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Autore: Giuls_BluRose    19/11/2013    2 recensioni
Dedicata a Rohan
“Ciao Son Gohan, voglio fare un gioco con te [...] Hai sessanta secondi, vivere o morire: fa' la tua scelta...”
Gohan si sentì ghiacciare il sangue nelle vene quando udì quella voce terrificante che chiamava il suo nome: come faceva a conoscerlo? Che cosa intendeva con gioco? Sentì la tensione salire e una scarica di adrenalina lo invase dalla testa ai piedi: doveva andarsene di lì e anche in fretta.
Non ci riusciva, non riusciva ad arrabbiarsi come quel giorno, non aveva più la forza per riacquistare tale rabbia, ma non voleva neanche fare una brutta fine, doveva trovare una soluzione.
Dieci secondi, mancavano soltanto dieci secondi e la lama si stava avvicinando pericolosamente al suo corpo: il respiro era divenuto velocissimo e il battito cardiaco era perfettamente udibile, aveva i battiti a mille e le lacrime che gli bagnavano gli occhi: non voleva morire, non voleva lasciare sole Pan e Videl, erano loro la sua ragione di vita e non voleva abbandonarle.
Genere: Comico, Horror, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Due occhi neri si aprirono di scatto e tutto quello che videro fu un ambiente completamente oscuro e irriconoscibile; Gohan non riusciva a capire dove si trovasse e per di più una dolorosa fitta alla testa lo invase, provò a portarsi le mani alle tempie, ma quel movimento gli fu negato. Non capiva che cosa stesse succedendo: dopo qualche istante di confusione si rese conto di essere completamente nudo, a parte i boxer e avere gli arti bloccati da catene fatte di un materiale resistentissimo. Provò varie volte a divincolarsi, ma sembrava che più si muovesse più la prese sui polsi e le caviglie divenisse forte, allora cercò di alzare la testa per vedere meglio, ma solo in quel momento si rese conto che anche il collo era chiuso in una morsa e se non voleva soffocare non doveva muoversi più di tanto con la testa.

Non riusciva più a capire nulla e i suoi ricordi erano confusi: ricordava che era ad una festa alla Capsule Corporation, Bulma gli aveva offerto da bere e tutto filava liscio, poi ricordò che improvvisamente lo assalì una stanchezza unica e poi... poi non ricordava più nulla.

Non si capacitava del fatto che fosse bloccato in quell'ambiente estraneo, non riusciva a connettere i neuroni per comprendere a pieno che cosa gli stesse succedendo: che fosse solo un sogno? Se fosse stato così desiderava ardentemente svegliarsi.

“Aiutooo, qualcuno mi aiuti accidenti!”

Urlò con tutta la voce che aveva in gola, ma sembrava che nessuno lo udisse, ma improvvisamente sentì un rumore inaspettato, che lo mise subito in allerta, poi come uno scricchiolio seguito da un suono agghiacciante: più precisamente una voce.

“Ciao Son Gohan, voglio fare un gioco con te”

Gohan si sentì ghiacciare il sangue nelle vene quando udì quella voce terrificante che chiamava il suo nome: come faceva a conoscerlo? Che cosa intendeva con gioco? Sentì la tensione salire e una scarica di adrenalina lo invase dalla testa ai piedi: doveva andarsene di lì e anche in fretta.

“Come fai a sapere il mio nome?”
La sua voce era tremante, ma voleva avere risposta al suo interrogativo.

“Tu non mi conosci, ma io conosco te”

Il Saiyan provò nuovamente a liberarsi, ma quelle strette sembravano chiudersi sempre di più, non riusciva ad allentarle in nessun modo, l'ultima chance forse era quella di trasformarsi in super Saiyan, ma...

