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Autore: cateperson    16/11/2013    2 recensioni
DAL CAPITOLO 3
"Ma cosa ne sai tu di quello che accadrà nel tuo futuro? Guarda me, io sono il più grande esempio del fatto che i progetti a lungo termine vengono sempre delusi. Per questo vivo nel presente e non nel futuro...perché la vita è troppo imprevedibile, spaventosa, bellissima adesso per pensare a cosa accadrà domani!"
"Ci sono troppi fattori in ballo che una ragazzina di 14 anni non può capire!" Le risposi istintivamente, con tono seccato.
Sam si zittì arrabbiata. Dopo qualche minuto pronunciò poche parole che mi lacerarono.
"La tua è una vita che non vorrei vivere Amy!"
Non riuscii a ribattere e il viaggio continuò in silenzio fino a casa.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nate Ruess, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Potrei avere una birra Joe?" Ero seduta al bancone del mio locale preferito.
"Te la porto subito. Sei sola stasera?" Mi chiese il barman.
"No, ma Grace è in ritardo come al solito...quindi almeno mi prendo avanti col lavoro!" Gli feci l'occhiolino mentre lo osservavo spinare la mia birra.
"Ah quell'uomo laggiù mi ha fatto cenno che te la vorrebbe offrire lui..." Disse Joe con un sorrisetto malizioso. Mi girai a guardare nella direzione che mi aveva indicato per ringraziare il mio ammiratore, ma quando lo riconobbi rischiai di cadere dallo sgabello e di rovesciarmi addosso tutto. Mi voltai di scatto verso il bancone
"Maledizione maledizione maledizione! Joe tu lo sai chi è quello?"
"Lo chiedi a me perché tu non lo ricordi? È successo qualcosa quando eri ubriaca?" Il barman si stava sbellicando dalle risate.
"Idiota! Lui è un famoso cantante..."
"Scusa, ma non gli ho fatto il provino quando l'ho visto entrare! Sai che io ho una conoscenza musicale limitata alle canzoni del nostro vecchio juke box!" Joe tentava di ricomporsi e di non dare troppo nell'occhio, io di sprofondare il più possibile per non farmi notare.
"Andiamo Amy, ormai ti ha vista! Non riuscirai a farla franca..."
"Joe ha ragione Amy...Avresti dovuto nasconderti più di un anno fa per non farti notare da me!" Sentii la sua voce alle mie spalle, così vicina da farmi scendere un brivido lungo la schiena.
Mi tirai su dal bancone con la poca dignità rimasta e sfoderai un sorriso.
"Nate che sorpresa! Non ti avevo riconosciuto! Hai i capelli più corti...E io sto diventando sempre più miope!" Cercai di giustificarmi. Speravo che credesse alla mia bugia.
Lui abbassò la testa e sorrise tra sé, poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò
"Ti mando nel panico?"
Decisi che fingere non era la soluzione al 'problema Nate'
"Direi che non hai bisogno di una mia conferma, no?" Risposi senza guardarlo.
Si mise a sedere accanto a me
"Io starei aspettando una persona..." Dissi cercando di darmi un tono.
"Oh capisco...un uomo?" Anche se voleva provocarmi, la sua voce nascondeva però una nota di delusione.
"Vorrei tanto dirti di sì e farti morire di gelosia..." Risposi con tono canzonatorio. Lui chinò la testa per nascondere un sorriso imbarazzato.
"...Ma la verità è che sto aspettando un'amica!"
Nate tornò a fissarmi. Mi sentivo esplorata nel profondo da quei suoi occhi colore del mare.
"Come stai Amy?" Mi chiese all'improvviso.
"Sto bene, ti ringrazio!"
"Come mai sei a New York?"
"Cos'è? Un interrogatorio? La carriera come cantante non decollava e sei entrato nella CIA?"
Scoppiò a ridere.
"E tu stai facendo un corso per tenere allenata la tua acidità? Mi ricorda molto..."
Interruppe la frase per tornare a osservarmi con tenerezza, come se volesse far riemergere in me i ricordi.
Ma in quel momento i miei pensieri si fissarono solo su Sam, su quel concerto e su quanto avesse significato per lei. Una lacrima scappò lungo le mie guance, tentai di asciugarla velocemente, senza dare nell'occhio.
Nate notò quel movimento, si avvicinò a me e sussurrò
"Sam...Oh Amy, mi dispiace così tanto!"
