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Autore: BlueWhatsername    20/11/2013    11 recensioni
"Si ride delle cicatrici altrui chi non ebbe a soffrir giammai ferita."
[William Shakespeare, Romeo and Juliet]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Adorava il rientro a casa.
Era tutto così profumato e caldo, come se quelle quattro mura potessero davvero chiudere fuori ogni problema della giornata.
Inserì le chiavi nella toppa, delicatamente, facendo scattare la serratura.
Immediatamente adocchiò la luce in cucina, e sorrise, sicuro di trovare un buon piatto caldo ad attenderlo.
L’aria odorava di buono – patate arrosto? – e la tavola era apparecchiata come sempre.
L’orologio appeso sulla porta del salotto segnava le otto, tutto era nella norma.
Tutto, sì… A parte il fatto che nessuno fosse lì ad attenderlo come sempre.
Zayn lanciò lo zaino con i libri dell’università su una sedia, andando poi a spegnere il forno acceso: erano proprio patate quelle da cui proveniva quell’odore che gli stava scombussolando così lo stomaco. Sorrise, spontaneamente, trattenendosi dall’idea di aprire il forno e fregarne una…
… Se fosse stato beccato, gli sarebbe stata tranciata la mano, poco ma sicuro.
Anche se dopo una giornata di lezione all’università, con tanto di pranzo al volo e nemmeno un secondo di pausa, poteva dirsi lievemente stanco, affamato e quanto mai desideroso di un abbraccio.
Ed anche di un bacio, magari, sempre che…
… Sobbalzò, quando un rumore dall’altra parte della casa lo riscosse da quei ragionamenti.
Ridacchiò, interpretando ad orecchio da chi potessero provenire tutte quelle colorite paroline che stavano riempiendo l’ambiente.
E rise ancora più forte quando, giunto sulla porta della camera, vide un qualcosa di davvero poco consono ad una serata che si sarebbe dovuta preannunciare in tanti modi, tranne che in quello: una testa piena di ricci castani e fittissimi era china su quella che pareva un pila disordinata di vestiti, mentre questi venivano gettati ovunque, e sparpagliati, ad una velocità impressionante.
E non che altrove la situazione fosse diversa: pile di magliette, jeans, felpe, calze – Zayn sbarrò gli occhi, trattenendo una risatina isterica – mutande occupavano ogni centimetro quadrato, pareva più un campo di battaglia che non la loro camera.
Cercando di mantenersi lucido e di non ridere – anche se non pareva molto che la sua presenza avesse sortito un qualche cambiamento in quella testa tutta boccoli – tossicchiò, tanto per annunciarsi come si deve.
Improvvisamente, una maglietta lo superò di qualche centimetro sopra la testa, per poco non l’aveva preso direttamente in faccia, pure se chi l’aveva lanciata non sembrava nemmeno essersene accorta.
Zayn ridacchiò, prendendo dal pavimento un paio di calze e tirandogliele addosso, con l’intento di riscuoterla.
E quando queste le precipitarono addosso, successe tutto troppo velocemente perché potesse capacitarsi: un paio di jeans gli arrivarono in faccia, il bottone gli si piantò nella fronte.
Mugugnò un qualcosa di indistinto, mentre li lanciava da parte, un po’ infastidito.
<< Tu non sei una persona normale… >> mormorò, inacidito, muovendo qualche passo verso colei che ancora non lo stava degnando di attenzioni.
La afferrò per un polso, voltandola verso di sé.
E fu a quel punto che Scarlett gli rivolse un’occhiata curiosa, quasi contenta.
Di getto, gli lasciò un bacio delicato, prima di inarcare un sopracciglio.
<< Già tornato? >> gli chiese, sembrava quasi stupita.
Zayn roteò gli occhi al cielo, fingendosi serio.
<< Scusa se ho passato dieci ore della mia vita alla facoltà di architettura, ho pranzato al volo e mi sono quasi ucciso per tornare a casa… Da te… >> sottolineò, premurandosi di calcare quelle parole in modo che il messaggio fosse chiaro.
<< Sì? >> domandò lei, sciogliendo il polso dalla sua presa e spostandosi di qualche metro, per andare a sistemare un’altra pila di vestiti.
Solo in quel momento il ragazzo si rese conto che gli armadi erano spalancati, assieme ai cassetti: notare anche quel particolare lo fece sentire seriamente stupido.
