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Autore: Esca45    20/11/2013    5 recensioni
Aveva deciso di scegliere.
Di affidarsi ciecamente a tutto ciò che voleva.
Dicono che si debba perdere l' equilibrio per un' istante se si vuole fare un passo in avanti.
E lei lo aveva fatto.
"Ci sono persone che non finiscono mai di volersi bene, semplicemente perché ciò che le lega è più forte di ciò che le divide." - J. Depp.
Eggià! La nostra Kagome ha fatto la sua scelta.. ma come andrà la sua vita nel Sengoku? Leggete e fatemi sapere cosa ne pensate di questa prima fic! ;)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Shippou | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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   Un' importante Trascendenza.









 

La veste le dava tremendamente fastidio. 
Doveva ancora abituarsi a quelle vesti tanti ingombranti. Meravigliose si, niente a chè vedere con la pochezza dei vestiti cui era abituata, ma per tutti i kami!
Un sospiro le nacque  dalle labbra spontaneo, ancor prima che potesse pensare di trattenerlo.
" Se solo non avessi rotto accidentalmente la mia divisa scolastica..." brontolò.
Le mancava davvero tanto il suo adorato completo. La sua praticità e, al diavolo, anche la sua pochezza!
 E ogni qual volta si soffermava su questi pensieri, una morsa al petto la coglieva impreparata. Era una dolore sordo contro cui non possedeva armi.
Non era di certo per il vestiario, ma bastava anche solo quel ricordo per aprire la porta di tutta quella valanga di nostalgie che la assalivano di tanto in tanto.
 Chissà Sota, il suo amato fratellino.
Come si sarebbe fatto uomo? 
Si interrogava spesso sui cambiamenti che avrebbe compiuto. Chissà che timbro di voce avrebbe acquisito con l' avanzare dell' età, chissà come avrebbe debellato  l' impaccio da ragazzo che l' aveva sempre caratterizzato,  chissà come sarebbe stata la sua futura famiglia..
Scivolava in questi pensieri senza neanche accorgersene.
 La stretta della madre, i regali più atipici del nonno.. Chissà se le avrebbe dedicato qualche pensiero speciale una volta divenuto anziano.
Ancora risuonava nel vento la voce della donna quando le diede  il suo benestare. Quando aveva trovato la forza per formulare quella fatidica domanda. Domanda che però era stata troncata a metà: non c' era neanche stato bisogno di estirparla dalle labbra. 
A volte rimaneva in silenzio, in ascolto, a farsi cullare da quella voce lontana centinaia di anni.  E il vento le carezzava i capelli con mani gentili, e lei riusciva perfino a percepire quel profumo di pulito così familiare, così intimamente legato ai suoi ricordi.. Eppure così distante.
Da quant' era che sua madre era a conoscenza di quella richiesta? Quante volte gliel' aveva letto negli occhi quel muto e disperato desiderio?
*Kagome... Lo sai che per me va bene.*
Ma era sua figlia. 
La voce ferma ma gli occhi vibranti: son dettagli che non sfuggono. E quella mano poggiata sulla spalla che, era sicura, avrebbe voluto stringerla per trattenerla.
L' amore che lascia la scelta.
Avvertiva il calore e l' affetto della sua famiglia nonostante i 500 anni che li separavano ma.. a volte era più forte di lei. Era fiera della sua scelta, forte della comprensione di sua madre. Ma, inevitabilmente, lo sguardo ogni tanto le si annebbiava.
* Io vorrei fare l' interprete!*
* Io invece l' annunciatrice!*
* allora io dovrei diventare Miss Università!*
Il suo silenzio. 
Aveva faticato e si era cimentata tanto nello studio fino a giungere a quel fantomatico " eppoi". Tutta quella preparazione, quelle notti insonni passate sui libri per concludere quel percorso scolastico che avrebbe dovuto condurla nella vita vera e propria.
Il senso di vuoto che il traguardo le trasmise.
Era stato come se tutto le venisse portato via. Perchè infondo studiare era l' unica routine che le era rimasta di tutto il periodo nell' epoca Sengoku.
Mentre restava seduta alla sua scrivania poteva illudersi di avvertire alle sue spalle qualche grugnito di disappunto. Quante volte si era girata di scatto aspettando di ritrovarselo lì, steso sul letto con una mano sotto il mento, con fare annoiato. Quante volte aveva taciuto per poter ripescare nei suoi ricordi il suono dei suoi commenti sarcastici e i suoi sbuffi di impazienza.
Quello che avrebbe dovuto rappresentare l' inizio, per lei aveva avuto il retrogusto crudo della fine.
" Kagome, tocca a te!"
La voce di Shippo la distolse dai suoi pensieri e lo sguardo fu ben presto portato sul piccolo cucciolo di volpe. La stava guardando incuriosito dal suo modo di fare. Avevano cominciato a giocare poco prima, ma Kagome si era quasi subito eclissata nei meandri dei suoi ricordi. Sorrise di un sorriso malinconico mentre, quasi meccanicamente, annuiva col capo.
La palla.
Dove era andata a finire la palla?
" hem...si può sapere dove l' hai lanciata?!" domandò la ragazza dal kimono cobalto grattandosi il capo in modo buffo. Shippo la guardò perplesso e sbuffò.
" Uffa Kagome, sei distratta..... è là!" si dimenò il piccolo puntando l' indice verso un groviglio di cespugli " cerca di svegliarti o ti assicuro il dieci a zero!" sghignazzò poi battendo il palmo aperto sulla tavoletta di legno con cui stavano giocando a racchettoni.
Kagome assottigliò lo sguardo guardandolo torvo. 
Ghignò.
" Non fare troppo lo spavaldo, Shippo.." lo riprese, tirandosi un poco su la veste con le mani in modo da lasciare le gambe scoperte da quell' impaccio veramente fastidioso. " è tutta colpa di questo vestito che mi rallenta nei movimenti, che ti credi?!" sputò lei inviperita, dirigendosi altezzosa verso il punto indicatole. "Eppoi bada bene, chi si loda si imbroda.. lo conosci il detto?!" Gli domandò di rimando, cercando di abbandonare quei pensieri che le facevano appesantire il respiro. 
Erano passati quasi sei mesi dal giorno in cui aveva scelto. Non c' era stata un occasione in cui se ne fosse anche solo lontanamente pentita. Sorrise, cercando di infondersi del coraggio, mentre con le mani frugava malamente tra i grovigli in cerca della tanto ricercata palla da gioco.
" la broda chi cosa?!" sbottò Shippo perplesso, strabuzzando gli occhi all' indirizzo della ragazza che esplose in una sonora risata.
