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Autore: Asu_chan    28/04/2008    10 recensioni
Mi sono abituato fino alle più piccole cose. Un semplice sguardo. Un sussurro.
Sono ricordi molto più che piacevoli. Ma dopotutto... sono solo ricordi.
Momenti poco importanti che presto verranno dimenticati. Vero, Lavi?
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Rabi/Allen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Could Get Used To This




Non pensavo davvero che questo tipo di vita fosse possibile. Non per me.

Allen aprì gli occhi, un pò a fatica, sbadigliando. Si strinse al lenzuolo prima di girarsi su un fianco, con la coperta che quasi gli copriva il naso.

Tanto meno pensavo di potermici abituare.

Sentì l'aria fredda ghiacciargli la schiena, e solo allora si voltò. Tra i capelli bianchi cercò la figura dell'altro ragazzo che doveva essere al suo fianco. Anzi, che doveva stringerlo tra le braccia, come si erano addormentati qualche ora prima. Sbadigliò di nuovo, stropicciandosi gli occhi prima di controllare ancora che Lavi non era davvero accanto a lui. Sfiorò con la mano lo spazio vuoto vicino, e il lenzuolo ormai freddo.
Lanciò un'occhiata poco interessata alla finestra, dalla quale entrava fin troppa luce. Come minimo, per alzarsi doveva prima vestirsi, e non ne aveva voglia.
Si spettinò un pò i capelli, in realtà nel tentativo di sistemarli.

Sarebbe stato troppo, se ci avessi creduto.

Sentì il rumore di qualcuno che si avvicinava alla porta, preceduto dal suono cigolante di piccole ruote di metallo. Si avvolse meglio nelle coperte leggere, aspettando che bussassero. Invece la porta si aprì e quando Allen stava per lamentarsi vide i capelli rossi di Lavi spuntare oltre di essa.
-Oh, eccoti finalmente!- mormorò il piccolo inglese, lasciando cadere il lenzuolo, senza più preoccuparsi del fatto che quello era l'unico pezzo di stoffa che lo copriva.
Lavi esibì un gran sorriso, trascinando dentro la stanza un grande carrello pieno di piatti coperti.
-Ma come finalmente?! Si vede che ti sei appena svegliato, sai? E poi ti ho portato la colazione- sussurrò avvicinandosi, dopo aver chiuso bene a chiave la porta.
Il viso di Allen si illuminò, mentre scattava compostamente a sedere.
-Non ti preoccupare, questo è solo uno spuntino prima della colazione vera e propria!- aggiunse Lavi sedendosi sul letto, e sporgendosi per avvicinarsi al più piccolo.
L'inglese rise piano.
-Guarda che mi basta... Non mangio poi così tanto...- cercò di giustificarsi, in modo poco convincente.
Lavi sorrise, prima di baciarlo gentilmente, trattenendolo con una mano tra i capelli candidi.
-Non dovresti fare certe cose...- mormorò il giovane Walker, appena possibile.
L'altro lo fissò un pò perplesso, ma divertito, mentre toglieva il coperchio a un vassoio e prendeva un cornetto ancora caldo per addentarlo.
-Potrei anche abituarmi a tutto questo...- disse, a bassa voce, restituendo il bacio.
Poi, prima che potesse fermarlo diede un morso al resto del cornetto, ignorando la debole protesta del rosso, che cercava di allontanarlo con poca determinazione. Lo strinse in un abbraccio, mentre Allen si leccava le labbra soddisfatto, ridacchiando.
-Non è affatto giusto!- si lamentò Lavi, ridendo a sua volta, prima di spingerlo verso il materasso.


E' perchè era diventato tutto un'abitudine, che ci penso così spesso.
Sono ricordi piacevoli. Vero?