<< Già! >> si mise le mani sui fianchi, sbuffando << Sai che se non avessi spento il forno… >>
Scarlett scattò << … Dio, le patate! Io… >>
<< Non si è bruciato niente, sta’ tranquilla… >> e le sorrise, lui, vedendola rilassare l’espressione << … Piuttosto, che diamine stai combinando?! >> chiese, tentando di non far trapelare alcuna nota isterica nella voce.
Tutto inutile, visto il sorrisino sarcastico che si dipinse sul volto della sua ragazza.
Un po’ strampalata, col cervello tra le nuvole, creativa, impegnata.
L’aveva conosciuta sei mesi prima, quando aveva dovuto cercare un appartamento che fosse vicino alla facoltà di architettura e che, soprattutto, non gli costasse un capitale.
E gli era sembrato più che normale accettare di convivere con quella tipa: dopotutto, l’affitto non era alto, e nemmeno lei era così male – togliendo, ovviamente, le sue manie, tra le quali mettere la musica a livelli indicibili per casa ed a qualsiasi ora, lasciare libri ovunque, attaccare post-it nei luoghi più impensabili, camminare scalza in pieno inverno e così via.
Ed era stato quasi per gioco se si erano baciati, la prima volta, quando, ubriachi entrambi, avevano accettato di giocare al gioco della bottiglia assieme a dei compagni di corso di lei – aspirante infermiera.
Il trucco più vecchio del mondo, ma anche il più efficace, visto che ormai stavano insieme a tutti gli effetti.
Scarlett ridacchiò, volgendosi poi ad un’altra catasta di roba – calzini, presumibilmente, visto le trame a righe che si intravedevano… E lei li portava solo a righe, i calzini, tanto per aggiornare la lista delle sue manie.
<< Visto che non tornavi, ho pensato di mettere un po’ d’ordine… >> si giustificò, lanciando vestiti alla rinfusa, come se stesse cercando chissà cosa.
Zayn sbuffò, divertito: che fosse strana lo sapeva, ma fino a quel punto…
<< Ma sono le otto, dai! Ho fame… >> si lagnò, nello stesso tono di un bambino capriccioso.
<< Attendi due minuti, ho quasi fatto… >>
Quasi?
Sarebbe stato più semplice scalare l’Everest che non rimettere ordine lì dentro in poco tempo.
<< Tanto quelle cataste crollano… >> constatò Zayn dopo un po’, vedendo i vestiti sparpagliarsi a terra, creando ancora più confusione.
Scarlett sbuffò, apprestandosi a raccoglierli per tentare di dar loro una parvenza d’ordine.
<< Se invece di stare lì a blaterare venisse a darmi una mano, magari… >>
<< Scordatelo! Sono stanco >> scandì lui, pungente, con un sorrisino che era tutto un programma; lei si volse, fulminandolo con i suoi occhi scuri, le guance le stavano diventando di un vago color ciliegia << e ho fame, non ho certo il tempo di… >>
<< Sempre il solito scansafatiche! >>
<< Tanto quei vestiti cadranno! >> si lasciò sfuggire ancora, ironico.
Non fece in tempo a dirlo che una pila di maglie particolarmente alta crollò, sparpagliandosi a terra.
Scarlett sibilò qualcosa di poco carino, fulminandolo, mentre guardava tra alcune paia di jeans, nemmeno volesse trovare chissà cosa.
<< E… Oh, anche quelli, ovviamente! >> ridacchiò Zayn, additando una fila infinita di maglioncini che sembrava tenersi in piedi per miracolo.
Quando li vide crollare, sotto gli occhi sgranati di lei e con qualche imprecazione, scoppiò a ridere, piegandosi per tenersi lo stomaco con la mano.
<< Oh, vaffanculo Malik! >> sbottò la ragazza, esasperata, prendendo un paio di pantaloni a caso e lanciandoglieli addosso.
Nuovamente, gli piombarono in faccia, e stavolta per poco non lo accecarono.
<< Ehy! Quanto siamo permalosi… >> la prese in giro, inarcando un sopracciglio.
<< E vendicativi! >> gli ricordò lei, brandendo una calza come fosse una spada.
Zayn fu costretto a darle mentalmente ragione, mentre una risata volontaria gli usciva, vedendo l’ultima catasta di vestiti scivolare giù, scatenando le sue urla di disperazione.