" Shippo, ma cos' hai capito!" rise lei di gusto, tornando a guardare il suo avversario e trovandolo ancora più ridicolo per la buffa espressione di confusione.
" hei! che fai, prendi in giro!? questa me la paghi Kagome!" si agitò divertito Shippo, contento finalmente di veder la ragazza allegra come sempre. Aveva ben notato l' espressione prima un pò malinconica dell' amica e ne aveva sofferto.
* Tutta colpa di quel cane rabbioso di Inuyasha, ci scommetto!* Pensò tra sè e sè rabbuendosi mentre la ragazza ancora frugava animatamente nella siepe. Si, non c' era alcun dubbio.. Quel cane puzzolente doveva aver dato fastidio a Kagome.. * Te la farò pagare Inuyasha!*
"ahia!"
l' esclamazione di kagome lo fece balzare fuori dai suoi pensieri. Alzò le iridi azzurre su di lei e, non appena alle sue narici giunse l' odore di sangue, le si fece vicino.
" aaah, ti sei tagliata non è vero?" le chiese,avvicinandosi di corsa curioso e saltando su un tronco d' albero vicino al cespuglio per guardarla meglio. 
" siiiiiiii!" piagnuccolò Kagome con le lacrimucce agli occhi portandosi il dito alle labbra. " maldetto cespuglio, stupido! stupido! stupido!" gracchiò a mò di bambina, strizzando gli occhi e tirando patetici calcetti all' indirizzo della siepe incriminante. Il taglio era piccolo in effetti, ma le bruciava un poco. 
Un sorriso sornione esplose sul musetto della volpe, divertito dalla scena fanciullesca dell' amica " Sei la solita frignona Kagome."
La ragazza ringhiò un poco e lo guardò torva " hei,  parla quello che sviene ogni qual volta Inuyasha lo colpisce in testa!" protestò lei, ciampicando con le parole per via del dito che ancora non accennava a togliere dalla bocca.
Shippo balzò da un lato e si agitò indicandola " AH! Che fai, ora quel cagnaccio t' ha anche insegnato a ringhiare!?" la canzonò divertito " ahaha! adesso ti metterai anche tu a fare le buche nell' orto della onorabile Kaede?!" 
" Chi sarebbe il cagnaccio, lurido insetto?!"
SBANG!
" E chi farebbe le buche nel giardino della vecchia?!"
SBANG!
Un dolore allucinante cominciò ad invadere la testa del povero Demone volpe, che si ritrovò steso in terra proprio ai piedi scalzi di Inuyasha.
" m-ma.. ma.. MA SEI IMPAZZITO?!" sbottò, già con le lacrime agli occhi portandosi le mani là dove era stato colpito malamente. Possibile che quello scemo di mezzo demone fosse da tutte le parti?!
" tzè! così impari, lurido volpino diffamatore... E vedi di renderti utile e venire con noi ad allontanare i demoni piuttosto che star qua a giocare come un poppante!" disse tronfio Inuyasha, incrociando le braccia al petto guadagnandosi un' occhiataccia furente da parte del piccolo ancora a terra.
" Inuyasha?"
La voce angelica di Kagome lo distrasse.
Quando alzò gli occhi quello che vide gli fece arrossire le gote: Kagome era bellissima. Il suo sorriso era luminoso, gli occhi le luccicavano di tutte le sfumature in cui, quegli occhi meravigliosi potessero cangiare. Ovvio, questo non gliel' avrebbe mai detto, ma il kimono le stava d' incanto. 
" si?" sussurrò con voce calda, mentre gli occhi gli si sciolsero un poco.
" A CUCCIA!" A Kagome quasi dispiacque farlo precipitare a suolo dopo aver sentito la nota profonda della sua voce. Ma, d' altro canto, se l' era davvero cercata.
" fare il gradasso col piccolo Shippo.. dovresti vergognarti!" disse, chinandosi a terra e prendendo Shippo tra le braccia con fare materno. Il piccolo demone sorrise soddisfatto, incrociando le braccia al petto ed imitando il modo tronfio di Inuyasha di poco prima.
Il mezzo demone alzò un poco il capo da terra quanto bastava per mandare un' occhiata di fuoco alla ragazza.
" hei! ma si può sapere cosa ti salta in mente?!" sbottò, cercando di tirarsi su. Le mani corsero spotaneamente al rosario. Quando mai gliel' avrebbero tolto quel coso demoniaco?! Un ringhio gutturale gli vibrò tra le labbra. " Quando mi toglieranno questo Kagome  vedrai... oh oh, vedrai! non potrai più in alcun modo buttarmi a terra e saranno guai!"
" eggià.. stò tremando di paura..." biascicò Kagome, simulando uno sbadiglio che fece andare su tutte le furie il ragazzo. Una luce strana divampò quindi nelle iridi della ragazza che osservò Inuyasha con fare di sfida " Chi ti ha detto poi che qualcuno te lo toglierà mai? Lo porterai per sempre e verrai atterrato ogni qual volta dirò.." parlocchiava leggera lei agitando per aria un dito in modo canzonatorio, ed Inuyasha sbiancò.
" FERMA!" gridò, gesticolando con le braccia. Ma ormai era tardi.
".. a cuccia!" Finì così Kagome sbadatamente col sorriso sulle labbra. E, quando il suono di un tonfo a terra la sorprese, si portò una mano a tapparsi la bocca con stupore. " Ops!... sc-scusa Inuyasha, non volevo!"
" ben ti stà!" ridacchiò il volpino che s' era gustato tutta la scenetta, puntandogli un dito contro, forte della vicinanza di Kagome. 
Inuyasha, che era a terra, non potè far altro che emettere un basso latrato gutturale. Grugnì quindi tutto il suo disappunto. Le unghie si ancorarono nervosamente  al terreno, e si ritrovò a stringere la terra tra le mani mentre un tic al sopracciglio irruppe spontaneamente.
" KA.... GO... ME..."
" ti ho chiesto scusa! non l' ho mica fatto a posta, sai!?" Sbiancò.
Shippo saltò via dalle sue braccia, vagamente preoccupato per la piega che le cose stavano prendendo. " eheh, io-io mi son dimenticato di avere un' impegno con la vecchia Kaede.. che sbadato..!!" biascicò verso una cianotica Kagome, battendosi una mano alla fronte con fare punitiva. " hem, quindi... ci vediamo dopo, va bene!?"
Sapeva che a rimetterci sarebbe stato solo lui infondo! Dopo tutto due sberle se l' era già prese, avrebbe evitato volentieri le altre che sarebbero seguite! * Mi dispiace Kagome...!* penso tra sè, dedicando un' ultima occhiata furtiva alla ragazza prima di sparire tra la vegetazione con una certa fretta.
