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Autore: Marion    06/11/2004    9 recensioni
Ran si accorge che la sua vita è un disastro completo e vuole in ogni modo migliorarla, ma sarà disposta anche a dimenticare Shinichi? Questa euna breve FF che spero gradirete.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMARE IN SILENZIO

AMARE IN SILENZIO

 

CAPITOLO 1

 

Ormai l’estate era agli sgoccioli anche se continuava a fare un terribile caldo. Era da sola in casa a rimettere in ordine il caos che la circondava quotidianamente, era terribilmente stressante fare continuamente la servetta di casa; non ricordava neanche l’ultima volta che non si era dovuta occupare di suo padre e di Conan ed era potuta uscire per andare ad una festa o per fare un giro per negozi con le sue amiche...

“Uffa!!! Sono arcistufa di questa vitaccia!” esclamò gettando sulla scrivania lo strofinaccio con cui stava togliendo la polvere “Sono l’unica diciassettenne che non esce mai di casa e, se lo faccio, devo sempre assistere a dei terribili omicidi...” si sentì rabbrividire al ricordo di tutti quei corpi senza vita che aveva visto, non ce la faceva più, non voleva continuare ad avere una costante paura per ciò a cui aveva assistito. Non voleva più avere paura di tutti; dai casi di suo padre aveva imparato che chiunque può diventare un assassino, anche il più insospettabile e, a volte, anche per delle futilità “Non è giusto tutto questo... non ce la faccio più...”

Cominciò a guardarsi intorno distrattamente, ma il suo sguardo si concentrò sul telefono. Non sarebbe stata con le mani in mano, avrebbe cambiato la sua vita, si sarebbe divertita finalmente, avrebbe trascorso quest’anno felicemente. Già, quand’ era stata l’ultima volta che si era sentita veramente felice, che era stata bene... Cercò di ricordarselo, ma non le venne niente in mente, niente... Però un volto si fece nitido nella sua testa, sì, con lui si era sentita felice, ma...

Prese in mano la cornetta, compose il numero e attese.

Tu – tu – tu – tu 

“Pronto?”

“Ciao Sonoko, sono io, Ran...”

“Oh, ciao Ran, quant’è che non ti vedo in giro, sembra quasi un’eternità...”

“Già”

“Che volevi?”

“Be’... stavo pensando se volevi venire a fare un po’ di shopping con me?” chiese speranzosa.

“Verrei volentieri, ma sono stata invitata ad un rave  party e ci tenevo tanto ad andarci, sai c’è un ragazzo che un vero schianto, si chiama Mark, è il figlio di un assicuratore americano amico di mio padre e c’è la minima possibilità che io lo abbia abbagliato con il mio fascino...” cominciò elettrizzata.

“Oh, va bene, capisco”  

“Perché non vieni anche tu? Dai, ci divertiremo!”

La proposta era decisamente allettante e poi forse si sarebbe divertita sul serio, si sarebbe distratta un po’ e sarebbe tornata a vivere la vita di una qualsiasi diciassettenne.

“Certo, molto volentieri”

“Perfetto, passo a prenderti io verso alle nove, ok? Ah, vestiti carina che ti presento un po’ di miei amici. Ciao a dopo”

“Ciao a dopo” Ran riattaccò con un sospiro. Sorrise alla sua immagine riflessa nello specchio sopra il telefono e corse in camera sua a prepararsi.

Uscita dal bagno sentì suonare il campanello, si avvolse velocemente un asciugamano intorno al corpo longilineo e corse a vedere chi era. Si accorse in che condizioni era solo dietro la porta così decise che avrebbe aperto solo se fosse stato qualcuno che conosceva bene. Guardò nello spioncino; era solo Conan che tornava dal parco con i suoi amici. Aprì la porta.

“Ciao Conan, ti sei divertito?”

“No, mi sono annoiato da morire” rispose andandosi ad accomodare su un divano assorto nei suoi pensieri, in quei momenti Ran non poteva fare a meno di osservarlo rapita; quel dolce bambino le ricordava terribilmente lui... ma non poteva essere! Solo lei poteva avere una fantasia così fervida!

Conan la guardò e abbassò subito lo sguardo, completamente rosso in faccia.

“Vado a vestirmi” Ran si sistemò meglio l’asciugamano in modo che coprisse perfettamente il seno e andò in camera per prepararsi.

Non credeva che fosse così difficile scegliere il vestito adatto per l’occasione; scavando nel guardaroba e tra i cassetti non riusciva a trovare niente di adatto per l’occasione.

“No, con questo sembro una ragazzina delle medie” commentò provandosi davanti allo specchio a persona un magliettina arancione e una gonnellina rossa e fiori. “Ci vuole qualcosa che mi faccia sembrare più grande... vediamo” e cominciò a frugare anche nelle scatole che teneva dimenticate in un antro dell’armadio.

