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Autore: LIttlE_PePpErmIt    18/11/2013    0 recensioni
SEGUITO DELLA FAN FICTION - CARA ELEANOR CALDER TI DARO' FILO DA TORCERE -
Mark Tomlinson, figlio del famoso cantante Louis Tomlinson e della bella moglie Eleanor Calder, vive una normale vita da adolescente londinese: casa, scuola e qualche divertimento.
Ma ... Un incidente automobilistico rovescerà le carte in gioco e lui si troverà ad affrontare un viaggio alla ricerca di una nuova madre, e di una nuova vita. Ma non sarà un viaggio semplice: sarà pieno di insidie, incidenti e "burrasche". E Mark non dovrà affrontare da solo tutto questo ..
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il telefono che squillava, il cuore che pulsava, gli occhi che bruciavano, la testa che scoppiava. Non sapevo più chi ero e cosa ci facessi lì. Riuscivo ad elaborare solo una frase, la frase che mi aveva rovinato la vita.

- Mark... Io e Louis non siamo davvero i tuoi genitori.

Continuavo a rivedere la scena, come davanti ad un film che si continua a ripetersi. Ero in una sala d'ospedale, lei sdraiata sul letto, il viso pallido e mandido di sudore. Il suo sorriso tirato emanava una serenità irreale, quasi falsa.

Mi prese una mano e mi avvicinò a lei. Anche papà era lì con me. Probabilmente era ancora più in ansia di me.

- Mark, figlio mio, ti devo dire una cosa.

Respiro profondo, mi metto tranquillo.

- Si mamma cosa devi dirmi?

Lei si alzò appena, ma ricadde immediatamente. Mi avvicinai ancora di più, come se la mia vicinanza potesse darle la forza che le mancava.

- Stai giù mamma. Hai fatto un brutto incidente, devi riposare.

- Mark ha ragione amore. Stai giù. - Mi sostenne papà.

- Tra poco avrò tutto il tempo che voglio per riposare. - Si fermò per riprendere fiato. Sentivo che faceva fatica a pronunciare ogni parola, ogni sillaba, addirittura a respirare. Avrò tutto il tempo per riposare ... Si, mi aveva fatto soffrire quella frase come un pugnale che ti trafigge il petto. Un respiro mozzato, quello di Louis.

- Mark .. Io e Louis non siamo davvero i tuoi genitori.

Il cuore ora si bloccò davvero. Ma una parte di me mi suggerì che stava delirando per l'incidente. -Eleonor ma cosa dici? - Papà era più sconvolto di me. Il suo viso, già teso, era una maschera di amarezza.Mamma... Non dire schiocchezze. Stai male, non dire queste...Sono lucida come mai prima d'ora

-Mark Tomlinson. Bambino mio: sei stato per troppo tempo nella menzogna. Dovevi sapere la verità. Tua madre, quella vera, abita a Milano.

-Mi - Milano? In Italia?

-Si ... - In quel momento inziò a tossire come mai prima d'ora, sembrava dovesse sputare fuori l'intera anima. Corsi fuori a chiedere aiuto, senza sapere che era orma troppo tardi per lei.Ora ero lì, in camera mia, appena tornato dal funerale. In soggiorno mio "padre" Louis stava parlando con i suoi vecchi amici. Li conoscevo da quando ero poco più di un neontato. Tutti e quattro erano in band con lui, quando erano più giovani. Poi, con la mia nascita si erano pian piano allontanati, ma negli anni si erano sempre tenuti in contatto.

Li vedevo di solito ogni Natale, ed era come la riunione di una famiglia allargata. Prima arrivava Zayn, con gli occhiali da sole sul viso, anche se fuori nevicava o c'era un freddo cane, imsieme a sua moglie Perrie, una bella donna dal aspetto gentile. Dopo era il turno di Niall e Harry, venivano solitamente insieme. L'anno prima Niall si era esibito in una delle danze tradizionali del suo paese, l'Irlanda. Da come ne parlava doveva essere proprio un bel posto dove vivere, ma purtroppo non avevo avuto la fortuna di visitarla ancora. Harry era quello con cui papà, se ancora potevo chiamarlo così, si era tenuto maggiormente in contatto. Se per caso gli chiedevo il perchè di questa loro amicizia così solida mi rispondeva sorridente

- Perchè quando incontri un amico davvero speciale, non lo abbandoni facilmente.

Poi alla fine entrava Liam. Quel uomo mi aveva sempre trasmesso un non so che di autoritario nel suo modo di fare. Anche quando tirava fuori un sacco di regali super costosi o sul suo viso si dipingeva un sorriso a trentadue denti, io avevo sempre quella sensazione.

Poi cinque giorni prima il disatro, o l'inzio della mia nuova vita come lo definisco ora: Eleanor, mia mamma, fu coinvolta in un brutto incidente automobilistico. Mi ricordo perfettamente quel giorno, con una lucidità quasi surreale. Ero a scuola, e il professore di matematica mi aveva appena interrogato regalandomi, soddisfatto l'ennesimo 4. Ero di umore nero! Durante l'intervallo una vecchia bidella mi venne a chiamare. Tutti a scuola mi conoscevano come Mark Tomlinson, il figlio del ex componente dei One Direction, Louis Tomlinson. Non era male come vita, avevo una bella casa, genitori non troppo assillanti, e ogni tanto delle signore sulla trentina mi fermavano per strada per chiedermi una autografo di mio padre, o chiedermi notizie su di lui.

Comunque la bidella si avvicinò a me, sul viso aveva un'espressione triste e dispiaciuta.

-Mark Tomlinson della 2^P? - Mi chiese

-Si mi cerca? - Risposi

-Sua madre .. Mi hanno detto che è in ospedale …

-In ospedale? Cosa è successo? - Ero preoccupatissimo.