“Non ci provare Gohan, qua sei in un luogo controllato, non puoi trasformarti. Adesso ascoltami bene: durante la tua vita sei sempre stato un bambino, un ragazzo e adesso un uomo leale e generoso, ma ci fu un momento della tua vita dove la rabbia e l'orgoglio presero il sopravvento sulla tua ragione e fosti l'artefice della morte del tuo amato padre: lo sai bene Saiyan, mi riferisco al Cell Game. Adesso tocca ate soffrire come fece lui, tocca a te provare sulla tua pelle cosa si prova ad essere soli nel momento del bisogno, senza nessuno su cui contare. Alza lo sguardo al soffitto: vedi quella lama affilata?”
Il corvino obbedì e una volta alzati gli occhi si accorse che effettivamente c'era davvero una lama che penzolava pericolosamente sopra il suo torace nudo, adesso si stava veramente terrorizzando: quella situazione non gli piaceva affatto. Il suo respiro aumentò notevolmente e una goccia di sudore freddo scese dalla sua tempia: che cosa aveva in mente quel pazzo scatenato? Ormai si era convinto che la morte di Goku quel giorno non fu per causa sua e poi arriva questo sconosciuto che gira il coltello nella piaga? Non poteva permettersi di finire male quella volta.

“Lasciami andare maledetto! Fatti vedere se hai il coraggio!”
“Stai calmo Gohan, non c'è bisogno che io mi mostri: ecco quello che dovrai fare per liberarti...

Tu in questa vita hai avuto un momento dove la tua forza leggendaria ha preso il sopravvento su di te, ti sei completamente trasformato e ti vergogni di questo tuo lato no? Bene, adesso se vuoi vivere dovrai farla uscire nuovamente, dovrai superare questo timore altrimenti tra sessanta secondi la lama scenderà di colpo tagliandoti inesorabilmente in due parti: la ragione e l'orgoglio. Hai sessanta secondi, vivere o morire: fa' la tua scelta...”

La voce scomparve del tutto e un rumore di lancette iniziò a farsi sempre più forte nella stanza oscurata: Gohan aveva iniziato a tremare e cercava in tutti i modi di liberarsi da quelle morse dolorose, ma non voleva arrabbiarsi come quel giorno, si era ripromesso che non avrebbe più messo a repentaglio nessuno con la sua forza tremenda, non voleva arrabbiarsi talmente come quella volta.

Vide la lama che scendeva silenziosamente verso il suo petto, quello non era uno scherzo: ci andava veramente di mezzo la sua vita quella volta. Vivere o morire, vivere o morire: quelle parole continuavano a rimbombare nella mente del corvino, era preso dal panico più totale e continuava a muoversi come un matto per divincolarsi, ma nulla, erano tutto inutile.

Quella volta forse doveva veramente arrabbiarsi per poter abbattere quelle morse metalliche, l'unico modo era ritornare a provare un tale risentimento verso una persona per poter far uscire allo scoperto la sua forza leggendaria.

Non ci riusciva, non riusciva ad arrabbiarsi come quel giorno, non aveva più la forza per riacquistare tale rabbia, ma non voleva neanche fare una brutta fine, doveva trovare una soluzione.

Dieci secondi, mancavano soltanto dieci secondi e la lama si stava avvicinando pericolosamente al suo corpo: il respiro era divenuto velocissimo e il battito cardiaco era perfettamente udibile, aveva i battiti a mille e le lacrime che gli bagnavano gli occhi: non voleva morire, non voleva lasciare sole Pan e Videl, erano loro la sua ragione di vita e non voleva abbandonarle.

Un urlo disumano uscì dalle labbra del Saiyan mentre il timer scoccava l'ultimo secondo: chiuse gli occhi mentre come in maniera disperata cercava di divincolarsi ulteriormente, sempre senza alcun risultato, gli occhi erano bagnati di lacrime, così come le guance e i suoi pensieri erano rivolti alla sua dolce Videl. Strinse i denti pronto a sentire l'ultima e maledetta fitta che avrebbe spezzato per sempre la sua vita, ma non la sentì arrivare, inspiegabilmente...

Con molta titubanza Gohan aprì le iridi color della pece e una smorfia di disappunto si delineò sulle sue labbra: la lama era ferma a mezz'aria, ma il timer aveva segnato il minuto: e adesso che cosa stava succedendo? Il corvino era sempre più confuso e sentiva gli occhi pizzicare incredibilmente.

Improvvisamente le luci si accesero e una risata incredibilmente sadica si fece largo nella stanza, mentre una figura minuta e piegata in due dalle risate si faceva avanti in quell'ambiente: era Videl, la pepata moglie del nostro studioso.