" Sh.. SHIPPO!" lo richiamò la ragazza, allungando una mano verso il punto tra le basse fronde in cui era scomparso il piccolo demone volpe.
* infame! mi ha lasciata sola con...* Si girò lentamente a scatti, riportando gli occhi su Inuyasha.
Nel frattempo il ragazzo aveva alzato la testa e le stava rivolgendo un' occhiata tutto fuorché amorevole. Il tic all' occhio destro non lasciava presagire nulla di buono... Deglutì, mentre si ritrovò a guardarsi intorno cercando una via di fuga.
" Vieni qua, Kagome.... VIENI!" Inuyasha si stava tirando in piedi. Avrebbe potuto rimandarlo a cuccia.. no? Avrebbe potuto mandarcelo fino alla fine dei tempi.. giusto? Si, avrebbe aspettato il momento del parto. Magari si sarebbe addolcito nel vederla mettere al mondo suo figlio. O sua figlia. Non sarebbe stata una brutta idea, no?
" ACCIDENTI!" sbottò, poco convinta di tutti quei pensieri, e cominciò a filarsela lontano tra gli alberi della foresta prossima al villaggio. 
" Se arriverò al villaggio sarò salva!" Un barlume si speranza le si accese nel petto. L' urlo iracondo di Inuyasha le arrivò ben nitido alle orecchie. * Non ce la farò MAI!* pensò, cercando di allungare sempre più il passo. L' idea di atterrarlo di nuovo le si mostrava sempre più convincente.
" KAGOMEEE!" ripetè il mezzodemone. La ragazza sapeva benissimo che se si fosse girata a guardare alle sue spalle avrebbe scorto la figura del suo amato ragazzo cane e, terrorizzata, saltò una radice sporgente senza neanche prendere in considerazione l' idea di voltare appena di qualche grado l' indirizzo del proprio capo.
Storse il naso. Quella maledetta veste le rallentava i movimenti! Doveva decidersi a chiedere a Kaede di accorciarla.. Oh, quanto le mancava la sua divisa... * Maledizione!* Poi una luce di speraza le si accese dentro con impeto. Sorrise.
Gli alberi, eccoli là gli alberi del limitare della fortesta! Era quasi salva!
" ci sono quasi...!"
" ILLUSA!" 
Alzò il capo di scatto giusto in tempo per vedere la macchia rossa della veste del mezzo demone precisamente sopra la propria testa. Inuyasha le si parò precisamente davanti, proprio tra lei e il villaggio. E pensare che era riuscita ad arrivare fino al limitare del bosco! Rallentò immediatamente e si ritrovò incatenata nel posto in cui era dalle iridi di Inuyasha.
" oh.. m-ma ciao Inuyasha! " tervigisò lei, agitando una mano a mò di saluto. " eheh...Ti trovo dimagrito, lo sai!?" sbatocchiò gli occhi fingendosi allegra e spensierata,  unendo le mani e portandole sulla guancia sinistra. Inclinò un poco il capo con fare adulatore. 
" tzè! non attacca più mia cara.... ora avrò la mia vendetta!" sorrise malevolo il mezzo demone, scricchiolando le dita con fare pericoloso. Kagome ebbe un sussulto: possibile che se la fosse presa tanto? Faceva davvero impressione! Probabilmente era anche il fatto che la sua veste fosse così sporca di terra.. dava al suo aspetto un qualcosa di più animalesco.
" dai ..Inuyasha, fà il serio... sai benissimo che non faresti mai del male alla madre di tuo figlio!" lo fissò vittoriosa, portando la mano destra alla pancia un pò sporgente.Si stupì quasi di avvertire quel rigonfiamento. Ancora non si era abituata a quella presenza nel suo grembo, nonostante le sembrasse la cosa più naturale che potesse esistere. 
Si beò di quel contatto massaggiandosi dolcemente, rapita per un istante.
Almeno fin quando si accorse dell' espressione ancora più truce sulla faccia del padre del bambino in questione.
" come.. OSI... pararti dietro a mio figlio?" mormorò incredulo lui. 
Kagome si fece piccola piccola e smise di carezzarsi, portando le mani al mento con fare fanciullesco.
" pagherai anche questa mia cara Kagome...." il sorriso di Inuyasha si allargò ancor di più. Si stava davvero beando dell' espressione piena di terrore della ragazza dal kimono blu. Decise di insistere ancor di più. Mosse un passo sguainando gli artigli, cominciando a muoverli nevroticamente a stringere qualcosa che non c' era.
Kagome fece un passo indietro, osservando sbigottita Inuyasha che passo dopo passo stava guadagnando terreno.
" DAI! quell' espressione a matto mi mette i brividi!" gridò, girandosi di spalle e ricominciando a correre da dove era spuntata. " Per quanto ancora vuoi continuare con questa storia?! t' ho detto che non l' ho fatta apposta!"
" troppe scuse!" protestò lui che la seguiva lentamente in modo da non superarla. L' avrebbe fatta correre ancora per un pò, non c' era ancora alcuna fretta.
Continuò a rincorrerla fin quando non decise di sparire tra le fronde degli alberi e osservarla in silenzio. Passava di ramo in ramo, nascosto dalle foglie, seguendola.
" Inuyasha, fa male al bambino tutta questa agitazione!" farneticava da sola Kagome, che non accennava a smettere di correre. 
Inuyasha inarcò un sopracciglio incredulo e si sbattè una mano in fronte. Alzò gli occhi al cielo."... possibile che sia così stupida..?" borbottò tra sè e sè scuotendo il capo. . Poi un tenero sorriso gli si dipinse in viso. 
Era proprio la solita Kagome. Si stupiva di come non cambiasse mai.
Cioè si, era cambiata molto. Ma era sempre la solita. Si grattò la testa. Erano discorsi illogici, ma avevano una logica spiazzante. Lui lo sapeva e basta.
C' era un qualcosa di maturo in quella ragazza. Quella maturità portata con una serenità ed un entusiasmo devastanti. Ancora si stupiva di come bastasse una semplice parola, un semplice sorriso di quella ragazza bruna, a mettere tutto a posto. 
L' odio.
La rabbia.
La sete di potere.
Tutto era stato cancellato e vaporizzato da una risata cristallina, da una purezza incontrastata che aveva per occhi due pietre castane che sprigionavano tutto ciò che di bello ci fosse al mondo. 
Kagome l' aveva salvato, in tutti i modi in cui avrebbe potuto essere salvato. E l' aveva fatto senza sforzo, essendo semplicemente sè stessa. Non c' era lei senza lui, nè lui senza lei. Avevano superato le leggi del tempo, dello spazio, della ragione per essere. Perchè una tale perfezione potesse esistere i Kami avevano squarciato tutta la logicità dei sistemi,  sorteggiando loro come prescelti per una tale enormità che lascia basiti. Ma non c' erano parole. Non l' Amore, non il Bene. Probabilmente non sarebbe mai esistita parola per enunciare tanto, semplicemente Inuyasha e Kagome. Bastava ed era tutto.
