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Autore: Eril    27/04/2008    15 recensioni
Edward osservò con aria triste il mazzo di fiori che Riza aveva portato: erano splendide Orchidee bianche dalle sfumatura lilla, i fiori più belli che esistessero su questo misero pianeta. Chinò lo sguardo su quelli che invece aveva portato lui: erano semplici, comuni e stupidi Tulipani... (EdxRoy)
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREFAZIONE

PREFAZIONE

 

Ultimamente mi riesce molto facile scrivere, credo di sentirmi parecchio ispirata anche grazie a vari fatti che accadono nella mia vita (anche se non hanno niente a che fare con ciò che scrivo, non fatevi strane idee!!). In ogni caso, vi posto questa nuova One-shot che mi è venuta su di getto e mi è piaciuta moltissimo, anche se è un po’ triste.

A proposito: ogni volta mi dimentico di ringraziare tutti quelli che hanno commentato le mie precedenti fic, sono terribilmente dispiaciuta per la mia sbadataggine! In ogni caso questa volta me ne ricorderò e dedico questa fic a tutti coloro che hanno commentato le mie due precedenti One-shot, in particolare a chi le ha commentate entrambe!

Tanti baci e buona lettura!!

 

P.s: se ci dovessero essere errori, segnalatemeli pure, ero un po’ di fretta quando l’ho postata e non ho potuto rivederla! Grazie in anticipo!!

 

 

“Non temere di venire ingannato:

il mondo sorge già sull’inganno.”

 

Tite Kubo (#Bleach 16#)

 

 

 

 

 

 

 

Orchidee e Tulipani
 

 

 

 

 

 

 

 

 


Edward Elric se ne stava seduto su quella dannata sedia da ormai due ore, incapace di fare qualsiasi cosa se non quella di guardare il muro davanti a se: patetico, non c’erano altre parole o aggettivi per descriverlo.

Guardò il mazzo di fiori che reggeva tra le mani poi spostò lo sguardo su quello che aveva portato Riza: splendide orchidee bianche immacolate dalle sfumature lilla, uno spettacolo, un trionfo di bellezza per gli occhi, i fiori più belli e eleganti che potessero esistere su questo misero pianeta… e anche i più costosi.

Sospirò voltandosi in direzione del gruppetto di persone che stava seduto alla sua destra, tutti seri e preoccupati come lui: c’erano Riza, Maes, Havoc, Breda, Fury e Fallman, praticamente tutta la truppa, tutti lì per lo stesso motivo.

Ormai erano ben tre ore che Edward si trovava lì, in quel maledetto ospedale ad attendere che qualcuno si degnasse di fermarsi e informarlo sulla situazione: quel giorno aveva scoperto di odiare gli ospedali, di odiare le sue fredde pareti verniciate di bianco, di odiare l’odore di farmaci presente nell’aria, di odiare i medici che passavano tranquillamente chiacchierando tra loro bevendosi un caffè mentre, qualche stanza più in là, qualcuno lottava per la vita…

Strinse al petto il mazzo di fiori che aveva portato: tulipani, semplici e colorati tulipani, ecco i miseri e comuni fiori che aveva portato, ma che grande trovata! Non si era mai reso così ridicolo e stupido in vita sua! Tutti gli altri avevano portato fiori eleganti e bellissimi, lui invece stupidi tulipani rossi, arancioni e gialli!

All’improvviso la porta della sala operatoria davanti a loro si aprì e da quella comparve un medico che si diresse verso di loro scuotendo la testa.

Per un attimo il cuore di Edward si fermò: no, non poteva essere vero…

L’uomo raggiunse il gruppetto che stava accanto ad Edward ignorando deliberatamente il ragazzo: non se la prese, una volta tanto essere ignorato era quello che voleva.

Riza si alzò in piedi di scatto agitata come il ragazzo non l’aveva mai vista: era incredibile come riuscisse ad essere bella anche quando era così spaventata o triste, Edward invece…

Chinò lo sguardo cercando di ascoltare il dialogo tra i due, sapendo che nessuna delle persone che lo avevano accompagnato fino lì gli avrebbero rivolto una sola parola o un solo sguardo, in fondo, come poter dare loro torto?

