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Autore: danyazzurra    21/11/2013    3 recensioni
E se un giorno un giovane ragazzo di vent' anni arrivasse e preannunciasse una nuova guerra magica? e se nessuno conoscesse davvero quel ragazzo? e se le cose non fossero esattamente come appaiono?
Ennesima Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che proviate a leggere e che mi farete sapere !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Draco guardò Pegasus con la coda dell’ occhio.
Stavano camminando indirizzati verso Diagon Alley, ma lui non sembrava affatto turbato, anzi, camminava con lo sguardo fisso davanti a sé e l’espressione quasi assente, mentre con la mano sinistra si stuzzicava il bracciale di cotone nero che aveva al polso destro.
“Oh, porco Godric “ affermò Draco, arrestandosi sul posto “sei il figlio di Luna Lovegood” affermò con l’espressione negli occhi di chi avesse appena ricevuto un’illuminazione.
“Chi?” chiese Pegasus, ma Draco non si fermò”ma io la denuncio. Scorpius è maggiorenne, ma sono sicuro che esista qualche regola per l’età…”
“Nonno”
“Deve esistere. Mi dispiace, ma tu non nascerai”
“Draco!” Pegasus non capì se l’espressione di confusione che lesse nel volto di suo nonno fosse per tutto quello che stava succedendo, per il fatto che avesse urlato o per il fatto che si stava abituando ad essere chiamato nonno e fosse rimasto di sasso sentendosi chiamare Draco.
“Puoi calmarti perché non so neanche chi sia Luna Lovegood” lo confortò Pegasus e Draco storse la bocca.
“No, non lo sei. Lei non urla, ad esempio” convenne Draco “mai, è troppo sognante per farlo” continuò e Pegasus sorrise “bene, adesso che siamo tutti più tranquilli possiamo andare?” gli chiese “ci sarebbe un mondo da salvare” lo rimproverò.
Draco sbuffò “lamentoso e con la convinzione di essere l’unico a poter salvare la situazione” strinse gli occhi, guardandolo più attentamente “se non sapessi che non può essere lei, penserei a Lily Potter, tutto in te grida Potter, ma lei…”
Lasciò cadere la frase e riprese a camminare, senza notare l’ espressione incupita di Pegasus che, nonostante tutto, riprese a camminare dopo di lui.
Draco entrò dentro il Paiolo Magico, maledicendo che non fosse molto affollato.
Adesso sarebbe stato più difficile scollarsi di dosso Tom.
“Ciao, Tom” salutò, l’ormai vecchio barista, con un cenno della mano, sperando non avesse molta voglia di parlare.
“Chi porti con te?” gli chiese lui, posando subito lo sguardo sul giovane.
“Mio cugino” rispose Draco, alzando gli occhi al cielo.
“Chi?” Tom tirò fuori una delle più nuove invenzioni Weasley, un’evoluzione delle orecchie oblunghe che permettevano di sentire anche a chi non aveva più un udito perfetto.
Draco sospirò e prese in mano il filo “mio cugino” ripeté e Tom sorrise mostrando i quattro denti che gli erano rimasti “piacere” disse.
“Piacere mio” disse Pegasus dentro l’orecchio “ma ci scusi dovremmo davvero andarcene”
Draco guardò il suo sorriso, era così affabile e sembrava potergli illuminare il viso. Dubitava che in molti fossero riusciti a dire di no a quel ragazzo.
“Quante ragazze hai dalle tue parti?” gli chiese curioso e gli parve quasi di vedere un leggero rossore nella sua pelle pallida.
Allora qualcosa riusciva a sconvolgerlo.
“Ma che domande sono?” protestò superandolo per uscire dal retro.
Draco lo seguì “si passa da qua anche ai tuoi tempi?” gli chiese, vedendo che si avvicinava al muro di mattoni e Pegasus stirò le labbra in una linea sottile.
“Il Paiolo Magico non esiste più” rispose con voce grave e Draco lo osservò ancora un secondo prima di cominciare a battere sui mattoni per aprire il passaggio su Diagon Alley.
Lo osservò guardarsi intorno. I suoi occhi erano luminosi. Gli ricordò Scorpius quando lo aveva portato lì la prima volta, ma Scorpius era un bambino allora ed era normale che tutto gli sembrasse nuovo e che tutto fosse come una meravigliosa magia, quello che non era normale era che così fosse anche per un ragazzo di vent’anni.