-Non lo so. Mi hanno detto di avvisarla di questo...

-Chi glielo ha detto?

-Un ragazzo. SI trova in segreteria.... - Mi precipitai a vedere chi fosse quel tipo, ma appena arrivai in segreteria non c'era nessuno. Solo una professoressa vecchia e acida. Ma basta perdersi nei tristi ricordi!

Ora avevo un obiettivo preciso. Ficcai in una borsa i primi vestiti che trovai nel armadio accanto al mio letto, poi dal mio salvadanaio a forma di maialino presi i miei pochi risparmi: 450 sterline. Meglio di niente, ma probabilmente non sarei andato molto lontano, erano giusti appena per un volo in aereo!

Sconfortato mi calai il mio bellissimi cappellino rosso dalla visiera verde ed azzurra (okay, un orribile abbinamento, ma che ci potete fare? Louis non ha mai avuto il senso dei colori… Ma a quel berretto ero molto affezionato: ce lo avevo da più di 6 anni!) sul capo ed uscì dalla mia stanza. Dal soggiorno provenivano le voci di Louis e Zayn. I quattro amici di mio padre erano venuti non appena avevano sentito del incidente, probabilmente per stare vicino a Louis.

Sentì solamente una breve parte del loro, sicuramente, lungo discorso:

- Non ce la faccio ..

- Louis, non devi abbatterti così … - Tentò di rassicurarlo il moro

- E’ facile parlare per te. Perrie è a casa che ti aspetta, mentre Eleanor … - L’ultima parte della frase gli morì in gola, soffocata nei singhiozzi. Sentirlo piangere faceva purtroppo soffrire anche a me, e quello era un ulteriore motivo per uscire al più presto da quella abitazione.

- Io … Esco. – Disse Liam. Secondo me anche lui si trovava in soggiorno con gli altri quattro. Sentì il suono di corpi a contatto e pacche amichevoli sulle spalle. Dovevo sbrigarmi se non volevo essere visto. Ma, proprio nel momento in cui giravo la maniglia della porta d’ingresso, una voce maschile mi bloccò

- Mark .. Dove vai andando? –

Cavolo, Liam proprio adesso si deve intromettere nei fatti miei?!

-Emm .. Dove sto andando … Ah si esco a prendere una boccata d’aria londinese. Ottima per la salute! Poi torno subito. – Inventai lì’ su due piedi.

-Con quel mega borsone? Non mi inganni ragazzo! – Mi intimò avvicinandosi a me. Beh, per farla breve a voi lettori, nella mia mente si disegnarono due diverse possibilità: la prima darmela a gambe levate, nella speranza che Liam non mi acciuffasse, e la seconda rimanere lì remissivo e spiegargli per filo e per segno tutta la storia. Volete il mio parere? Tra le due preferivo di gran lunga la prima possibilità!

-Lo so che sei sconvolto, ma scappare di casa non ti aiuterà a risolvere la situazione, anzi la complicherebbe e basta. -

Odiavo quando la gente fingeva d'essere comprensiva. Mi innervosiva e basta.

-Lasciami fare. Tu non sai come stanno le cose e perchè lo sto facendo. - Dissi quasi urlando. Liam mi appoggiò una mano sulla spalla destra.

-Mi piacerebbe saperlo Mark. -

Purtroppo non riuscivo più a tenermi tutto dentro, e gli raccontai per filo e per segno le parole di Eleanor. Terminato il mio discorso Liam sospirò.

-Non ci posso credere … E' impossibile... - Commentò abbastanza sconvolto

-Pensa a me. - Dissi ironico

-Ma se te ne vuoi andare, desiderio capibile, sappi che non lo farai da solo! - Annunciò risoluto. Un attimo prima era quasi felice d'essermi confidato con lui, ora invece me ne stavo davvero pentendo.

-Emm.. Che intendi con “non lo farai da solo”?

-Significa che ti accompagnerò e ti aiuterò a trovare la tua vera madre!

Avevo sentito bene? Voleva venire con me? Non se ne parlava nemmeno!

-Scusami... Io non voglio essere scortese.. Ma preferisco andare solo. Grazie. - Dissi aprendo la porta d'ingresso.

-No, tu hai solo 16 anni, non puoi intraprendere un viaggio così da solo. Hai bisogno che con te ci sia un adulto responsabile!

-Come te Payne?

Sia io che Liam ci girammo verso quella voce: Harry ci guardava dal fondo del corridoio con le braccia incrociate sul petto e un sorriso malizioso stampato in viso.
-Styles.. Cosa vuoi?
-Venire con voi. Semplice no? Poi … Qui non sarei tanto utile. Louis .. - E qui la sua voce si incrinò un po' - … Non ha bisogno di me, fidatevi. Inoltre ho sentito tutto il vostro discorso! -

Dalla padella alla brace. Cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo?! Liam lanciò un'occhiataccia pungente al riccio.

- Okay .. Se devi proprio. L'importante che non ci metterai nei casini. - Lo ammonì

-Ricevuto capitano! - Harry imitò il saluto militare, poi uscì dalla casa, aspettandoci fuori.

Entrammo nel auto di Liam, che precedette Harry sedendosi nel posto del guidatore prima del riccio.

-Per questa notte starete a casa mia, intanto io mi procuro i biglietti del aereo e partiamo prima possibile d'accordo? Mark?

-Si. - Risposi

-Vuoi tornare in casa e dire qualcosa a Louis per caso? - Cavolo, non ci avevo nemmeno pensato …

-No, preferisco di no.

Liam sembrò deluso dalla mia risposta, ma schiacciò comunque l'acceleratore e partimmo. Un inizio che sicuramente non avevo previsto, ma sapevo che mi avrebbe condotto molto, ma molto lontano …
 

  
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