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Autore: flors99    19/11/2013    19 recensioni
Hermione Granger.
Predestinata fin dalla nascita a morire al compimento dei suoi 18 anni, offerta come tributo all’Oscuro Signore per donargli l’immortalità.
Ma questo macabro sacrificio sarà efficace solo se una condizione verrà rispettata: la verginità della ragazza deve essere preservata fino ad allora.
Questa è la storia di un fiore, di un giglio puro e innocente. Un giglio bianco, cresciuto in segretezza in una cella, inconsapevole del mondo, incosciente della cattiveria umana, lontano da tutto ciò che possa macchiare la sua purezza.
Un giglio alla disperata ricerca di tutto quello che non ha mai avuto: la libertà .
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Avviso: prego, per favore, tutti coloro che hanno aperto questa pagina di guardare le note finali, perché ho una cosa importante da specificare. Intanto auguro buona lettura a tutti i coraggiosi che hanno l'ardire di sorbire ciò che scrivo! Vi aspetto giù! :)




E’ nato chi toglierà al mondo il tenebroso velo,

di morte e orrore che hai diffuso nel cielo. 

Tremerà il mondo per l’aspra battaglia tra lui e te.

Che sarà più infausta di quello che nella tua mente c’è.

Lui ridurrà il tuo corpo nella terra che calpesti,

finché non arriveranno i corvi a cibarsi dei resti. 

Ma il Destino non ti vedrà come perdente,

se sporcherai le tue mani di sangue innocente. 

Al diciottesimo anno di vita di una ragazza o di un ragazzo sacrificato,

il suo sangue su un altare per te deve essere versato.

Puro nel corpo, il Mezzosangue che tanto disprezzi

potrà darti ciò che più apprezzi. 
 
 
 
Un fulmine a ciel sereno.
Ecco cos’era stata quella profezia. Una spina del fianco, un dubbio insinuato nella propria mente che non voleva saperne di andarsene.

Un tarlo che divorava la sua anima, già dilaniata in tante piccole parti.

Mai Voldemort aveva dubitato della propria potenza o superiorità. Mai.
Ma quando Severus gli aveva parlato della profezia che era stata pronunciata, una scheggia aveva crepato quel vetro infrangibile e perfetto che aveva ideato nella sua testa.
Era stato un secondo: un misero attimo in cui i suoi occhi erano stati attraversati da qualcosa di simile alla paura, prima che prendesse la sua decisione.

La decisione più semplice e più distruttiva del mondo. 
 
 
 
 
Sul volto del Signore Oscuro si formò un’espressione crudele, mentre osservava bruciare le case di fronte a sé, e le persone morire ai suoi piedi. Il male annidato dentro di lui aveva provocato la tragedia di molte famiglie, il suo desiderio di sangue e devastazione lo avevano portato a distruggere tutto ciò che per sbaglio rischiasse di incontrare il suo cammino.
La schiera dei Mangiamorte non si azzardava a fiatare: preferiva il silenzio alla parola, quando avevano a che fare con lo sguardo al limite della pazzia del loro padrone. Ma quelle decine di teste incappucciate furono ben presto congedate con un sibilo sinistro, e, incapaci di controbattere, cominciarono a ritirarsi, temendo più che mai quella stessa persona alla quale aveva prestato giuramento.
- Severus, resta. – un altro sibilo, un altro ordine. Un’altra scarica di paura. – Hai assolto il tuo compito? – domandò, non appena tutti se ne furono andati. Non specificò di quale missione si trattasse. D’altronde la missione non aveva un nome, non poteva permettersi una denominazione di alcun genere: era un compito così segreto, che non avrebbe mai dovuto neanche essere pronunciato, motivo per cui l’Oscuro Signore aveva aspettato che ci fosse solo il silenzio ad accoglierli.
- Sì, mio Signore – rispose il professore. – Ma continuo a ritenere che non sia necessario. – si azzardò a giudicare.  
Normalmente, da una simile presa di posizione – in contrasto con quella del suo padrone – Severus ne avrebbe ricavato soltanto dolore, ma Voldemort in quel momento non si prese la briga di punire il suo servo, troppo concentrato sulla sua risposta affermativa.
- Porta qui la vittima, allora. –  mormorò, con il sibilo di un serpente, senza dar peso alle parole di Piton.
Quello che Severus lesse nei suoi occhi, fu molto più spaventoso di tutta la cattiveria che il suo padrone era in grado di mostrare: era uno sguardo acceso. Uno sguardo emozionato, avrebbe osato definirlo, emozionato all’idea di ciò che stava per succedere. Uno sguardo da pazzo.

