Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: smartys ayane    20/11/2013    2 recensioni
Un uomo. Un uomo e un soldato. Il soldato più forte dell'umanità, alcuni sostengono. Sicuramente un uomo freddo e spietato. Ma molto più sensibile di quello che possa sembrare.
Fan Fiction incentrata sulla storia e i pensieri di Rivaille, ma sono presenti tutti i personaggi. Vengono narrati accadimenti che vanno oltre quelli visti nell'anime, perciò se non avete letto il manga e non volete spoiler vi sconsiglio di leggerla.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo dal cuore di ghiaccio'
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L'ultimo combattimento
Erwin aveva visto tante cose strane durante la sua vita da soldato e comandante, ma mai come quel giorno. Ancora prima che arrivasse dal titano bestia per proteggere Ondine, infatti, il gigante che aveva precedentemente decapitato Eren si era precipitato addosso all’altro, buttandolo a terra e salvando Ondine. Erwin approfittò del momento per avvicinarsi a lei, posandosi sulla sua spalla. La ragazza doveva aver avuto più esperienza di Eren in forma titanica, in quanto lo riconobbe subito e gli mise una mano di sopra per proteggerlo.
“Devi aiutarci a ucciderli” urlò Erwin avvicinandosi alla collottola, come se Ondine potesse sentirlo meglio in quel punto “Lasciami libero e seguimi!”
Ondine annuì e, dopo essersi assicurata che non ci fosse nessun altro titano attorno a lei a parte i due che continuavano a combattere alle sue spalle, abbassò la mano e Erwin si diresse verso il luogo dove Eren, Levi e il resto della squadra stavano affrontando una moltitudine di titani.
Solo in quel momento il comandante si accorse della presenza di Ymir, che a pochi passi da loro stava ancora lottando contro molti titani. Troppi.
Non appena Levi si accorse della sua presenza, gli si avvicinò con l’aiuto dell’attrezzatura tridimensionale, dando voce ai pensieri che il comandante aveva tenuto dentro di sé fino a quel momento.
“Dobbiamo fuggire” disse guardandosi attorno e constatando che sarebbe stato impossibile sconfiggere tutti quei titani “I giganti sono troppi, e non c’è traccia di Berthold e Reiner. In compenso, riporteremo Ymir a Trost e divulgheremo le informazioni che Grisha mi ha confidato. Questa volta, non torneremo a mani vuote”
Erwin annuì, mentre Eren e Ondine uccidevano più titani possibili con l’aiuto dei soldati. Il comandante lanciò uno sguardo a Ymir, che stava per essere divorata dagli altri titani.
“Abbiamo bisogno di un sacrificio, Rivaille” disse Erwin contraendo il volto in un’espressione cupa “Non potremmo scappare fin quando i titani si concentreranno su Eren, non senza lasciarlo morire qui”
Levi sospirò, seguendo lo sguardo di Erwin.
“Ymir? Credi che possa sacrificarsi per salvarci tutti?”
In quel momento Ondine comparve davanti a loro, indicando il luogo dove il titano bestia e l’altro gigante continuavano a combattere, uno sopra l’altro.
Levi schiuse leggermente le labbra, posando i suoi occhi su quelli di lei. Era la prima volta che la vedeva, seppur in forma titanica, dopo aver saputo della sua vera identità. E tutto questo gli faceva uno strano effetto.
Ondine continuava ad indicare i due titani, come se volesse dire loro qualcosa. Poi Erwin spalancò gli occhi, annuendo e dirigendosi verso Eren.
“Quel titano si sacrificherà per noi, Rivaille” esclamò mentre si posava sulla collottola di Eren “Riunisci la squadra, e dì loro di cominciare a fuggire!”
Levi annuì, confuso. Non riusciva a capire per quale motivo lo stesso titano che aveva attaccato Eren poco prima volesse adesso salvarli. Tuttavia fece come il comandante gli ordinò, chiamando a lui tutti i soldati e incitandoli a dirigersi verso l’uscita del villaggio.
Erwin, invece, che aveva già comunicato a Eren il piano, si era diretto verso Ymir per soccorrerla, prima che venisse completamente divorata dai titani.
Cominciò quindi ad abbattere i primi che gli apparvero davanti, fino a quando non iniziarono a dirigersi tutti verso i due giganti che combattevano alle sue spalle.
Erwin approfittò del momento per raggiungere la collottola di Ymir, dove aiutò la ragazza a rialzarsi e accertandosi che stesse bene. Dopodiché si portò le mani alla manovra tridimensionale, cominciando a liberarsi dalle cinghie che gli tenevano l’attrezzatura sui fianchi. Ymir lo guardò incredula, cercando di fermarlo.
“Comandante!” esclamò con gli occhi sgranati “Non ce n’è bisogno! Posso trasformarmi nuovamente in un titano, così potremmo salvarci entrambi!”
“No, Ymir” disse Erwin cominciando a stringere le cinghie sui fianchi della ragazza “Se ti trasformi in un gigante, ricominceranno di nuovo ad attaccarti. E in questo modo, non potrai più tornare”
Ymir guardò il comandante con occhi lucidi, mentre l’uomo si assicurava di aver stretto bene l’attrezzatura sul corpo della ragazza. Tutto quello che lei riuscì a pronunciare fu un “grazie” appena accennato, poco prima di avviarsi verso il resto della squadra.
 