Decise di non chiedere, razionalmente si diede la motivazione che era una cosa stupida e che non avrebbe fatto altro che fomentare la sua follia, ma dentro sapeva che era perché non voleva rovinargli quel momento e sapeva che con qualsiasi domanda l’avrebbe fatto, perché tutto nel suo ipotetico futuro sembrava turbarlo.
“Bene” disse fermandosi davanti a Finnigan’s e indicandogli l’entrata “devi comprare una bacchetta” lo informò.
Da quando Olivander si era ritirato, Seamus Finnigan gli si era affiancato, fino ad apprendere tutto sull’ arte delle bacchette e poter così aprire un negozio tutto suo.
Pegasus guardò la bacchetta dell’ insegna per un attimo “posso fare senza” sentenziò e Draco scosse la testa “forse nel tuo futuro tutti riuscite a fare i giochetti che fai tu, ma qua non li sa fare nessuno e se vuoi convincere tutti di essere un normale ragazzo devi avere una bacchetta” disse semplicemente.
“Non ho soldi” protestò Pegasus, incrociando le braccia come se la cosa lo mettesse a disagio e Draco innalzò un sopracciglio “mio figlio nel futuro diverrà povero?” chiese incredulo.
Pegasus alzò gli occhi al cielo e Draco intervenne di nuovo: “senti, almeno questo devi dirmelo” affermò preoccupato “posso aprire un fondo fiduciario in più, vendere qualche casa, non permetterò che Scorpius…”
“Vuoi smetterla?” gli chiese scocciato “i soldi non ci mancano, non li ho qua con me” affermò.
“Sei un po’ disorganizzato, ragazzo” protestò “non si parte per un viaggio senza soldi e se io…”
“Non potevo portarli perché sono diversi e poi sapevo che mi li avresti dati tu” si oppose alzando leggermente il labbro superiore “sei il mio nonno preferito” aggiunse furbescamente.
“Se sono davvero tuo nonno, ti prego, quando tutto sarà finito obliviami, non voglio sapere di avere un nipote come te” affermò sarcasticamente e Pegasus rise.
Appena entrarono nel negozio Seamus alzò gli occhi dal bancone “Malfoy, che succede ti si è rotta la bacchetta?” chiese ironico.
“Non sono io che pasticciavo con gli incantesimi” ribatté Draco e Seamus sbuffò “che vuoi allora?” gli chiese paziente.
“Lui vorrebbe una bacchetta” rispose Draco, indicando il nipote con il pollice.
Pegasus alzò gli occhi al cielo “Lui sarei io…Alexander piacere” disse con il suo solito sorriso incantatore.
Seamus sorrise “è un tuo parente?” chiese a Draco, sicuramente aveva notato la somiglianza.
“Un cugino da parte di madre” specificò, visto che tutti sapevano che i Malfoy erano figli unici da generazioni.
Seamus sorrise più ampliamente “bene, bene, quindi signor Black dobbiamo trovargli una bacchetta” disse pensieroso “ne avevi una prima immagino, quindi potremmo rifarla uguale” aggiunse.
Pegasus scosse la testa da una parte all’ altra “veramente, ho vissuto in mezzo ai Babbani e non ho mai avuto una bacchetta”
Seamus spalancò gli occhi e spostò lo sguardo su Draco che assunse la sua migliore espressione scocciata.
Meno domande Finnigan faceva e meglio era per tutti.
“Insomma, Finnigan, non è né il primo né l’ultimo, puoi dargli una bacchetta per favore?”
Seamus osservò Pegasus ancora non del tutto convinto e poi scosse la testa “certo, certo” affermò, prima di prendere una bacchetta da un cassetto “forse questa?” gli chiese porgendogliela.
La bacchetta non emise alcuna luce. Pegasus e Draco si guardarono “agitala” gli disse Draco, visto che sembrava davvero un bambino di undici anni che non ha mai visto una bacchetta.
Lui lo fece puntandola verso Seamus e qualcosa esplose con un gran fumo nero.
Seamus sbuffò, spostando grandi nuvole di fumo con le mani e guardando Draco in cagnesco “bè ci sei abituato, no?” chiese Draco, trattenendo a stento una risata.
Seamus non rispose e prese un’altra bacchetta “Forse…” disse, come sovrappensiero e Pegasus lo guardò “forse?” chiese.
Non capiva perché non volesse passargli la bacchetta.
“Bè, non è più successo” rispose lui semplicemente e gli porse la bacchetta.
