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Autore: _Schwarz    18/11/2013    1 recensioni
Fanfiction tratta da una storia vera.
Dalla storia: "Lacrime calde scesero dagli occhi della ragazza, che continuava ad ascoltare la canzone, ignorando il forte e continuo bussare alla porta.
Sapeva che dopo sarebbero arrivati le botte e gli insulti, ma, per ora, Olga voleva solo ascoltare la sua canzone."
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Fandom: Originale – Drammatico
Titolo: Di una canzone e di una ragazza di soli vent’anni.
Rating: Giallo
Generi: Generale, Introspettivo, Malinconico
Avvertimenti: Tematiche Delicate
Tipologia: Flashfic
Introduzione: Lacrime calde scesero dagli occhi della ragazza, che continuava ad ascoltare la canzone, ignorando il forte e continuo bussare alla porta.
Sapeva che dopo sarebbero arrivati le botte e gli insulti, ma, per ora, Olga voleva solo ascoltare la sua canzone.
Note dell’Autrice: L’ispirazione per questa fic mi è venuta ascoltando la canzone di Nek “Nella stanza 26”. Nek, infatti, ha scritto questa canzone pensando a una lettera arrivatagli, in cui una ragazza dell’est gli spiegava che era costretta a prostituirsi per mantenere la sua famiglia.
Nella canzone la ragazza fugge e riesce a ricominciare a vivere. Non si sa il nome di questa ragazza, né se sia viva o morta.
 
 




Nella stanza 26

Di una canzone e di una ragazza di soli vent’anni.








Quell'insegna al neon
dice si poi no
è l'incerto stato d'animo che hai
non ce la fai
ma dagli uomini
che ti abbracciano
e ti rubano dagli occhi l'allegria
non puoi andar via
non puoi andar via
Nek, Nella stanza 26, 2006

 






Le stanze del motel erano polverose e puzzolenti, trasmettevano un senso di decadenza e sporcizia a tutti coloro che stavano all’interno, ma, soprattutto alle quattordici donne che occupavano le stanze del primo piano. In particolare, una di loro affogava nella propria disperazione, all’interno della stanza numero ventisei.
In quella stanzetta piccola e lurida, l’odore dei sigari dei clienti permeava mobili e tappezzeria; la nebbia formata dal fumo aleggiava in prossimità del soffitto: lei amava quell’odore, perché nascondeva quello di sudore che si sentiva durante i loro amplessi.
Aprì la porta del bagno ed entrò per sistemarsi, prima dell’arrivo del prossimo cliente; il suo protettore le aveva detto che le lasciava quaranta minuti, visto che aveva già intrattenuto sei uomini senza nome.
Olga, nelle sue Sere Sì, come le chiamava il protettore, arrivava anche a tredici o quattordici clienti. Per questo era una delle preferite del capo: faceva i soldi e in fretta.
Legò i capelli, tolse la sua vestaglia nera ed entrò nella doccia, con l’acqua bollente che si scontrava, violenta e bruciante, sulla sua pelle delicata. Aveva molto freddo, tanto da battere forte i denti, Olga, ma sapeva per esperienza che non sarebbe bastata l’acqua, per quanto calda fosse, a scaldarla, poiché quel freddo veniva dal suo sangue e dalle sue ossa. Dal suo cuore.
Finito di asciugarsi, infilò uno striminzito top nero, calze a rete dello stesso colore, un’inguinale gonna di Jeans e le solite scarpe col tacco nere. Era la settima volta che si rivestiva, sperava che fosse l’ultima volta. Sperava sempre che fosse l’ultima volta.
Rimise nuovamente il trucco, mentre dalla radio si sentivano solo canzoni anonime di cantanti ancora più anonimi. Il telefonino, poggiato sulla specchiera su cui si stava truccando, squillò tre volte, annunciandole l’arrivo di un nuovo cliente.
Improvvisamente, dalla radio fu annunciato a gran voce l’arrivo di Nek: Olga adorava Nek, era in assoluto il suo cantante preferito e uno degli uomini più belli che avesse mai visto.
<< Questa canzone >> disse il cantante, facendo una breve presentazione del suo brano << l’ho scritta come risposta alla lettera che ho ricevuto qualche mese fa da una ragazza, una povera ragazza di soli vent’anni, che è costretta a prostituirsi per permettere alla sua famiglia di mangiare.
Olga, questa canzone è per te. >>
Il mascara le cadde a terra, mentre stupore e dolore la assalivano violenti, una disperazione forte e una gioia molto lieve la avvolsero mentre sentiva il titolo della canzone: “Nella stanza 26”.
La stanza 26, la MIA stanza.
Lacrime calde scesero dagli occhi della ragazza, che continuava ad ascoltare la canzone, ignorando il forte e continuo bussare alla porta.
Sapeva che dopo sarebbero arrivati le botte e gli insulti, ma, per ora, Olga voleva solo ascoltare la sua canzone.

 
   
 
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