E niente sarebbe potuto essere più spaventoso.

- Come desiderate, mio Signore. – sussurrò prima di smaterializzarsi.
Voldemort si rigirò la bacchetta tra le mani, impaziente del suo ritorno. Nella sua mente, c’era spazio soltanto per una parola:immortalità.
Nessuno gli avrebbe impedito di realizzare quel sogno, a cui anelava già da tempo. La creazione degli Horcrux lo aveva fatto avvicinare all’immortalità, senza però lasciargliela toccare davvero e adesso che aveva la possibilità di riuscire nella sua impresa, non si sarebbe fermato davanti a niente. Soprattutto davanti a nessuno.
La profezia non aveva fatto altro che accelerare le cose.
Non importava quanto tempo avrebbe dovuto attendere. Era disposto ad aspettare.
 
Al diciottesimo anno di vita di una ragazza o di un ragazzo 
sacrificato
 
Un sorriso pieno di crudeltà gli fece alzare gli angoli della bocca, mentre con la mano libera accarezzava Nagini, il suo fedele serpente che sembrò gradire quelle leggere attenzioni che gli erano rivolte. Sibilò, guardando il padrone con gli occhi neri come il petrolio.

L’animale somiglia al padrone.

Anche lui assassino di molte vittime innocenti.
 
Il sangue di una vittima su un altare per te deve essere versato
 
- Ci siamo quasi, Nagini. Severus sta tornando. – Nel suo tono, una nota di commozione era possibile udire.

Ma era una commozione perversa, scaturita solo dalla certezza di poter compiere i propri desideri blasfemi.
 
Puro nel suo corpo il sangue del Mezzosangue che tanto disprezzi
 
C’erano volute ore, giorni, settimane. Severus era stato costretto a mescolarsi tra i babbani, prima di riuscire a trovare la vittimada sacrificare. Per quanto avrebbe preferito svolgere la missione in tutta segretezza, senza farne parola con nessuno, Voldemort si era rifiutato di mescolarsi tra quei sudici babbani ed era stato costretto a scegliere il suo più fedele servo, affinché portasse a termine la missione che era stata decantata dalla profezia.
Inizialmente non aveva potuto credere di doversi abbassare a tal punto, di doversi servire di una razza inferiore. Come poteva il sangue di un vile Mezzosangue donargli la cosa più pura che ci fosse? Successivamente, però, la sua vanità di gloria e il desiderio di poter vivere per sempre erano riusciti a farlo soprassedere sulla pratica del sacrificio e lo avevano soltanto portato a bramare ancora di più ciò a cui agognava: immortalità. Ottenuta quella, sarebbe stato invincibile. E nessuna profezia, per quanto funesta, avrebbe potuto fargli dubitare della sua forza o superiorità.
 
Potrà darti ciò che più apprezzi.
 
Un pop avvisò il ritorno di Severus, accompagnato dal consueto fruscio del suo mantello e da un inusuale e forsennato pianto.

La vittima.
Mezzosangue.

Il pianto della creatura fece breccia nella sua mente e alzò lo sguardo, pronto a scoprire chi gli avrebbe donato l’immortalità.
- Severus. – mormorò.
Il suo servo gli si avvicinò prontamente, tenendo sempre in braccio quel piccolo fagottino che non smetteva di dibattersi. L’Oscuro Signore non volle toccarlo: si limitò a scostare il lembo della stoffa con la punta della bacchetta, per poter osservare la sua vittima.
Gli occhioni scuri del Mudblood lo fissarono, spalancandosi all’improvviso, probabilmente terrorizzati di fronte alla cattiveria e all’odio che emanavano i suoi, di occhi.
Con una smorfia di disgusto, Voldemort si rese conto di un particolare.
- È femmina. –  sputò, accusando con gli occhi Severus, come se avesse commesso un atto osceno.
L’espressione di Severus non fece una minima piega.
- Non è stato un errore, mio Signore. Ho scelto volutamente questa vittima. – spiegò. – Ha qualcosa di diverso dagli altriMezzosangue, la magia che emana è potente.
- Mi fido del tuo giudizio, Severus. – sentenziò dopo diversi minuti il padrone, nonostante non credesse minimamente che un vileMezzosangue potesse possedere una magia potente. Rivolse nuovamente lo sguardo alla sua vittima, che non aveva smesso un attimo di piangere e si limitò a mormorare:
- Tu mi renderai immortale…

Mezzosangue.
Immortalità.