Senza pensarci, raccolse un paio di calza da terra, tirandogliele addosso: queste si impigliarono a meraviglia dei suoi infiniti boccoli castani, facendo sì che la ragazza protestasse ancora più forte, mentre minacciava di fargli non-si-capiva-bene-cosa con un paio di collant particolarmente ricamati.
<< Perché non sparisci, eh Malik? Hai fame?! >> sbottò, collerica << Vai di là e strozzati con la cena! >>
A quelle parole il ragazzo si accigliò, mentre si mordeva un labbro: vederla così indaffarata con quei vestiti – ed anche particolarmente incazzata – gli faceva salire la voglia di avvicinarsi per abbracciarla.
Aveva pensato tutto il giorno a quanto sarebbe stato bello poterla baciare visto che quella mattina non si erano nemmeno incontrati, per colpa di quegli orari stupidi che costringevano Scarlett ad alzarsi all’alba.
<< Se vuoi ti aiuto… >> disse, sicuro, muovendo un passo nella sua direzione, ma lei scattò, puntandolo con uno sguardo poco propenso.
<< Andiamo, stavo solo scherzando… >> tentò di rabbonirla, allargando le braccia, in un esplicito invito a lasciarsi stringere.
Scarlett sibilò, stizzita, voltandosi nuovamente, offrendo visuale del ragazzo i suoi capelli ricci ed il retro di quel pigiama bianco e viola che indossava – uno dei suoi tanti pigiami a righe, o in quel modo o niente, lui lo sapeva bene.
<< Non me ne frega un cazzo dei tuoi modi da orsacchiotto pulcioso, d’accordo Malik? >> mise in chiaro, con voce dura << Sai perché diamine sto facendo questo lavoraccio proprio ora, eh? Perché non ho mai tempo, va bene?!  >> sbuffò, con la voce che le tremava << Tra l’università, la spesa, la cose da fare a casa, e poi… >>
<< Ma Scar, se me l’avessi detto… >>
<< Lascia stare! >> lo bloccò lei, soffiando su un boccolo particolarmente ribelle che le ricadeva costantemente sugli occhi; abbottò le guance rosse e sbuffò, facendoselo arrivare sulla fronte, ma senza risultato che vederlo ricadere giù nuovamente.
Zayn ridacchiò, andando a toglierle di mano i vestiti che aveva e stringendosela contro.
Lei si contorse un secondo, prima di placarsi e mugugnare qualcosa contro il suo petto.
<< Mi divertivo più una volta, sai? >> le confessò lui all’orecchio, dopo un po’, mentre le attorcigliava i ricci con le dita.
Quel contatto la fece fremere, sollevò il capo, per guardarlo dritto negli occhi.
<< Sei ubriaco? >> gli chiese, facendolo scoppiare a ridere di gusto.
Zayn scosse la testa, portandole un boccolo castano e lucido dietro l’orecchio.
<< Intendevo dire che c’era una volta che quando tornavo a casa tu eri pronta ad accogliermi con degli scherzi niente male… >>
Fu il turno di Scarlett di ridere << Eh?! >>
<< Dai, non ci credo che non lo ricordi! Tipo quando… >>
La ragazza lo spinse indietro, con un ovvio cipiglio di disapprovazione.
<< Vai a strozzarti con la cena, Malik. E lasciami finire! >> e si volse, ridacchiando tra sé e sé.
Zayn rimase impalato, valutando o meno l’idea di assecondarla o di darle una mano.
E fu in quel momento che un sorrisetto gli attraversò il viso, insieme all’idea che – sicuramente – gli avrebbe portato più male che bene.
<< E… Se non volessi? >> canticchiò, volutamente provocatorio.
<< Cosa? >> chiese lei, occupata a ripiegare una camicia a quadri uscita da chissà dove.
Per tutta risposta lui la serrò da dietro, e così all’improvviso da farla urlare.
Le strinse la vita con un braccio, mentre con l’altra mano le tappava la bocca.
Scarlett emise un urletto strozzato, valutando o meno l’idea di sferrargli una gomitata – come se poi sarebbe comunque servito a qualcosa, visto che in quanto a forza fisica sarebbe stato come pretendere che una mosca facesse male ad un tirannosauro.
E quando lo sentì chinarsi in avanti a mordicchiarle il collo, per poco non si strozzò con la saliva.
<< Ma sei… Folle?! >> riuscì a dire, quando lui decise che era meglio lasciarla respirare normalmente << Lasciami subito, Zayn! >>
Il ragazzo mugugnò contro la sua pelle, soffiandoci sopra.
