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Autore: Heartakiri    19/11/2013    1 recensioni
"Perché va bene che la Foglia avesse assolto Itachi dopo aver scoperto la verità sul conto del massacro del suo clan (che poi, “va bene” un corno) ma piazzarglielo nell’appartamento accanto proprio no."
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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 ハルモニア-Harumonia




Salve gente! Benvenuti! Qui di sotto degli avvertimenti:
Moe Aomori
: è un personaggio totalmente inventato. Poiché voglio dare una visione completa della storia (?) ne fornisco qui una breve introduzione: Moe (萌え) oltre a significare “cavoletti di bruxelles” (sì, va be’…) significa anche “bocciolo”, “germoglio” ed è una parola solitamente associata a qualcosa di grazioso ed attraente. Nei cognomi non vado forte. Solitamente, il cognome indica e descrive il luogo di nascita del soggetto, ho quindi scelto Aomori (青森) poiché significa “azzurro” e “foresta” e mi ricorda tipo troppo Konoha.
Dunque, Moe è una ragazzina (16-17 anni.) tutta lentiggini e capelli rame sparsi ovunque. Occhi immancabilmente a mandorla (li amo troppo.) verdone.
È una civile, nessun super-potere, nessuna capacità esaltante se non quella di trasportare in tempo record le ordinazioni che riceve Teuchi al suo Chiosco, una specie di fattorina, insomma. Non guadagna chissà che, infatti non vive in una reggia. La sua casa me la immagino a grandi linee come quella di Naruto. Beh, casa. Stanza, va’.

Itachi: è, ovviamente, vivo. Non accetto la sua morte, no davvero. Ma non solo per questo mi distacco quasi completamente dai fatti avvenuti in anime a manga. Nella mia versione, infatti, Itachi ha deciso di dissociarsi dall’Organizzazione quando Pain decide di attaccare Konoha. Se ne va quindi, ma viene catturato. Ed ora faccio tipo spoiler alla mia stessa storia ma ok.
A Sasuke non ci ho pensato, non sarà nominato. So che sta male ma va be’. Immaginatevelo dove vi pare, che ancora lo cerca, che è tornato al villaggio, che balla il cha cha cha, insomma fate voi.

I titoli sono presi dai titoli delle canzoni che costituiscono le varie opening ed ending della serie animata.

La long non sarà effettivamente long, poiché composta da soli due capitoli: questo e quello che posterò appena finito, che sarà una sorta di insieme di piccoli momenti di Itachi e Moe. Ah e sì, anche i due capitoli sono corti. Non lo so, ho concentrato tutto in poche righe.

Fine. Vi lascio alla lettura, sperando sia piacevole e soddisfacente! Vi voglio bene. (?)



今まで何度も  Ima made Nando mo - Many Times Before

I

La prima volta che l’aveva visto era  all’entrata del villaggio. Non che prima non ne avesse mai sentito parlare, sia ben chiaro.
Era stato percosso ed immobilizzato: le catene lo avvolgevano con veemenza in più punti ma nonostante questo, i ninja che si erano occupati della sua cattura e che lo stavano conducendo all’interno delle mura non abbandonavano lo stato di allerta. Preoccupati e quasi colpevoli dell’aver riportato quell’uomo a Konoha, ne osservano con attenzione i passi per prevenire un qualsiasi tipo di movimento che fosse stato diverso dal mettere un piede davanti l’altro, verso quello che sarebbe stato il suo nuovo provvisorio alloggio: la sala delle torture.