Ancora quella nota di commozione, ancora quello sguardo da pazzo, che nascondeva desideri macabri e crudeli.
Intanto la piccolina, tra le braccia fredde del professore, non riusciva ad acquietarsi, troppo presa dalla paura e dal terrore di essere in pericolo.
- Falla smettere immediatamente. – sibilò Voldemort, riacquistando in un attimo tutta la sua freddezza e glacialità.
Severus spostò lo sguardo sulla creatura tra le braccia e fece qualche maldestro tentativo per tranquillizzarla. La piccolina sembrò acquietarsi leggermente, non smettendo, però, di tremare.
- È necessario trovare una balia, mio signore?
Il Signore Oscuro soppesò con calma le sue parole, inclinando la testa, come se stesse per prendere una decisione importante.
- L’importante è che la creatura rimanga viva fino a diciotto anni e che nessuno si azzardi a toccarla. Non m’interessa come vivrà. – fu la glaciale e rigida risposta.
- Come desidera.
- Avvicinati, Severus. – disse improvvisamente Voldemort. Negli occhi una scintilla luminosa, che rifletteva di crudeltà.
Prima che il professore potesse comprendere cosa il suo signore avesse intenzione di fare, il mago più potente di tutti i tempi prese la bacchetta e la puntò contro il collo della bambina tremante. La pelle si squarciò leggermente sotto la potenza dell’incantesimo, mentre la piccolina cominciava a strillare e a singhiozzare.
- Un segno di riconoscimento. – bisbigliò a voce bassa, stringendo la bacchetta con forza inaudita, probabilmente per trattenersi dallo strozzare quella creatura che osava disturbarlo con quel forsennato pianto. – Falla tacere, Severus. – aggiunse poi, ripetendo le sue precedenti parole.
E il professore capì che, se non l’avesse calmata, probabilmente Voldemort l’avrebbe messa davvero a tacere, e in ben altri modi.
- Sì, mio signore. – rispose, mentre studiava il volto del suo padrone in silenzio. Neanche un mese prima era riuscito a scorgervi una scintilla di qualcosa che non avrebbe mai potuto ritenere possibile: paura.

Oh, forse il Signore Oscuro non aveva deciso di compiere il sacrificio solo per un incolmabile desiderio di potere. 

Voldemort aveva proibito a chiunque di anche solo pensare a quella profezia.

La profezia che gli predestinava la sconfitta.
La profezia che lo aveva fatto vacillare.

Con gli occhi sempre fissi sull’Oscuro Signore, Piton permise ai suoi pensieri di vorticare impazziti.

La profezia, il sacrificio, la vittima.

Avrebbe dovuto portarsi questo segreto nella tomba, se non avesse voluto finirci prematuramente lui, nella tomba. Aveva giurato sulla sua vita che non avrebbe rivelato mai a nessuno di tutto questo, dell’esistenza di una creatura capace di donare l’immortalità al suo padrone.

Aveva stretto un Voto Infrangibile. 

Sarebbe rimasto in silenzio, unico testimone del più grande segreto del Signore Oscuro. Ma vedendo quella piccolina non poté fare a meno di pensare che meglio per lei sarebbe stata la morte, piuttosto che un destino tanto macabro.
Ma in fondo era solo una Mezzosangue.
Una bambina che non avrebbe mai vissuto davvero.
Pedina assurda del fato e di un destino ingiusto.

Una Mezzosangue.
 