Scarlett scalciò un poco, riuscendo a spingerlo indietro.
Respirò a fondo, mentre sentiva che il sangue le era arrivato fin al cervello, lasciando sulle sue guance un marcato – nonché evidente – tono di carminio acceso.
Non che fosse una sprovveduta, né tantomeno era timida, solo… Il modo che aveva lui di fare o di lanciarle occhiate, anche involontarie, la metteva in seria difficoltà.
E contro il suo stesso carattere, per giunta.
Era una lotta con la propria anima, e questa cosa Scarlett  non riusciva proprio a concepirla.
Lo sorpassò, mentre lo sentiva ridacchiare, divertito.
E fu per pura fortuna se riuscì a scorgere, con la coda dell’occhio, come Zayn le stava andando dietro, nello sguardo scuro e provocatore quella chiara tonalità che non faceva presagire mai niente di buono.
Accelerò il passo, entrando in cucina, mentre lui le era dietro di nemmeno un passo.
Istintivamente aprì il rubinetto, bagnandosi la mano e scagliandogli contro qualche goccia d’acqua che andò a colpirgli la maglia.
Zayn si bloccò, preso in contropiede.
Scarlett, una mano sul pomello del rubinetto ancora aperto e l’altra tesa in avanti, lo fissava severamente.
<< Erano scherzi quelli che volevi, no?!  >>
Il ragazzo inarcò un sopracciglio, aggrottando la fronte.
<< Sei stato accontentato, visto? >> lo sbeffeggiò lei, sorridendo in quel modo impudente che le riusciva così bene.
Un classico.
Zayn ricambiò il suo sorriso, non attendendo nemmeno una risposta: la agguantò per il collo, sicuro di non farle male, e le spinse la testa sotto al rubinetto aperto, premurandosi di stringerla tra sé ed il lavandino, mentre le teneva i polsi dietro la schiena.
La sentì dibattersi un poco, ed anche mangiarsi le parole, mentre l’acqua le scorreva sui ricci, bagnandoli del tutto, costringendola a chiudere gli occhi, per non accecarsi.
Quando decise che era abbastanza la mollò, distaccandosi di qualche metro e ridendo.
Scarlett rimase a testa in giù per qualche secondo, mentre annaspava per chiudere il rubinetto.
Sentirlo così entusiasta di sé le creava non pochi problemi di autocontrollo.
E per una cosa in particolare…
… Come aveva osato Zayn Malik trattare in quel modo quei suoi capelli così ricci e morbidi e immacolati che lei teneva con la stessa cura di una pietra preziosa?!
Scattò in su, i capelli bagnati ormai non avevano più una piega, stavano così penzoloni e tanto disordinatamente attorno al viso che non seppe davvero come le stava riuscendo bene il trattenersi dallo strangolarlo all’istante.
Gli puntò un dito contro, mentre il ragazzo di metteva una mano sulla bocca per non ridere troppo forte.
<< TuIoCome… >> ringhiò, incollerita.
<< Dai, tesoro, un colpo di phon e passa la paura, no?! >> rimbeccò lui, sarcastico: vederla così irrequieta era assai divertente, specie per la grande capacità che aveva Scarlett di progettare scherzi, ma poi di non accettare che le venissero ritorti contro.
Pure se maggiore era la sua propensione a cambiare umore ogni tre secondi, a sparare battutine taglienti o lanciare cose.
L’ultima era davvero la sua specialità, oh sì.
<< Te lo do io il colpo di phon! >> sbraitò, superandolo e sbattendosi la porta della cucina alle spalle.
Zayn prese un bel respiro, facendo per calmarsi, pure se le risa lo scossero nuovamente, costringendolo a sedersi.
Si prese un bicchiere d’acqua, sospirando, asciugandosi le lacrime del troppo ridere.
E quando gli parve opportuno si incamminò in corridoio, scorgendo la porta del bagno aperta e Scarlett che armeggiava con il phon, la testa lievemente inclinata per controllare allo specchio che ogni boccolo si formasse esattamente come prima della sortita sotto al lavandino.
Si appoggiò allo stipite, scrutandola con interesse.
Lei lo notò con la coda dell’occhio, ma non fiatò, troppo impegnata ad imprecare mentalmente per il modo in cui i capelli si stavano lisciando, inspiegabilmente.
