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Autore: giormoments    17/11/2013    4 recensioni
[Jealousy fa parte della raccolta I've always wanted kids | Parents!Larry]
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"Sai che i miei genitori stanno insieme da più di trent'anni, vero?" domando, sorridendogli di nuovo con un sorriso fasullo.
"Non sapevo da quanto, ma, beh, è molto tempo" mi risponde, messo spalle al muro da una diciassettenne.
"Già" replico, solo questo, senza aggiungere altro. Non ce n'è bisogno. Ha capito, il coglione, che deve stare alla larga da mio padre.
Perché è mio padre, e chi cazzo è lui per portarmelo via? Per portarlo via a papà?
Che ne sa, questa persona viscida, di quello che hanno passato i miei papà per stare insieme? Per avermi? Le bugie dietro alle quali sono stati costretti a nascondersi per amarsi? L'ansia e la paura di sbagliare, con una bambina piccola ed il mondo pronto a giudicarli?
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I've always wanted kids.'
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Scriverò giusto due righe per introdurre la storia, stavolta sarò breve, lo giuro!♥
In questa storia troviamo Lily non più piccolina, ma diciassettenne e attaccatissima alla sua famiglia.
Tira fuori gli artigli, pronta a difendere chiunque ne minacci la stabilità, ma poi Harry e Louis le fanno capire che non c'è possibilità al mondo che qualcuno possa mettersi tra loro tre.
Piccola parentesi: Soph (Sophie, Fifì, comunque la chiamo è sempre lei) è, nella mia testa, la figlioletta degli Ziam, di un anno più piccola di Lily e sua migliore amica.

Enjoy.♥

 
Jealousy

Come si fa a dire di no ad un amico, quando ti chiede un favore quasi mettendosi in ginocchio?
Non si può, e infatti miei papà accettano, nonostante Harry domani abbia lezione alle 8 e Louis abbia appena finito il turno all'ospedale.
Lo vedo che è stanco, quando torna a casa e mi posa un bacio tra i capelli per poi abbandonarsi tra le braccia di papà che lo stringe come fa sempre, fino a farlo scomparire nel suo petto.
Li guardo e sorrido: sono belli.
Spero che la serata da zio Niall duri poco, perché anche io ho sonno. Ma l'idea di vedere Soph migliora le cose, non la vedo da qualche giorno e mi manca da morire.
Dopo dieci minuti papà si sta asciugando i capelli, poi è pronto e in poco tempo siamo in macchina.
Niente cuffiette, niente telefono: mi godo il tempo con i miei papà perché mi rendo conto che mi mancano tanto ultimamente.
Poso il capo sul poggiatesta di papà Boo - come lo chiama Daddy - e gli carezzo la spalla: noto un sorriso spontaneo sulle labbra sottili, così diverse dalle mie, e gli poso un bacio sulla guancia, per poi sporgermi a posarne uno sulla guancia di papà Harry.
Sorride anche lui e "Come mai tanta dolcezza?" chiede sorridendo, guardando me e papà per un secondo e tornare a guardare la strada subito dopo.
Rido e "Per una volta che non sono stronza!" sbuffo tornando al mio posto.
Mi domando perché zio Niall voglia presentarci questo suo nuovo collega...


L'aperitivo viene servito in veranda. I grandi sono seduti su divanetti in vimini mentre io e Soph su delle poltroncine dello stesso materiale.
Il tipo che zio voleva presentarci si chiama Mason, lavora con lui allo studio di registrazione e non mi piace per niente.
Sono fatta così, per me è tutta una questione di impressione.
E quel tizio, a prima impressione, mi sembra un gran figlio di puttana. L'ho vista la radiografia che ha fatto a mio padre appena siamo entrati e sicuramente l'ha notata anche papi. Lo vedo da come non riesce a stare fermo al suo posto. Si preannuncia una serata molto lunga.

