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Autore: _honeymoon    18/11/2013    1 recensioni
Era la prima volta che cantavano “who are you” in pubblico…avevano tutte partecipato alla stesura del testo di quella canzone. Quelle parole avevano quindi un qualcosa di molto personale e intimo, e tutte avrebbero giurato che proprio quelle parole, per lauren e camila erano lame taglienti…
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Camila Cabello, Lauren Jauregui
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Le ragazze erano nel backstage che si prestavano al trucco e parrucco che come sempre portava via loro 3 ore buone. Ridevano e scherzavano mentre si prendevano cura di loro.
Tutte tranne camila che, immersa nel suo cellulare, rispondeva alle compagne a monosillabi, accompagnando il tutto con dei sorrisi che sembravano costarle oro.
 
Era stata la più veloce a prepararsi, ed era corsa in bagno con una scusa. In realtà aveva solo bisogno di stare da sola e di trovare un po’ di concentrazione per calmare quella bufera che le si stava scatenando dentro.
Era appoggiata con le mani al lavandino e fissava la sua figura riflessa nello specchio.
Per tanti anni guardando quella sagoma, non aveva fatto altro che piangere.
Grazie a x factor e alle compagne, aveva ritrovato l’autostima e l’indole forte che l’aveva sempre caratterizzata.
Ma adesso, a distanza di un anno, per un attimo le era ritornata quella sensazione: si sentiva piccola piccola e la pelle d’oca percorreva tutte le sue braccia. Ma non era il freddo. No.
Le parole della canzone che doveva cantare le rimbombavano nel cervello e facevano affiorare ricordi, forse troppo belli, che non c’erano più.
 
Sapendola nei bagni, arrivata l’ora di salire sul palco, Ally andò a chiamare Camila.
Si fermò davanti alla porta e la vide davanti allo specchio con un’aria affranta e stette in silenzio qualche secondo a fissarla, cercando di leggere le sue paure, prima di dirle: “cami vieni, dobbiamo iniziare”.
 
Tutte presero un grande respiro e camila incrociò le dita prima di portare il microfono alla bocca, pregando che il suo lato emotivo non la tradisse di nuovo…
 
Do you miss me? Am i crazy? Am I losing hold of my baby?
Camila non sapeva dare una risposta a queste domande. O forse la risposta era che stava diventando pazza perché sentiva che stava perdendo lauren…
 
Either you want me, or you don’t I NEED TO KNOW, I NEED TO KNOW…
Si, aveva bisogno di capire…poteva chiamarsi amicizia il suo rapporto con Lauren? Ma un’amicizia fatta di sguardi, di occhiolini, di parola dette e di parole non dette, di abbracci, ma anche di scherzi e di sorrisi, come la loro, poteva essere descritta come tale?
O poteva chiamarsi amore? Un’amore fino a quel momento senza certezze, un amore forse mai confessato esplicitamente, ma intenso e forte, come il filo invisibile che legava le due ragazze senza che queste se ne fossero mai davvero accorte?
 
Who are you gonna be when i’m lost and i’m scared? Who are you gonna be when there’s nobody there? Who are you today? CAUSE I AM STILL THE SAME..
Perchè Lolo con lei si era sempre comportata in un un modo e invece adesso, di punto in bianco, quasi non la calcolava più? Non poteva essere colpa sua perché camila sapeva di essere sempre stata se stessa e anche dopo la fine di x factor aveva continuato a mantenere lo stesso atteggiamento nei suoi confronti, sia durante le interviste che lontano dall’occhio indiscreto delle telecamere…che sia stato questo ad averla infastidita? Che la maggiore avesse le sue stesse paure? Sta di fatto che non le dava più le attenzioni di una volta, attenzioni di cui camila aveva bisogno.
 
So strange how the same face can make you feel so right and bring you so much pain, so strange how the same face can make you love until it hurts…WERE DO WE GO? I NEED TO KNOW…
Come era possibile che fino a qualche mese prima lauren era la causa di tutti i suoi sorrisi, e adesso la causa di tutte le sue lacrime? Quale sarebbe stata la prossima mossa della maggiore?
 
Camila con delle smorfie cercava di mandare giù le lacrime, cercava di chiudere con il lucchetto quella valigia di emozioni che portava con sè…ma quella valigia era troppo piccola per un bagaglio così grande e ricco e le parole del testo arrivavano dritte come pugnalate, violente come uno schiaffo in pieno volto, e non riusciva a fare finta di niente.
Semplicemente non poteva mettere da parte i suoi sentimenti e continuare a cantare come se ciò che provasse per lauren fosse frutto della sua immaginazione. Come se quello che avevano vissuto insieme fosse solo stato il copione di un bellissimo film romantico.
Quella ragazza le aveva fatto provare i brividi e quello che non c’era mai stato fra di loro, aveva lasciato sul suo cuore delle cicatrici che erano ancora aperte.
 