Nata per offrire il suo sangue a un demonio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Prima che dica qualunque cosa (o probabilmente qualcuna delle mie solite scemenze xD) ci tento a precisare una cosa importantissima, motivo per cui ho messo quell’avviso in cima al capitolo. Ebbene, l’idea di questa storia non è del tutto miaSì, avete letto bene. L’idea della storia non è mia. O meglio, in parte sì, adesso mi spiego meglio.
Più di due anni fa, lessi nella sezione di “Dragon Ball” (io leggo un po’ di tutto) una storia stupenda. Mi ha colpito così tanto che ho chiesto il permesso all’autrice di poterne riprendere le basi, e poterne così ricostruire una storia sopra, su Draco e Hermione.
Infatti questa storia, “When Love Makes You Free”, ha ripreso le basi della storia di lilly81 “Amore Immolato”. Infatti, questo racconto (che vi consiglio di leggere, se vi piace il cartone) parla di Bulma, una ragazza che viene offerta come sacrificio a Freezer, per donargli l’immortalità. Ecco, io ho ripreso l’idea del sacrificio e dell’immortalità. L’autrice è stata gentilissima e mi ha dato il permesso di poter riprendere la base della sua storia. Non la ringrazierò mai abbastanza, non credevo che mi avrebbe concesso un simile onore.Ovviamente poi la storia sarà diversa, la trama si svilupperà in modo differente, soltanto l’idea di base è la stessa.
 
Poi…chiarito per bene questo punto devo spiegarvi un bel po’ di cosette.
 
1. La profezia: Tralasciando il fatto che fa davvero schifo, anche se ce l’ho messa tutta per trovare le rime (xD), non vorrei che venisse vista così, come se fosse campata in aria. Ovviamente la profezia si riferisce a Harry quando dice che è nato colui che toglierà al mondo il velo ecc. ecc.
Sì – se qualcuno ha capito – ho cambiato la profezia della Rowling. Nei libri la Row metteva la profezia – che poi Piton riferisce a Voldemort – in cui dice che era nato un bambino alla fine di luglio che lo avrebbe sconfitto. Ecco, nella mia storia quella profezia l’ho cambiata e ci ho messo l’idea del sacrificio e dell’immortalità. 
Con questo gesto, non voglio assolutamente che pensiate che io voglia mettermi a confronto con zia Row: la Rowling è una scrittrice fenomenale e io non mi sognerei mai di paragonarmi a lei, sia chiaro. Ho cambiato la profezia soltanto per i fini della storia.
 
2. Poi…ho messo l’avvertimento “OOC” nelle note, non tanto perché voglio stravolgere il carattere dei personaggi (cercherò, infatti, di mantenermi il più IC possibile), quanto perché è la situazione in se per sé che è diversa. Insomma, in questa storia Hermione viene cresciuta in una cella! Quindi alcuni comportamenti potrebbero scivolare nell’OOC, il suo modo di rapportarsi agli altri potrebbe essere strano, ma soltanto perché, appunto, si parte da una situazione di base completamente diversa.
Chi ha già letto qualche mia storia, sa che cerco sempre di non scivolare nell’OOC e di dare ai personaggi i loro veri caratteri.
Riassumendo il tutto, ho messo l’OOC nelle note, ma non perché voglio sconvolgere il carattere dei personaggi, soltanto per scrupolo.
 
3. Il titolo: è in fase di revisione. Se dovessero esserci dei cambiamenti al riguardo, non esiterò a informarvi! 
 
Come avete potuto vedere è una Dramione particolare ed è per questo che vorrei chiedervi un favore: RECENSITE. Non ve l’ho mai chiesto in modo così esplicito e spudorato: infatti me ne vergogno un bel po’ e prometto che non lo farò più. Vi chiedo soltanto di recensire questo prologo, perché sono insicurissima su questa idea. Essendo una Draco/Hermione completamente fuori dagli schemi, mi rendo conto che potrebbe non piacere e…niente, vorrei sapere se secondo voi vale la pena di continuare a scrivere questa storia, oppure no. Mandatemi un messaggio privato, una mail, una recensione, insomma qualunque cosa! Ci tengo davvero a sapere se questa idea può stare in piedi o no secondo voi. E soprattutto se questa idea, appunto, non vi convincesse (come immagino) ditemelo subito, senza preoccuparvi che potrei rimanerci male! Davvero, siate sinceri, vorrei capire se devo chiudere immediatamente i battenti.
 
Beh, direi di aver scritto anche troppo…le note finali sono più lunghe del capitolo intero xD E…niente, ho esaurito le spiegazioni, se avete qualche dubbio, qualsiasi cosa che non vi torna, non esitate a chiedermelo! Io sarò felice di chiarire le vostre domande e soddisfare le vostre curiosità ;)
A presto cari lettori, vado a nascondermi sotto il letto in attesa di giudizi, che spero non saranno troppo severi T.T
flors99
  
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