A tavola sono seduta tra Sophie e papà Louis, mentre papà Haz è di fronte a me ed il tipo squallido si è fiondato sulla sedia accanto alla sua, rischiando di rompersi l'osso del collo per riuscire ad accaparrarsi il posto accanto a mio padre. Che sfacciato.
Mentre mangiamo la pasta parliamo del più e del meno, del lavoro di zio e di quello che ci prova con papà, degli affari in palestra che per zio Zay vanno benissimo, dell'ottimo voto di Soph in matematica - sono così fiera di lei.
Il tipo continua a posare la mano sulla spalla di papà e lo so che Louis vorrebbe staccargliela e fargliela ingoiare, ma se ne rimane al suo posto, con gli occhi assottigliati e le labbra strette.
Per quanto mi riguarda invece non lo so cosa mi stia frenando dall'alzarmi, sbattere il pugno sul tavolo e mandarlo a fanculo, dirgli che quello è mio padre e che se lo sfiora di nuovo me lo mangio vivo. Forse è il sorriso che mi rivolge papi quando si accorge che anche io vorrei ammazzare Mason, a tenermi buona. Siamo uguali in questo, io e lui.
Il tipo lo fa di nuovo, gli tocca la spalla e ride in modo così finto e costruito che posso quasi sentire i suoi zigomi contro il pugno che stringo sul tavolo, ma la mano di Sophie scioglie con delicatezza il pugno con le dita sottili e mi sorride, facendomi segno di respirare a fondo.
Dio, se la amo. Mi conosce bene, sa quanto sia impulsiva. È lei la riflessiva, tra le due.
Spesso sono io a doverla spingere a fare qualcosa, perché lei ci pensa, vaglia i pro ed i contro, riflette, ci ripensa e non fa mai niente.
Vengo distratta dai miei pensieri da quel cazzone di Mason che fa palesemente finta di far cadere il tovagliolo sulle gambe di papà per poi allungare la mano per riprenderlo.
Vedo papà Louis scattare in avanti e poi fermarsi, stringere il pugno attorno al tovagliolo fino a far diventare bianchissime le nocche.
Stringo la sua mano nella mia e la trascino sotto il tavolo; sciolgo il pugno, come prima ha fatto Fifì con me, e intreccio le nostre dita, poi mi sporgo verso il suo orecchio.
"Non ne vale la pena" sussurro, "papà non l'ha guardato nemmeno una volta".
Lo vedo sorridere, un sorriso tirato e forzato ma apprezza il mio tentativo di calmarlo.
E ci riesco pure, esattamente come Sophie ci è riuscita con me. Io e papà  da questo punto di vista siamo uguali: impulsivi. Ma se papà dopo più di quarant'anni sulla Terra ha imparato a controllare questo suo lato, io, dal basso del miei diciassette, proprio non ce la faccio.
Per questo "Mason", mi rivolgo a lui mettendo su il sorriso più finto che io conosca, e "sei impegnato? Hai una moglie, una fidanzata o che so io?" domando.
Tutti si zittiscono e lui stesso alza un sopracciglio, sorpreso della mia domanda.
"No" replica, "sono libero come una farfalla!" esclama ridendo per alleggerire la tensione.
"Oh che sfortuna" riprendo, "in effetti l'amore vero è difficile da trovare o da conservare. Sai, penso di essere fortunata, perché ho un esempio di vero amore davanti agli occhi ogni giorno". Mi fermo un attimo, prendo un sorso d'acqua e nessuno osa fiatare. Tutti sanno cosa sta succedendo e nessuno si azzarda ad interrompermi.
"Sai che i miei genitori stanno insieme da più di trent'anni, vero?" domando, sorridendogli di nuovo con un sorriso fasullo.
"Non sapevo da quanto, ma, beh, è molto tempo" mi risponde, messo spalle al muro da una diciassettenne.
"Già" replico, solo questo, senza aggiungere altro. Non ce n'è bisogno. Ha capito, il coglione, che deve stare alla larga da mio padre.
Perché è mio padre, e chi cazzo è lui per portarmelo via? Per portarlo via a papà?
Che ne sa, questa persona viscida, di quello che hanno passato i miei papà per stare insieme? Per avermi? Le bugie dietro alle quali sono stati costretti a nascondersi per amarsi? L'ansia e la paura di sbagliare, con una bambina piccola ed il mondo pronto a giudicarli?
Mangiamo il dolce senza dilungarci troppo in chiacchiere inutili, poi con la scusa di doverci alzare presto domattina riusciamo a congedarci verso le dieci e trenta.
Stringo forte Fifì e gli zii, a Mason riservo uno sguardo sprezzante con tanto di sopracciglio alzato, poi mi avvio verso la porta.
In macchina regna il silenzio, ed è pesantissimo. Lo sento che mi grava addosso, lo sento pesare sulle nostre teste.
Quella quiete così innaturale mi fa continuare a pensare ad un discorso che una mia amica mi ha fatto qualche giorno fa. I suoi genitori stanno divorziando e lei ne sta uscendo distrutta.
Sbatto lo sportello ed entro in casa, seguita dai miei papà. Mentre ci togliamo i cappotti, all'ingresso, è papà Harry a rompere il silenzio.
"Che avete, tutti  e due?" chiede con una voce piccolissima per un uomo adulto.
Mi viene da ridere, perché so che è ingenuo e che vede solo il buono delle persone.
"Papà, quel tipo ci ha provato tutta la sera, non puoi essertene accorto" replico secca mentre mi sfilo gli stivali.
"Me ne sono accorto, Lily, non sono cieco" dice, "ma non gli ho dato corda quindi qual è il problema?" chiede mentre si poggia con la schiena alla porta d'ingresso.