Era tutta colpa sua, questa era la pura e semplice verità, e ora tutti lo odiavano per questo.

Poteva forse biasimarli? Cavoli, lui stesso si odiava da solo!

<< Mi  dica dottore, come sta? >> Domandò Riza gettando da parte il mazzo di rose che aveva portato.

Il dottore si morse il labbro inferiore, ricordando le parole dell’uomo.

<< Ha superato brillantemente l’intervento e, anche se debole, posso affermare certamente che è fuori pericolo. Tra un’oretta circa potrete vederlo, lasciategli il tempo di uscire completamente dall’anestesia… >>

La donna tirò un sospiro di sollievo mentre finalmente l’atmosfera sembrava alleggerirsi, quasi farsi rilassata, anche se questo valeva solo per il gruppetto di persone attorno alla donna: non era così invece per Edward, che continuava, nonostante avesse sentito che ormai lui era fuori pericolo, a colpevolizzarsi per quanto era successo.

Come aveva potuto permetterlo? Come aveva potuto commettere un simile errore? Se avesse dato ascolto alle SUE parole, a quest’ora LUI sarebbe seduto dietro alla sua scrivania, occupato a firmare a velocità folle tutti i documenti che aveva accumulato fino a quel giorno anziché firmarli e riordinarli per ordine.

Si prese la testa tra le mani: come aveva potuto mettere in pericolo la vita della persona che più amava a questo mondo?

L’ora prestabilita dal medico passò velocissima e tutti, più emozionati che mai, attendevano di entrare nella stanza numero 213 per vedere il loro adorato Colonnello e magari fare qualche battuta per tirargli su il morale. Edward non partecipò a nessuno dei loro discorsi, si limitò a guardare con occhi vitrei gli altri che, uno alla volta, entravano ed uscivano dalla stanza.

Il primo ad entrare fu Havoc e non si fermò più di dieci minuti, seguirono Fallman, Fury e Breda, poi Maes che si fermò molto più dei precedenti.

Il ragazzo studiò le espressioni di tutti i suoi colleghi che erano usciti da quella stanza: tutti erano sorridenti e rilassati, nessuno però andò da lui per dargli anche una sola parola di conforto.

Avrebbero dovuto?

Edward sapeva che loro conoscevano i fatti, quindi era più che comprensibile il loro comportamento distaccato, non li odiava per questo anzi, quasi glie ne era grato.

Dopo Maes entrò Riza e il biondino sapeva che quella si sarebbe fermata più di tutti gli altri messi assieme e così fu: quando la donna uscì dalla stanza, sorridendo radiosa, erano passate ben quasi due ore.

Edward la seguì con lo sguardo mentre quella andava a recuperare sorridente il suo cappotto e  si riconciliava col gruppo: nessuno si sarebbe fermato quella sera lì all’ospedale…

Il ragazzo frenò le lacrime che volevano sfuggire al suo controllo e strinse il mazzo di tulipani al petto: le spine che sentiva attorno al cuore erano dolorose…

Non si accorse che qualcuno gli si stava avvicinando fino a quando quel qualcuno non gli scosse bruscamente la spalla.

Alzò lo sguardo per incrociare quello severo di Riza: cosa poteva volere da lui?

La osservò stupito osservando ogni suo gesto: persino il suo battere le ciglia lasciava intravedere l’odio e il disprezzo che provava per lui, ma allora perché era venuta?

<< Vuole vederti. >> E detto questo gli voltò le spalle raggiungendo gli altri, andandosene probabilmente a festeggiare in qualche ristorante per la riuscita dell’intervento del loro Taisa.

Edward rimase qualche minuto fermo immobile, incredulo per quello che la donna gli aveva detto: LUI voleva vederlo? Che motivo poteva mai avere? Quello di rinfacciargli le sue colpe?

Lentamente si alzò afferrando il mazzo di fiori che aveva appoggiato accanto a se e si diresse faticosamente verso la porta che lo avrebbe condotto dall’uomo che tanto amava.

Sfiorò la maniglia dorata con mano tremante, ancora indeciso se entrare o no.