“Eccolo quel che ci vuole” esultò cominciando a provarsi i vestiti. Si specchiò e rimase impressionata dell’effetto. Quel completo era stato un regalo di Sonoko, che aveva accuratamente fatto sparire perché lo riteneva eccessivo e suo padre l’avrebbe linciata se l’avesse vista uscire vestita a quel modo.

Ran, ho fame, stasera non si mangia?” la chiamò Conan da dietro la porta.

“Entra, voglio un tuo parere” Il ragazzino andò dentro e rimase letteralmente a bocca aperta. Non credeva di averla mai vista così bella.

Ran era davanti a lui con un corto abito nero con una profonda scollatura e uno piccolo spacco che lasciava intravedere il pizzo delle autoreggenti. I capelli erano alzati in una coda, molti braccialetti le tintinnavano ai polsi e del leggero trucco le metteva in risalto i grandi occhi blu e le labbra carnose.

Conan la guardò dall’alto in basso e viceversa senza riuscire a pronunciare una singola parola. Ran osservò la reazione cominciando ad arrossire di vergogna. Cosa si era messa in testa? Doveva essere assolutamente ridicola; come sperava di fare andando a una festa conciata a quel modo?! Era un’assoluta pazzia... cosa le avrebbe detto lui se l’avesse vista? Sicuramente la avrebbe riso in faccia.

La constatazione di ciò le mise una nuova carica. Cosa le importava di cosa avrebbe pensato Shinichi, lui non era lì.

“Pensi che sia ridicola, lo so, ma non mi importa” esordì brusca “io esco con Sonoko, dillo a mio padre quando torna, ok?”

“Vuoi veramente uscire così?!” le chiese correndole incontro alla porta. Ran, la sua Ran, cosa diavolo le era preso? Era impazzita tutto d’un colpo. Rabbrividì al pensiero degli sguardi lascivi che si sarebbero posati sul corpo della sua Ran. Non poteva permetterlo.

“Esattamente” disse mentre cercava qualcosa nella borsa.

“Non te ne puoi andare” cominciò “mi devi aiutare con i compiti”

“Come no! Ma se sei quasi più bravo di me che sono delle superiori

“Ok, ma non mi farai stare a digiuno?”

“Certo che no, Conan. Tieni” e tirò fuori dalla borsetta qualche banconota “ordina una pizza e passa buona serata. Ciao”

Si chiuse la porta alle spalle e scese in bilico le scale; non era molto abituata a quelle scarpe col tacco alto. Sonoko la stava aspettando su una decappottabile nera insieme a un ragazzo al volante.

“Finalmente! Ti sei fatta desiderare!” la ammonì  sorridendo l’amica che scese e le andò incontro “Non ci posso credere, te lo sei messo!” esclamò indicando l’abito.

“Ti dispiacerebbe se mi andassi a cambiare” azzardò. Era arrossita, sentiva le guancia bruciare e non riusciva a staccare lo sguardo da terra. Sonoko era decisamente più vestita di lei e questo la metteva in un soffocante stato di imbarazzo.

“No, non c’è tempo e poi non credo che Hiroshi ci aspetterà ancora per molto” disse indicando il ragazzo al volante.

“Forza Ran, sei stupenda non hai nessun bisogno di cambiarti” la cercò di convincere il ragazzo mettendo in moto. Ran lo guardò sorriderle e Sonoko l’afferrò per il braccio e la trascinò sul sedile anteriore dell’auto.

“Ti chiami Ran, vero?” le chiese il ragazzo masticando una gomma.

“Sì” rispose timidamente. Quel ragazzo era veramente carino: aveva capelli ribelli castano chiaro, tendenti al biondo, dei magnetici occhi verde smeraldo e tre cerchietti argentati all’orecchio. Portava un jeans strappato, una camicia chiara e una giacca nera.

“Io sono Hiroshi, il cugino di quella scema qui dietro”

“Come ti permetti, brutto idiota!” lo sgridò Sonoko colpendolo con la borsetta. Ran sorrise.

“Allora Ran, così sei la figlia del grande detective Goro?” chiese Hiroshi mentre sintonizzava la radio su una stazione dove stavano mandando l’ultimo successo rock.

“Quella sì, che è vita!” esclamò Sonoko sospirando“Ogni giorno una nuova avventura e tanti bellissimi ragazzi da incontrare...

“Senza offesa, ma non credo che amerei trovarmi a contatto con tutti quei morti e pazzi omicidi” dichiarò il ragazzo lanciando un sorriso a Ran.

 

CONTINUA...

Ecco il primo capitolo di questa breve fic che spero vi piacerà. Scusate umilmente per aver praticamente abbandonato la scrittura (Non ne abbiamo sentito minimamente la mancanza ND Tutti), ma sono stata super impegnata con la scuola. Non credevo che avrei dovuto cominciare subito a sgobbare così tanto.

PS X i lettori di HP e la Fenice Nera, vi prego pazientate ancora un po’ che sono a buon punto con il prossimo capitolo.

 

Baci

MARION

 

Adesso se vi è piaciuto questo cap oppure volete dirmi qualsiasi cosa lasciatemi una recensione, please

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