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Autore: frenz    19/11/2013    2 recensioni
Giada si sveglia una mattina e tutto svanisce. I progetti, quello che aveva costruito con cura adesso è solo un ricordo. Ma bisogna andare avanti nella vita, rialzarsi da terra e riprovare. {Song-fic ispirata a "Try" di P!nk}
Seconda classificata al concorso "Solo song-fic" di Frantasy94 con punteggio di 46/50
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Try

 
Al mattino, le fessure della serranda sono le uniche nemiche che si possono avere. Subdole fanno entrare i raggi del sole dentro casa tua e, ogni santa volta, li fanno accomodare sul mio viso e soprattutto sui miei occhi, obbligandomi a farmi alzare dal letto. Con me hanno sempre funzionato meglio della sveglia: sotto la falsa apparenza di timidezza arrivano coraggiose a svegliarti e non puoi più far niente, devi solo rinunciare e spalancare gli occhi. Le lenzuola bianche di seta del mio letto erano stropicciate come se per tutta la notte ci avessi fatto la lotta, anche se figurativamente era vero. Lottavo con un altro individuo sul materasso, un vero e proprio uomo in carne ed ossa: il mio ragazzo. Lui non aveva nemmeno bisogno dei raggi del sole per svegliarsi perché puntualmente, ogni mattina, andava via da casa mia lasciandomi sola in questo lettone fatto per due persone. Anche se Khey, il mio cane, non era stato abituato a saltare sul mio territorio a due piazze, feci un’eccezione e lo coccolai. Con la sua lingua aveva intenzione di lavarmi il viso ma lo respinsi prima del tempo. Non ho mai sopportato i cani troppo affettuosi, sono più per il distacco animale-uomo. Mi voltai di scatto per non farmi prendere il viso quando notai sul comodino il profumo Denim del mio fidanzato, che come recitava la pubblicità era per “l’uomo che non deve chiedere mai”. Anche se mi sarei fatta io qualche domanda, come quelle che mi ponevo ogni giorno: perché scappa sempre da me e non mi da il bacio del buongiorno? Cosa starà facendo in questo momento? Presi il profumo per spruzzarne un po’ nella stanza: lo adoravo, mi faceva ricordare lui e quella volta che andammo al parco a fare l’amore sotto le stelle, con i nostri corpi che nel caldo dell’estate tremavano per l’emozione per nostro toccarci e condividere quel momento con la persona più cara al mondo. Prima di poggiarlo nuovamente dove l’avevo trovato, un foglio bianco recava la scritta: “Per Giada”. “Carino il mio amore a scrivermi un pensierino per il buongiorno” pensai, quando poi alla lettura mi diede anche il buon servito. Mi aveva mollato, e per farlo non aveva avuto nemmeno le palle di guardarmi dritta negli occhi e dirmi quanto facessi schifo come persona o tutto quello che pensava nello stesso momento in cui ha scritto due semplici righe che non significano niente se confrontato a tutta la nostra storia. Era tutta una menzogna, una storia costruita su basi immaginarie nella mia mente. Mi ha preso in giro dal primo momento se questa era la verità, e forse è meglio non chiedersi il perché. Mi sono sempre lasciata illudere subito, i suoi grandi occhi verdi mi hanno stregato dal primo momento.

Ti sei mai chiesta cosa sta facendo lui,
Come mai tutto si è rivelato una menzogna?
A volte penso sia meglio
non chiedersi mai il perché


La prima volta che lo vidi mi trovavo con delle mie amiche. Era il giorno di carnevale e avevamo deciso di andare a vedere i carri allegorici e i costumi che passavano per le strade del mio paese. Diversamente da tutti gli altri avevo deciso di non mascherarmi, e non perché la trovavo una cosa un po’ infantile ma per il semplice fatto che non ho mai amato così tanto questa festa. Da piccola mi vestivo sempre da principessa e i bambini mi pestavano la gonna o mi tiravano i capelli, per non parlare di tutta quella schiuma in viso che mi faceva piangere a dirotto. Un grande caos gioioso si imbatteva tra me e le mie amiche e le hit dell’ultimo momento risuonavano nelle casse con decibel più alti di quelli di una discoteca. La calca era davvero tanta, la gente si spingeva per poter divertirsi un po’ o accaparrarsi quel che veniva lanciato dai carri. Ci fu un momento in cui davanti a me si fermarono di botto e mi ritrovai divisa dalle mie amiche e compressa da gente sconosciuta, quando ad un certo punto una voce maschile disse: «Cazzo, non spingete!»
«Oh, ma che finezza! Provieni da Oxford?»
Dopo aver sentito la mia esclamazione divertente ma allo stesso tempo scomoda, il ragazzo si voltò come irritato e mi guardò fisso negli occhi. Aveva una maschera come Zorro e il verde della sua cornea era così chiaro che rimasi imbambolata per qualche secondo.
«Scusami, non era mia intenzione» disse dolcemente. Mi guardò per due secondi e mi sorrise, togliendomi dalla punta del naso un coriandolo colorato.
«Piacere, io sono Marco!»
Da un saluto ci ritrovammo ognuno con i nostri recapiti telefonici e seduti in un pub, a bere un Bellini mentre il camino riscaldava la stanza e le nostre fredde mani. Sono molto timida e per fortuna era sempre lui ad attaccare bottone: trovava i giusti argomenti dove non riuscivo più a smettere di parlare. E come quel fuoco accanto a noi che bruciava la legna, i nostri cuori divampavano, lanciavano scintille verso il cielo e si alimentavano dei nostri sentimenti, della nostra passione travolgente che ci trascinò sul mio letto. La neve di Febbraio non sarebbe stata capace di raggelare i nostri cuori caldi, anche se evidentemente c’è chi era destinato a spegnersi e chi a scottarsi.

