Piango. Piango ormai da ore. Non pensavo che quel ragazzo fosse così idiota. Per colpa sua ho litigato con la mia migliore amica. Lei mi aveva avvertito, mi aveva detto che non dovevo fidarmi di lui, ma io non l’ho ascoltata. Lo avevo aspettato davanti al bar, come avevamo stabilito i giorni precedenti, ma non si era presentato. Ero rimasta lì per molto tempo, ma alla fine mi ero convinta che non sarebbe arrivato. Anche se quel pensiero era fisso nella mia mente, speravo con tutto il mio cuore che prima o poi lo avrei visto, ma niente da fare. Ero stata una sciocca. Avrei dovuto dare ragione a Bea. Il vento gelido dell’inverno mi pizzicava il naso ed il mio viso sprofondava sempre di più nella sciarpa. Mentre singhiozzavo silenziosamente, guardavo le persone che tornavano a casa felici e che si sbrigavano a comprare i regali per amici e parenti. Ormai era arrivata la Vigilia di Natale e a me toccava passarla da sola dato che i miei genitori erano partiti per lavoro. Eh già, erano impegnati anche in un giorno festivo, pensate che fortuna. Le lacrime non smettevano di scendere dai miei occhi pieni di tristezza. Sentii il cellulare vibrare nella tasca del giaccone, segno che mi era arrivato un messaggio.

Da Andrea:
Non posso venire. Penso che tra di noi le cose non funzionino e che dovremmo rimanere solo amici. Ciao.
 
Bel modo per augurare buona Vigilia di Natale, eh?  Meglio che non si è presentato. .. ma anche se pensavo questo non riuscivo a non stare male. Mi sentivo… sola.
Ad un certo iniziai a sentire delle voci, probabilmente di alcuni bambini, che urlavano di gioia. Alzai lo sguardo e…. nevicava! Subito un sorriso mi comparve sulle labbra. In un attimo tutta la mia tristezza se ne andò via lasciando spazio allo stupore. La neve era una delle cose che adoravo di più, per questo l’inverno era la mia stagione preferita. Una folata di vento mi fece rabbrividire e per un secondo chiusi gli occhi. In quell’attimo sentii un tocco gelido sulla mia guancia. Quando li aprii, mi ritrovai davanti un ragazzo strano… molto strano: indossava una felpa blu con dei ricami che sembravano fiocchi di neve e dei pantaloni  beige. Quello che mi colpì di più, oltre al fatto che non portava le scarpe e che aveva i capelli bianchi, erano i suoi occhi: di un azzurro profondo.
«Non piangere, sei più bella quando sorridi» disse asciugandomi una lacrima con il pollice.
Arrossii violentemente, ma con mio enorme stupore non abbassai lo sguardo e rimasi a guardarlo senza dire nulla. Si avvicinò, mi diede un bacio sulla fronte e volò via. Aspetta… ho detto veramente volò? Chissà chi era quel ragazzo misterioso. L’unica cosa di cui ero certa però, era che mi aveva risollevato il morale.
La mattina di Natale mi svegliai verso le dieci. Quando scesi in cucina rimasi a bocca aperta: sotto all’albero c’era un regalo ed io dai miei genitori non avevo ricevuto niente. Dopo aver rigirato per vari minuti quella scatolina in mano, decisi di aprirla. Dentro c’era una collana bellissima: era una catenina d’argento con un ciondolo che ad ogni movimento tintinnava. Dal cofanetto cadde un piccolo foglio di carta. Lo aprii e lo lessi a bassa voce:

“ Cara Cecilia,
spero che il mio regalo ti piaccia.
Un abbraccio e buon Natale,
Jack Frost.”

Sorrisi. Ora avevo capito tutto. Anche se avevo 15 anni non avevo mai smesso di credere nelle Leggende. Grazie Jack Frost.

Angolo autrice:

Saalve!
Spero che la storia vi sia piaciuta. Non è la prima che scrivo su Jack Frost, ma questa volta ho messo anche il mio personaggio :)
Mi farebbe piacere leggere qualche recensione!
Adesso devo andare però che è tardi!!
Baci,
Cecilia :*