Quella ragazza le aveva fatto capire cosa fosse l’amore, quello vero, quello che ti fa camminare a 3 metri dal suolo e il momento dopo ti fa sentire calpestato, quello che ti fa sentire così completo da farti dimenticare la voglia di mangiare una fetta di pizza e il momento dopo ti fa aprire il frigo per divorare tutti i dolci dalla disperazione…
quello che ti illumina gli occhi e il sorriso e che te li fa rimanere così luminosi anche nei momenti più bui.
 
Non se ne era nemmeno accorta, ma le lacrime le stavano rigando ormai il viso. Prontamente normani le aveva messo una mano sulla gamba, per farle capire che era tutto a posto.
 
Lauren, dal suo posto, continuava a girare la testa per guardare camz…voleva alzarsi, correrle incontro e abbracciarla, ma non poteva. Sarebbe stata un’azione troppo indiscreta e l’unica cosa che voleva era non dare troppo nell’occhio.
Camz era il suo cucciolo, voleva proteggerla e la amava ed era stata dura per lei mettersi da parte per tutti quei mesi.
 
Finito di cantare mani, lolo, e ally si alzarono dai propri sgabelli ringraziando i fans per aver fatto sentire, ancora una volta, il loro calore.
Dinah, che era seduta di fianco a camila, abbracciò l’amica cercando di strapparle un sorriso con qualche magra parola consolatoria.
Lo stesso voleva fare lauren che si diresse verso la minore per chiederle se andasse tutto bene.
 
Ma proprio in quell’istante camila i alzò di scatto, lasciando intendere all’altra che non le andava di parlare, ma soprattutto non le andava di parlare con lei.
 
-“dov’eri prima quando ne avevo bisogno? Perché non ti accorgi?”- continuava a chiedersi camz fissando da lontano la figura fiera di lolo che si trovava dal lato opposto del palco.
 
-“perché ti stai comportando così camz? Io sono qui per te diamine, sono qui per te..”- queste le parole che continuavano a legare la maggiore al pensiero che l’altra ce l’avesse a morte con lei.
 
Quando fu l’ora di tornare in hotel, il pulmino si fece trovare puntuale davanti al teatro.
Camz salì per prima per accaparrarsi un posto vicino al finestrino, in un angolo, in modo da poter stare sola con la proprio musica e i propri pensieri.
Ally, che stava salendo sull’auto dopo camz, vide lauren passarle davanti in modo brusco giustificando l’azione con un “ally ho bisogno di starle vicino, dopo ti spiego”.
Dal canto suo la ragazza sapeva già quali erano le spiegazioni che doveva darle l’altra, così si limitò a farle un occhiolino.
 
si sedette vicino alla sua camz che ,appoggiata con la testa al finestrino, fissava il vuoto, incorniciando la scena, già abbastanza malinconica di per sè, con la musica nelle orecchie.
 
Lauren percorse con lo sguardi tutti i lineamenti del viso della minore, e mentre cercava di trovare le parole, quelle giuste, da dire, si continuava a ripetere quanto fosse bella e quanto fosse stato stupido lasciare che il loro rapporto si concludesse con una semplice amicizia.
 
Camila, che si era resa conto di avere gli occhi puntati addosso, si girò e si ritrovò a un palmo dalla faccia dell’altra, che, dopo un piccolo gioco di sguardi, decise che era meglio non parlare.
 
Appoggiò però la sua testa sulla spalla di camz e questa per un momento sobbalzò. Come se sulla sua spalla avessero lasciato cadere un’incudine o uno scrigno contenente tutto il peso dei bei ricordi e delle parole sussurrate.
 
Si morse per un attimo il pugno, come per maledire il suo cuore che ancora scalpitava al minimo contatto con la persona di cui era follemente innamorata.
 
Appena la macchina si fermò camila si catapultò giù tirando un grande respiro, come se per tutto il tragitto avesse trattenuto il fiato.
Capì che per fare in modo che nessuna le chiedesse più il perché era da tutto il giorno che aveva addosso un alone di tristezza, doveva provare a far finta di niente e tornare a essere esuberante come prima, o almeno provarci.
Lo stesso decise di fare lauren che invece era preoccupata del fatto che l’altra avesse dimenticato della sua esistenza.
Così durante la cena tutto andò liscio e nessuna provò a tornare sull’argomento “who are you”.
 
La giornata era stata abbastanza movimentata e stancante così le ragazze andarono a dormire presto. Camz e ally condividevano una stanza; mani, dinah e lauren erano insieme in un’altra.
 
Mentre lolo saliva le scale per andare nella propria stanza venne bloccata da ally.
-“credo che sta notte camz non abbia bisogno di me”- disse la più grande porgendo la mano con una chiave alla ragazza con gli occhi color foresta.
Lauren guardò ally, gettò uno sguardo sulle chiavi e poi riguardò la compagna.
Tutto quello che riuscì a dire fu un “grazie” sincero.
-“ le altre le ho già avvisate io”- disse infine ally prima di raggiungere dinah e mani nella sua nuova stanza.
 