-Dove mi stai portando?- domandò allegramente l'inglese. L'altro sorrise, ma non gli rispose. Continuò a tirarlo per il braccio in modo che lo seguisse.
Lo trascinò fino alla locanda dove avevano preso una stanza, e dove evidentemente c'era una sorpresa ad attenderlo.
Allen lo lasciò fare, divertito, chiedendosi che cosa aveva intenzione di fare Lavi.
Doveva aver fatto preparare tutto quando erano usciti, perchè come fece girare la chiave e aprì la porta si girò verso il ragazzino, invitandolo ad entrare.
Un pò incerto l'inglese oltrepassò l'ingresso, restando piacevolmente sorpreso dall'atmosfera calda e accogliente. Subito dietro di lui, Lavi gli strinse delicatamente le spalle, per spingerlo avanti in modo da poter chiudere di nuovo la porta a chiave.
-Ti piace?- domandò con un soffio, vicino al suo orecchio. Allen rispose con una risatina.
-Lo sai che quando si parla di cibo...- aggiunse, fissando la tavola carica di piatti. Le poche candele accese rendevano tutto stranamente caldo.
-Eh eh, volevo essere sicuro...- mormorò il rosso, allontanando una sedia dal tavolo.
Allen non riuscì a trattenersi dal ridere ancora. Si sedette, e Lavi si mise accanto a lui.
-Posso viziarti un pò, ogni tanto. Vero?- chiese quasi distratto, fissando un cesto di frutta.
Il più piccolo cominciò a mangiare, lentamente, assaggiando diverse pietanze dall'aspetto squisito. Poi si voltò verso l'altro, sorridendo.
-Certo che puoi!- esclamò sorridendo. -Ma non esagerare. Potrei anche farci l'abitudine...- continuò, avanzando con la testa perchè gli venisse incontro e lo baciasse.
-E ci sarebbe forse qualcosa di male?- domandò, prima di appoggiare le labbra alle sue, e premere gentilmente con la lingua. Allen aprì la bocca per parlare, ma Lavi ne approfittò per insinuarsi all'interno, e stuzzicare la sua lingua perchè partecipasse. Si lasciò un pò coinvolgere dal bacio, prima di staccarsi.
-Così non vale- mormorò, ansimando appena, con un'espressione teneramente offesa. -Non mi lasci nemmeno mangiare...-
-Scusami...- sussurrò, trattenendo una risatina divertita.
Lavi sorrise, lasciandolo libero di assaggiare qualche altro piatto, giocando con una ciocca di capelli bianchi. Un braccio era attorno alle spalle del più piccolo, per tenerlo vicino a sè.
-Tu non mangi?- domandò poco dopo l'inglese, avvicinando la forchetta carica di cibo. Lui sorrise ancora, in realtà non aveva mai smesso, e leccò lentamente la sua pelle chiara.
-Si, certo...- mormorò, sfiorandogli il collo con le labbra, prima di aprirle e premere senza fargli male. Quando sentì i denti di Lavi morderlo piano, l'inglese quasi lasciò cadere la forchetta per la sopresa.
-N-non intendevo...- cercò di protestare, spingendolo senza convinzione.
-Lo so cosa intendevi...- replicò tranquillo Lavi, continuando a lasciare piccoli segni rossi. Una mano scivolò sotto la maglia del più piccolo, incurante di quella dell'altro che cercava di fermarlo.
-Ma questo è il mio piatto preferito...- aggiunse, sussurrando, vicino al suo orecchio. Le dita salivano sotto la stoffa, accarezzando la pelle che cominciava già a scaldarsi.
Allen gemette piano, appoggiando poi la fronte contro la sua spalla, dimenticandosi completamente della cena. Quando entrambe le mani del rosso gli sfilarono la maglia per poi sfiorarlo di nuovo e avvicinarlo di più, cercò di ristabilire invece un pò di distanza. Lavi fece un debole verso di disapprovazione.
-Non ti va?- chiese, imbronciandosi.
-Non è... insomma...- il più piccolo lanciò un'occhiata ai piatti ancora intatti. Era un vero peccato lasciare che tutte quelle cose dal profumo delizioso andassero sprecate.
Lavi sbuffò piano, e spinse via tutto, tovaglia compresa, fino a liberare metà tavola. Allen scattò in piedi sorpreso, poi sospirò. Capì non c'era proprio possibilità di convincerlo.
-Almeno la prossima volta fa preparare una cena più ridotta...- sussurrò quando l'altro si girò di nuovo verso di lui, prendendolo per la vita e stringendolo nuovamente.
Questa volta fu Allen a baciarlo, circondandogli il collo con le braccia. E mentre Lavi catturava le sue labbra, lo spinse a sedersi sul tavolo.
Scese con lentezza lungo il collo, poi sul petto, dirigendosi a poco a poco sempre più in basso.
L'inglese sapeva che ogni movimento contro la sua pelle gli avrebbe dato piacere, l'avrebbe eccitato, scaldandolo. Non era certo la prima volta e, sperò vivamente, nemmeno l'ultima. Le mani di Lavi premevano contro la sua schiena, in modo da avvicare il petto alle labbra, o per impedirgli di allontanarsi, e Allen spinse indietro la testa per ottenere contemporaneamente lo stesso effetto. Infilò quasi senza accorgersene le dita tra i capelli rossi, poco prima che l'altro scendesse, provocandogli una sensazione che ormai conosceva bene. Sottrasse quasi involontariamente l'addome alle sue labbra, sapendo che non si sarebbe fermato. Infatti si staccò poco dopo per aprire la cintura e i pantaloni, e Allen sollevò il bacino per aiutare l'altro a spogliarlo, appoggiandosi al tavolo con le mani.
Cercò di respirare meglio, ma già cominciava a non poter controllare i gemiti.

