei, scacciando la mano dell’altro come fosse una zanzara.

“Oh, come sei acida! Guarda che se fai così, non ce l’avrai mai il ragazzo!”

“Kardia, ancora una parola, e giuro che la prossima volta ti faccio mandare in missione al Polo Nord!”

Quelle parole riuscirono a scuotere l’animo del ragazzo e a farlo tremare, d’istinto, come se una corrente gelida l’avesse appena investito. Se c’era una cosa che lui odiava, e Sasha lo sapeva bene, era il freddo. Specie se pungente, non voluto e invadente. Ciò diede così modo alla reincarnazione di Athena di ringraziare Sage per le lezioni di geografia impartitole (sebbene ella le trovasse ancora noiose ed inutili) e, inoltre, tale stratagemma permise alla fanciulla di pensare con più calma.

Dopo un infinito ponderare e mormorare a fior di labbra astruse strategie, un lampo divino illuminò la mente della piccola, facendola quasi saltare per l’improvvisa gioia. Comprese in quel mentre perchè lei, e solo lei, era nata dalla testa di Zeus; insomma, un intelletto come il suo era poderoso ed unico! Prima che Kardia potesse trovare qualche altra diavoleria per distrarla, l’italiana posizionò con forza la pedina su di una casella nera.

“Ci sono, ho vinto!!!” urlò con tutto il fiato che aveva in gola.

Con due semplici mosse, il greco fece sparire la pedina della fanciulla.

“Mangiata, ho vinto.”

Senza nemmeno dare il tempo alla giovane di assimilare la cosa, con voce improvvisamente squillante e con un abbagliante sorriso da mascalzone, lo Scorpione aggiunse quanto segue.

“Grazie della buona pappa, adoro vincere facile!”

Sasha rimase basita, immobile come una bambola rotta e, in effetti, il suo orgoglio guerriero era andato distrutto in tanti microscopici frammenti. La mano destra tremò, levata in alto ancora in segno di vittoria, e persino l’occhio incominciò a muoversi a causa di un violento tic nervoso, che fece gongolare ancor più l’avversario. Poi, senza più forze, ella si lasciò cadere, sprofondando con la faccia nella scacchiera.

“Sasha?!” urlò preoccupato e spaventato il cavaliere, muovendosi d’istinto verso di lei per soccorrerla.

Athena, però, reagì inaspettatamente da dea battagliera qual era.

Con un gesto folle quanto calcolato, rovesciò in aria la scacchiera con tanto di pedine alleate e nemiche. Come se ciò non bastasse, assestò una poderosa minaccia di morte con un semplice sguardo e, prima che Kardia potesse reagire o comprendere la situazione, si avventò contro di lui. Saltando sul tavolo, infatti, balzò poi su di lui, facendolo così cadere all’indietro.

“Vendeeeeeeeettaaaaaaaaa!!!” urlò, afferrandogli i capelli e tirandoglieli con foga infantile.

Il guerriero la lasciò fare, ridendo di gusto e ricambiando le botte e i dispetti. Tuttavia, non poté fare a meno di sospirare per il triste destino che lo attendeva.

Perchè quella scacchiera, ormai in frantumi a terra, non era sua.

“Degel mi ucciderà...” mormorò, sovrappensiero, mentre pizzicava le guance paffute della sorella.

La piccola, udendo ciò, si liberò e fissò con serietà il ragazzo.

“E no, io non lo permetterò!” trillò allegra, mostrandogli quella che, per lei, era la sua espressione di battaglia.

Kardia rise, dandole un bacetto affettuoso sulla fronte. Per poi, ovviamente, farle il solletico alla pancia, gesto che entrambi amavano alla follia. Quella stessa pazzia che, ora, li teneva uniti mentre rotolavano a terra come due cuccioli.

Non avrebbe avuto scampo, ne era certo.

“Ma, cavoli, se ne è valsa la pena!” pensò, mentre abbracciava con foga la sua amata sorellina.

 

FINE

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Hola! =)

Ieri, dopo aver copiato gli appunti di biochimica, sono stata folgorata da un’ispirazione fulminea. Ciò merito anche a una vecchia immagine, che nemmeno più ricordavo di avere salvata su pc, e che avevo rivisto per caso con la mia amica Tsubaki3 (sempre in mezzo te ci devi essere? xD).

Insomma, anche se ho mille altre cose da fare e anche se sono stanca, in mezz’oretta è nata la bozza e dopo un’oretta il lavoro era completo. Per i miei standard non è granché come lunghezza o trama, ma io adoro questi due e mi riesce molto naturale scrivere di scenette del genere. Sono così carini!

Per i curiosi, una cosa simile è avvenuta anni fa, quando il mio fratellone si era impuntato a volermi insegnare a giocare a scacchi. Dato che non ne volevo sapere, dopo un’ora di litigi abbiamo patteggiato per una partita a dama. E lui mi ha battuta, crudelmente, almeno sei volte. Di fila. Ridendo.

Insomma, io l’ho picchiato per autodifesa, ne andava della salute del mio orgoglio!

Ad alcuni l’ho già detto, ma Kardia assomiglia in modo impressionante a mio fratello. Idioti uguali. Ma, per loro somma fortuna, sono anche amati dalle loro rispettive sorelline, perchè, per quanto rompono, riescono sempre a far sorridere sia me che Sasha. (E questo è sleale, comunque!! xP)

Spero che la shot vi sia piaciuta, fatemi sapere che ne pensate.

Un bacione e grazie mille per aver letto!

Moni =)

P.S.: solo io posso studiare la “bilirubina” e pensare “Ma sarebbe stra carino se Sasha e Kardia giocassero a dama, come me e Miky”! xD

   
 
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