II

La seconda volta era stato a causa di una consegna.
 -Tieni Moe: venti dango, onigiri, due scodelle di ramen e del pesce crudo per Ibiki e la sua squadra.- Teuchi aveva sigillato ed incartato tutto, aveva poi preparato uno zaino dall’aria decisamente troppo pesante. Lei se l’era caricato sulle spalle e si era incamminata verso il vulcano. -Cammina sempre dritta altrimenti il ramen si rovescerà!-
 
In prossimità della prigione, degli uomini austeri l’avevano ispezionata: era stato tutto un “Tu chi sei” ,“Identificati” ed un “Apri lo zaino”, “Cosa trasporti”, “Per chi è la consegna”.
Poi si erano guardati ed avevano annuito. – Puoi entrare.- dissero, restituendole lo zaino.
Perché  non potevano semplicemente prenderlo e portarlo dentro. Non rientrava tra le mansioni di uno shinobi.
Nell’ingresso un uomo alto dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda la stava aspettando. Aveva l’aria davvero stanca.
- Ti prego dimmi che vieni dal Chiosco Ichiraku.- l’aveva supplicata vedendola.
- A voi, Yamanaka-san.- aveva sorriso lei.
Inoichi si affrettò a prenderle lo zaino dalle spalle e a svuotarne il contenuto su una scrivania vicina. – Ibiki ha quasi finito.- Ma non sembrò comunque volerlo aspettare. – Vuoi? Sarai affamata.- le aveva allungato un onigiri.
Ricevuto il pagamento, stava giusto per andarsene (l’onigiri ancora intoccato), quando una porta si era spalancata. Ne era uscito Ibiki che pacato si risistemava il lungo giubbotto in pelle. Di seguito, uno shinobi trascinava dalla braccia il nukenin che Moe aveva riconosciuto come Uchiha Itachi.
Vestiti strappati, contusioni, sangue secco e fresco su viso e collo. Era, insomma, reduce da una seduta col Jonin Speciale.
Il corpo era abbandonato sul pavimento freddo, eccetto, appunto, le braccia, che lo shinobi usava per tirarlo. – Rimettilo nella sua cella.-
Riconsegnò l’onigiri ad Inoichi. – Grazie signore, ma non ho più fame.-


III

La terza volta era proprio lì, in quel momento, mentre lei cercava di inserire la chiave nella toppa di casa.
Kakashi l’aveva aiutato ad appoggiarsi al muro e si era occupato di aprire sì una porta, ma quella dell’appartamento accanto.
Dieci minuti dopo si era già fiondata nell’ufficio dell’Hokage. Perché va bene che la Foglia avesse assolto Itachi dopo aver scoperto la verità sul conto del massacro del suo clan (che poi, “va bene” un corno) ma piazzarglielo nell’appartamento accanto proprio no.
“Moe, sai bene che dopo l’attacco di Pain l’Uchiha Compound non è stato ricostruito. Gli abbiamo assegnato uno degli appartamenti meno costosi del villaggio.”
Le aveva candidamente risposto Tsunade, evidentemente prestando poca attenzione alla questione del “perché un pazzo omicida vive nell’appartamento alla sinistra del mio?”



*
Dopo tanti giorni di detenzione quasi si era dimenticato il calore e l’esplosiva lucentezza del sole, che lo colpirono d’improvviso,  costringendolo a ripararsi gli occhi, già di per sé provati, con le dita affusolate.
Quando riuscì, qualche secondo dopo, a rimettere a fuoco il paesaggio circostante esterno alla prigione, riconobbe una figura pochi passi lontano.
- Hatake Kakashi.-
- Ti porto al tuo appartamento.- affermò. – E ti offro una spalla.- aggiunse, osservando l’instabilità dell’altro. Pareva che Ibiki si fosse divertito parecchio.
Itachi lasciò cadere la mano vicino al fianco. – Se Obito fosse stato ancora vivo quella notte, l’avrei ucciso.- avvisò, mentre Kakashi si faceva passare intorno alle spalle un suo braccio.
- Lo so. Ma non è successo, no?- sorrise.
L’Uchiha annuì e decise di lasciarsi portare dall’altro attraverso le vie del villaggio che, si rese conto poi, proprio non sarebbe riuscito a percorrere da solo.
  
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