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Autore: Euphemia    16/11/2013    2 recensioni
"Isao era un ragazzo sensibile e anche troppo emotivo: probabilmente, perché il dolore che provava era troppo forte per essere contenuto nel suo cuore."
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One Shot ispirata ad Isao Kako ~ Possibile SPOILER! degli episodi 5 e 6.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Simbolo di morte.


 
Era l’ennesima volta che si specchiava nella vetrina di uno dei tanti negozi che incontrava sul suo cammino, ed era l’ennesima volta che, incredulo, si toccava il volto con mano tremante, passando il dito su quello strano disegno grigiastro che gli attraversava la fascia del viso all’altezza degli occhi.
Era il simbolo della morte, quello, lo sapeva bene; stavolta, sarebbe toccato a lui morire per salvare l’umanità.
Eppure, ancora non poteva crederci. O almeno, non voleva.
 A stento riuscì a distogliere lo sguardo da quel riflesso raccapricciante, mobilizzando finalmente le gambe, ancora una volta rimaste come paralizzate, e proseguendo lungo la strada brulicante di persone allegre e spensierate.
Le invidiava, e anche molto: lui non sarebbe più riuscito a far tornare il sorriso sulle sue labbra. Non ora, che aveva persino il terrore di guardare la sua immagine riflessa, in quanto era come se si vedesse ormai cadavere.
Lui, Isao Kako, era  solo un morto che camminava, che scontava così tristemente gli ultimi momenti su quel mondo che tanto lo odiava.
La sua vita aveva sempre fatto schifo, fino alla fine: aveva solo tredici anni, eppure le ferite provocategli dalla crudeltà del mondo erano anche troppe, per un ragazzino delle medie.
Suo padre aveva abbandonato lui e la sua famiglia quando era ancora un bambino, lasciandolo in balia della delusione e della solitudine. Sua sorella e sua madre lo odiavano e, da quando suo padre se n’era andato, lo trattavano in modo sempre peggiore, arrivando, a volte, persino a dimenticarsi della sua presenza e a non considerarlo minimamente.
Isao di questo ci soffriva, come naturale che fosse: e, così, aveva cercato l’affetto fuori dalla sua casa.
Aveva trovato l’ennesima persona a cui voler bene, la cara Chizu; tuttavia, ella era proprio come gli altri: lo odiava, persino preferiva un insegnante pedofilo a lui, che provava un sincero sentimento nei suoi confronti.
Non riusciva a capire perché si ostinava ad amare, se poi riceveva in cambio solo odio e sofferenza. Perché tutti lo odiavano? Questo suo tentare di capire, senza però arrivare ad una conclusione, lo feriva nel profondo, lo innervosiva, ed era per questo motivo che molte volte diventava irascibile e se la prendeva con Kirie, il suo unico amico.
Isao era un ragazzo sensibile e anche troppo emotivo: probabilmente, perché il dolore che provava era troppo forte per essere contenuto nel suo cuore.
Fino alla fine, aveva sperato di poter avere un’altra possibilità per essere accettato da quel mondo, per poter trovare la felicità; per questo motivo non voleva morire. Certo, aveva anche paura della morte in sé, ma sentiva che non poteva andarsene senza aver prima trovato qualcuno in grado di volergli bene, o, almeno, capito perché tutti lo odiavano.
E il destino, con lui, era stato beffardo: morire per la salvezza di un mondo che lo detestava, per garantire la vita a tutto coloro che lo avevano odiato. Non era giusto, eppure non poteva evitare questa sorte: era in trappola e non poteva fuggire da quella gabbia, da quel destino che lo avrebbe così infelicemente trascinato nelle mani della morte.
Improvvisamente, i suoi piedi si arrestarono di fronte a una grande costruzione dall’architettura moderna e bella: era l’acquario, quello, il luogo dove sarebbe voluto andare assieme a Chizu.
Lo osservò tristemente, prima di prendere la decisione di entrarci. Avanzò lentamente verso l’ingresso, ancora con le gambe vacillanti, il cui tremore era inarrestabile.
Procedette con sicurezza tra la gente, con sguardo basso, con occhi spalancati, con un respiro mozzato.
Solo quando si accorse di essere giunto alla sua destinazione alzò il viso, che venne illuminato dai raggi del sole provenienti dall’esterno della porta che aveva varcato: finalmente, era arrivato davanti alla vasca dei delfini, che giocosi esclamavano il loro verso e nuotavano nell’acqua con piroette e grande maestria, intrattenendo la gente e i bambini visibilmente entusiasti.
Osservò quei mammiferi acquatici con grande tenerezza: erano loro, gli unici che in quel momento gli trasmettevano un po’ di tranquillità. Si sedette su una delle panchine blu di fronte alla vasca, ammirando lo spettacolo di quelle meravigliose creature marine, che sembravano così allegre e spensierate, in un momento così drammatico per la storia della Terra.
Sorrise quando uno dei delfini, un cucciolo, passò accanto al vetro facendo una piroetta maldestra; per un attimo, gli sembrò che, con un verso, lo avesse persino salutato.
Isao pensò che, almeno, avrebbe potuto passare gli ultimi istanti con loro, con quegli animali che, magari, gli avrebbero fatto almeno un po’ di affettuosa compagnia.
Ma il destino, con Kako, era sempre stato così fiscale: bastò una scossa del terreno, seguita poi da altre, per far spaventare tutte le persone presenti nell’infrastruttura e farle fuggire, tra urla e lacrime di paura.
Il sorriso scomparve definitivamente dal viso del castano, sostituito da una smorfia di puro terrore. Alzò lo sguardo verso l’alto, notando un enorme robot – probabilmente l’avversario dello Zearth – che man mano si materializzava poco lontano da lì.
Non c’era più nulla da fare: quel giorno, lui sarebbe morto sul serio.
Ormai, in quel luogo, gli unici rimasti erano i delfini nella vasca, anche loro spaventati dai tremori e dai rumori incessanti delle sirene d’allarme, anche loro chiusi in gabbia, senza alcuna possibilità di fuggire.
Un rapido ricordo, tagliente come un frammento di vetro, gli attraversò la mente; l’immagine sconvolgente del compagno Kodama, precedente pilota dello Zearth, gli si parò davanti: gli occhi che da vivi e traumatizzati si svuotarono di ogni sentimento, il viso che d’improvviso perse tutto il suo colore, divenendo completamente latteo, il corpo privo di vita che cadde con un tonfo secco al suolo.
Gli occhi erano ancora aperti, mentre la faccia richiamava l’ultima emozione provata dal giovane pilota: puro terrore.
La stessa sorte sarebbe toccata anche a lui, a Isao.
Il cuore prese a battere all’impazzata, le vene della fronte a pulsare come non mai, il respiro a farsi sempre più affannoso.
Urlò, sconvolto, senza ormai nessun freno, facendo uscire tutto ciò che aveva tenuto oppresso dentro di sé, in tredici anni di una schifosa vita. Si mise le mani tra i capelli, si disperò senza ritegno: era ridicolo che dovesse davvero morire senza aver realizzato il suo desiderio di essere accettato, per lo più per un mondo che lo aveva odiato fino all’ultimo.  
Fu allora che Isao morì, perché l’incontrollabile paura della morte e la follia avevano ormai preso il sopravvento sulla ragione.
 