Lauren sapeva che non poteva farsi sfuggire l’occasione che le era stata data quella sera. In un modo o nell’altro, nel bene e nel male, avrebbero dovuto chiarire le cose e sapeva che per farlo dovevano parlare…ma quali erano le parole giuste?
 
Entrò nella stanza cercando di fare il minor rumore possibile e chiuse la porta alle sue spalle.
 
Camz era in bagno. Seduta sul bordo della vasca, si teneva la testa fra le mani, un po’ per la stanchezza, un po’ per reggere la pesantezza di quei pensieri.
Chissà quante giornate come quella avrebbe dovuto passare…si sentiva morire e il suo desiderio più grande alla fine di quella giornata infernale sarebbe stato addormentarsi e svegliarsi l’indomani come se niente fosse mai accaduto.
Voleva addormentarsi abbracciata a lolo, voleva essere cullata dal profumo dei suoi capelli e della sua pelle così perfetta. Voleva poter accarezzare la sua vita prima di chiudere gli occhi.
Ma quel desiderio, in quel momento, era soltanto un’utopia…
 
Qualcuno bussò alla porta.
-“scusa ally, dammi 5 minuti e esco”- disse la minore da dentro il bagno.
-“camz apri, sono io”-
 
Camila si sentì gelare il sangue nelle vene. E adesso?
Alzò la testa e vide il proprio volto riflesso nello specchio: occhi gonfi e viso rosso…era quello l’effetto che le stava facendo lauren.
Si accasciò a terra stringendo le ginocchia al petto e nascondendo la testa, senza però dare una risposta all’amica che aspettava ansiosa fuori dalla stanza.
 
C’era solo una porta a dividerla da camz che non dava più segni di vita.
La aprì con calma, come se avesse paura dello scenario che poteva trovarsi davanti.
Tutto quello che vide era camila raggomitolata su se stessa con la testa bassa.
 
-“camz!”- disse lauren con tono tra il sorpreso e l’affranto.
Potè giurare di aver sentito, in quel momento, il rumore del proprio cuore dividersi in mille pezzi.
 
Si avvicinò alla minore e, inginocchiandosi per essere alla sua stessa altezza, prese dolcemente braccia di camila, cercando si spostarle per poterle guardare il viso.
-“camz guardami!”- disse la maggiore cercando di alzare il volto dell’altra con una mano.
Vedendo le lacrime che le rigavano quel viso angelico, lauren si commosse.
Prese un grande respiro…
-“ è colpa mia, è colpa mia perché sono un’idiota. Per tutto questo tempo è come se mi fossi coperta gli occhi con le mie stesse mani. Non ho voluto vedere quanto bene mi volessi e quanto fossi una persona splendida. A te devo molte cose camz. Sei parte di tutti i miei ricordi più belli, sei protagonista dei miei ricordi più belli! Ma tutto questo mi ha fatto paura e ho cercato di nascondermi. Invece tu, nonostante le tue insicurezze, sei la sola delle due ad aver creduto in noi fino in fondo.
Penso a te ventiquattro ore su ventiquattro e le tue braccia sono l’unico rifugio che vorrei nei momenti bui.
Sono io che voglio poterti svegliare con un bacio, sono io che voglio poterti portare la colazione a letto, sono io che voglio poterti abbracciare per scaldarti la notte…sono io che voglio potermi prendere cura di te, sempre.
Pensando di riuscire ad andare avanti senza di te, sono caduta. Ma adesso sono qui e ho bisogno solamente della tua mano per riuscire a rialzarmi e sappi che non lascerò mai più la presa… Mi perdonerai mai piccola?...”
 
Fù un instante, e camila le gettò le braccia intorno al collo e accorciò la distanza tra i loro corpi stringendola forte a sé, tenendo gli occhi chiusi per lasciare al proprio cuore lo spazio per poter vivere quelle emozioni al meglio.
 
Lauren ricambiò l’abbraccio e affondo il proprio volto nel collo dell’altra, trovando finalmente un rifugio sicuro. Sentì il suo profumo dolce e solo in quel momento si rese davvero conto di quanto le fosse mancato.
 
Nessuno sa quanto durò quell’abbraccio.
Nessuno sa quanto amore e quante paure racchiudesse.
Non smisero di piangere, ma quelle lacrime, da amare che erano, diventarono di un dolce intenso.
Quando si staccarono si guardarono dritte negli occhi, con uno sguardo complice di chi sa che sta per iniziare un’avventura insieme.
Sulle loro labbra dei piccoli sorrisi su cui si poteva leggere la parola “felicità”.
Adesso non solo si amavano, ma sapevano di amarsi.
E quello che successe dopo quell’abbraccio si può riassumere con una semplice addizione:
camila+lauren=camren.
  
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