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Autore: AnEvanescenceFan    19/11/2013    6 recensioni
Non ho mai scritto prima d'ora, e non vi biasimo se troverete questo primo tentativo scadente.
Il testo si basa su "Haunted", una canzone degli Evanescence, e su un racconto scritto da Ben Moody (sempre legato alla canzone stessa).Ho voluto esordire con qualcosa di diverso dalle storie basate su quei 3 o 4 personaggi sempre sulla bocca di tutti.
Spero che apprezziate e critichiate.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izzy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
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Haunted
 
Long  lost words whisper slowly to me
Still can’t find what keeps me here
Corri affannosamente, ti volti, ti fermi, poi riparti.
Sono anni che va avanti così.
When all this time I’ve been so hallow, inside
I know you’re still there
 
Sei alla disperata ricerca di un riparo, un luogo dove poterlo trovare, senza che lui possa fare lo stesso con te.
 
Watching me, wanting me
I can feel you pull me down
Fearing you, loving you
I won’t let you pull me down

Questa fuga è un continuo gioco di luci e ombre.
Questa casa è un continuo gioco di luci e ombre.
La tua vita è un continuo gioco di luci e ombre.
Hunting you I can smell you-alive
Your heart pounding in my head
 
Ad ogni suo respiro, perdi un battito.
Quei muri che prima non c’erano. Quelle porte svanite all’improvviso. Quelle scale digradanti verso l’Inferno.
Vedi la sua figura muoversi, per poi sparire nel nulla.
A volte tanto distante che sembra andato via per sempre, a volte tanto vicino da poter sentire il suo cuore martellarti la mente e il suo odore appesantirti l’anima.
 
Watching me, wanting me
I can feel you pull me down
Saving me, raping me
Watching me
 
Vaghi come un’anima nel limbo di quel tuo contorto mondo.
Improvvisamente senza meta, ora che lui sembra essersi dissolto nell’etere.
Dargli la caccia è ciò per cui vivi. Lui è ciò per cui muori.
È un bisogno inarrestabile, e tu non sei che la misera vittima di un subdolo gioco di istinti.
Il tuo più caro amico e il tuo più grande incubo si divertono a invertirsi i ruoli, godono delle tue sofferenze, provano gusto a contorcerti la mente. E tu, mero sfogo per lui, tuo amore e odio.
 
Watching me, wanting me
I can feel you pull me down
Fearing you, loving you
I won’t let you pull me down

 
Sei al punto di partenza: nessuna porta intorno a te, solo quelle scale in decadenza e quello stretto corridoio quasi totalmente ostruito dalle sue stesse macerie. E naturalmente, la sua presenza a farti compagnia.
 
<< Non datele retta, è matta! >>
<< Quella ha il cervello intrecciato! >>
 
Non dai peso a quella gente che ti addita per strada o al parco, loro non sanno nulla di te, né di lui.
Correggimi se sbaglio, Izzy.





Angolo della persona che ha scritto questa cosa.
Come avrete già capito, la mia esperienza è pari a 0.
Probabilmente risulterà difficile capire di quel che parlo, come per esempio della "strana casa coi muri che compaiono e scompaiono", ma questo assurdo edificio altro non è che la mente di Izzy: l'abuso subito da questo fantomatico uomo le ha contorto la mente, dunque la speranza (aka: le porte aperte) cede il posto all'isolamento, all'oppressione (aka: i muri), le scale simboleggiano chiaramente la discesa verso un Inferno senza fine. 
Vi consiglio di leggere prima il testo originale di Ben Moody, sarà tutto più chiaro (credo).


 
  
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