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Autore: PZZ20    20/11/2013    5 recensioni
“Ricordi quel giorno, Vegeta?
Mi dicesti di sparire eppure con quella mano macchiata di sangue mi trattenesti tanto forte da lasciarmi un livido.”
Spero non risulti banale o troppo trita... Bulma e Vegeta, sprazzi del loro rapporto, quando ancora è tormentato.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono in un ritardo tremendo, causa fattori esterni... Spero che questo valga i 10 giorni di attesa e i mille dubbi (di tutte le volte che l'ho cancellata).

Tantissimi auguri J_e.

Scusa se sono così inaffidabile e scostante.

Sei un'amica preziosa e ti ringrazio di tutto.

Bacioni,

Sophya.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Every time i die.

 

Il fiato si fa corto, i muscoli tesi, il cuore martella incessante nel petto, fino quasi a sovrapporsi ai suoi gemiti.

L'orgoglio soffoca un ansito allo stesso modo in cui plasma l'espressione, rendendola un impassibile maschera di strafottenza, mentre la guarda contorcersi e tormentarsi il labbro inferiore nel vano tentativo di resistere alle sue spinte, sempre più poderose. È sopra di lei da quasi un'ora, ormai, ma sembra non dar segni di stanchezza, sembra inarrestabile.

 

Era rientrato sotto una pioggia battente e troppo fredda per quel periodo dell'anno, come se perfino il clima volesse sottolineare la sua sconfitta. Era mancato da casa per giorni, una settimana quasi, e probabilmente aveva dormito nel fango per diverse notti di fila: puzzava e sembrava uno straccio. I vestiti erano logori e sgualciti ma non laceri e sul corpo non presentava ferite né abrasioni; probabilmente non si era allenato.

Non l'aveva degnata di uno sguardo, aveva salito le scale con passo pesante ma silenzioso, tanto che se Bulma non lo avesse visto con i propri occhi, non se ne sarebbe nemmeno accorta; si era chiuso la porta della stanza alle spalle e non ne era più uscito.

 

[Out of strength to fight,
I cannot take another night.
I cannot take it no more,

Senza forze per combattere,
Non posso passare un’altra notte,
Non posso più farcela,]

 

Sai, Vegeta, ho sempre pensato che non ti importasse davvero di nulla.

Per lo meno, eri riuscito a farmelo credere molto bene...”

 

 

Bulma urla, si aggrappa, graffia e gli morde una spalla, mentre la sente contrarsi e tremare. Si ferma per un attimo, un solo istante, per guardare l'azzurro liquido dei suoi occhi colti dall'apice. È dentro di lei, tutto, fino in fondo e preme, per riempirla meglio, per sentirla meglio. Lui ancora non ha finito.

 

[Lust of light slips through my fingers.
Like blood on my arms,
Black candle wax has buried me.

La sensualità della luce scivola attraverso le mie dita.
Come sangue sulle mie braccia,
La cera della nera candela mi ha bruciato.]

 

 

È calda e rossa in viso, colpita dalla fioca luce lunare di mezzanotte, Bulma sembra fiorire ed illuminarsi, come una candela che fende il buio della notte.

Quando lei ricambia lo sguardo, Vegeta arde nel profondo del suo essere e tutto ciò che traspare sono braci dagli occhi ed un ringhio bestiale, famelico e profondo, con il quale la schiaccia ancora più giù sul materasso, sotto di se'.

E di nuovo, torna ad affondarle dentro, quasi con rabbia, ogni colpo di bacino lo riporta sul campo di battaglia, ogni suo sospiro è un affondo nella sua mente, resa debole dalle cosce di Bulma che lo stringono quasi disperatamente.

È in paradiso e all'inferno nello stesso momento.

Le sue debolezze, tutte, e la sua forza, trattenuta per non nuocerle.

Quando lei viene di nuovo, con trasporto ed emozione, le sue lacrime -forse di gioia o forse di dolore, non gli importa- gli bagnano l'avambraccio possente contro il quale lei, ora, sta nascondendo il viso. E a Vegeta pare di morire, risucchiato dal piacere, dallo sforzo e dalla sconfitta. Qualcosa dentro di lui brucia e lo pervade, mentre si svuota -per la milionesima volta, o forse di più- nel ventre della sua donna.

 

Ricordi quel giorno, Vegeta?

Mi dicesti di sparire eppure con quella mano macchiata di sangue mi trattenesti tanto forte da lasciarmi un livido.”

 

 

Era morto, dentro, ancora una volta, l'ennesima da quando era approdato sul quel maledetto pianeta per non andarsene più. Il sacrificio di Kakaroth era un'onta incancellabile, insopportabile; una ferita profonda che gli squarciava il petto all'altezza dell'orgoglio -ormai tanto forte e colpito, da sembrare una parte fisica del suo corpo- che lo stava divorando.

E quella Bulma, quella maledetta Bulma, che tornava ogni sera a tormentarlo. Prima erano stati i suoi occhi, poi la sua voce, le sue movenze, le sue carezze e, alla fine, -quando credeva che sarebbe morto di nuovo, consumato dal desiderio di lei e corroso dall'orgoglio che gli impediva di averla- anche le sue labbra. Quando non aveva più potuto resistere, quando aveva creduto davvero di poter morire soffocato a furia di trattenere il respiro per non sentire il suo profumo; aveva deciso di morire in lei ancora, una volta soltanto. Per perdersi, spegnere la luce in un soffio e cancellare tutto.

L'aveva scacciata, poi l'aveva trattenuta, l'aveva tirata a se, le aveva sollevato la gonna; le mani sul bacino per alzarla e spingerla contro l'armadio, la bocca affamata sulla sua per morderle la carne e soffocarne i gemiti.

Bulma non aveva perso tempo. Gli aveva slacciato i pantaloni, spiccia ed affannata e lo aveva perso così, senza fronzoli né precauzioni, senza preliminari o moine. Se l'era sentito subito dentro e, anche se non era durato a lungo, l'aveva sentito sfogarsi, annegare e morire, soffrendo dentro, fra le proprie gambe. Era stato doloroso, passionale e stupendo.

Proprio come Vegeta.

 

[I`ll let the wind blow out the light,
‘Cuz it gets more painful everytime I die.

Lascerò che il vento spenga la luce,
Perché diventa sempre più doloroso ogni volta che muoio.
Children Of Bodom: Every Time I Die]

 

 

Sai Vegeta, ho sempre pensato che non t'importasse di me.

Com'ero sciocca.

Non capivo che il tuo ostentare noncuranza era in realtà la maschera per camuffare il tuo disperato bisogno.

Ma va bene così, Vegeta, perché ti amo.”

 

 

  
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