<< Sono fradicio per colpa tua… >> disse Zayn, di punto in bianco, assumendo un’espressione scioccata.
Scarlett gli rivolse uno sguardo bieco, sibilando qualcosa come ‘vatti a strozzare con le patate, fai una cortesia all’intera umanità’.
<< Non ti senti nemmeno un po’ in colpa? >> perseverò il ragazzo, fintamente offeso.
<< No. >> sbottò lei, scuotendo la testa davanti allo specchio, mentre le veniva da piangere per il modo in cui i boccoli sembravano non volersi affatto formare sulla sua testa << Ehy… Che stai facendo?! >> quasi non si strozzò, quando vide Zayn togliersi la maglia che indossava << Esci. >> sibilò, contrariata.
Lui sogghignò << Mi metto qualcosa d’asciutto, per colpa tua avrò una polmonite. >> e sparì dalla sua visuale, diretto in camera.
<< Gnegnegne… >> abbaiò Scarlett, velenosa, spegnendo il phon e tentando di aggiustarsi i capelli con le mani.
E quando si rese conto che lui le era alle spalle – con indosso una stupidissima maglietta di Topolino, tra l’altro – tentò di rifilargli una gomitata, ma senza molto successo.
<< Eh sì, vedi? >> Zayn sospirò, con finta serietà, fissandola attraverso lo specchio del bagno << Oggi vogliono restare lisci! >> e fece per prenderle il phon dalle mani.
Scarlett agì fulminea, voltandosi e lanciandoglielo letteralmente sul petto, con tutta la forza che possedeva.
Lo superò nuovamente, imprecando qualcosa tra i denti, mentre lui ridacchiava.
<< Lo sapevi bene che i capelli non dovevano essere turbati! >> sbottò, inviperita, deviando bruscamente direzione e fiondandosi in salotto.
Si sedette sul divano, nella classica posizione che teneva sempre quand’era nervosa: braccia e gambe incrociate e sguardo alla televisione – spenta.
<< Te li asciugo io… >> soffiò una voce al suo orecchio, facendola sobbalzare.
Zayn scoppiò nuovamente a ridere, mentre la vedeva sollevarsi dal divano, per sedersi su una poltrona.
Repentinamente la seguì, accovacciandosi sul bracciolo.
Scarlett sbuffò, tornando al divano, seguita subitamente dal ragazzo.
La cosa andò avanti per un buon quarto d’ora, tra occhiatacce di lei e battutine stupide di lui, finché Zayn non si vide arrivare addosso un cuscino.
<< Dio, la pianti?! Ti costa tanto fare il serio? Lo sai che i miei capelli… >>
<< Lo so. >> la freddò lui, sorridendo.
Scarlett fremette, sentendo l’impulso di ridere a quella sua faccia da emerito idiota.
Si trattenne, superbamente ostinata a non dargliela vinta… Lui e quei suoi modi da bambino.
Gli mollò, invece, un pugno sul braccio, imprimendoci quanta più forza potesse.
<< Ah sì, lo sai? Se lo sai, non farlo più, non sono obbligata a sopportarti! >>
Lui inarcò un sopracciglio << Eppure mi sopporti. >>
<< Forse perché non ho niente di meglio da fare! >>
Zayn trattenne una rispostina tagliente, stringendosi il labbro tra i denti.
<< Dai, su! Parla! >> lo incitò lei, sicura, avendogli letto l’incertezza negli occhi << Non avrai paura di vederti lanciare addosso anche altro, vero?! >>
Zayn strinse le labbra, squadrandola con una chiara luce derisoria negli occhi.
<< Coglione… >> sibilò allora Scarlett, accendendo la tv e cominciando a fare zapping.
Il silenzio era interrotto solo dalle chiacchiere di uno stupido reality e dallo stomaco di Zayn, ormai così contratto dalle fame da fare male.
<< Dai, perché non vai a cenare? >> soffiò lei, d’improvviso << Le patate saranno abbastanza bollenti da pelarti la lingua, no?! >>
Il ragazzo trattenne una risata, osservando il modo in cui i capelli le si stavano arricciando a poco a poco, le guance arrossate quasi scintillavano, gli occhi scuri brillavano.
<< Che c’è? Non hai più fame? Beh, ti conviene mangiare ora perché da domani sera la cena te la prepari da solo visto che io sarò sicuramente impegnata a finire di mettere a posto i vestiti di là… Se mi avessi lasciato finire, cretino! >> disse ancora Scarlett, e pareva più che stesse ragionando da sola, piuttosto che aggredirlo apertamente.
