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Autore: Hendy    21/11/2013    0 recensioni
“Riesci ad usare la tua abilità ora?”
Mikoto allora prese un respiro profondo. Aprì il palmo della mano e cercò di concentrarsi, chiudendo gli occhi. Con suo grande dispiacere però, riuscì solo a creare una piccola sfera di energia, prima che un capogiro prendesse il sopravvento su di lei.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Uaah” Mikoto sbadigliò.
Si era svegliata da pochi secondi e già voleva tornarsene a dormire. Il calore delle coperte era così confortevole. Provò a riaddormentarsi ma senza successo, perciò decise di alzarsi.
“Buongiorno Kuroko” disse con voce assonnata, rivolta alla sua compagna, ma nessuna risposta venne dalla ragazza. Si guardò intorno e vide che Kuroko effettivamente non c’era. Nel tavolino c’era un bigliettino con su scritto:
“Torno più tardi, non ti preoccupare - Kuroko”.
“E questo che diavolo significa?” disse Mikoto lanciando un’occhiataccia al foglio.
La Railgun aveva capito da un pezzo che Kuroko le stava nascondendo qualcosa… e ora aveva un brutto presentimento al riguardo. Mentre si stava vestendo, chiamò Kazari.
“Uiharu, sono io. Dove ti trovi ora?”
“Eh? Ah, sto andando in ufficio, perché?”
“Troviamoci lì.”
Senza dare spiegazioni in più, staccò la chiamata, prese un paio di monetine dal salvadanaio e si precipitò fuori dal dormitorio. Come un razzo, raggiunse Kazari e le chiese subito chiarimenti.
“Allora, che sta succedendo?” disse Mikoto con il fiatone.
La più giovane la guardò un po’ spaesata, non avendo ancora capito l’argomento del discorso. Mikoto colse la sua confusione, fece un respiro profondo e riiniziò.
“E’ da un paio di giorni che mi nascondete qualcosa, e come se non bastasse, Kuroko passa più tempo fuori che al dormitorio. Ogni volta che torna a casa torna sempre più malconcia e sparisce in bagno per ore. Deduco che abbiate scoperto qualcosa riguardo l’uomo mascherato che ci ha attaccato.”
“Beh, si…” infondo non si potevano nascondere molte cose alla Level 5.
“E’ andata a caccia di questo qua? Così conciata?”
Il silenzio della ragazza confermò i suoi sospetti.
“Accidenti. Quell’idiota. Chi era quel tipo? Dov’è andata?”
E così Kazari le raccontò tutto. Chi era l’uomo mascherato, in cosa consisteva la sua abilità, cosa aveva fatto Kuroko nell’ultimo periodo e le sue intenzioni. Dopodichè Mikoto partì alla sua ricerca.
Girò per i vicoli del sobborgo dove avrebbe dovuto trovarsi Kuroko e questo Mamoru. Non aveva indicazioni precise, perciò non le restava altro che andare ‘a naso’ e cercare qualche traccia.
“Accidenti, è come essere in un labirinto.”
Ad un certo punto però sentì uno scoppio in una zona lì vicino..
Una bomba? Veniva da qui vicino… Che sia…”
Girò l’angolo e si ritrovò in un parco deserto e devastato. La nube di sabbia causata dalla bomba era ancora visibile… vide un uomo sanguinante a terra, privo di sensi, e, non molto più distante da lì, un altro uomo mascherato in piedi davanti ad una ragazza con i codini accasciata al suolo.
Kuroko?!”
La rabbia si impossessò di lei. Prese una delle sue monetine e la lanciò in aria…
“Bene, ora puoi dire addio a questo mondo.” Disse l’uomo mascherato…
Ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, il piccolo pezzo metallico toccò le dita dell’Electromaster, che lo lanciò in direzione dell’uomo, creando un fascio di energia potentissimo il quale spezzò la sua maschera e lo fece indietreggiare, confuso dall’evento appena successo.
“Toccala ancora… e giuro che ti ammazzo!” urlò.
Una serie di scintille scaturirono dal corpo di Mikoto, ora più furiosa che mai.
Kuroko aveva una piccola ferita sulla testa da cui scendevano  gocce di sangue e, al vederla, probabilmente aveva anche qualcosa di rotto.
“Allontanati subito da lei, bastardo!”
La Railgun lanciò un fulmine in direzione dell’uomo che per schivarlo balzò all’indietro. La ragazza raggiunse la Teleporter e le si affiancò, senza però distogliere lo sguardo da quell’essere che le aveva fatto del male.
“Sei una stupida!” la rimproverò Mikoto.
“Onee-sama, non dovresti essere qui.”
“Nemmeno tu, Kuroko...” La frase continuò con un tono sinceramente preoccupato “…Stai bene?”
“Ora sì…” sorrise di rimando.
“Non ti muovere, mi sbarazzerò di lui e ti riporterò indietro.”
Detto questo si alzò e guardò minacciosamente l’uomo, ora privato dalla maschera.
“Te la farò pagare per questo.”
“La Level 5 della Tokiwadai. Sarà un onore combattere con te, nonostante io sia solo un Level 4. Oh ma come siamo arrabbiati oggi.”