* Kagome...* 
" Ma dove cavolo...?!" La voce della ragazza di cui aveva appena pensato il nome lo estrapolò dai suoi pensieri. Inarcò le sopracciglia. " ah.. se n' è accorta adesso...." No, non ci sarebbero mai state parole per descrivere kagome.
" ma tu guarda quel brutto nevrotico spicopatico insensato... SCEMO!" sbottò, stringendo i pugni ed uscendo allo scoperto da dietro ad un tronco cui pensava di aver trovato riparo. Solo poco prima di essersi accorta di esser stata lasciata a correre da sola come una povera idiota.
Le guancie le si colorarono di rosso per il furore.
" mmmhppff.... " soffocò le proteste tra sè, degrignando i denti e guardandosi attorno. " se scopro che quell' imbecille è andato a mangiare io... io...!!" avampò, punta nell' orgoglio. Si infervosì ancor di più nel pensarlo già seduto a gustarsi il suo pranzo ridendo e prendendosi gioco di lei.
" Tu COSA, di preciso?" decise allora di uscire allo scoperto Inuyasha, alzandosi in piedi dal tronco su cui era appollaiato e mostrandosi in tutta la sua persona.
Kagome alzò di scatto gli occhi  trovandolo veloce. Osservò rapita il movimento lento dei suoi capelli argentei nel vento appena accennato di quel mese di maggio, e il rossore di rabbia cedette posto ad un rossore più puerile. 
* Inuyasha...*  Kagome sentiva le guancie ardere di colore ma non cercò minimamente di mascherarle, nè di combatterle. Sapeva benissimo che la sua sarebbe stata una battaglia inutile.
Inuyasha sorrise per tutta risposta e incrociò le braccia al petto.
" Avevi intenzione di correre un altro pò?" la stuzzicò, trattenendo a stento le risate nel vedere il rossore sparire immediatamente dalle guancie di Kagome per lasciare spazio ad un' espressione di odio puro. Ben presto sul volto della ragazza si insinuò un ghigno malevolo ed Inuyasha avvertì qualche brivido lungo la schiena.
" bene bene..ho l' impressione che due volte non ti sia bastato Inuyasha caro... " 
" eeeeh?! Kagome.. non vorrai mica...?!" sbiancò lui, trovando immediatamente saggia l' idea di balzare giù dall' albero su cui sostava. Le si avvicinò guardigno, guardandola di sbiego ".. non oserai..."
Kagome si portò una dito al labbro con finto fare pensante. Sbatocchiò gli occhi con fare innocente mentre questi erano rivolti verso il cielo, quasi aspettassero una sorta di responso finale. " tu dici, eh...?"  domandò non completamente convinta, e riportò le iridi su Inuyasha che deglutì sommessamente.
" Dai! Fallo per nostro figlio..non vorrai mica che abbia un padre con un naso deforme, giusto?!" rise nervosamente Inuyasha, portandosi un dito a correre sul profilo del naso quasi a farle notare la totale perfezione della forma di quello in quel preciso istante.
Kagome assottigliò gli occhi guardandolo torvo.
" ma come... OSI nasconderti dietro a  MIO figlio!?" lo scimmiottò lei.
Lui scoppiò a ridere, era più forte di lui. Inoltre probabilmente era scampato al terzo " a cuccia" di giornata! La guardò teneramente quando sentì la risata di lei unirsi alla sua.
Allungò così una mano verso di lei, carezzandole una guancia.
"  Ti sei tagliata prima?"
Lei lo guardò incuriosita e dubbiosa. Poi spalancò gli occhi come colta da un' illuminazione.
"aah, ecco perchè sei apparso improvvisamente!" battè un pugno chiuso sul palmo aperto dell' altra mano.  
Inuyasha avampò, preso di contropiede.  Si limitò a girarle leggermente le spalle, incrociando le braccia sul petto facendo in modo di porre entrambi le mani nella manica dell' altro braccio." Tzè, non ti montare la testa adesso..." borbottò rosso e scontroso, meritandosi un occhiata di sbiego da parte di kagome che non potè far a meno di sorridere. Per tutta risposta gli mostrò il dito incriminante, facendosi seria in volto.
" Una pianta assassina mi ha attaccata mentre cercavo di salvare Signor palla.." cominciò, imponendo al viso una smorfia di rimprovero che Inuyasha osservò con disappunto. " Già... ha minacciata di uccidermi e stava quasi per farcela ma.. " ora guardò con ammirazione il ragazzo, unendo le mani con fare adulatore. " meno male che sei arrivato tu Inuyasha a salvarmi!"
" ... hei tu..." si limitò a borbottare il mezzo demone, tra il divertito e il risentito." Dopo tutto se ti ferisci con una pianta innocua mica ne ho colpa io, scema!" 
Kagome stava per ribattere in modo accigliato quando un dolore alla pancia la colse impreparata.
Spalancò gli occhi e si portò le mani al ventre chinandosi su sè stessa. Dalle labbra le uscì un verso strozzato che risultò amplificato al massimo nelle orecchie dell mezzo demone che impallidì.
" KAGOME! che ti prende, che succede?!"  Il panico si impadronì ben presto di Inuyasha che gli fu subito accanto, sorreggendola. Gli venne subito in mente di metterle una mano sotto le ginocchia e l' altra dietro la schiena per portarla subito di corsa da Kaede, ma  venne bloccato da Kagome che scosse la testa.
" fermo Inuyasha.. stò bene.." lo rincuorò, rallentando la presa sulla pancia e ritornando a respirare normalmente. Piano piano riprese anche una posizione sempre più eretta, nonoscostandosi però dall' abbraccio protettivo di Inuyasha. Lui, d' altro canto, era ancora in allerta.
" Sei sicura? Non vorrei che...!" cominciò lui incerto, ma venne bloccato subito da lei che scosse ancora il capo decisa.  " no, Kaede me ne aveva parlato..può capitare! solo che non me l' aspettavo, mi son presa solo paura. " sorrise Kagome rassicurante.
Inuyasha annuì allora più convinto. " è stata colpa mia.. non dovevo farti affaticare..." sussurrò colpevole, abbassando lo sguardo al suolo. Come aveva potuto essere così immaturo, così tanto deficiente? Aveva ragione Kagome a chiamarlo scemo. Storse il naso accigliato verso sè stesso.
" E basta! di solito sei così apprensivo... cosa vuoi che mi faccia una corsetta!" gli sorrise calorosa Kagome , e lui non potè far a meno di imitarla. " dopotutto, CARO, anche in passato ho ben dimostrato di essere resistente... no?!" si pavoneggiò lei.