Dove c’è il desiderio ci sarà una fiamma
Dove c’è una fiamma qualcuno è destinato a bruciarsi
Ma solo perché brucia, non vuol dire che morirai
Devi alzarti e provare, provare e riprovare...


Come facciamo a farci ingannare da delle moine, da dei sorrisi e da alcuni sguardi? Come ci innamoriamo? Qual è quell’elemento che ci fa perdere i sensi e ci abbandona totalmente tra le braccia della persona amata? È il cuore che ci inganna o i nostri sensi sono totalmente ipnotizzati dalla bellezza esteriore? Ci si innamora così facilmente che lo sbattere delle ciglia sembra infinito.

E’ strano come il cuore possa essere ingannevole
Più di un paio di volte
Perché ci si innamora così facilmente,
Anche quando non è giusto?


La mia stanza era in completo disordine: Cime Tempestose, il libro che tenevo sempre sul mio comodino, adesso era per terra con tutte le pagine piegate. I vestiti della scorsa notte toccavano il soffitto, sostenuti dal lampadario. Era arrivato il momento di alzarsi e riprendere la vita tra le mani. Colsi da terra il libro e mi diressi verso il bagno, inciampando con una scarpa da ginnastica. Accesi la radio: c’era inserito l’ultimo cd di P!nk e, con le note di Try, continuai la mia camminata. Mi specchiai per due secondi e vidi qualcosa che non mi faceva piacere: il mio viso, così bianco e scarno, aveva due grandi occhi color nocciola pronti a piangere, con un collo violaceo e indolenzito. Sentivo ancora la sua forte mano tra le mie gambe esili, la sua bocca esplorare ogni punto del mio corpo e mordermi come un vampiro solo per lasciarmi qualche ricordino che sarebbe durato per qualche giorno. Mi strappai dal collo la collana d’argento che portavo sempre con me, con il ciondolo che mi aveva regalato al nostro secondo incontro. L’aveva preso in un distributore automatico di sorprese per bambini: non potevo rivenderlo, l’unico valore che aveva era affettivo. Era a forma di forbice, come se fosse un segnale e tutto mi era stato rivelato prima del tempo. Dovevo tagliare il rapporto, recidere il filo che ci legava ancora, nonostante quel dannato foglio bianco di stamattina. Scoppiai finalmente in lacrime, gridando come un’esasperata in quella casa vuota. Khey abbaiò: si dice che i cani provino dei sentimenti, e questo era il suo modo per non lasciarmi da sola nel dolore.


Dove c’è il desiderio ci sarà una fiamma
Dove c’è una fiamma qualcuno è destinato a bruciarsi
Ma solo perché brucia, non vuol dire che morirai
Devi alzarti e provare, provare e riprovare...


Squillò il telefono, ma non avevo nessuna voglia di rispondere. Non mi importava nemmeno sapere chi potesse essere. Almeno per oggi tutti dovevano credere che io fossi morta. Sarebbe stata la cosa migliore per tutti.
Tutto questo tempo passato a preoccuparmi del mio futuro, se davvero tutta quella realtà sarebbe durata in eterno. Mi sono risvegliata dal sonno e fa male, fa scorgere copiose lacrime dai miei occhi che non vogliono fermarsi. Perché devo vivere questo dolore? Chissà se lui in questo momento si sta godendo tranquillamente il suo caffè mattutino al bar con il rigoroso cucchiaio di zucchero, fregandosene di me e del dolore che mi ha provocato. Starà solo cercando di cavarsela o è come una liberazione? Dovrei smetterla di fissarmi con queste paranoie sulla vita degli altri e iniziare a concentrarmi sulla mia.

 
Ti sei mai preoccupata che tutto potesse rovinarsi?
E questa sensazione ti ha mai
fatto venir voglia di piangere?
Quando sei là fuori a fare quello che fai,
Stai solo cercando di cavartela?
Dimmi, stai solo cercando di cavartela?


Ho messo il mio vestito rosso, quello che metto alle feste ogni volta che mi invitano. È quello che mi ha regalato e mi sento così bene quando lo indosso. Il rossetto è già in borsa, le mie occhiaie e i suoi morsi possono coprirsi con un po’ di trucco. Prendo un respiro profondo, saluto Khey e mi dirigo verso la porta. Guardo per l’ultima volta lo schifo che sto lasciando alle mie spalle: è ora di affrontare la giornata e fregarmene anche io, anche se questo sarà impossibile. Per farlo dovrò provare, provare e riprovare. Non credo di esser pronta, ma la vita deve andare avanti. Ed io con lei.

 
Dove c’è il desiderio ci sarà una fiamma
Dove c’è una fiamma qualcuno è destinato a bruciarsi
Ma solo perché brucia, non vuol dire che morirai
Devi alzarti e provare, provare e riprovare...
   
 
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