Pegasus strinse il bastoncino tra le dita e sentì un’energia invaderlo, vide il sorriso sulle labbra di suo nonno, ma al contrario, Seamus Finnigan sembrava altamente disturbato.
“E’ questa” esclamò Draco, soddisfatto di esserci riuscito al secondo tentativo.
“Quanto costa?” chiese poi rivolto a Seamus.
Lui lo guardò “questa bacchetta non ti dice niente?” chiese e Draco prese la bacchetta che gli porgeva il nipote.
“Agrifoglio…” la voce di Seamus era quasi un sottofondo, mentre Draco osservava quella bacchetta “undici pollici…” s’ interruppe ancora e Pegasus ebbe un pessimo presentimento “molto flessibile e nucleo…”
“Piuma di fenice, Oh, porco Godric” Draco si portò automaticamente una mano al petto, dove aveva la cicatrice che una bacchetta molto simile a quella gli aveva inferto.
“Malfoy, tieni le imprecazioni per te” si arrabbiò Seamus.
“Ma non significa niente…ormai è solo la bacchetta di Potter” disse, nonostante i suoi occhi seguissero preoccupati quelli di Seamus “e poi Fanny non c’ è più e quindi non è neanche identica”
Seamus fece spallucce “sono andato fino ai confini del mondo per cercare un’ altra fenice da cui poter prendere una piuma, volevo omaggiare Harry e sinceramente anche poter avere una riserva nel caso in cui gli si rompesse…” respirò a fondo, spostando lo sguardo su Pegasus “non avrei mai creduto di venderla a qualcuno” disse in un tono che Pegasus non capì se fosse sospettoso o ammirato.
“Bè, quindi direi che non devo averla” sentenziò poggiandola sul bancone “la fama di Harry Potter non conosce confini e non vorrei mai scontentarlo”
Inoltre sapeva benissimo che Seamus era un vecchio compagno di scuola di Harry ed immaginava che lo avrebbe avvertito appena uscito e lui non voleva attirare l’ attenzione su di sé.
Doveva riuscire ad entrare negli Auror per aver accesso agli Auror di ferro e sicuramente farsi odiare dal capo, non era il modo giusto.
Seamus sbatté le palpebre “ma non c’è alcun problema e poi non puoi restare senza bacchetta, pur non essendo più i tempi oscuri di una volta” disse, lanciando un’occhiata a Draco e mettendo la bacchetta dentro la propria scatola “sono venti galeoni” lo informò e Pegasus sorrise in direzione di Draco che si riscosse “sì…pago io per lui” tirò fuori i galeoni e glieli porse.
“So che lo dirai a Potter, per cui quando lo farai, puoi fingere che fossi preoccupatissimo e che ti abbia cercato di salvare la vita dal nuovo Signore Oscuro?” gli chiese sarcastico.
Seamus scosse la testa “ non sei divertente, Malfoy”
“ Oggi me lo dicono tutti” affermò, spingendo il nipote per l’ avambraccio di modo da fargli capire che era arrivato il momento di uscire.

Appena si chiusero la porta alle spalle, Draco si voltò verso di lui “ la stessa bacchetta di Potter?” gli chiese e sembrava davvero arrabbiato.
“ Fai sul serio?” gli chiese ancora “ insomma, non potevi fare qualcosa con le mani e far sbarellare la bacchetta?”
Pegasus si appoggiò al muro e incrociò le braccia “ e secondo te io come facevo a sapere che era la stessa bacchetta di Harry Potter?”
“ Non è quello il problema, è che è la stessa bacchetta di Voldemort e il suo ricordo non è ancora morto…adesso, ragazzo nuovo più bacchetta di Voldemort, ti farai una fama pericolosa e questo non va bene”
“ Non m’ interessa cosa pensa la gente” si oppose Pegasus con una scrollata di spalle.
“ Deve interessarti cosa pensa Potter se vuoi entrare negli Auror e se vuoi vivere in questa città, visto che da quando gli hanno dichiarato guerra è divenuto, giustamente, sospettoso”
Pegasus sospirò “ ho provato a dire che non la volevo” protestò “ che posso farci se qua sono tutti così ottusi…”
Draco lo interruppe con uno sbuffo nervoso “ mi stai snervando, ragazzo, tu e la tua storia assurda “ si lamentò “ se vuoi che ti aiuti d’ ora in poi devi fare come dico io” gli ordinò.