Mi sono abituato fino alle più piccole cose. Un semplice sguardo. Un sussurro.
Sono ricordi molto più che piacevoli. Ma dopotutto... sono solo ricordi.
Momenti poco importanti che presto verranno dimenticati. Vero, Lavi?

Coprì la bocca con il dorso della mano, mentre Lavi allontanava la sua dall'intimità dell'inglese. Leccò di nuovo la pelle morbida della pancia, risalendo, fino al petto. Gli allontanò la mano, con un gesto delicato, bloccandola contro il letto dove si erano spostati. Poi la sostituì con le proprie labbra, e intanto gli sollevò leggermente le gambe, per poter spingere, all'inizio piano, fino a insinuarsi del tutto dentro il suo corpo. Cercò di non essere troppo brusco, non finchè lo sentiva gemere un pò infastidito, nonostante quella presenza per niente nuova.
Allen gli strinse le braccia attorno al collo, per averlo più vicino. E Lavi quasi lo schiacciava al materasso, premendo il petto contro il suo per sentire i battiti incredibilmente veloci del suo cuore. Ogni movimento aumentava quel famigliare calore, provocato dal piacere sempre più forte, che entrambi stavano cercando e desideravano. L'inglese cominciò a mormorare il suo nome, senza fiato, sentendo qualche volta che anche Lavi chiamava il suo.
Serrò gli occhi quando l'altro lo strinse tra le braccia, e cominciò a gemere più forte, di proposito, eccitandolo.
Voleva provare ancora quella sensazione che altre volte avevano raggiunto, ma allo stesso tempo avrebbe voluto che restassero uniti per sempre.

Non rimpiango affatto ciò che ho provato. Anzi, conserverò quelle piccole abitudini, perchè sono ricordi preziosi.
Lo farò anche per te. Non preoccuparti, buttali pure via.
Sono tutte cose che non hai bisogno di registrare, lo so.