Louis scuote la testa e "Nessuno, sono solo maledettamente geloso di te" afferma, facendosi inghiottire di nuovo dalle braccia di papà.
Io abbasso la testa: sento gli occhi che pizzicano e un ferro incandescente in gola.
"Lily, amore, che hai?" mi chiede Harry, che si è accorto della situazione.
Tiro su col naso e mi sento di essere tornata a quando avevo cinque anni, invece che dimostrare i miei diciassette. "Promettetemi una cosa".
Entrambi mi guardano interrogativi, senza capire. Annuiscono.
"Non vi lasciate, ok?" chiedo semplicemente. Li guardo entrambi e vedo i loro occhi lucidi.
Papà Harry lascia la presa su papà Louis e mi prende per mano, portandomi in salotto.
Si accomoda sulla poltrona, papà accanto a lui sul bracciolo ed io di fronte a loro, sul divano.
"Te la ricordi la storia che ti raccontavo sempre da bambina, vero?" mi chiede ed io subito annuisco.
È la mia preferita. Ed è la mia preferita perché è la loro storia. Il loro incontro, l'evoluzione del loro amore, il matrimonio, l'arrivo di una bambina a coronare la loro unione...
"Forse sei ancora piccola per capirlo" inizia, "ma quando incontri la persona giusta, è per sempre. E non parlo dei famosi pezzi di puzzle che si incastrano alla perfezione, parlo di due pezzi che non c'entrano niente l'uno con l'altro e nonostante le irregolarità e i lati che non coincidono riescono a stare vicini, ad incastrarsi, a cozzare ma a stare sempre uniti. È questo l'amore, è trovare una persona che a volte vorresti picchiare ma picchieresti chiunque gli si avvicini. E a volte la vita è bastarda, si mette in mezzo e ti fa innamorare di qualcuno che non ricambia, ma altre volte la vita è meravigliosa ed i tuoi occhi  incontrano un altro paio che cercano esattamente te, come tu cercavi loro. E non c'è verso di starne lontano, diventa un bisogno fisico e viscerale, ed io e tuo padre siamo stati infinitamente fortunati. Ne abbiamo passate tante, specialmente da giovani quando tutti ci dicevano che era sbagliato, che noi eravamo sbagliati, noi ci siamo presi per mano e ci siamo fatti da scudo l'un l'altro contro tutto e tutti, contro tutti quelli che ci dicevano che non sarebbe durata. Invece è durata, dura da ventinove anni e abbiamo una figlia meravigliosa che prenderebbe a pugni chiunque minacciasse la sua famiglia. E non sai quanto sono fiero di te, perché è esattamente così che io e tuo padre ti abbiamo cresciuta. Lo abbiamo fatto insegnandoti a lottare per difendere quello che hai, a saper fronteggiare le ostilità. Ma io e tuo padre siamo quei due famosi pezzi di puzzle diversi, che non combaciano ma hanno imparato a farlo, e credimi se ti dico che non esistono Mason che tengano, quando ho accanto tuo padre."
Conclude il discorso e abbiamo tutti le lacrime agli occhi. Papà Louis lo guarda sorpreso, perché papà Harry non è mai stato uno di molte parole, ma stavolta ha saputo dire esattamente quello di cui i nostri cuori avevano bisogno, ossia la verità più assoluta.
Papà intreccia una mano alla sua, più grande, e io tiro su col naso, asciugandomi le lacrime col maglioncino.
"Capito?" chiede infine papà, rivolgendomi un sorriso bellissimo, similissimo al mio. "Io amo tuo padre, e grazie a non so quale benedizione divina lui ama me, e insieme ti amiamo".
Non reggo più l'emozione, non riesco più a trattenere le lacrime, quindi mi alzo e mi fiondo su di loro, abbracciandoli.
Sento i loro profumi mischiati ed è una cosa bellissima, non sopravviverei senza quell'aroma unico nel suo genere formato dai loro profumi.
Singhiozzo leggermente sulla spalla di papà Harry, lo sento stringermi e sento la fronte di papà Louis contro la mia testa, ci stringiamo forte tutti e tre.
"Scusate" dico, "so che vi amate, ma quel tipo mi ha innervosito e i genitori di una mia amica stanno divorziando..."
"Non hai di che scusarti, piccola" mi tranquillizza papà L, "ma nemmeno di che preoccuparti".
Mi alzo e li bacio entrambi, poi si alzano anche loro.
Andiamo verso le nostre camere, gli auguro la buonanotte, poi papà Louis mi ferma in tempo prima che chiuda la porta.
"Sono fiero di te, l'hai fatto nero" mi sorride raggiante. "Ti ho dato un ottimo esempio" si loda poi, mentre papà ride forte come sempre e lo tira per un braccio, "andiamo, cretino".
"Buonanotte amore" mi dicono in coro - è incredibile come i loro movimenti siano spesso sincronizzati, come se fossero l'uno lo specchio dell'altro.
Auguro loro la buonanotte e chiudo la porta della mia stanza. Mi cambio velocemente e il letto mi coccola, ponendo fine in modo meraviglioso a quella che fino al nostro rientro era stata la serata più brutta della mia vita.


Nella stanza accanto, invece, i vestiti volano via veloci per lasciare spazio a pigiami morbidi e Harry trova il suo posto sul petto di Louis.
Perché si amano, perché hanno lottato per stare insieme, perché hanno lottato per avere una famiglia, e di nuovo perché si amano da diventare matti, da avere lo stomaco grande quanto una nocciolina e da vedere le stelle.
Si addormentano l'uno nel respiro dell'altro, dove è giusto che stiano, come è giusto che sia.
 
  
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