“ Non fare niente, niente, assolutamente niente che possa far sembrare che attenti alla pace o alle persone di questo posto” lo informò sollevando il primo dito “ mai mettersi contro Harry Potter e neanche contro gli Weasley, dopo quello che è accaduto sarebbe da stupidi e incoscienti, visto che adesso Harry sospetta di chiunque” sollevò il secondo dito “ devi abolire espressioni come –Per Silente- o altre futuristiche…qua non esistono e soprattutto…” lo guardò dritto negli occhi “ io in questo tempo sono padre, quindi non chiamarmi nonno” .
Una volta concluso lo guardò curioso di vedere se la sua sfuriata lo avesse un po’ colpito, ma lui rimase appoggiato al muro e si limitò a continuare a far rimbalzare l’ elastico nero che aveva al suo polso, quasi come se fosse un gioco, quasi come se fosse un rituale.
“ Che cos’ è successo ad Harry Potter?” chiese semplicemente.
Draco aggrottò le sopracciglia. Lo stava prendendo in giro?
“ Vieni dal futuro e non lo sai?” lo prese in giro “ devi rivedere la tua parte, ragazzo”
Pegasus alzò gli occhi al cielo “ certo che lo so, volevo vedere se era diverso” gli spiegò, ma Draco storse la bocca “ bene, allora se lo sai non importa che te lo dica, non trovi?” gli chiese per metterlo alla prova.
Pegasus sorrise quasi di scherno “ certamente e ora mi porti al Ministero o dobbiamo ancora chiacchierare come nonno e nipote?” gli chiese strafottente, nonostante Draco gli avesse appena detto di non chiamarlo nonno.
“ Non ti ho chiamato nonno” lo anticipò, alzando le mani in segno di resa e Draco poté vedere più da vicino le linee che solcavano i suoi palmi.
Erano qualcosa che non aveva mai visto. Aveva studiato Rune antiche, ma non erano rune.
Cercò di guardarle più attentamente e di memorizzare il loro disegno, ma quando Pegasus si accorse cosa stava guardando chiuse immediatamente le mani a pugno.
“ Andiamo” disse guidandolo verso la strada principale.
“ Il problema sono i tuoi occhi” lo informò Draco, camminando velocemente.
Voleva liberarsi di quel ragazzo, gli metteva ansia e agitazione e contemporaneamente gli faceva sentire il bisogno di aiutarlo.
C’ era qualcosa che non andava in lui.
“ Che hanno i miei occhi?” chiese Pegasus, voltandosi verso di lui “ bè, sono identici a quelli di Scorpius che sono uguali ai miei che sono uguali a quelli di mio pa…”
“ Sì, ho capito, ho capito e quindi credi di non essere convincente per la storia di Alexander Black”
Draco innalzò gli occhi pensieroso. Aveva detto Black?
Certo, era quello il cognome di sua madre da ragazza e anche alcuni Black, come Sirius, avevano gli occhi grigi.
“ Lascia perdere, è solo un vantaggio, che ne dici di un incantesimo sui tuoi capelli e di renderli neri?”
“ Neri?”
“ Bè, sei un Black…e non si è mai visto un Black biondo” affermò Draco.
Pegasus parve riflettere un attimo. Il biondo era la sua identità, ma in fondo era solo un incantesimo temporaneo.
Aprì la sua mano e la passò a palmo aperto a pochi centimetri dalla sua testa.
Draco vide di nuovo la sua mano illuminarsi, anche se stavolta gli sembrava che i disegni fossero diversi, ma non ebbe il tempo di appurarlo, perché in pochi secondi l’ incantesimo fu effettuato.
Il taglio leggermente disordinato rimase uguale, ma i capelli erano divenuti neri come la pece.
“ La bacchetta” ringhiò Draco “ cosa?” si riscosse Pegasus.
“ La bacchetta, devi fare gli incantesimi con la bacchetta o ti penseranno un potente mago oscuro impelagato nella magia oscura” lo rimproverò.
Pegasus aprì la scatola e la tirò fuori impugnandola “ ah già, dimenticavo”
“ Ah già?” la voce di Draco era piena di nervoso “ va bene, sai che ti dico, siamo arrivati e ora ti scaricherò e tanti saluti” commentò.
Pegasus sgranò gli occhi “ wow, non reprimerti, sfogati pure” lo prese in giro, guadagnandosi un’ occhiata ancora più piena di rabbia.
***
Scorpius si mise un dito sopra le labbra intimando il silenzio ad Albus che era accanto a lui.
Albus si voltò a sua volta verso gli altri due ragazzi che erano dietro di lui e fece la stessa cosa.