Mi cinse le spalle con un braccio, con la mano libera strinse la mia e mi diede un bacio sulla testa. Rimanemmo così per quella che mi sembrò un'eternità. Poi lui si allontanò un po' e tornò a guardarmi con dolcezza. Io presi fiato e gli raccontai
"È successo poco dopo quella sera...io sono scappata a New York perché non riuscivo più a vivere a casa senza di lei! Ma ora sto bene...Ho cominciato un gran lavoro su di me e sto affrontando la cosa...Sono felice!"
Lui sorrise e mi accarezzò la guancia col dorso della mano.
"Oh mio Dio! Tu sei Nate Ruess?"
La voce squillante di Grace ci colse di sorpresa e interruppe quegli attimi di intimità che avrei voluto prolungare all'infinito.
"Piacere, sono Grace, la migliore amica di Amy! E tu...Tu sei davvero una visione del paradiso!"
"Grace ti prego..." Tentai di frenarla perché eravamo entrambi molto imbarazzati.
"Ma voi due vi conoscevate già?" Chiese con un finto tono meravigliato. Le avevo raccontato più di una volta tutta la storia del concerto nei minimi dettagli.
"Si beh...ci siamo visti molto tempo fa..." Rispose lui, rosso in volto, con un sorriso stentato sulle labbra.
"Ti fermi a bere con noi?" Incalzò la mia amica. Avrei voluto ucciderla.
"No...Grazie...Devo fare ancora un sacco di cose...E mi fermo in città solo un paio di giorni!" Si era già alzato dallo sgabello per andarsene.
"Solo un paio di giorni?" Chiesi io con un filo di voce, lasciando trasparire il mio grande dispiacere.
Nate mi guardò triste.
"Sì...Io e i ragazzi dobbiamo ritornare a Tampa per lavorare al nuovo album!"
Annuii silenziosamente. Sapevo che quella era la sua vita ed era esattamente quello il motivo per cui la prima volta non avevo accettato la sua proposta di continuare a vederci.
"Beh io vado...buona serata ragazze!"
Salutò Grace e abbracciò me. Avrei voluto rimanere in quella posizione per sempre, mi sentivo protetta e a casa, in pace con tutto e con tutti.
Ci separammo e lui uscì dal locale. Io mi accasciai sul bancone.
La mia amica al mio fianco esclamò
"Cavolo! Dovevo fare almeno una foto con lui!" 
Non feci in tempo ad alzare la testa che Grace era già scattata in direzione della porta, all'inseguimento di Nate.
Mi presi la testa tra le mani, sempre più imbarazzata. Quando la vidi tornare sorridente io la fulminai con uno sguardo.
"Grace ricordami quanti anni hai, per favore!"
"Andiamo, non capita tutti i giorni di incontrare una celebrità!" Rispose lei
"E la scenetta che hai messo in piedi prima?" Chiesi sempre più arrabbiata.
"Senti tesoro, ti sono stata più che utile! Ti ho aiutato a capire quanto ti interessa...Probabilmente se tu fossi rimasta da sola con lui, dopo una serie di moine sdolcinate, saresti scappata a gambe levate, dando ascolto all'anima calcolatrice che c'è in te!"
Non riuscii a ribattere...Grace aveva ragione...Vedere il suo approccio civettuolo con lui e sapere della sua imminente partenza mi aveva fatto accorgere che Nate mi piaceva, che avrei voluto seriamente verificare cosa c'era di così affascinante nel rapporto con lui...
Ma lui sarebbe partito ugualmente di lì a due giorni...Avrebbe viaggiato per il mondo...Non l'avrei rivisto per molto tempo...E non avevo nemmeno il suo numero...
Mi ricomposi e cercai di non lasciar trasparire tutti i ragionamenti che erano passati per la mia mente negli ultimi tre secondi.
"È un conoscente...L'ho visto due volte in tutta la mia vita...Non posso sapere se vorrei davvero provare ad uscirci!"
Grace si arrese troppo facilmente.
"Sarà come dici tu..."
Rimanemmo in silenzio per qualche istante e le uniche parole che continuavano a rimbombare nella mia testa erano quelle che mia sorella aveva pronunciato la mattina dopo il concerto
"So che hai combinato qualcosa con Nate e credo che tu sia una codarda ad averlo lasciato così!"
  
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