 
 
 
Nello stesso momento, pochi chilometri più avanti dal villaggio, i due titani e la squadra di Levi si erano fermati in una foresta di alberi giganti, nascosti dal luogo della battaglia. Il caporale aveva ordinato ai soldati di non avanzare fino a quando Ymir e Erwin non sarebbero arrivati, e così sedevano tutti sulle spalle dei giganti, dove erano stati tutto quel tempo per allontanarsi velocemente dal villaggio. Levi, posizionato vicino al collo di Ondine, cominciò a chiedersi se la vita non gli avesse finalmente offerto un’opportunità per essere felice. In quegli ultimi anni non aveva fatto altro che fuggire dal passato, aggrappandosi solamente alle sue stesse forze e al sostegno di Erwin. Ma adesso vedeva uno spiraglio di luce in più nel suo futuro, e ringraziò il cielo per essere riuscito a sopravvivere abbastanza a lungo da poter vedere il giorno in cui avrebbe riabbracciato Ondine.
Proprio in quel momento arrivò Ymir, in forma umana, al contrario di quello che il caporale si era aspettato. Levi si riscosse immediatamente dai suoi pensieri, colto da un cattivo presagio, e si affrettò a scendere dalla spalla di Ondine per raggiungere la ragazza.
“Dov’è il comandante?” chiese posandole le mani sulle spalle e scuotendola leggermente “Dove hai lasciato Erwin?”
La ragazza abbassò lo sguardo mortificato a terra, prendendo un respiro profondo.
“Il comandante ha scelto di rimanere. Mi ha lasciato la sua attrezzatura per raggiungervi, poi sono fuggita”
Levi non aspettò nemmeno che Ymir terminasse la frase che, senza impartire ordini alla squadra, azionò la sua attrezzatura tridimensionale dirigendosi nuovamente verso il villaggio.
Ondine scattò all’improvviso verso di lui, cercando di fermarlo, ma Eren fu più veloce e la bloccò a terra spingendola con un calcio.
Levi si voltò solo un momento verso il titano, per lanciargli uno sguardo pieno di gratitudine. Poi continuò ad avanzare, pronto a ritornare verso il villaggio dove la guerra stava continuando.
 
 
 