Lui la prese semplicemente in braccio, strappandole un' esclamazione di sorpresa.
" sisi... certo..." le rispose poco convinto, più per farla tacere che per altro. " Ma questa è un' altra cosa, non ti pare?" la guardò tronfio, mentre allungava il passo verso le radici dell' albero più vicino: l' albero della vita.
" tu dici, eh?" gli chiese distrattamente Kagome che si stava beando della vicinanza del mezzo demone. Amava essere schiacciata contro quel torace tanto forte, sentirsi sollevare senza alcuna difficoltà. Come avrebbe fatto senza quella vicinanza? Che vita l' avrebbe potuta attendere se non quella?
Inuyasha si sedette con la schiena contro il tronco e lasciò che le gambe circondassero il corpo di kagome che, invece, poggiò la schiena contro il petto del ragazzo. Le gambe di lui stese tra quelle di lui. Le piaceva quella posa tanto intima. Un sospiro di benessere scappò dalle labbra di kagome e le labbra di Inuyasha non poterono desistere di piegarsi in un sorriso.
" Ciao..." mormorò lui, mentre faceva correre le mani dolcemente sul tessuto che copriva la pancia gravida della ragazza. Kagome si accoccolò ancor più contro il torace caldo di Inuyasha posando le mani su quelle del ragazzo che continuarono a carezzarle il grembo.
" Credo che gli piaccia quando lo accarezzi..." mormorò Kagome, chiudendo gli occhi e assaporandosi il momento.
Inuyasha si piegò un poco e le diede un bacio sul collo, facendole pressione affinché lei lo piegasse di lato per concedergli spazio. 
Kagome arrossì quando sentì il calore del suo sorriso sulla sua pelle e un brivido le corse per la schiena quando lui la baciò a fior di pelle.
* Inuyasha...*
" Si può sapere a cosa stavi pensando prima?" 
La domanda di Inuyasha le fece corrugare un sopracciglio. Non aveva capito la natura della domanda e, per risposta, mugolò qualcosa di non preciso con la bocca. Era davvero troppo intenta a bearsi delle attenzioni del mezzo demone per poter rispondere decentemente alla sua domanda.
" Dai. Non fare la finta tonta Kagome." Inuyasha capì ben presto che per ottenere risposta avrebbe dovuto cessare le sue attenzioni e, seppur contro voglia, si distanziò dal collo della ragazza e tornò ad appoggiare il busto al tronco. Avrebbe preferito guardarla negli occhi, ma oggi aveva bisogno del suo contatto fisico.
Kagome però si voltò quanto basta perchè poggiasse la testa alla sua spalla, in modo da osservarlo in viso. Le mani di Inuyasha giocavano ancora sul suo ventre e le provocavano brividi lungo tutta la schiena.
" Non capisco..." corrugò le sopracciglia, pensando tra sè e sè a cosa potesse alludere il mezzo demone.
Inuyasha si fece serio in viso e alzò lo sguardo, come se guardasse lontano.
" prima, ancor prima che tirassi un pugno su quello stupido di Shippo e tu mi schiantassi a terra.. " le rivolse un occhiata veloce di disappunto. Poi il suo sguardo tornò distante e serio. " Bè, ecco.. ti ho vista lontana." annuì, come se tutto ciò che aveva detto bastasse a capire. " Dove stavi con la testa?"
Aveva paura quando non riusciva a capire. L' aveva vista serena quella mattina, l' aveva seguita quando si era inoltrata nel bosco. Già, perchè amava rubarle dei momenti senza che lei lo sapesse. Amava sapere esattamente dove fosse, cosa stesse facendo. Non era persecuzione, ma aveva paura che qualcuno potesse strappargli via tutto.
Ora che era così pieno, così saturo di tutto quello che avrebbe mai potuto desiderare, aveva una paura tremenda che qualcuno potesse anche solamente inclinare qualcosa.
Ed era per questo che aveva avuto paura.
Nonostante potesse seguirla ovunque, non avrebbe mai potuto seguirla dentro i suoi pensieri, nella sua testa. Non che fosse difficile: il più delle volte Kagome era un libro aperto. Per lui, per gli altri. A Volte era geloso di non essere l' unico a capire profondamente la ragazza, ma.. c' erano quei momenti. Quei momenti come prima.
E lei doveva aver capito perchè adesso il suo sguardo guardava quasi colpevole verso il basso.
Inuyasha guardò l' espressione colpevole di  Kagome e comprese: Lei aveva capito e lui avrebbe pobabilmente avuto risposta.
" Dimmi Kagome.. " deglutì, cercando nella sua testa le parole giuste da poter usare. "... ho fatto qualcosa di sbagliato?"
La sentì sorridere, e se ne sentì subito sollevato. 
" Scemo.." la voce di kagome gli arrivò intrisa di emozione. 
Possibile che..? 
Si sporse quanto bastava per spiarle il viso che aveva voltato verso l' esterno e le vide gli occhi luccicanti di lacrime. Una morsa allo stomaco lo avvolse: era come sospettava. C' era qualcosa sotto, qualcosa di cui lei aveva taciuto.
" Parlamene"
Suonò come un' ordine, ma Kagome sapeva essere una richiesta sentita. Una richiesta che, se non avesse trovato appoggio, avrebbe causato un' enorme dolore in Inuyasha. Avrebbe voluto tacerne a lui, aveva paura che lui potesse pensare di essere colpevole di quella mancanza. Lei aveva scelto lui, lei aveva deciso di vivere lì e rinunciare a tutto il resto.
" Inuyasha.." iniziò titubante. Poi, suo malgrado, si staccò per fare in modo che si potessero guardare in faccia. 
Negli occhi di lui c' era amarezza. Possibile che fosse deluso di lei? non avrgliene fatto parola spontaneamente lo aveva fatto soffrire? Abbassò lo sguardo, colpevole.
Fu allora che inuyasha si protese in avanti e, allungando una mano, le sollevò il capo in modo che lei lo riguardasse negli occhi. Le sorrise.
E lei ne venne rapita.
 Lo fissò come in trance poi, alzando gli occhi, studiò le trame della corteccia dell' albero della vita. Inevitabilmente, gli angoli delle labbra le si incurvarono in un sorriso.
" Quanti ricordi legati a quest' albero..." mormorò, la voce bassa piena di sentimento. Chissà se avesse potuto parlare quante glien' avrebbe dette. Si, sarebbe una bella chiacchierata! ecco quello che, stupidamente, si ritrovò a pensare Kagome.