Lentamente le si accostò sul divano, azzardando ad appoggiare il braccio sullo schienale, quasi in una timida richiesta di riappacificazione.
Solo all’ultimo deviò, spostando il palmo della mano aperta sulla testa di lei.
Scarlett sobbalzò, voltandosi a scrutarlo con gli occhi socchiusi.
<< Come può entrare tutta questa rabbia in te? Sei così piccina! >> le mormorò, ad un centimetro dal naso.
E senza preavviso si accostò, posando le sue labbra su quelle di lei.
Il contatto fu incisivo, deciso, bollente, ma non servì a niente, visto lo schiaffò che lo colpì nemmeno dieci secondi dopo, in piena guancia.
Scarlett gli mollò uno spintone, sollevandosi in piedi come una furia.
<< Allora sei davvero un idiota, eh?! Non hai sentito, forse?! Domani la cena te la prepari da solo, cortesemente dormi sul divano – e questo l’ho deciso adesso perché mi va! – e… >>
Zayn sgranò le palpebre << Ma, amore, dai… Stavo scherzando! Ti pare che… >>
<< … Ah sì! Dimenticavo di dire che puoi anche andartene a fanculo, mmh? >> concluse Scarlett, dirigendosi a passo spedito verso la camera da letto: scalciò via un paio di pantaloni sulla porta e se la sbatté dietro, facendo rimbombare il muro.
Il ragazzo deglutì, sconvolto.
Sbatté un paio di volte le palpebre, mentre la guancia gli bruciava per quello schiaffo (im)prevedibile, ed il sangue gli aveva raggiunto la pianta dei piedi per lo sbalordimento.
Lo stomaco gli si contrasse per la fame.
Pure se non ne era sicuro.
Non totalmente, almeno.
 
 
 
 
Le patate erano state ottime, almeno dall’odore.
Peccato che non ne avesse assaggiata nemmeno una, alla fine.
Aveva passato mezz’ora a decidere se mangiare o meno, se bussarle o meno.
O se uscire direttamente di casa, per evitare di essere ucciso del tutto.
C’erano state volte in cui avevano litigato, anche peggio di come avevano fatto poco prima, ma mai Scarlett si era chiusa in camera come una bambina capricciosa.
Anzi, era più facile che lanciasse qualcosa o che rispondesse a tono, con quel suo solito modo di prendere in giro, che non che si abbattesse, lasciando agli altri l’ultima parola.
Ed il bello di discuterci era proprio questo, penso Zayn sconsolato mentre sorseggiava un goccio di birra che gli faceva solo bruciare ancora di più lo stomaco, che ti stimolava a fare di più, a dare di meglio, come se quella sua lingua biforcuta avesse continuamente bisogno di essere in allenamento.
Sospirò, guardando verso la porta chiusa della camera.
Chiuse gli occhi, mentre sentiva i piedi muoversi da soli.
Quando vi si trovò davanti, alzò timidamente la mano sul legno, bussando con ben poca convinzione.
E quando non ottenne risposta, ritentò, mentre il panico lo assaliva.
Abbassò la maniglia, socchiudendo piano la porta: la luce era accesa, i vestiti ancora completamente sparsi per il pavimento, gli armadi ed i cassetti aperti, ogni cosa era come l’aveva vista fino a prima.
E Scarlett era sul letto, di spalle rispetto a lui, la schiena tremava, dei suoni attutiti giungevano dal cuscino che teneva stretto a sé.
Zayn si sentì stringere al petto da una morsa gelida, mentre si apprestava a salire sul letto e a stendersi vicino a quel corpicino che singhiozzava al ritmo del pianto che lo stava scuotendo.
Si morse un labbro, valutando o meno l’idea di voltarla verso di sé.
<< Non ti sei strozzato con la cena?! >> una vocina roca e bagnata di lacrime lo raggiunse, sorrise istintivamente davanti alla tenacia che vi leggeva dietro a non voler perdere terreno.
Si decise ad abbracciarla, passandole un braccio sotto al seno e incastrando le dita con quelle di lei, mentre con la mano libera le accarezzava piano i boccoli formati a nuovo, il castano risplendeva di una tonalità fulva, era lucido.