Erwin stava cercando di avvicinarsi all’uscita del villaggio, nonostante sapeva che sarebbe morto di lì a poco. Tuttavia, solo un vile soldato si arrende in faccia alla morte, mentre un vero combattente continua a lottare nonostante tutto.
I suoi passi, poi, erano rallentati perché era stato colpito sul fianco da un titano mentre cercava di avvicinarsi a Ymir. In quel momento non ci aveva dato molto peso, preso com’era dalla fretta di salvare la ragazza, ma adesso cominciava a sentire il dolore.
Si nascose quindi dietro un albero, concedendosi un momento di riposo prima di ricominciare l’avanzata verso l’uscita del villaggio. Si sedette a terra e, aiutandosi con l’unica mano rimastagli, si scostò il mantello per controllare la ferita.
Il lieve graffio che si era immaginato era in realtà uno squarcio che gli aveva tagliato una parte degli organi interni, e dalla quale continuava a sgorgare il sangue senza fermarsi.
Erwin poggiò la testa sul tronco dell’albero, socchiudendo gli occhi.
La morte. Un pensiero che perseguita la vita di un soldato dall’inizio alla fine della sua carriera. E anche lui l’aveva immaginata, molte volte. Ma mai si sarebbe aspettato di morire da solo, e non in quel modo.
Pensò a tutti i soldati che erano deceduti sotto il suo comando, e per un momento le sue labbra si piegarono in un sorriso. Avrebbe finalmente pagato tutti i suoi errori, avrebbe saldato il suo debito con la vita e avrebbe smesso di assistere a tutte le atrocità che la guerra gli aveva riservato.
Tuttavia nei suoi pensieri c’era un punto fisso, che non riusciva a rimuovere dalla mente.
Levi.
Il suo sorriso si allargò in una risata disperata, mentre si convinceva del fatto che, forse, non sarebbe morto completamente solo. Levi era stato il suo compagno di vita per molto tempo, lo aveva sempre sostenuto e rispettato, lo aveva aiutato nelle situazioni più critiche, non lo aveva mai lasciato solo.
Ma Erwin non avrebbe vissuto abbastanza da poter vedere che, anche quella volta, Levi gli sarebbe stato accanto, come aveva sempre fatto negli ultimi dieci anni.
La battaglia titanica stava continuando alle sue spalle quando il caporale arrivò. Tuttavia, il cuore del comandante aveva già smesso di battere quando Levi atterrò affianco a lui, prendendogli la testa con una mano.
L’uomo guardò tristemente l’espressione serena del compagno, incurante della guerra che continuava poco più avanti.
I suoi pensieri tornarono a ciò su cui aveva riflettuto poco prima, sulle spalle di Ondine, e si rese tristemente conto che la vita lo aveva beffato per l’ennesima volta.
Era nato da una famiglia normale, Levi. Avrebbe potuto crescere come qualsiasi bambino, ma i suoi genitori morirono lo stesso giorno e un uomo decise di prenderlo sotto la sua ala. Era cresciuto in mezzo a tante persone che gli volevano bene, Levi. Uno dei suoi migliori amici se n’era andato via prematuramente, ma gli rimaneva ancora Ondine. Tuttavia, poco tempo dopo vide scomparire a uno a uno, nel medesimo giorno, tutto il resto dei suoi affetti, e rimase solo, di nuovo, in una città sconosciuta. Ma ancora una volta venne salvato, inizialmente da un gruppo di criminali, poi da lui, Erwin, la cui vita lo stava abbandonando sotto i suoi occhi. Eppure, non era completamente solo nemmeno adesso che aveva ritrovato Ondine.
Levi si chiese per quale motivo la vita doveva sempre togliergli qualcosa ogni volta che ne trovava un’altra. Questo era uno dei principali motivi per cui aveva paura ogni volta che provava un sentimento quasi simile alla felicità.
Levi lasciò il capo di Erwin, senza smettere di guardarlo. Una volta tornato dal resto della squadra, avrebbe continuato a indossare la maschera gelida che portava da tanto tempo, ma in quel momento non ne aveva bisogno. In realtà, con Erwin non ne aveva avuto bisogno mai. Il comandante aveva sempre avuto la capacità di leggergli dentro, di guardare oltre le apparenze, di renderlo nudo davanti ai suoi occhi.
Levi tremò quando sentì qualcosa di bagnato scendergli sulla guancia.
Il caporale si portò una mano sul viso, rimuovendo quella lacrima che gli era caduta senza che lui se ne fosse accorto.
Da quanto tempo non piangeva? Per quanto tempo si era trasformato in una roccia, abbandonando tutte le sue emozioni, tutti i suoi sentimenti umani?
Per troppo, troppo tempo. Ma mai con Erwin.
Levi si alzò, posando lo sguardo sul luogo della battaglia. Vide il loro salvatore combattere incredibilmente contro il resto dei titani, guardando preoccupato verso la sua direzione.
E finalmente Levi capì.
Il caporale si voltò poi verso la strada che portava all’uscita del villaggio, senza girarsi a guardare nuovamente il cadavere di Erwin. Aveva sofferto abbastanza.
Azionò quindi la manovra tridimensionale, e volò veloce nascosto dagli alberi, mentre il titano cominciava a soccombere sotto gli attacchi degli altri giganti.
Un’ultima lacrima rigò il volto di Levi, che continuò comunque ad avanzare verso la squadra, senza guardarsi indietro.
Grazie, papà.





ANGOLO AUTRICE: Ci ho provato. Ci ho provato a farvi emozionare almeno un pò, ma so di non esserci riuscita. E soprattutto, ho provato a non rendere romantici i sentimenti di Levi ed Erwin. Mi è venuto difficile, dato che sono una fan incallita della ErwinxRivaille, ma credo di esserci riuscita. E ho provato a farvi capire con poche parole che il titano immolatosi per salvare i soldati altro non è che Otto! Sinceramente, su questo non sono sicura di esserci riuscita, perciò ve l'ho detto :') 
Comunque, vi preannuncio che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, quindi l'epilogo. Io... non ci posso credere D: Sono emozionata, lo giuro T.T Sarebbe la prima fan fiction che finisco D: Vabè va, adesso vado a studiare sennò quest'anno manco ci arrivo agli esami. Vi ringrazio per aver letto la storia fino a qui :) Alla prossima!


 
   
 
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