Lo sguardo le si fece lontano e Inuyasha capì che presto sarebbe arrivata la spiegazione della causa di quell' ombra sul suo viso. Mosse involontariamente le orecchie e gli occhi di Kagome furono attratti dal movimento.
" Già.." annuì distrattamente. " La prima volta che ti vidi eri legato a quest' albero.." un sorriso caldo le si insinuò tra le labbra, fatto di tenere reminescenze. " però.."
" però?" 
Lo sguardo di Kagome si rifece lontano. Cercò con le iridi quelle dorate di Inuyasha che si ancorarono alle sue. 
" Quest' albero è l' unica cosa che mi sia rimasta del mio tempo" Un sussurro.
Bastò questo a far sentire un' idiota completo Inuyasha. Possibile che non avesse capito? Che non ci fosse anche lontanamente arrivato? Quanto poteva soffrire Kagome?
Ma non ci fu parola. Solo una muta espressione di stupore. Più che per la rivelazione del problema di kagome, la rivelazione della sua limitatezza mentale.
Il pugno si strinse meccanicamente e Kagome lo notò immediatamente. Le sue mani delicate corsero subito, infatti, a cingere quel pugno chiuso duramente quasi lo potessoro aiutare a sciogliere.
" Sapevo che avresti reagito così..." Le iridi basse tradivano tutto il suo dolore, ma nonostante si sforzasse di alzarle, non vi riusciva. ".. per questo ho preferito tacere, Inuyasha.." 
Questa costatazione, anzi che farlo sentire meglio, lo fece sentir se possibile ancor peggio. Lei aveva taciuto per lui, per non farlo sentire come si sentiva adesso: colpevole.
La stretta di lei si fece più forte.
Lui strinse i denti, colpevole.
" Sai.." iniziò nuovamente lei. E lui non potè far altro che poterla ascoltare. " Quando mi ero convinta che stare nel mio tempo era l' unica cosa che rimaneva da fare.." Kagome deglutì per cacciare via dal petto quell' orribile sensazione, conscia del fatto che le parole che avrebbe scelto di usare sarebbero state basilari per poter portare a capire Inuyasha tutto quello che aveva da dire. " io.."
Sospirò.
" Io mi sentivo finita."
Il mezzo demone spalancò gli occhi ed ebbe la forza di alzare nuovamente lo sguardo. Quasi ad accertarsi che gli occhi di Kagome sostenessero con forza quello che professavano le labbra.
Fu allora che Kagome trovò la forza di alzare gli occhi nuovamente in quelli di lui, sentendosi perforare dal suo sguardo. 
Annuì.
" Si. Avevo tutto di fronte a me, avevo tutte le possibilità che il mio mondo offriva.." sorrise, un sorriso vuoto intriso di dolore. " Ma non era sufficiente. Era come se un sottile ma invalicabile guaina invisibile mi separasse da tutto il resto del mondo.." faticava a cercare le parole. Ma doveva parlare, DOVEVA farlo. Glielo doveva, se lo doveva. Lo doveva anche a loro.
Ed inuyasha era vittima delle sue parole, si sentiva come traghettatore di una barca su un fiume scoscieso: ne era trascinato, senza possibilità di opporvi resistenza.
" E soffrivo. Soffrivo in modo inimmaginabile perchè non potevo lasciarmi abbattere dalle circostanze, nonostante non sentissi più il mio mondo mio.. nonostante non ci fossi tu."
Inuyasha ebbe un desiderio improvviso e prepotente di baciarla, di catturare quelle labbra in modo spietato ma si trattenne. Voleva sentire.. sapeva che c' era dell' altro.
" Capisci?" Lo guardò supplicante, scuotendo il capo. " Continuai a fare la mia vita, gielo dovevo. Glielo dovevo a tutti i costi.. Mia madre, mio fratello, il nonno.." gli occhi le si fecero lucidi. Un sorriso malinconico fece capitolino sul suo viso.
" Ma sapevano tutti e tre che io avevo cessato di esistere, per quel mondo. Mi sforzavo, per loro, e loro sapevano benissimo tutto quanto. E mi sentivo.. un mostro, per questo.." la voce sempre più bassa, fino ad un sussurro. Le lacrime erano sempre più prossime, ma cercò di debbellarle chiudendo gli occhi per un' istante.
" Quando decisi infine della mia vita, non dovetti neanche chiedere il permesso.. sai?" Inuyasha la guardò confuso, mentre nei suoi occhi si succedevano le immagini della madre. " Ero al pozzo, dentro al tempio, e si aprì il varco.." sorrise. " tu non sai che gioia. Ma, ancora una volta, ero a metà. Sapevo cosa avrei fatto..." lo guardò rapida, riabbassando poi lo sguardo a terra, sulle loro mani intrecciate. ".. e quando stavo per chiedere consenso a mia madre, non dovetti neanche finire la frase.. "
Una lacrima calda le segnò il viso, finendo lesta fino al mento.
Inuyasha la seguì nel suo tragitto, rapito.
Poi si accorse che lei aveva rialzato lo sguardo e annegò in quegli occhi.
" Mi disse che le andava bene. Mi disse di andare, sapendo che le nostre strade si sarebbero separate per sempre."
La prima lacrima fu ben presto seguita da molte altre.
Il cuore di inuyasha perse un battito.
" Kagome.." sperò di averci messo tutto in quel nome. Dannazione, per lui c' era tutto in quel nome!
" Lei capì. Sa che sono felice ed è felice per me. Io sento mia madre.. sento Sota e il Nonno." si poggiò la mano sul petto, all' altezza del cuore. " E mai mi son pentita della mia scelta."
Inuyasha le carezzò il viso, asciugandole le lacrime che scendevano capiose. Provò a mettere in quel gesto tutta la dolcezza di cui era capace, e le spostò una ciocca di capello dietro all' orecchio. 
Lei chiuse gli occhi saporando quel contatto.
" io sono una persona felice, Inuyasha" tirò su col naso, abozzando un sorriso. " solo che a volte mi capita di pensare a quanto mi manchino..." fece spallucce e lui non resistette più.
Inuyasha gli si gettò di scatto addosso, tranvolgendola. Kagome lasciò che lui la invadesse e si fece catturare senza alcuna protesta.
 Le cinse il piccolo corso con le braccia, chiudendola in un abbraccio forte e protettivo.
" stupida..." borbottò lui, sperando che lei capisse. " Perchè non me ne hai parlato prima..?"
Kagome rise tra le lacrime. 
" Perchè avevo paura che tu fraintendessi... " mormorò poi, staccandosi da lui e cercando i suoi occhi. ".. temevo che tu potessi pensare che io mi fossi pentita." ammise.