“Forza Ed, non fare il coniglio…”

Senza neppure rendersene conto, si ritrovò dentro la stanza ad osservare con occhi lucidi il letto dove stava steso Roy Mustang: lo trovò intento a leggere un quotidiano con aria assorta, la fronte fasciata, col petto nudo e ricoperto da fasciature e cerotti. Ma dove la trovava la forza di leggere dopo aver appena affrontato un intervento nel quale aveva rischiato la vita, ma soprattutto: come diavolo faceva ad essere così dannatamente sexy anche in quelle condizioni?

Finalmente l’uomo alzò lo sguardo verso il ragazzo e lo guardò seriamente.

Edward si aspettò il peggio, dopotutto sapeva di meritarselo…

<< Lo sai fullmetal che la borsa del nostro paese è calata ben dello 0,7% rispetto all’anno scorso? >>

Edward cadde a gambe all’aria incredulo: ma come? Questo era tutto quello che aveva da dirgli? Lo stava prendendo per i fondelli?

<< Veramente no e non è che mi interessi molto in questo momento… >> Esclamò il ragazzo tirandosi su a fatica.

Roy fece una faccia sorpresa.

<< A davvero? Non lo sai che i nostri stipendi caleranno di ben il 13,6%? E’ una catastrofe e non te ne importa? >>

Edward si morse il labbro inferiore: non era quello il discorso…

Spostò lo sguardo sul comodino accanto all’uomo e si rattristò: i fiori che avevano portato tutti i suoi compagni erano lì ed erano davvero un trionfo per gli occhi… splendidi in una sola parola in particolare le Orchidee di Riza.

Istintivamente portò dietro la schiena il mazzo di Tulipani per nasconderli, ma l’altro fu più veloce.

<< Sono per me fullmetal? >>

Edward sussultò, poi annuì a testa china tendendoli verso l’uomo.

<< Tulipani? >> Domandò quello afferrando il mazzo per vederli da vicino.

Edward tornò ad annuire alzando lo sguardo verso l’uomo e per un attimo si perse a guardarlo incantato: quanto era bello Roy Mustang…

<< Che pensiero carino fullmetal! Finalmente un fiore al quale non sono allergico, anzi, mi faresti un piacere ? Sposteresti tutti quei fiori sul tavolo laggiù per favore? >>

Edward si lasciò sfuggire un sorriso: non ci poteva credere, allora una cosa buona alla fine l’aveva fatta!

Eseguì come un bravo cagnolino gli ordini dell’altro, poi mise i suoi fiori in un vaso e li poggiò sul comodino sgombro.

<< Lo sai Acciaio? Quando avevo la tua età vivevo coi miei genitori in una casetta in pianura e davanti a questa c’era una distesa di Tulipani infinita, ricordo che ci andavo a giocare sempre con il mio cane. Pensa che una volta… >>

<< La smetta per favore! >>

Roy guardò perplesso il ragazzo.

<< Ho detto qualcosa che non va? >>

Edward scosse la testa.

<< No… però la smetta di fingere di non essere arrabbiato con me, non lo sopporto… >>

Il moro scosse la testa seccato.

<< E sentiamo: perché mai dovrei essere arrabbiato con te Acciaio? >>

Il biondino lo guardò incredulo.

<< Come “perché dovrei essere arrabbiato con te Acciaio”? Se avessi eseguito i suoi ordini a quest’ora lei sarebbe… sarebbe… >>

<< Oh… parli di questo? Guarda che non è colpa di nessuno fullmetal, non te ne fare una colpa… >>

<< NO NON E’ VERO! >> Urlò il ragazzo scattando in piedi furioso. << SE AVESSI ESEGUITO I SUOI ORDINI E NON FOSSI ANDATO A CERCARE QUEL CRIMINALE, LEI NON SAREBBE DOVUTO VENIRE A CERCARMI E NON SI SAREBBE NEPPURE BECCATO UNA PALLOTTOLA AL POSTO MIO, QUINDI LA PIANTI DI DIRMI CHE NON E’ COLPA MIA!! >>

Roy guardò il ragazzo leggermente irritato.

<< Hai finito? >>

Edward respirò a fondo: no, voleva aggiungere un’ultima cosa…

<< No, volevo anche dirle che lei è un grandissimo idiota Colonnello di merda! >>

L’altro sbuffò incrociando le braccia al petto.