Finalmente potè stringerlo contro di sè, trattenendolo con un braccio attorno alle spalle. Spedire il Finder in cerca di cibo era stata un ottima idea, e ora loro due soli nello scompartimento potevano fare quello che volevano.
Allen sembrava sul punto di addormentarsi, e non accennò a svegliarsi nemmeno quando Lavi gli fece appoggiare la testa sulla sua spalla. Gli baciò la fronte, poi scese sulla guancia, soffiando via i capelli che si intromettevano tra lui e la pelle del giovane inglese. Quest'ultimo sospirò, girandosi leggermente, per quanto gli stretti sedili del treno lo permettevano.
-Non ti ho ancora ringraziato...- mormorò con voce assonnata.
-Per cosa?- domandò Lavi sorpreso, accarezzandogli il viso, dandogli un bacio prima che potesse rispondere.
-Per la sorpresa di ieri sera- replicò il più piccolo, con tutta l'aria di dire una cosa fin troppo ovvia. Poi si alzò un pò, liberandosi dalla sua stretta per poterlo guardare bene. L'istante in cui i suoi occhi argentati furono puntati sul suo verde gli parve più lungo che mai.
-Ma dai, di cosa mi dovresti ringraziare. Se non ci penso io a viziarti, chi lo deve fare, scusa?- chiese sorridendo, e arrufandogli i capelli. Allen si lamentò, ma non lo fermò.
Anzi si sedette sulle sue gambe, accoccolandosi nuovamente nel suo abbraccio, nascondendo il viso contro il colletto della divisa.
-Ormai questa posizione è un'abitudine, eh?- chiese piano Lavi, quasi ridendo divertito.
-Mi piace stare così...- rispose semplicemente, stringendosi di più a lui. Poi non parlarono più, restando così abbracciati finchè altri pensieri non sarebbero arrivati a separarli.

Un sorriso. Uno sguardo. Cose talmente piccole da non essere rilevanti.
Le tue braccia. La distanza quasi inesistente tra noi.
Stare insieme e vicini, sempre. Tutte cose a cui mi ero abituato. E che non avevo il diritto di possedere.


Lo sguardo si era abbassato fino agli alberi fitti del bosco molti piani sotto di lui. Eppure si ricordava, stava guardando il cielo, e le nuvole che sembravano quasi tagliate dall'imponenza dell'Ordine. Tanti piccoli golem neri svolazzavano intorno al palazzo, con un frusciò incessante di ali.
Sentì i passi avvicinarsi, e sapeva già chi era. Prima ancora che gli parlasse, prima di vedere il suo viso. Non che fossero dei passi particolari, ma sapeva comunque che si trattava di lui.
-Allen, vieni da Komui- disse semplicemente, fermandosi a diversi passi dal ragazzo, seduto su una delle ampie finestre. Una sfumatura più fredda di quella a cui era abituato lo fece rabbrividire.
Respirò profondamente prima di voltarsi.
-Arrivo subito- rispose cordialmente, con un sorriso educato. Non affettuoso, come avrebbe voluto, perchè non poteva. L'ultima volta che lo aveva guardato dolcemente, quasi implorandolo di non trattarlo come uno sconosciuto, aveva ricevuto un'occhiata gelida e totalmente indifferente. Sembrava anzi non capire il suo comportamento.
Si alzò senza troppa fretta, aspettandosi che l'altro lo precedesse, invece restò fermo immobile e attese che Allen scendesse dal davanzale. Avrebbe preferito il contrario.
Tenne lo sguardo basso per qualche istante in più, sospirando profondamente come poco prima. Poi finalmente radunò tutto il coraggio necessario per fissarlo direttamente negli occhi verdi.
Freddi, come temeva. Contornati da un pesante trucco nero. Non lo squadrarono nemmeno, trovando le informazioni relative alla sua persona non importanti ai fini del suo compito.
Notò solo un attimo di esitazione, un momento in più in cui i suoi occhi indugiarono su quelli argentati del giovane maledetto. Ma subito si spostarono, mentre il ragazzo si voltava e lo precedeva.
Con una stretta allo stomaco, chiedendosi stupidamente perchè non poteva semplicemente dimenticare anche lui tutti i secondi passati insieme, si avviò dietro a Lavi.
Osservò senza vederli gli orecchini che oscillavano ad ogni passo, e si corresse.
Bookman.



*-*-*
Commentate!ç_ç Perchè voi mi volete bene, vero?ç__ç *altrimenti farò soffrire Allenchan per altri 100 anni... ù_ù*
*Allen: Lo faresti comunque... =_=*
*Asu: Dettagli tesorino, dettagli... ù_ù*
   
 
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