<< Non hai niente di meglio da fare?! >> chiese ancora lei, con tutto l’intento di calmare il pianto, ma ottenendo solo l’effetto contrario.
Zayn ridacchiò, scoccandole un bacio leggero tra i capelli, cosa che ebbe solo l’effetto di farla tremare e raggomitolare ancora di più.
<< Stai piangendo, mi pare evidente che il mio posto sia questo. >> rispose, cautamente, mentre lei gli stringeva le dita con talmente tanta forza da fargli quasi male.
<< Sto benissimo… >>
<< Davvero? E allora per cosa piangi? Perché non trovi l’ordine esatto dei tuoi calzini a righe?! >>
Scarlett sbuffò, singhiozzando.
<< Se te la sei presa per quei dannati vestiti, io stavo scherzando e… >>
<< Zayn… >>
<< … Beh, anche per i capelli, lo sai che mi piace farti arrabbiare, ma adoro i tuoi capelli, davvero! Non farei mai… >>
<< … Zayn… >>
<< … E beh, non ho nemmeno assaggiato le patate, veramente! Sicuramente erano buonissime, visto che le hai cucinate tu e… >>
<< … ZAYN… >>
<< … Non devo davvero farmi la cena da solo, domani sera vero?! E posso dormire qui, no? E… >>
<< … ZAYN MALIK. >> ringhiò Scarlett tra le lacrime << Ce la fai a stare zitto?! Nemmeno quando sto così male la pianti di fare lo scocciatore! >> e singhiozzò ancora, affondando la testa nel cuscino che stava tenendo stretto.
Il ragazzo sorrise, respirando nei suoi capelli.
<< Ti scuso… >> sussurrò poi, flebile << … Tu scusi me? >> chiese, mentre Zayn se la stringeva ancora di più addosso, incastrando un suo ginocchio in mezzo alle sue gambe.
<< Solo se non mi tiri più niente addosso! >> le sussurrò all’orecchio, scoccandole un leggero bacio sulla guancia.
La ragazza sorrise, sospirando.
E poi lentamente, sciolse la mano dalla sua per portarsela dietro al collo: si afferrò con delicatezza i capelli, spostandoli di lato e scoprendo il collo alla visuale di lui.
Zayn trattenne il respiro, osservando come, proprio all’attaccatura dei capelli una cicatrice si dipanasse orizzontalmente, marchiandole la pelle chiara e liscia, doveva essere stata il risultato di molti punti di sutura.
La gola gli si seccò, mentre ci passava con delicatezza le dita, quasi con timore di sentirla urlare dal dolore.
Scarlett strinse i denti, mentre le lacrime le rigavano le guance.
Non mostrava mai quel punto particolare di sé, come non permetteva ad anima viva di toccarla lì o di sfiorarle i lunghi boccoli castani, che servivano a coprire quella cicatrice che poco le piaceva.
Non ricordava che nessuno l’avesse mai toccata lì, forse solo il medico quando le aveva tolto i punti, e nemmeno Zayn se n’era mai accorto in quei mesi di convivenza e amore.
Nemmeno quando prima l’aveva afferrata dietro al collo e l’aveva spinta sotto il rubinetto aperto, con ogni intento tranne quello di farle male.
Ma ora che la vedeva con i suoi occhi, quella cosa, gli parve chiare che il dolore fisico non c’entrava un bel niente con la reazione di Scarlett.
Senza pensarci si avvicinò al suo collo, sfiorò col naso l’attaccatura dei capelli, il profumo di ciliegio del suo shampoo lo fece fremere, ma ancora più dolce fu il contatto tra le sue labbra e quel punto di pelle ricucita e sensibile, talmente tanto che alla ragazza sfuggì un gemito intenso, mentre gli stringeva nuovamente la mano.
<< Non mi piace… >> sussurrò, tirando su col naso << … Io… La odio. >> sibilò poi, tremando.
<< Come te la sei fatta? >> domandò lui, voltandola verso di sé, guardandola dritto negli occhi.
Scarlett scosse il capo, avvicinandosi per godere del suo respiro bollente.
Poggiò le labbra sulle sue, dolcemente, fu un qualcosa di appena accennato, ma valse più di ogni contatto potessero avere in quel momento.
<< La odio… >> soffiò ancora, gli era così vicino che i loro respiri si fondevano.
Zayn le accarezzò una guancia, spostandole indietro i ricci un po’ troppo ribelli che continuavano a caderle sulla fronte.