Mikoto lanciò una scarica elettrica che venne deviata da una barriera di fuoco.
“Si, hai ragione. Sono arrabbiata. Anzi, sono incazzata perché quella stupida pensava di nascondermi tutto, perché un bastardo come te ha osato sfiorarla con le sue sudicie mani, e con me stessa. Perché tutto è cominciato a causa mia.”
“Ma non farmi ridere!”
Subito dopo, delle palle di lava si scagliarono contro la ragazza, la quale prese Kuroko e si allontanò usando l’elettricità per aumentare l’accelerazione del suo scatto. Seguì qualche secondo di pausa in cui iniziò a piovere a dirotto. Mikoto aveva appoggiato la sua compagna a ridosso di un albero e con l’uso della sabbia del terreno e della sua elettricità, si era creata una spada, preparandosi ad attaccare l’avversario. Appena un lampo sopra di loro apparve, i due si scagliarono uno contro l’altro. L’uomo schivava agevolmente gli attacchi di Mikoto, la quale, per ribaltare la situazione, trasformò la sua spada in una frusta e riuscì a colpirlo in pieno petto, scaraventandolo una decina di metri più indietro.
“Ne vuoi ancora o ti arrendi?” disse minacciosa Mikoto.
“Non mi hai fatto nemmeno il solletico.”
Dicendo questo, formò un vortice di fuoco che lanciò contro la ragazza. L’Electromaster non si mosse e ne venne travolta.
“Ti ho presa ragazzina! Brucia in mezzo alle mie fiamme!!”
Si accorse troppo tardi che Mikoto non stava subendo nessun danno. Creando una barriera di sabbia ed elettricità, era rimasta illesa e si era preparata a scagliare un’altra volta il suo attacco migliore. Il Railgun comparse dalle fiamme del vortice e colpì il terreno di fronte all’uomo, che venne scaraventato un’altra volta a terra.
Ma poi un clik… e un altro boato divagò nell’aria.
Il nemico aveva fatto scoppiare un’altra bomba che aveva formato un’altra nube di sabbia. Un rombo di tuono si sentì arrivare dal cielo.
Grazie ai buoni riflessi di Mikoto, la ragazza era riuscita ad allontanarsi abbastanza da non subire l’attacco diretto della bomba, ma l’onda d’urto che seguì la fece volare a terra. Alzandosi, si guardò intorno.
“Kuroko..!”
La Teleporter aveva probabilmente ricevuto una botta in testa ed ora, era priva di sensi.
“Ora ti uccido davvero...” sussurrò la ragazza che ormai stava perdendo ogni briciolo di lucidità, in preda alla rabbia.
Una risata si levò nell’aria. L’uomo era ancora vivo. Altre scintille scoppiettarono intorno a Mikoto. Si diresse verso il nemico che a malapena si reggeva in piedi, e gli diede un pugno dritto in faccia. L’uomo però non smise di ridere. Lo prese per il colletto della maglia ma prima che potesse fare qualcosa, una terza voce si levò nell’aria.
“Io non lo farei se fossi in te.”
Mikoto si voltò di scatto. Un altro uomo, occhialuto e con indosso un camice bianco, stava puntando una pistola contro Kuroko.
“A meno che tu non voglia che la tua amica qui presente muoia, ovviamente.”
All’Electromaster si gelò il sangue nelle vene. Lasciò la presa sull’Esper nemico e guardò attentamente il nuovo arrivato. Dall’apparenza si poteva dire che era uno scienziato.
“Capo! E’ arrivato finalmente.”
“Taci, Nakamura.. Piacere di conoscerti Railgun della Tokiwadai, sono Onigara Kyosuke.”
Un altro lampo apparve sopra le loro teste.
“Che cosa vuoi?” urlò Mikoto allo scienziato.
“Consegnati a me, Misaka Mikoto, e la lascerò viva.”
“Come faccio a fidarmi di uno come te?”
“Credo di non poterti dare assicurazioni certe. Ma posso dirti che non abbiamo bisogno di lei, ci interessi solo tu.”
“Hm? E che volete da me?”
“Ti verrà spiegato a tempo debito.”
Lo scienziato allora lanciò delle manette a Nakamura.
“Avrai la mia parola. Se ti consegnerai a noi, lasceremo in pace la ragazza.”
E così dicendo, allontanò la pistola da Kuroko. Mikoto parse riacquistare un briciolo di ragione.
“Ho capito.”
Mikoto si lasciò mettere le manette. Il nuovo arrivato prese dalla giacca una radiolina e l’accese. In quel momento il suono, ormai tremendamente familiare, riecheggiò nell’aria.
“E questo che significa?” gli urlò contro la ragazza.
“Mi devo assicurare che tu non usi i tuoi poteri…e ora…” puntò la pistola contro la Level 5.
“E’ ora che tu vada a nanna.”
Mikoto venne colpita alla spalla, in un vano tentativo di schivare il colpo, e si accasciò a terra, con le mani dietro la schiena bloccate dalle manette. Iniziò a sentire una certa sonnolenza intorno al suo corpo, e il suono sempre più distante… Lo scienziato le si avvicinò sogghignando.
“Semplice sonnifero, non ti preoccupare.”
E detto questo, L’Electromaster si addormentò…
  
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