Inuyasha arricciò il naso fingendosi offeso " tzè!" borbottò soltanto. Non era mai stato bravo a parole e amava che a Kagome andasse bene così. Lei riusciva a capirlo, nonostante lui non riuscisse a esprimersi. Avvertiva il calore dei suoi occhi, la presa salda delle sue braccia.. e questo valeva più di qualciasi parola. Conosceva l' amore di Inuyasha, e questo le sarebbe bastato per sempre.
Lei sorrise e lui si sentì in pace con sè stesso.
Allungò ancora una volta le braccia su di lei, portandosela a sedere sulle sue gambe con un leggero movimento di braccia.
Le scostò i capelli e finalmente posò le labbra sulle sue.
La sua bocca era salata delle lacrime versate qualche istante prima e lui decise di estirpare quel sapore da quella pelle rossastra e morbida, mordendo e torturandole le labbra.
Le succhiò via tutto ciò che testimoniasse il pianto. Dapprima con dolcezza, poi divenne sempre più vorace fin quando non scivolò dentro le sue labbra con la lingua alla ricerca della sua.
La sua irruenza accese immediatamente Kagome che si aggrappò ancor più al suo corpo passando le sue braccia intorno al collo del mezzo demone. Lui, invece, cinse con un braccio la vita della ragazza traendola più vicina e una mano corse invece a fare appoggio alla sua testa. 
La voleva.
Voleva che sentisse che lui era lì per lei. Che sarebbe stato sempre così.
C' era impeto in quel bacio ed entrambi ne furono soggiogati.
Si separarono per riprendere fiato, entrambi coloriti in volto per la travolgenza di quel bacio che era stato posticipato da tutta la mattina. 
Sorrisero insieme.
Poi Inuyasha corrugò un sopracciglio colto da un' illuminazione.
" Oh! aspetta!" disse improvvisamente, facendole cenno di scendere dal suo corpo. Kagome non se lo fece ripetere due volte allarmata.
" cos' hai?" gli chiese, anche leggermente scocciata da quell' interruzione brusca. Ma infondo era così che era fatto Inuyasha.
Lui sorrise e si tirò in piedi.
" Torno subito!"
E in men che non si dica era sparito tra le fronde degli alberi con un enorme balzo lasciando un esterrefatta Kagome sola.
" Io. Non. Ho. Parole." constatò tra sè, rabbuita in viso. Poi sospirò, mentre un tic al sopracciglio destro faceva bella mostra di sè.
* Inuyasha scemo. SCEMO! SCEMO!* possibile che se ne fosse andato così all' improvviso? Che aveva da fare di tanto impellente da sottrarsi così ad un bacio tanto bello come quello di prima?! La ragazza, se avesse potuto, avrebbe emesso vapore dalle orecchie.
Intrecciò le braccia al petto, buttandosi in malo modo seduta dove prima era seduto il ragazzo. Sbuffò nuovamente, muovendo nervosamente le gambe. Prese poi fiato.
"INUYASHAAA!" gridò, con quanta voce aveva in corpo.
Subito dopo sentì le fronde degli alberi muoversi e si scostò appena dal tronco quanto bastava per vedere apparire la veste rossa tra le fronde. Aggrottò le sopracciglia adirata.
" Ora si che ti meriteresti di essere schiantato..." gli inveì contro. " si può sapere dove sei andato lasciandomi qua!?" storse il naso. Poi , quando lo vide in viso, tutta la rabbia si spense.
Aveva in viso una tale espressione felice che Kagome non potè che placarsi seduta stante. Solo quando si decise a scendere dall' albero però la ragazza gli domandò dove fosse andato. Per bene però, questa volta.
Inuyasha, per tutta risposta, sorrise.
" Dimmi Kagome." cominciò pomposo e la ragazza lo guardò sconcertata. Che gli era preso? " Ti ricordi, tu, il nome che abbiamo deciso per il bambino?"
Kagome lo guardò ancor più incerta.
" Inuyasha, mi sa che la testa stamattina tu l' abbia sbattuta davvero forte, sai?" fece Kagome, meritandosi un' occhiataccia dal mezzo demone dai capelli argentati. Inuyasha per tutta risposta strinse un pugno ringhiando offeso.
" dai! Fà la seria!"
" Ma io sono serissima! Dovremmo andare da Kaede.. a quest' ora dovrebbe essere di ritorno..." 
il ragazzo sbuffò spazientito. " Dai! il nome!" ripetè fiducioso tornando a guardarla. " Hai detto che ti senti che sarà un maschio, no?" 
Kagome lo guardò un pò stralunata ma decise comunque di assecondarlo. " Si, ma questo che centra? Cioè.. è ovvio che mi ricordi il nome che abbiamo deciso! " davvero non capiva. Dove voleva arrivare il mezzo demone? cominciava a sentirsi davvero colpevole."Oh Inuyasha... smetterò di ripeterti in continuazione a cuc..!"
" NO!" Saltò presto Inuyasha, riuscendo a tapparle la bocca prima di essere schiantato a terra per l' ennesima volta durante la giornata. Sospirò di sollievo prima di guardarla in cagnesco.
" sei matta!? stavi per rifarlo se tu non te ne fossi accorta..." ringhiò il mezzo demone guardandola torvo. Kagome scoppiò in una risata cristallina.
" dai dai dai, il nome!" la tartassò di nuovo lui, che non vedeva l' ora di confidare anche a lei quello che gli era balzato in testa prima. Sperò davvero che tutto accadesse come lo aveva immaginato. Sarebbe stato veramente meraviglioso.
" uff... Abbiamo deciso Kaiko" annunciò lei, guardandolo indispettita" Me lo ricordo, hai visto? che era, mi volevi mettere alla prova?!" sbottò accigliata, mentre con la mano era corsa subito a carezzarsi la pancia.
Kagome riflettè su quel nome. * Kaiko..* Erano stati entrambi a sceglierlo, dopo un attenta riflessione. Volevano un nome speciale, qualcosa che fosse del tutto loro. Si rammentava ancora della felicità che il solo pronunciare quel nome le aveva donato. 
Figlio del tempo.
Questo sarebbe stato il nome giusto per il loro figlio, frutto di uno scontro di epoche diverse. Lo stesso tempo che si era piegato a fare in modo che venisse alla luce. Quel bambino sarebbe stato il riassunto di mondi diversi, legati indissubilmente l' uno con l' altro.
Inuyasha sorrise. Un sorriso caldo, rassicurante. E lei venne rapita da quel sorriso.
E fu allora che estrasse dalla cintura un coltellaccio.
Kagome lo guardò interrogativamente. E quando Inuyasha fece passare lo sguardo dal suo ventre, sul quale allungò una mano,  all' albero della vita, Kagome comprese.
Inuyasha non era uomo di grandi parole, lui andava ben oltre tanta astrazione. Lui era concretezza.