<< Sai che novità, sei ripetitivo fullmetal… ora hai finito? >>

Edo annuì.

<< Sì, ho finito… >>

<< Oh finalmente! Ora raccontami per filo e per segno tutto: hanno preso quel criminale? >>

Il biondino annuì e, dopo essersi seduto sul bordo del letto dell’uomo, cominciò a narrargli tutto ciò che conosceva della vicenda e concluse dicendo che il criminale era stato arrestato.

Roy annuì riprendendo in mano il giornale che stava leggendo poco prima.

<< Bene, almeno una cosa positiva… >>

Edward guardò l’uomo con occhi colpevoli: non resisteva più!

<< Taisa… >>

L’altro alzò lo sguardo verso il ragazzo.

<< Mh? >>

Il biondino rimase per qualche istante in silenzio, teso come le corde di un violino, poi sospirò e gli domando:

<< Lei… non è arrabbiato con me? >>

Roy gli lanciò un’occhiataccia.

<< Che domanda cretina! Perché dovrei esserlo? Se torni ancora una volta sull’argomento giuro che ti degrado e ti mando a spalar neve tra le montagne del nord a gelarti il naso per non dire altro, chiaro? >>

Il ragazzo sorrise annuendo asciugandosi una lacrima di felicità: non si era mai sentito così felice… anche se non era quella la domanda che avrebbe voluto porgli.

Avrebbe voluto dirgli che… che…

“Che ti amo…”

Rimase lì, seduto ai piedi dell’uomo, chiacchierando con lui del più e del meno per un tempo indeterminato, poi venne l’ora di andare.

<< Sarà meglio che vada, mi ha fatto piacere vederla così in forza Colonnello di merda… >>

<< Gentile come sempre eh Acciaio? Comunque puoi dire a Riza di occuparsi delle mie pratiche in questi giorni? Non credo che riuscirò a firmarne anche solo una… >>

<< La verità è che per lei ogni scusa è buona per non lavorare! >>

L’uomo si finse dispiaciuto delle parole dell’altro.

<< Mi credi una persona tanto lavativa fullmetal? Così mi ferisci… >>

<< Ma mi faccia il piacere e veda di rimettersi in forze, non ho la minima intenzione di fare gli straordinari per lei mentre lei se ne sta qui tutto il giorno a poltrire, chiaro? >>

<< Cristallino direi… >>

<< Bene! >>

Edward sospirò, poi sorrise rassicurato: era bello vedere che quell’esperienza non aveva affatto cambiato quell’idiota di un Colonnello…

<< Taisa… >>

<< Mh? >>

Edo fece una smorfia scuotendo la testa: no, non era il momento adatto per dirglielo, avrebbe avuto tutto il tempo che voleva quando quello si sarebbe dimesso dall’ospedale e fosse tornato al lavoro… aveva tutto il tempo di questo mondo per dirgli quello che provava per lui, dirgli che lo amava.

<< …no, niente… >>

<< Fullmetal… >>

Il ragazzo alzò la testa specchiandosi negli occhi dell’altro: cosa voleva dirgli?

Roy sorrise appena, poi chinò a sua volta la testa e sussurrò:

<< No, non è niente… >>

<< Se non è niente di importante allora io me ne vado, mi stia bene Col… >>

<< Fullmetal? >>

Edward si tornò a voltare in direzione del moro.

<< E ora che vuole? >>

Roy sorrise e per qualche strano motivo, in quel sorriso Edward lesse un’infinita tristezza e persino della paura… no, forse era solo una sua impressione.

<< Abbi cura del mio ufficio, chiaro? >>

Edward fece una smorfia.

<< Va bene, ma lei sia dia una mossa a rimettersi in forze chiaro? >>

Roy annuì e finalmente i due si congedarono.

“Anche se non sono riuscito a dirglielo oggi, prometto che ci riuscirò appena tornerà al lavoro!! ”

 

***

 

<< Avanti. >>

Roy osservò il medico che lo aveva operato entrare nella sua stanza, reggendo tra le mani una cartellina rossa che fissava con scarso interesse.

<< Ah, buonasera dottore… >>

<< Buonasera signor Mustang. Come si sente? >>

Roy fece una smorfia di dolore.