 
Non voglio morire...







Angolo dell’autrice

 
E rieccomi di nuovo qui con una OS che vi avevo promesso, ispirata ad uno dei miei due personaggi preferiti di quest’anime meraviglioso: Isao Kako.
A mio dire, è uno dei personaggi più sfigati della serie. Non che non lo siano gli altri, anzi; però lui è l’unico che crepa in una maniera talmente brutale come essere schiacciato da un intero edificio/essere accoltellato dalla ragazza che gli piace. Insomma, in entrambi i casi, sia nell’anime che nel manga è sfigatissimo.
Però mi piace moltissimo come personaggio: perché nonostante tutto il dolore che prova, all’inizio della serie (che sei episodi è durato, eh) era comunque spensierato, non si arrendeva mai all’idea di poter, un giorno, essere accettato da un mondo che lo odiava. Solo alla fine è impazzito. Beh, ci credo, sarei impazzita anche io, in una situazione del genere, quindi lo comprendo. È un peccato che l’autore abbia voluto fargli fare la parte del maniaco stupratore con Chizu, secondo me è stata una cosa davvero bastarda. Non gli bastava farlo morire così tristemente, gli doveva pure far fare lo stupratore. MAH.
Che poi, io odio a morte Chizu: è anche colpa sua  se Isaouccio è morto così brutalmente! E quando è morta, per me è stata una giuoia immensa. <3 Chi non apprezza Kako merita la morteH. (?)
Che dire... Spero di non averlo reso OOC! Ho pensato che le sue ultime riflessioni potessero essere queste...
Non so quanto sia amato Isao tra coloro che hanno visto/letto Bokurano. Come nel caso della OS su Masaru (<3), non mi aspetto di ricevere molte visite. Tuttavia, a me importava esprimere i sentimenti di un personaggio che amo, e spero vivamente di essere riuscita a trasmettervi qualcosa.
Sarei felice di ricevere anche un piccolo commentino, ma non siete costretti... Mi piacerebbe, però, non lo nascondo. Anche per sapere se questa OS vi è piaciuta... ^^ 
Se trovate errori o volete darmi consigli, per favore, non esitate a contattarmi!
Vi ringrazio infinitamente per aver letto e ringrazio Saku per avermi fatto conoscere quest’anime che è asdhfjsfukhushru favoloso. <3
Byeee
Euphy <3
  
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