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Autore: Valeia_    16/11/2013    4 recensioni
*dal capitolo*
Era un pomeriggio uggioso e particolarmente triste, e Valerie non potè fare a meno di pensare a quelle giornate passate sul divano con Niall, immersi sotto le coperte, a guardare stupidi film horror. Niall era la cosa che più le mancava al mondo, avrebbe barattato tutto l'oro del mondo pur di riaverlo. ma del resto non era stata colpa di nessuno se si erano divisi, solo sua. sua, e della sua stupidità. Presa dal rimorso di non aver mai davvero salutato il ragazzo, Valerie si avvicinò alla scrivania e prese in mano carta e penna.
"Caro Niall,
ti ricordi di me? sono io, Valerie, quella che una volta consideravi come la tua migliore amica."
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Five hundred twenty five thousand six hundred minutes 
Five hundred twenty five thousand moments so dear 
Five hundred twenty five thousand six hundred minutes 
How do you measure, measure a year? 





Era un pomeriggio uggioso e particolarmente triste, e Valerie non potè fare a meno di pensare a quelle giornate passate sul divano con Niall,

immersi sotto le coperte, a guardare stupidi film horror. Niall era la cosa che più le mancava al mondo, avrebbe barattato tutto l'oro del mondo pur di riaverlo. ma del resto non era stata colpa di nessuno se si erano divisi, solo sua. sua, e della sua stupidità.
Presa dal rimorso di non aver mai davvero salutato il ragazzo, Valerie si avvicinò alla scrivania e prese in mano carta e penna.

"Caro Niall,

ti ricordi di me? sono io, Valerie, quella che una volta consideravi la tua migliore amica.

Quella che aspettava con ansia il momento in cui avrebbe potuto riabbracciarti; quella alla quale asciugavi le lacrime dopo un litigio, dopo una delusione; quella che chiamavi ogni sera dopo una festa per raccontarle cosa era accaduto; quella che, se avesse avuto il mondo in mano, lo avrebbe donato a te.
Immagino che purtroppo tu non pensi più a me, dopo questi mesi di silenzio. Invece tu sei sempre nella mia testa: quando apro gli occhi al mattino ti rivedo che sorridi felice davanti a un piatto di pancakes caldi appena fatti.
Trascorro tutte le mie giornate pentendomi di averti lasciato a Londra senza una valida spiegazione, di non averti avvertito, di non averti detto tutta la verità.
Devi sapere, Niall, che non ne potevo più di essere la tua segreta migliore amica.
Ogni giorno a scuola mi evitavi, o ti aggregavi a quegli idioti dei tuoi amici . Ricordo come se fosse ieri quando mi bloccaste nei corridoi. mi daste della debole, dell'insulsa, dell'asociale sfigata. in realtà non feci molto caso alle parole degli altri, riuscivo a sentire solo le parole che tu, il mio migliore amico da sempre, mi rivolgevi.
E oltre al suono delle tue offese ascoltavo un rumore che solo io potevo udire: il rumore del mio cuore che cadeva a pezzi.
Potevo distinguere ogni singolo frammento infrangersi a terra, ai tuoi piedi. Quello sguardo di scuse che mi rivolgesti all'insaputa dei tuoi compagni, fu l'ultima goccia.
Ricordi quel giorno?
Dopo l'episodio mi chiusi nei bagni dei disabili a scuola, mi appoggiai alla porta e cominciai a piangere. piangere perchè il mio migliore amico mi trattava come se fossi un rifiuto, come se valerri meno di zero. piangere perchè la sera prima mi cantasti una canzone, la nostra canzone, al chiaro di luna sotto le stelle, sul tetto di casa tua. piangere per i segni sui miei polsi che non sarebbero più andati via, come un tatuaggio indelebile fatto all'insaputa di tutti.
Riesco ancora a vedere davanti ai miei occhi pieni di lacrime la tua faccia quando mi trovasti lì seduta a terra, nel bagno di casa mia, con una lama da temperino in mano e il braccio segnato da una serie disordinata di linee rosse.

Mi guardasti con lo sguardo più schifato che esista al mondo, e non dimenticherò mai cosa facesti dopo: mi voltasti le spalle, e scappasti via.
Mi lasciasti lì con il viso inondato di lacrime, col cuore a pezzi e la solitudine attorno a me.
Il giorno stesso feci le valigie. ai miei dissi semplicemente che sarei andata a trovare mia zia Kelly a Toronto con l'intento di passarci le vacanze estive.
All'inizio queste erano le mie vere intenzioni, ma quando non ricevetti alcun tuo messaggio, nessuna chiamata, capii che la tua vita sarebbe stata migliore senza di me.
La verità è che tu hai sempre preferito tuti, a me.
Per te sono stata solo quella ragazza alla quale dire tutto, la ragazza timida e chiusa che riusciva a parlare apertamente solo con te, la tua vicina di casa da sempre.

Tu Niall, sei stato molto di più: sei stato il primo ragazzo che io abbia mai amato in vita mia. 
Ti ho amato sin dal primo abbraccio, ma me ne sono resa conto solo quella sera di San Valentino, quando ti presentasti davanti casa mia con lo stereo in mano e una rosa rossa in bocca.
Dicesti "ti voglio bene come una sorella". in quel momento il mio cuore venne attraversato da una prima lama affilata proprio al centro.
Sono pienamente consapevole che il mio è un sentimento non ricambiato, impossibile, ma avevo il bisogno di dirtelo.

Ora che sai tutto, e non ho altro da dire, spero semplicemente di ricevere una tua risposta. 
Anzi, il mio unico desiderio è che tu non stracci questo foglio intriso di lacrime, ma che lo legga. Non puoi sapere quanto sia stato difficile scriverlo. 

Col cuore in mano,
Valerie"




7 giorni dopo.


Era passata una settimana intera da quando aveva spedito la lettera a Niall. La speranza stava affievolendosi sempre più, e con il cuore in gola Valerie percorse i pochi metri che separavano la porta di casa dalla cassetta delle lettere. Chiuse gli occhi prima di aprirla.

Era vuota.

Si morse il labbro inferiore per non piangere, e si sedette sui gradini del porticato. Teneva lo sguardo basso, le mani in tasca e ammirava la bellezza del suolo. D'un tratto, un paio di supra viola invasero il suo quadro visivo. Il cuore cominciò a batterle più velocemente, e le mani sudare. 

"mi sei mancata così tanto."

Alzò lentamente lo sguardo, mantenendo gli occhi puntati sul ragazzo di fronte a lei. Era davvero lui. le sorrise timidamente, sporgendosi in avanti. Le porte una mano, e Valerie la afferrò con esitanza. Improvvisamente le sue braccia la avvolsero in un caldo abbraccio carico di tutte le parole non dette in tre mesi di lontananza. Le lacrime cominciarono a rigare le guance di Valerie, e per la prima volta in tanto tempo, non furono lacrime di tristezza, dolore, sofferenza.

Furono lacrime di felicità.








I came in like a WRECKING BALL.

mi rendo conto che non vi aspettavate una One shoot del genere, da me.
è la prima in assoluto che scrivo, e spero vi sia piaciuta. l'ho scritta come tema per un compito d'Italiano e senza cambiare una virgola l'ho pubblicata.
credevo fosse sprecata solo per un professore di 45 anni, e volevo che la leggeste.
recensite, fatemi sapere cosa ne pensate c:
baci,

Vale xx






 
  
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