“Santo cielo Gohan, dovresti vedere la tua faccia in questo momento, sei uno spettacolo! Ahahaha,mi fai morire dalle risate!”

Gohan non osò proferire parola, ma il suo cuore si stava riempendo di odio verso quella donna: era stata lei quindi a organizzare quello scherzo di cattivo gusto, ma che cosa le era saltato in mente? Lo voleva far morire a causa di un infarto?

“Gohan, amore mio, era solo uno scherzo e tu ci sei cascato come una pera cotta: sei proprio uno scimmione”

La donna si avvicinò al marito e con un'apposita chiave lo sciolse dalle morse, poi si sdraiò sopra di lui e con le dite gli asciugò le lacrime che continuavano a bagnargli il volto, poi infine lo baciò dolcemente.

Gohan però se la staccò di dosso in malo modo e la guardò tristemente, come un cucciolo bastonato
“Ma sei diventata matta Videl? Volevi farmi morire di paura? Non mi sembrano scherzi da fare, sei sadica!”

Videl quasi non riuscì a trattenersi dalle risate e baciò nuovamente suo marito, mentre con le braccia lo coccolava dolcemente.

“Ti amo Gohan, ma te lo meritavi!”
Il diretto interessato fece una strana smorfia, perchè adesso se lo meritava?
“Non hai voluto guardare con me “Saw” dicendo che avevi i compiti da correggere e quindi ho voluto fartelo provare di persona. Bulma mi ha gentilmente fornito questo materiale che neanche voi Saiyan riuscite a distruggere e mi ha anche dato questo aggeggio per modificare la voce: è molto utile sai? Ricordi il drink che stavi bevendo? Bene era pieno di sonnifero e voi scimmioni non vi svegliate neanche con le bombe a mano e quindi è stato un gioco da ragazzi portarti qua e preparare lo scherzo. Devi ringraziare anche tua madre e Bulma per tutto questo, siamo in una stanza della Capsule Corporation amore mio. Non te la sei presa vero? Era uno scherzo innocente in fondo”
Gohan era rimasto scioccato dalla dichiarazione della moglie: lui aveva avuto un buon motivo per declinare l'invito del film e lei gliela faceva pagare in quel modo? Per un pelo non ci aveva rimesso la vita! L'amava con tutto se stesso, ma alle volte sapeva essere talmente sadica, metteva veramente i brividi: altro che l'enigmista, lei era mille volte peggio! Lui era arrivato a piangere credendo che fosse arrivata veramente la fine per poi scoprire che era tutto uno scherzo architettato dalla sua “dolce” Videl, bell'amore il suo...

Sapeva bene che non riusciva mai a portare fuori tutta la sua vera forza, lo sapeva e lei invece aveva giocato proprio su quel punto dolente: Gohan continuava a maledirsi mentalmente per averglielo detto, se solo fosse stato zitto.

Videl rise di gusto e asciugando anche l'ultima lacrima di Gohan lo baciò nuovamente, ma solo in quel momento l'invincibile guerriero fece quello che meno si aspettava la corvina: non ce la fece più e perse i sensi.

“Bene, Saiyan molto coraggioso. Quando ti risvegli mi senti cucciolo mio, ma io ti amo lo stesso!”
Detto ciò lo strinse a se e una nuova idea le balenò in testa: forse aveva leggermente esagerato quella volta? Pace, in fondo si era divertita, anche se sapeva di aver creato un trauma nella vita del marito.

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Ciao a tutti XD
Non so bene come definire questa "cosa", ma mi è venuta in mente e non ho potuto non scriverla!
Chi è che non conosce "Saw: l'enigmista", è un classico dell'horror e non ho resistiro XD
Questa roba uscita dalla mia mente malata la dedico a
Rohan, è stata lei a darmi l'idea con un'innocente frase.
Ricorda cara mia: non esiste un limite nell'essere sadici ahahahahah
Spero comunque che ti piaccia, così come spero che piaccia anche a voi!
Io mi dissolvo prima di essere linciata
Un bacio e alla prossima :*
Giuly <3
   
 
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