Si fermarono tutti. Immobili. Senza neanche respirare.
Solo le orecchie tese a sentire che cosa stava accadendo intorno a loro.
La palestra era vuota, o almeno così sembrava, visto che Scorpius sapeva che non era così.
Guardò Albus, ma lui scosse lentamente la testa e Scorpius fece un passo.
Lentamente, muovendo una gamba per volta e continuando a guardarsi intorno.
Improvvisamente un rumore, proprio dietro ai materassi che usavano durante la lotta.
Tutti si precipitarono verso la fonte del rumore, ma Scorpius cercò d’ isolare lo scalpiccio dei suoi compagni per continuare a sentire il rumore intorno a sé.
“ NO” urlò e tutti si voltarono verso di lui, ma era troppo tardi.
Voltò la testa in tempo per vedere la testa rossa di Lily Potter scattare verso l’ uscita “ tornate qua” gridò e si lanciò all’ inseguimento.
Lily Potter correva velocissima, una volta aveva sentito un detto Babbano che diceva correre come se avessi il diavolo alle calcagna e Scorpius pensò che potesse essere davvero così.
Con tutti i suoi demoni interiori. Con tutti i suoi scheletri nascosti.
Girò la testa, poteva sempre prendere una compagna, ma sembravano tutte lanciate e concentrate e nessuna perdeva un passo.
Arrivò persino a sfiorare la mano di Lily e chiuse le dita per afferrarla, ma con uno scatto lei portò il braccio in avanti dandogli solo un’ occhiata in cambio e poi prima che potesse riprovarci, tutte e quattro le ragazze arrivarono alla campana e la suonarono.
Avevano appena vinto la sfida del giorno e a lui e agli altri ragazzi sarebbe toccato pulire la palestra.
“ Bravissima la mia bambina” si congratulò Harry, uscendo fuori dalla sua stanza, da dove aveva osservato la prova.
“ Anche tu, Albus” gli disse sorridendo, ma Albus scosse la testa, poggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo fiato.
“ Scorpius è stato bravo, è stato l’ unico a capire che ci stavano distraendo”  disse Albus, tirando una spallata al suo amico.
“ E’ vero, bravissimo, Scorpius” si complimentò Harry e Scorpius sorrise, riportando subito dopo lo sguardo su Lily Potter “ anche se hanno vinto le donne, per cui dovrete venire alle nove a pulire la palestra” concluse, facendo sorridere le ragazze.
“ Comunque per oggi basta” sentenziò Harry “ riprendiamo domani con incantesimi e difesa” spiegò.
Ci fu qualche mormorio e qualche lamento “ sapete che essere Auror è quasi una missione ed io so che siete ancora reclute, per cui se in qualsiasi momento credete di non farcela più, dovete solo dirlo” gli disse, ma nessuno accennò a farlo.
“ Lily, Albus, mi aspettate?” chiese rivolto ai figli.
Lily e Albus si guardarono. Ecco che Harry entrava nella parte del padre apprensivo e loro per quanto lo amassero, non riuscivano a farcela.
“ Io torno con Alice, voglio parlare con mamma” rispose Lily, baciandogli la guancia e precipitandosi verso gli spogliatoi.
“ Io passo da Scorp…torno per cena” rispose Albus, prima di fuggire a sua volta e Harry annuì con un lieve sospiro.
“ E’ passato più di un anno, Potter, devi lasciarli respirare o scapperanno per sempre”
Harry si voltò verso la voce che aveva parlato e si trovò di fronte a Draco Malfoy.
“ Non ricordo di aver chiesto consigli a te, Malfoy” si oppose “ sono i miei figli” aggiunse.
Draco sorrise “ oh, lo so e uno è anche il migliore amico di mio figlio, pensa l’ ironia…”
“ Bè, almeno l’ altra bilancia la cosa” lo interruppe Harry “ comunque cosa vuoi?”
Draco ghignò “ presentarti mio cugino” disse soltanto e si spostò di modo che Pegasus fosse visibile totalmente.
***
“ Dai, Lily, andiamo” Alice fremeva, sapeva che appena fuori di lì avrebbero potuto essere due normali ragazze.
Era lì dentro che era tutto diverso. Era come essere due giovani soldatesse.
Solo che avevano pur sempre diciannove anni.
“ Mi metti fretta per vedere Al” si lamentò Lily, spostando la bacchetta con la quale si stava asciugando i capelli.
