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Autore: Madelyne Scott    17/11/2013    2 recensioni
[ mia prima ff in questo fandom | Verde | tratto del terzo movie | accenno alla RanShinichi |SPOILER! ]
Dal testo:
"Il bimbo abbassa il capo, di certo sta cercando le parole giuste per liquidarmi e andare a chiamare la polizia, per farmi rinchiudere in un ospedale psichiatrico, perché non è possibile che quei due siano la stessa persona."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Buonanotte, Ran.
 
Siedo, vicino alla finestra, con il volto abbassato, mentre accarezzo tranquillamente le piume candide del colombo che Conan ha salvato giusto un paio di giorni fa. Socchiudo gli occhi, stringendo le labbra, mentre una morsa mi stringe il petto.
Conan. Perché quel bambino mi ricorda così tanto il mio Shinichi?
I suoi occhi, il suo sorriso sbilenco, le sue parole… Abbassando le palpebre, riesco a sostituire la sua immagine a quella del ragazzo.
- Poverino, Goro si è addormentato!
La voce del bambino mi raggiunge lontana, e non ho nemmeno la forza di sollevare del tutto il viso.
- Già…- sospiro, avvicinando la sedia alla scrivania e posando l’uccellino sul cuscino morbido che gli fa da nido. – È comprensibile, è stata una giornataccia.
Mi alzo, senza guardarlo nemmeno per un attimo, perché temo che quell’espressione mi provochi il pianto. Afferro il davanzale e mi sporgo dalla finestra, anche se piccole gocce di pioggia mi cadono sui capelli.
- Che hai, Ran?
- Niente. Grazie per avermi salvato, al castello: sei stato veramente coraggioso, Conan.- voltandomi, tento di sorridere, senza guardarlo. – Per un momento mi hai ricordato Shinichi!
Silenzio. Il bambino non parla, e non resisto all’aprire gli occhi, che incrociano i suoi, grandi ed espressivi. E le lacrime iniziano ad appannarmi la vista; vedo l’immagine del moro sfuocata, più luminosa, e lo vedo.
- Sei stato proprio coraggioso come lui.
La mia voce si spezza e, anche se non perdo il sorriso, le lacrime iniziano a rigarmi il volto. Perché mi manca, e mi do mentalmente della stupida ogni cinque minuti perché il pensiero che Conan sia così simile al ragazzo mi ossessiona.
- Però, purtroppo, tu non sei Shinichi, dico bene?
Il bambino, che aveva schiuso le labbra come per dire qualcosa, le richiude. E sento l’impulso di gridargli di spiegarmi tutto, ora, perché non ce la faccio più. Ma mi contengo, e sussurro:
- Ho ragione, vero?
Esita. Tace. Fa male.
- Rispondimi…- l’unica parola che riesco a pronunciare prima che la mia voce si estingua suona tanto come una supplica, e lo è. Ho bisogno di sapere che non sono matta, che tutto ciò che penso è solo una menzogna creata dalla mia mente affamata di lui, ma la conferma che chiedo non arriva.
Il bimbo abbassa il capo, di certo sta cercando le parole giuste per liquidarmi e andare a chiamare la polizia, per farmi rinchiudere in un ospedale psichiatrico, perché non è possibile che quei due siano la stessa persona.
Invece sorride. E inizia, esitante:
- Beh, ecco, vedi R-Ran…
Il mio cuore sembra senza freni, pulsa con foga, come se volesse prendere il volo. Afferra gli occhiali, se li sfila e poi rialza il viso. I suoi occhi incrociano i miei per l’ennesima volta, e posso scorgervi un bagliore.
- In effetti io sono… Ecco, io sono…
Sento una stretta all’altezza del petto. È lui. È tornato da me.
- Shinichi…
Il suo nome abbandona le mie labbra tremanti, e lo fisso. È identico a sempre, anche se lo percepisco più… freddo. Non m’importa, decido, è lì. È lui.
- Eh?!
Il bambino si volta, sorpreso, e lo vede anche lui. Fermo, poggiato allo stipite della porta, con il solito sorriso sbilenco a solcargli il bellissimo volto. Mi chiedo quanto mi sia mancato.
