Capitolo 1
Aprii gli occhi. Allora ero ancora
viva, non era ancora finita l'aria pura. Mi guardai intorno e vidi una
finestrella troppo lontana e troppo piccola affinché potessi fuggire da lì.
Ero stata una sciocca, mi ero lasciata catturare e ora ero nelle mani di Oni, il capo della Setta dei Dannati, che dopo avermi
preso aveva rotto l'alleanza con la Somma Setta, in modo che non potesse
accusarlo di nulla. Probabilmente, se qualcuno avesse chiesto di me, avrebbe
risposto che mi ero volontariamente unita a lui. Nulla di più falso. Vidi la
lettera che avevo scritto in un momento di disperazione: dovevo fargliela
avere, in un modo o nell'altro.
- Uh- uh… uh- uh…-
Guardai verso l'alto e vidi un gufo, forse sarei riuscita a mettermi in
contatto con lui, se solo fossi riuscita a
concentrarmi. Prima che riuscissi a mettermi in contatto con lui, lo vidi
scendere planando e posarsi su una cassa marcia. Forse
dal punto in cui era aveva già capito il mio dolore.
- Ti prego, amico gufo, porta questa lettera alla villa della Somma Setta, è
molto importante.- lo pregai, tendendogli la lettera con entrambe le mani.
Il gufo si alzò in volo, prese la lettera con una zampa e volo fuori per
dov'era entrato: era la mia unica speranza di far conoscere la verità.
- Cos'hai fatto uscire?- chiese una voce alle mie spalle.
Mi voltai di scatto e lo vidi, Oni-Lucciola, era davanti a me, con le braccia
conserte. Sentii il cuore perdere dei colpi dalla paura.
- E… era solo un gufo che… era caduto…- balbettai,
impaurita.
Mi si avvicinò, stringendomi a sé e abbassò il suo viso sul mio, anche se non
riuscivo a vedermi sapevo che stavo diventando bianchissima in viso.
- Cosa vuoi che sia? È solo un
bacio…- sussurrò.
Appoggiai le mani contro il suo petto e tentai di spingerlo via, abbassando la
testa, ma fu tutto inutile, mi stava tenendo troppo forte. Mi strinse forte con un braccio e con l'altra mano mi strinse
la testa al suo petto.
- Un abbraccio non ha mai fatto male a nessuno…- sussurrò.
- Noi non intendiamo lo stesso abbraccio, quando diciamo quel vocabolo.- dissi,
mentre le lacrime mi rigavano il viso, sporco di terra e polvere.- Io non posso
essere un vampiro, non ne ho né la mentalità né la forza: sono solo una
druidessa incursore.-
- Sarà tutto più semplice, dopo…-
Riuscii a staccarmi da lui e mi appoggiai al muro.
- Preferisco mille volte morire in questa prigionia che vivere nutrendomi di
sangue per l'eternità.- risposi.
Mi si avvicinò, ma mi sentii debole e, per non mostrare la mia debolezza, mi
presi con più forza al muro, tentando di mantenere lo sguardo alto.
- Finirebbe quest'ostilità se lui scomparisse per un "incidente"?-
chiese.
- Affatto, diverrebbe più forte ancora.- risposi, mantenendo alto lo sguardo.
- Lo vedremo.- terminò.
Mi accasciai al suolo e lui uscì, chiudendo la porta.
Se non fosse stato per tutte quelle visite a quell'ora
sarei stata solo un ammasso di carne e muffa e ossa. Ero troppo debole per tentare una fuga di qualsiasi tipo. Arrancai fino al
giaciglio e lì mi abbandonai, esausta. Doveva aver fatto una magia di qualche
genere per tenere lontani gli animali e per far sì che non contraessi alcuna
malattia e infezione.
Ero proprio stupida…
Dopo aver perso genitori e amici mi andavo a
innamorare proprio del sommo sacerdote Suino Dal Manto Color Dell'Oro, come se
non avesse nulla di meglio da fare o non avesse migliori partiti da scegliere.
Ricordavo perfettamente gli avvenimenti del periodo delle morti nel bosco, in
fondo erano avvenuto pochi mesi prima, anche se il
tempo pareva essere volato, da quando ero stata accettata nella Somma Setta.
Kyton mi era sempre stato vicino per tutto il tempo, fin da quando era un
cucciolo quasi morto di fame, fino a quando non ero uscita per prendere delle
erbe.
Gli avevo assicurato che sarei stata via solo per poco
tempo, ma mi aveva raggiunto nel bosco mentre raccoglievo le erbe e aveva
notato le mie lacrime. Era stato allora che gli avevo accordato il permesso di
andare per la sua strada e lui si era allontanato, sperando che mi potessi
riprendere presto, ma ero stata rapita da Oni quando Kyton era abbastanza
vicino da potermi sentire urlare, ma abbastanza lontano per non giungere in tempo per salvarmi. L'ultima volta che l'avevo visto
aveva il mio cestino delle erbe in bocca e una lucciola sotto la zampa
anteriore sinistra.
Un profondo torpore mi colpì e mi addormentai in un sonno senza sogni.
Il sole m'inondò di luce. Strano… non mi era mai giunto il sole, lì sotto.
Aprii gli occhi e vidi un giovane con metà viso coperto da metà maschera da suino. Il cuore prese a battermi più forte e mi
alzai, abbassando lo sguardo, imbarazzata.
- Sommo sacerdote…- tentai di cominciare.
- Druidessa Dai Passati Oscuri, quand'è che la smetterai di darci tutti questi
grattacapi?!- mi sgridò.- Se vuoi lasciare la Setta per stare con il tuo
innamorato fa' pure, è una tua scelta!-
- Io non lo amo, è stato lui a portarmi qui contro la mia volontà.- tentai di
ribattere, mentre le lacrime mi rigavano il viso.
Mi volse le spalle e se n'andò, io mi accasciai al suolo e cominciai a piangere
mentre le tenebre mi avvolgevano.
Distesa sul mio giaciglio di paglia ammuffita, nel cuore della notte, cominciai a piangere e mi preparai ad un'altra notte di
terrore e incubi.