                                                                                -
Il sole era ormai alto nel cielo e di Sota neanche una traccia: era in ritardo per il pranzo.Possibile che ci impiegasse tanto nel tragitto da scuola a casa? Sospirò, stringendo tra le mani il pezzo di carta da cucina di cui si era appena servita per non scottarsi con il coperchio della pentola.
" Si raffredderà.." mormorò tra sè la signora Higurashi, uscendo dalla cucina ed avviandosi verso la porta di ingresso.
Il sole batteva forte in quella colorata giornata primaverile. Un aereo stava passando lento nel cielo lasciando alle sue spalle una buffa riga bianca ad inseguirlo, prima nitida poi via via sempre più morbida.
Dovette socchiudere appena gli occhi per non rimanere accecata da tutto quella luminosità.
La signora Higurashi si beo di quei giovani raggi solari sollevando il viso e godendo di quel calore tanto naturale. Si decise infine di avviarsi verso le scale. 
" umm.." borbottò, portandosi una mano a coprire gli occhi in modo che potesse ispezionare con lo sguardo l' aria circostante. Storse il labbro arricciando poi il naso.
" Ennò, è proprio in ritardo..." fece spallucce, dando la schiena alle scale e riprocedendo verso casa. " Mi toccherà riscaldare tutto non appena tornerà..." si dissè tra sè.
Una brezza di vento la colse impreparata e le portò via dalle mani il tovagliolo che aveva ancora nella mano sinistra. Lo vide allontanarsi ondeggiante verso il cortile, muoversi nella danza del vento con grazia.
* L' albero della vita...* era proprio lì sotto che si era poggiato il fazzoletto. Lo sguardo le si ammorbidì.
Ogni qual volta che i suoi occhi si posavano su quell' albero, un' immagine nitida della figlia le faceva capitolino nello sguardo. Quante volte aveva visto sua figlia osservare messamente quella corteccia, sfiorarla con le mani delicatamente? 
Una volta le aveva detto che l' Albero della vita le rappresentava tutto quello che le era successo. 
 Era in quell' albero, a quanto capì, che il ragazzo era stato attaccato con una freccia. Lei correva con i palmi aperti su quella corteccia a cercarvi i segni di quella presenza.
Era la connessione tra i due mondi, così come il pozzo. E, adesso, continuava ad esserlo.
Mosse i piedi in quella direzione, intenzionata a raccogliere il fazzoletto. 
Quanti sospiri di fronte a quell' albero, in tre anni perse il conto. Quel velo di tristezza in quegli occhi che solitamente erano sempre stati tanto luminosi! Identici agli occhi del padre che aveva tanto amato.
Spesso si fermava ad ammirarne la corteccia anche lei da quando la figlia era partita. E sapeva che lei faceva altrettanto.
La sentiva vicina.
* Kagome..* mormorò internamente con una dolcezza infinita e tutto l' amore per la figlia le esplose nel petto.
Era giunta infine ai piedi dell' albero e, con modi lenti, si chinò ad agguantare delicatamente il fazzoletto. Sembrava quasi non fosse un semplice caso che quello avesse planato fino a lì.
Magari Kagome la stava pensando intensamente, magari avvertiva il suo amore in quel momento. 
Forse stava dedicando loro quello stesso sguardo mentre osservava quello stesso albero centinaia di anni prima, con la stessa luce negli occhi con la quale lo aveva osservato nel cortile di casa.
Gli occhi le si fecero umidi mentre, ancora china su quel fazzoletto, le labbra le si arcuarono in un sorriso.
Lei era felice, lo sentiva nell' anima. Avvertiva il suo sentimento di gioia, ogni tanto quello di nostalgia.. Era come se Kagome facesse parte di lei. Come se il fatto che i suoi occhi non potessero raggiungerla avesse scatenato un qualche altro senso che potesse percepirla.
Il sorriso crebbe ancor di più e due lacrime le fuggirono dagli occhi.
* Non temere Kagome... sono orgogliosa di te.* 
Perchè se Kagome avesse sentito le sue lacrime, avrebbe dovuto sapere che erano di mancanza e di consapevolezza.
Quella consapevolezza che le faceva capire che era stato giusto così. Che cosa avrebbe significato avere a che fare con lo spettro di sua figlia? L' aveva vista persa. E saperla invece felice, questo era quello che voleva.
Anche se quello avrebbe significato non vederla più.
Sarebbe bastato sentirla con l' anima.
Strinse ancor più il fazzoletto e decise di tirarsi in piedi.
Lacrimante e sorridente.
Si alzò e guardò fiera alle fronde dell' albero.
Ammirò le foglie, le vide muoversi e si immaginò che stessero suggerendole tutto.
Che anche Kagome sapeva.. che anche Kagome era lì nel medesimo istante.
" Piccola mia.." 
Abbassò gli occhi.
E successe.
Lo vide.
Fu come se un lampo le avesse attraversato il corpo. Una scarica elettrica le invase cuore petto mente stomaco, tutto.
Spalancò gli occhi, la bocca aperta in una muta espressione di esclamazione.
E fu confusione.
Poi fu consapevolezza.
Eppoi furono lacrime.
Lei aveva voluto che lei lo sapesse, che la sua famiglia fosse partecipe. 
Allungò la mano tremante, piena di trepidazione, satura di emozione. 
E la superficie dura e ruvida dell' albero le rispose in tutta la sua solidità. E sentì tutto quello che c' era bisogno di sentire. 
Sfiorò quel nome inciso nel legno e il sapore del sale fu ancor più forte.
Sembrava un' incisione vecchia di anni ma lei sapeva: era stato fatto poco prima, a centinaia di anni di distanza. Le stesse mani che, in quell epoca, aveva visto sfiorare quella corteccia avevano compiuto il miracolo.
Poteva immaginarsele mentre incidevano quel nome, convinte che quanto lasciato sarebbe stato letto e compreso. Poteva vedere il volto compiaciuto, commosso, fiducioso di Kagome.
*Sono qui... Kagome.* 
C' era e aveva compreso.
E fu allora che sentì dei passi dietro di sè.
" Mamma, che stai facendo?"
La signora Higurashi sorrise, carezzando ancora una volta quel frutto delle mani della sua piccola Kagome. Ispirò una manciata di aria fresca nei polmoni e si girò verso suo figlio Sota, conscia delle lacrime.
Conscia del suo sorriso.
" Lo hanno chiamato Kaiko.. Kaiko, Sota!" pronunciò con voce straripante di felicità.
                                                                                            
                                





 








Ci abbiamo provato, dai! :) Ringrazio tutti quelli che avranno optato per leggere quest' unico capitolo fino in fondo.. Grazie! 
  
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