<< Ho passato momenti migliori… >>

Il medico sorrise appena, poi fissò il Colonnello seriamente.

<< Posso farle una domanda signore? >>

<< Sì, dica pure… >>

<< Vorrei chiederle perché ha mentito a tutte quelle persone che sono venute a trovarla… lei sa bene quali sono le sue condizioni… >>

Il moro sorrise voltandosi a guardare il cielo stellato fuori dalla finestra: non c’era neppure una nuvola ad oscurare quel magnifico spettacolo.

<< Non volevo che si preoccupassero… >> Poi anche lui si fece serio. << Quanto tempo mi rimane ancora? >>

Il medico chinò la testa dispiaciuto.

<< Una, due ore al massimo… >>

Roy sorrise serenamente: andava bene così, forse in un certo senso era anche giusto no? Questa era la sua punizione per aver ucciso tutta quella gente innocente durante la guerra civile dell’Est anni prima, se lo meritava e lo accettava col cuore sereno.

<< La ringrazio dottore, so che ha fatto il possibile… >>

<< Si figuri Colonnello, se c’è un ultima cosa che posso fare per lei non esiti a chiedermela… >>

Roy si voltò a guardare i Tulipani che Edward gli aveva portato.

<< In effetti ci sarebbe un’ultima cosa… le dispiacerebbe voltarmi il letto in direzione della finestra e passarmi uno di quei Tulipani? >>

Il medico annuì chinandosi sul letto.

<< Certo, nessun problema… >>

L’uomo girò il letto proprio come l’altro gli aveva chiesto di fare, in modo che Roy potesse vedere meglio il cielo stellato fuori, poi gli diede una Tulipano rosso.

<< Grazie dottore, se non le dispiace vorrei rimanere solo. Lo dica lei domani a tutti quando torneranno per trovarmi e dica loro che mi dispiace di avergli mentito… >>

L’altro annuì.

<< Certo signore. >>

<< Grazie ancora dottore, grazie di tutto… >>

Il medico annuì avvicinandosi alla porta.

<< Mi sarebbe solo piaciuto fare di più. In bocca al lupo Colonnello… >> E così dicendo l’uomo uscì lasciando da solo Roy ad ammirare il cielo stellato.

Il moro alzò la testa osservando le stelle che tanto gli ricordavano gli occhi di Edward: chissà cosa stava facendo in quel momento, probabilmente lo stava maledicendo mentre lavorava come un matto anche per coprire le sue mancanze…

Non avrebbe più rivisto Edward…

Strinse al petto il Tulipano che il ragazzo gli aveva portato: se ne andava felice della breve vita che aveva vissuto, non aveva rimpianti… se non uno.

Sorrise tristemente: non era riuscito a dire quello che provava ad Edward, non era riuscito a dirgli che lo amava, che stupido!

Chiuse gli occhi sorridendo: chissà che vita avrebbero potuto avere assieme, sempre che lui avesse ricambiato il suo sentimento… beh, era un po’ tardi per scoprirlo no?

Ma era sicuro che qualunque cosa sarebbe successa, Acciaio si sarebbe rialzato e avrebbe continuato a lottare come aveva sempre fatto, sì, ne era certo.

E con questa certezza, Roy Mustang aprì un’ultima volta gli occhi per vedere il cielo stellato che gli stava davanti prima di chiudere definitivamente gli occhi per sempre.

 

“Anche se non sono riuscito a dirglielo oggi, prometto che ci riuscirò appena tornerà al lavoro!!”

Ed Edward lo avrebbe aspettato, avrebbe aspettato seduto dietro la scrivania del suo adorato Taisa, ignorando tutti coloro che venivano da lui in lacrime per dirgli che quello era morto, lo avrebbe aspettato per dirgli che lo amava.

Per sempre.

 

 

 

ANGOLINO

 

Basta! Non ne posso più di scrivere queste fic deprimenti! Voglio un’idea divertente!!! In ogni caso, come ho detto prima. Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno recensito le mie one-shot precedenti, in particolare Elyxyz, Adhua, Betta90 ed eLiSeTtA che le hanno recensite entrambe!

Mi lasciate un commentino anche per questa fic?

Tanti baci!

 

 

Eril

 

  
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