Mentre mi asciugo le lacrime, so che probabilmente non durerà per molto. Ma ne approfitto, anche se se ne andrà presto.
- Ma tu sei veramente Shinichi?
Che stupida! È ovvio che sia lui, non lo riconosci più?, mi strilla isterica una voce interiore.
Il ragazzo assume un’espressione a metà fra lo sdegnato e l’offeso.
- Non mi sembri contenta di vedermi. Sono venuto perché ho saputo che sei rimasta coinvolta in una brutta situazione, ed ero in pensiero per te.
Era… in pensiero? Per me?
Corro verso di lui, inizialmente con l’intento di saltargli addosso, ma poi mi fermo.
- Incosciente! Dov’eri finito, non mi hai fatto nemmeno una telefonata!
- Hai ragione, ti faccio le mie scuse, ma sono stato molto impegnato. Dovevo risolvere alcuni casi, e ora devo andare via.
Andare via? Cosa?
Vorrei stringerlo, bloccarlo, impedirgli di lasciarmi, ma so che è impossibile. Mentre parla noto che è bagnato, così pensò di porgli altri abiti.
- Aspetta, vado a prenderti dei vestiti asciutti.
Salgo di corsa le scale, mentre sento il mio cuore diviso a metà: una parte mi urla di non lasciarlo, perché potrebbe svanire ancora, ma l’altra è più fiduciosa e sa che posso contare su Shinichi. È quella che mi convince.
Entro di soppiatto nella camera di papà, che ronfa tranquillamente. Prendo un paio di suoi pantaloni, una camicia e una giacca, e penso che si arrabbierà quando non li troverà e gli dirò che li ha Shinichi. Soffoco una risatina nervosa, poi scendo nuovamente le scale e giungo nell’ufficio dove ho lasciato i due: non ci sono.
Proseguo, correndo sugli scalini come se ne andasse della mia vita.
Dovevo rivederlo, parlargli ancora, sentire nuovamente la sua voce prima che sparisse.
- Shinichi!
Spero che mi senta e che si fermi, che aspetti, ma quando metto piede fuori di casa lo vedo, anche se per un misero istante: perché… il suo corpo è coperto di colombi?
Schiocca le dita e, come per magia, scompare.
Cosa diamine succede?
***
La ragazza è sdraiata sul letto, e osserva con occhi stanchi il cielo buio fuori dalla finestra. Non c’è luna, ma se ci fosse illuminerebbe sul suo viso un piccolo sorriso triste.
Sente le palpebre pesanti, e capisce che sta per addormentarsi. Cade nel torpore del sonno, i muscoli si rilassano e i sensi si offuscano, perciò non sente i leggeri passi del bambino che le si avvicina, calmo.
Se ci fosse la luna e Ran aprisse gli occhi, vedrebbe la sagoma di Conan stagliarsi contro la finestra, ma lei si sta addormentando e non vede nulla.
Percepisce solamente, anche se forse non riuscirebbe a riportarlo con certezza, due labbra calde che le sfiorano delicatamente la fronte e il suono cristallino del sussurro di un bambino.
- Buonanotte, Ran.
 
*Angolo autrice*
Buonasera a tutti coloro che hanno letto, e grazie molte!
Innanzitutto mi presento, dato che sono nuovissima nel fandom: Maddy, Madda o Madd-chan, piacere!
Secondo, chi ha letto e non ha visto l’avvertimento Spoiler!  e non conosceva il finale del movie in questione – il terzo-, beh, scusate se vi ho rovinato il finale.
Allora, se avete già scritto o letto una storia simile e vi sembra plagio, vi prego di avvertirmi perché non ho avuto il tempo di controllare.
E ora le spiegazioni: questa OS mi è venuta in mente dopo aver visto il terzo movie –Ma vah!?- , e mi aveva colpito il dubbio di Ran. Perciò ho provato ad esaminarlo in prima persona ed è uscito questo C:
Se ci sono errori o i personaggi vi sembrano OOC, avvertitemi grazie.
Ah, e sappiate che i dialoghi sono presi perfettamente dal film. Sono citazioni precise.
Ora devo andare! Se ho dimenticato qualcosa, vi prego di dirmelo!
Un abbraccio al profumo di anice (???)
Maddy
  
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