“ Ma che dici?” si oppose Alice, arrossendo suo malgrado e Lily rise “ dai, vai pure, tanto io voglio andare davvero a casa, ho davvero bisogno di parlare con mia madre…”
“ Lily” la interruppe Alice. Quando faceva così la preoccupava.
Forse era anche per James. Il suo fratellone preferito.
“ Dai ti aspetto” disse pazientemente, sedendosi sulla panca.
“ Ehy, ci siete?” la tenda nera dello spogliatoio venne spostata e Albus e Scorpius fecero capolino “ sarebbe lo spogliatoio femminile” si lamentò Lily e gli altri due scoppiarono a ridere.
“ Svitati” commentò Alice e Albus la sentì “ che hai detto?” chiese e Alice alzò le mani “ io ho sentito che vuol fare la doccia, tu no, Scorp?” chiese ancora.
Lily alzò gli occhi al cielo, immaginava già come sarebbe finita e infatti pochi secondi dopo Alice cominciò a correre e Albus cominciò ad andarle dietro.
Lily prese la bacchetta e la ripose in tasca “ io vado” disse, salutando Scorpius con un cenno della mano, ma lui la fermò per un polso e la strinse contro il muro.
“ Mi saluti con un cenno, Potter?” le chiese e i suoi occhi grigi sembravano pieni di rabbia “ dopo ieri sera?” le chiese ancora.
Lily poteva sentire il calore del suo corpo a pochi centimetri dal suo e il suo profumo naturale di bagnoschiuma al sandalo, come quello che Lily sapeva che lui usava.
“ Ieri sera?” chiese Lily, mordendosi il labbro per la sua stupidaggine “ non ti ricordi? O stai fingendo?” le chiese Scorpius, facendo scorrere lentamente un indice sulla sua gamba.
Lily gli fermò la mano “ non è successo niente ieri sera, solo puro divertimento. Tu ci sei abituato, no?” gli chiese e Scorpius strinse gli occhi.
Quella ragazza aveva il potere di innervosirlo come nessuna mai.
“ E ora scusami, ma devo andare da mia madre”.
Scorpius rimase un secondo scioccato e questo permise a Lily di sgattaiolare sotto le sue braccia e scendere di corsa le scale.
Si precipitò in strada con il cuore che ancora batteva a mille e il profumo di Scorpius nelle sue narici, ma aveva davvero troppi problemi per permettergli di romperle il suo cuore.
Non poteva innamorarsi. Quello era il suo unico pensiero mentre si smaterializzava a casa.
Entrò in salotto “ Chi è ?” quella voce femminile, la rassicurò “ sono io: Lily” rispose, passando accanto alla foto di suo fratello James che la salutava con la mano e le mandava un bacio.
“ Mi manchi anche te” gli disse, accarezzandogli la guancia e suo fratello sorrise dalla fotografia.
Salì le scale e corse verso la porta di sua madre aprendola e Luna le venne incontro abbracciandola “ come sta?” chiese Lily, guardando la figura immobile di sua madre stesa sul letto.
Luna le mise una mano sulla spalla “ come sempre, da un anno a questa parte, Lily” le disse con tono di conforto “ posso lasciarti con lei?” le chiese e Lily annuì.
Si sedette accanto alla madre e le prese la mano, guardando i suoi occhi fissi e spalancati che fissavano il soffitto.
“ Luna?” la chiamò e Luna si voltò “ Grazie per occuparti di lei, mentre siamo al lavoro”
Luna sorrise “ tua madre è stata la mia prima vera amica” disse soltanto e poi uscì.

COMMENTO: OK…LO SO, DISASTRO, GINNY IN QUESTA SPECIE DI CATALESSI E JAMES, BE’ NON VI HO ANCORA DETTO CHE E’ SUCCESSO A JAMES, MA ADESSO CAPITE PERCHE’ HO DETTO PIU’ VOLTE CHE AVEVANO DICHIARATO GUERRA AD HARRY : )) LILY E SCORP…BE’ STAVOLTA HANNO GIA’ UN QUALCOSA DI APERTO…MA NON SARA’ COSI’ FACILE ; )) PER IL RESTO STRANAMENTE A ME IL CAPITOLO PIACIUCCHIA, MA ASPETTO LE VOSTRE OPINIONI CON ANSIA !! RINGRAZIO ICEPRINCESS/ LUISA21 / DREAMER IMPERFECT E MARGHEPUFFOLA !! SPERO MI FACCIATE SAPERE ANCORA !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE E SEGUITE !! UN BACIONE A TUTTE !!
 
   
 
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