<< In realtà, mi dà fastidio. La detesto, è una di quelle cose di me che proprio odio, preferisco il mio essere lunatica o la mia cocciutaggine, o qualsiasi altro difetto io possa avere… >>
<< Non è un difetto, Scar… >>
<< … Ma questa cosa qui… Mi fa sentire male. Come se avessi per forza un segno che mi dice che sono diversa, e io non voglio… Non voglio perché… >>
Ma non proseguì, zittendosi all’istante quando lui le pose un dito sulle labbra.
Sorrise, posando la bocca sulla sua, mentre le accarezzava cautamente un braccio.
Le sue dita corsero su, ad intrecciarsi nei suoi boccoli castani.
Scarlett trattenne il respiro, ricambiando lo splendido sorriso di lui; brividi bollenti le corsero lungo la schiena non appena sentì la mano del ragazzo andare a posarsi all’attaccatura dei capelli, lì dove la cicatrice sembrava quasi scottare, sotto il suo tocco gentile e calcolato.
<< Scar, ascoltami… >>
<< No, ascoltami tu! >> lo bloccò lei, trattenendo un singhiozzo in gola << Io, non so perché non te l’ho detto prima e… Vorrei davvero non sentirmi così male al pensiero di quella cosa che ho lì dietro, ma… Non lo so, non mi piace! È brutta, la odio! >> sibilò, gli occhi grandi e lucidi << Come se qualcuno avesse per forza voluto rovinare… >>
<< Non c’è niente di rovinato! >> sussurrò Zayn, avvicinandosi tanto da poggiare la fronte contro la sua << Ascoltami, Scar… Non è una cicatrice sul tuo corpo a cambiare quello che tu sei davvero, no? Non sono quelle cicatrici a fare la differenza… >> e le lasciò una bacio sul naso, scendendo delicatamente fino al mento, mentre la ragazza tremava, sotto le sue labbra << … Sono altre che cambiano ogni cosa, e lo sai… >> e la sua mano scese piano lungo il collo, fino a poggiarsi sul suo petto, il cuore di Scarlett gli rullava contro con un ritmo quasi animale.
<< Quante ragazze hai convinto con queste frasi ad effetto, eh? >> scherzò lei, con voce tremante.
Pure se le si leggeva negli occhi la ritrovata luce impertinente che la caratterizzava.
<< Nessuna che valesse la pena convincere. >> confessò Zayn, con una magistrale alzata di sopracciglio.
Scarlett annuì, come per riflesso, poi sorrise.
<< Non mi piace questa cosa… >> ripeté, portandosi una mano dietro al collo e spostando i capelli a coprirglielo di nuovo.
<< Ma è parte di te… >> mormorò lui, convinto << … Quando scegli di amare qualcuno, non decidi cosa ti piace o cosa no… Lo ami nella totalità, no? E… >>
<< Ma… >>
<< Avevi paura che a me non piacesse, mmh? >>
<< Chi ha detto che io ti amo, Malik? >>
Si fissarono un momento in silenzio, mentre le loro dita si andavano ad intrecciare automaticamente.
<< Non prendere in giro, probabilmente non sai nemmeno che significa portarsi dietro una cosa simile! >> si lamentò lei, tentando di non dare conto al battito acceleratissimo del cuore.
<< Le cicatrici fuori guariscono, Scar, sono le altre che stentano a farlo… >> le suggerì Zayn, nell’orecchio, stringendola in un abbraccio.
Il calore che ne trapelò la rilassò, persino lo sfregio dietro al suo collo pareva bruciare meno.
Col tutto si sarebbe affievolito.
Assieme al resto.
 
 

 
 
 
SPAZIO AUTRICE.
Salve care :3
Sì, lo so. Ho pubblicato una OS da poco, ma… Boh, questa l’ho buttata giù interamente oggi, mi ronzava per la testa e quindi. Niente, sta qua.
Fondamentalmente è pure senza senso, però… Avevo la necessità di scriverla LOL
 
Ah sì, lui è il mio grande modello, mi spiace, SOFFRITEMI.
Quindi, grazie Zayn per darmi sempre queste idee cretine.

 
Per il resto, ciao.
<3
 
P.s.: il titolo, Scar, si riferisce sia al diminutivo della protagonista [che si chiama appunto, Scarlett] sia al fatto che in inglese, significa ‘cicatrice’.



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Scusate, dovevo metterla.

 
  
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