Ho deciso di postatre anche qui questa One Shot. Sono stata ispirata dalla canzone "The Nobodies" di Marilyn Manson. E' abbastanza triste... l'idea poi la trovo inverosimile, ma mi è piaciuto pensare ad Edward in questa condizione, provare a sentire il suo vuoto.
Spero che la apprezziate e che troviate anche un minutino per lasciare un commento!
Buona lettura ^^
I’m
nothing.
Apro
lentamente gli occhi. Sono steso su una branda, in un monolocale
squallido alla periferia di Los Angeles. Ovviamente non stavo dormendo,
non mi
succede mai. Tengo gli occhi chiusi solo perché non voglio
vedere la luce del
sole. Non voglio vederla da tre anni ormai. Mi sono auto imposto di non
vivere
durante il giorno, di alzarmi da questa branda solo quando tramonta il
sole.
I
miei occhi osservano l’oscurità, fissano il bianco
calendario appeso
alla parete, l’unico oggetto che mi ricorda dello scorrere
del tempo, del mio
essere vivo. Oggi
è il ventitré
novembre.
Oggi
sono esattamente tre anni che Bella è morta. Sono tre anni
che
Edward Cullen è morto.
Certo,
tecnicamente è morta soltanto lei, questo solo per sua
volontà,
se fosse stato per me ora sarei al suo fianco. Perché Dio
solo sa quanto io
abbia voluto essere sempre e solo insieme a lei. Ma le ho fatto una
promessa:
non uccidere me stesso. L’ho giurato sul nostro amore,
sull’unica cosa che
abbia un significato per sempre.
Ho
mentito, il calendario non è l’unica cosa che mi
ricorda di essere
vivo, c’è anche la sete. Vado allo specchio e
fisso il mio volto. Sono pallido,
ho delle occhiaie non troppo pronunciate e il mio sguardo è
rosso cupo. Ieri ho
mangiato, ma nonostante questo ho ancora fame. Vorrei non dover fare
sforzi,
non avere bisogno di andare a caccia. Perché non esiste un
servizio a domicilio
per spuntini umani? Che stupido che sono. Patetico.
Prendo
la giacca nera dalla sedia e le chiavi della porta dal tavolo,
esco.
Questa
notte non è diversa dalla precedente, sono tutte uguali. Mi
sento avvolto da un torpore simile a nebbia. Faccio gesti automatici,
senza
pensarci. Più che un vampiro credo di essere uno zombie.
Esco in strada e mi
incammino sul marciapiede. Inizio ad incrociare qualche preda. So
perché ognuna
di esse distoglie lo sguardo quando incrocia il mio. Perché
io rifletto odio puro,
odio per tutti gli umani. Li odio perché sono deboli,
fragili e sono
dannatamente mortali. Perché non vivono in eterno? Come ho
potuto… io…
Mi
resta solo l’odio, ed è ciò che
conserverò per tutte queste prede.
Bella era mortale, è morta… io odio i mortali
proprio perché muoiono. Sono un
folle, ma dopotutto che altro mi resta da fare? Che posso fare senza
lei?
Uccidere è l’unica cosa in cui sono realmente
bravo. Ho fallito in tutto. Il mio
auto controllo è andato a pezzi nel momento più
critico. Ho ucciso io Bella,
anziché trasformarla… non sono riuscito a
trattenermi.
Devo
nutrirmi, il veleno e la gola iniziano a darmi troppo fastidio.
Svolto a destra, verso il parco. Qui ci sarà di sicuro
qualcuno al buio,
lontano da occhi indiscreti ma non dai miei. Vedo un’ombra a
circa duecento
metri di distanza. Umano sicuramente. Mio.
Ed
ecco che inizia la magia, il momento che preferisco in questa mia
non-esistenza.
Quando finalmente tocco il fondo e sento di essere ciò che
sono realmente da
sempre. Sento tutta la crudeltà, la dannazione della mia
natura e perciò forse
mi sento meno in colpa per averla uccisa, perché…
perché…
Fa
troppo male, voglio il mio torpore e voglio smettere di pensare. Mi
serve cibo. Ora.
Sono
vuoto, lo sento, ma quando la sete è viva dentro di me e mi
brucia col suo bisogno ardente... il sangue delle mie prede rimbomba
nelle mie
vene cave come una macabra melodia.
Na
na na...
e poi ancora e ancora, si
ripete e mi chiama a se. Ed io mi muovo, leggo i pensieri ma sono
annebbiato.
La bestia mi comanda. Ma chi voglio prendere in giro? Me stesso,
perché
soltanto io potrei ancora credere di essere due entità
distinte: il mostro e
l'uomo. La verità è che non sono niente se non un
malvagio, ieri e oggi e così
per sempre. La bestia altri non è che la parte di me che non
voglio accettare,
ma sono io, sempre e solo io.
Na
na na...
la melodia mi riporta
alla realtà, mi ricorda quello che sono, quello che voglio e
come ottenerlo. Affondo
i miei denti nel collo della mia preda. Uomo, donna, bambino? Non lo
so, non ho
avuto tempo di capirlo.
Il
sangue scorre copiosamente dentro di me, un mare di velluto cremisi
che travolge ogni antro del mio corpo. Sono totalmente in estasi, credo
che
questo sia il paradiso. Sporco, malvagio, crudele, morto... il mio
paradiso.
Na...
na... na.
Morte.
Lascio
andare il corpo oramai inerme e lo osservo.
E'
un uomo, non ha un bel aspetto - è morto - ma scommetto che
anche
da vivo non aveva l'aria di una brava persona. Credo che fosse un
delinquente. Ma
anche se così fosse? Ho liberato l'umanità da un
balordo, sono forse un
giustiziere? Sono forse meno malvagio? Che dolce illusione... io non
sono nessuno,
sono cattivo e nient'altro. Mieto vittime, mi nutro per continuare a
vivere.
Domani vorrei essere buono ma so che sarò sempre cattivo.
Domani non sarò
buono, domani ucciderò nuovamente e così
dopodomani, ancora e ancora... sino
alla fine dei tempi.
La
morte di una singola persona è una tragedia, la morte di
mille
persone solo una statistica.
La
morte di Bella è stata la mia tragedia, la morte di Edward
Cullen
lo è stata per i miei familiari, la morte delle mie vittime
sarà solo statistica
per me e per il resto del mondo. Perciò le mie prede le
penso solo come branchi
di esseri nelle cui vene scorrono litri di sangue a mia disposizione,
non
singoli individui.
Mi
nutro con centinai di uomini. Statistica.
Ed
il rosso dei miei occhi è sempre più cupo.
E
l'umanità della mia anima è sempre più
sommersa.
Io
non sono più. Sono stato Edward Cullen, ora sono solo un
mostro.
Domani
voglio essere buono ma domani ucciderò ancora.
Oggi,
ieri, domani io non sono niente. Sarò sempre niente.
Nessuno,
niente, pura malvagità.