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Autore: moondance    29/04/2008    3 recensioni
"I miei occhi osservano l’oscurità, fissano il bianco calendario appeso alla parete, l’unico oggetto che mi ricorda dello scorrere del tempo, del mio essere vivo.
Oggi è il ventitré novembre." Edward Cullen
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho deciso di postatre anche qui questa One Shot. Sono stata ispirata dalla canzone "The Nobodies" di Marilyn Manson. E' abbastanza triste... l'idea poi la trovo inverosimile, ma mi è piaciuto pensare ad Edward in questa condizione, provare a sentire il suo vuoto.

Spero che la apprezziate e che troviate anche un minutino per lasciare un commento!

Buona lettura ^^

I’m nothing.

 

Apro lentamente gli occhi. Sono steso su una branda, in un monolocale squallido alla periferia di Los Angeles. Ovviamente non stavo dormendo, non mi succede mai. Tengo gli occhi chiusi solo perché non voglio vedere la luce del sole. Non voglio vederla da tre anni ormai. Mi sono auto imposto di non vivere durante il giorno, di alzarmi da questa branda solo quando tramonta il sole.

I miei occhi osservano l’oscurità, fissano il bianco calendario appeso alla parete, l’unico oggetto che mi ricorda dello scorrere del tempo, del mio essere vivo.  Oggi è il ventitré novembre.

Oggi sono esattamente tre anni che Bella è morta. Sono tre anni che Edward Cullen è morto.

Certo, tecnicamente è morta soltanto lei, questo solo per sua volontà, se fosse stato per me ora sarei al suo fianco. Perché Dio solo sa quanto io abbia voluto essere sempre e solo insieme a lei. Ma le ho fatto una promessa: non uccidere me stesso. L’ho giurato sul nostro amore, sull’unica cosa che abbia un significato per sempre.

Ho mentito, il calendario non è l’unica cosa che mi ricorda di essere vivo, c’è anche la sete. Vado allo specchio e fisso il mio volto. Sono pallido, ho delle occhiaie non troppo pronunciate e il mio sguardo è rosso cupo. Ieri ho mangiato, ma nonostante questo ho ancora fame. Vorrei non dover fare sforzi, non avere bisogno di andare a caccia. Perché non esiste un servizio a domicilio per spuntini umani? Che stupido che sono. Patetico.

Prendo la giacca nera dalla sedia e le chiavi della porta dal tavolo, esco.

Questa notte non è diversa dalla precedente, sono tutte uguali. Mi sento avvolto da un torpore simile a nebbia. Faccio gesti automatici, senza pensarci. Più che un vampiro credo di essere uno zombie. Esco in strada e mi incammino sul marciapiede. Inizio ad incrociare qualche preda. So perché ognuna di esse distoglie lo sguardo quando incrocia il mio. Perché io rifletto odio puro, odio per tutti gli umani. Li odio perché sono deboli, fragili e sono dannatamente mortali. Perché non vivono in eterno? Come ho potuto… io…

Mi resta solo l’odio, ed è ciò che conserverò per tutte queste prede. Bella era mortale, è morta… io odio i mortali proprio perché muoiono. Sono un folle, ma dopotutto che altro mi resta da fare? Che posso fare senza lei? Uccidere è l’unica cosa in cui sono realmente bravo. Ho fallito in tutto. Il mio auto controllo è andato a pezzi nel momento più critico. Ho ucciso io Bella, anziché trasformarla… non sono riuscito a trattenermi.

Devo nutrirmi, il veleno e la gola iniziano a darmi troppo fastidio. Svolto a destra, verso il parco. Qui ci sarà di sicuro qualcuno al buio, lontano da occhi indiscreti ma non dai miei. Vedo un’ombra a circa duecento metri di distanza. Umano sicuramente. Mio.

Ed ecco che inizia la magia, il momento che preferisco in questa mia non-esistenza. Quando finalmente tocco il fondo e sento di essere ciò che sono realmente da sempre. Sento tutta la crudeltà, la dannazione della mia natura e perciò forse mi sento meno in colpa per averla uccisa, perché… perché…

Fa troppo male, voglio il mio torpore e voglio smettere di pensare. Mi serve cibo. Ora.

Sono vuoto, lo sento, ma quando la sete è viva dentro di me e mi brucia col suo bisogno ardente... il sangue delle mie prede rimbomba nelle mie vene cave come una macabra melodia.

Na na na... e poi ancora e ancora, si ripete e mi chiama a se. Ed io mi muovo, leggo i pensieri ma sono annebbiato. La bestia mi comanda. Ma chi voglio prendere in giro? Me stesso, perché soltanto io potrei ancora credere di essere due entità distinte: il mostro e l'uomo. La verità è che non sono niente se non un malvagio, ieri e oggi e così per sempre. La bestia altri non è che la parte di me che non voglio accettare, ma sono io, sempre e solo io.

Na na na... la melodia mi riporta alla realtà, mi ricorda quello che sono, quello che voglio e come ottenerlo. Affondo i miei denti nel collo della mia preda. Uomo, donna, bambino? Non lo so, non ho avuto tempo di capirlo.

Il sangue scorre copiosamente dentro di me, un mare di velluto cremisi che travolge ogni antro del mio corpo. Sono totalmente in estasi, credo che questo sia il paradiso. Sporco, malvagio, crudele, morto... il mio paradiso.

Na... na... na.

Morte.

Lascio andare il corpo oramai inerme e lo osservo.

E' un uomo, non ha un bel aspetto - è morto - ma scommetto che anche da vivo non aveva l'aria di una brava persona. Credo che fosse un delinquente. Ma anche se così fosse? Ho liberato l'umanità da un balordo, sono forse un giustiziere? Sono forse meno malvagio? Che dolce illusione... io non sono nessuno, sono cattivo e nient'altro. Mieto vittime, mi nutro per continuare a vivere. Domani vorrei essere buono ma so che sarò sempre cattivo. Domani non sarò buono, domani ucciderò nuovamente e così dopodomani, ancora e ancora... sino alla fine dei tempi.

 

La morte di una singola persona è una tragedia, la morte di mille persone solo una statistica.

La morte di Bella è stata la mia tragedia, la morte di Edward Cullen lo è stata per i miei familiari, la morte delle mie vittime sarà solo statistica per me e per il resto del mondo. Perciò le mie prede le penso solo come branchi di esseri nelle cui vene scorrono litri di sangue a mia disposizione, non singoli individui.

Mi nutro con centinai di uomini. Statistica.

Ed il rosso dei miei occhi è sempre più cupo.

E l'umanità della mia anima è sempre più sommersa.

Io non sono più. Sono stato Edward Cullen, ora sono solo un mostro.

Domani voglio essere buono ma domani ucciderò ancora.

Oggi, ieri, domani io non sono niente. Sarò sempre niente.

Nessuno, niente, pura malvagità.

  
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