Questa storia è pronta già da un po', ma non so perché non riuscivo a trovare - boh, il coraggio, probabilmente - o modo di pubblicarla. 
However, come sempre, invito chiunque si soffermasse a leggere a perdere un minutino per lasciare un commento - anche minuscolo -, fa sempre piacere :)

Buona lettura!

Memories

C'era rumore fuori.

L'anziana signora Twist chiuse gli occhi. Le piaceva il rumore... le piaceva "quel" rumore. Un martello che batteva su dei tralci, fissandoli. Se si concentrava poteva addirittura sentire gli scricchiolii della scala a pioli, prodotti dal peso dell'uomo che vi era salito. Riusciva ancora a figurarsi il "suo" Jack, intento, tanti anni addietro a fare lo stesso lavoro. Lo vedeva ancora, là, sopra quella scala, con la schiena, rigida per mantenere l'equilibrio, coperto della solita, immancabile, camicia di jeans, i capelli scuri scompigliati, e poi lo vedeva scendere con la fronte madida di sudore per andare a sedersi di fronte al suo caffé bollente. Lo vedeva quando la osservava con il solito cipiglio, e poi sorriderle in quella maniera dolce.

Non se n'era mai fatto niente delle sue promesse, ripeteva sempre il vecchio padre. E lo aveva ribadito anche quella volta, quando Ennis Del Mar era andato a trovarli per prendere ciò che era rimasto di Jack e disperderlo nel vento di Brokeback Mountain, come lui voleva.

Il vecchio Jack si sbagliava. Aveva dovuto aspettare un po', ma alla fine Ennis Del Mar era venuto. Suo marito non era più accanto a lei a veder rinascere la tenuta di famiglia, ma poco importava, ormai. Jack aveva avuto ragione. Il suo Ennis era venuto, e, risoluto, si era rimboccato le maniche. Voleva fare qualcosa per lui, qualcosa a cui lui tenesse. Aveva deciso di realizzare il suo desiderio, anche se non ne avrebbero mai goduto insieme. Glielo doveva. Lo aveva giurato sulla sua memoria.

Il rombo di un motore che si spegneva ridestò la signora Twist dai suoi pensieri. Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra della cucina, dove un piccolo albero di mele (piantato qualche tempo prima) troneggiava e sorrise debolmente, avviandosi all'ingresso dove un'alquanto entusiasta Alma jr. la travolse abbracciandola e sollevandola di peso. Nonostante a vedersi sembrasse magra e mingherlina aveva una forza incredibile.

«Il lavoro è quasi finito, non sei contenta, nonna?» domandò, rimettendola terra e dirigendosi in cucina. Ormai conosceva quella casa come la propria.

«Metto il caffé e vado a chiamare papà» disse, mettendo mano al barattolo del caffé, e poi, rivolgendosi al bambino dietro di lei che nel frattempo aveva circondato in un abbraccio le gambe della donna, riprese «Jay, stai attento, così farai cadere la nonna.»

«Va bene, mamma. Intanto noi andiamo a dare l'acqua alle mele, vero, nonna Joan?» rispose il piccolo, con la flebile vocina di un bambino di quattro anni, mentre gli occhi scuri si puntavano sorridenti verso l'anziana.

«Papà, vieni a riposarti un attimo, sto preparando il caffé» sentirono chiamare dalla cucina mentre i due, mano nella mano, si dirigevano verso l'albero che insieme avevano piantato e insieme aiutavano a crescere.