Soul correva lungo il corridoio della Shibusen. Stava pensando a tutti quei sogni che aveva fatto, a tutte quelle volte che aveva visto la luna e un brivido gli era corso lungo la schiena, non era una sensazione normale ,era un messaggio. I suoi pensieri, come la sua corsa, furono interrotti all'improvviso quando il ragazzo andò a scontrarsi contro qualcuno.

- Soul, scusa, non ti avevo visto -

Il ragazzo aveva un'aria spaventata.

- D-dottoressa Medusa... -

- Che ti succede, sembri spaventato, che ne dici di parlare di fronte a una bella tazza di caffè caldo? -

L'albino si limitò ad annuire, poi si alzò e seguì la dottoressa nell'infermeria.

- Allora, perché non mi parli un po' di quegli incubi che fai ogni notte? -

Propose lei porgendogli una tazza di caffè fumante, poi si sedette su un lettino e continuò.

- Di me ti puoi fidare -

Soul sbarrò gli occhi carmini, stupefatto, come faceva la dottoressa della shibusen a sapere dei suoi incubi?!

- Ecco... veramente io... -

- Oh, ti domanderai come faccio a saperlo ,beh, logico,sono una dottoressa e i segni sotto i tuoi occhi significano che non dormi bene la notte -

La serpe fece un sorriso finto. Lui sospirò, poi bevve un sorso e pensò che dopotutto prima o poi avrebbe anche dovuto dirlo a qualcuno.

- Ogni notte sogno sempre la stessa scena. Sto correndo per le strade di Death City, il cielo è rosso e la città è oscura e spettrale. Poi arrivo in una piazza, dove l'unico albero presente si trasforma in una ragazza -

- E dimmi, che aspetto ha? -

Lo interruppe Medusa.

-Non so,non riesco mai a vederla bene, però, sembra molto triste, mi parla e mi avverte, e poi... cado nel vuoto. L'ultima cosa che vedo è la luna che piange lacrime nere. Cosa significa dottoressa?! -

- Non lo so Soul, di sicuro è solo un normalissimo incubo -

Il ragazzo abbassò lo sguardo sulla tazza mezza piena.

- Aspetti, c'è una cosa che non le ho ancora detto -

Lei si girò di scatto incuriosita.

- Deve sapere,che quando ero piccolo, una ragazza simile a quella del mio sogno mi ha dato un medaglione dicendomi di non dire a nessuno di lei e di custodirle il suo ciondolo... e ora, penso che lei sia in pericolo -

- Interessante... -

Sibillò.

- Ora devi scusarmi, devo parlare con una persona -

Medusa uscì dall'infermeria e si diresse immediatamente da sua sorella Aracne.

- Sorellina, ma che piacere vederti, da quanto tempo!-

Disse la strega dei ragni puntandole il ventaglio contro.

- Ho un affare da proporti -

Ghignò l'altra.

- Sentiamo, cosa mai sarà di così importante da spingerti fino all'Aracnofobia?! -

- L'ultima figlia della luna -

Aracne sbarrò gli occhi e scese dal suo trono di ragnatele per arrivare di fronte alla sorella. Le puntò il ventaglio alla gola.

- Impossibile, il kishin le ha uccise tutte, ho controllato personalmente, non ne è rimasta nemmeno una -

- Ti sbagli sorella, una è sopravvissuta, e io so anche come trovarla-

La strega abbassò il ventaglio e guardò la minore dall'alto al basso.

- Questa è una proposta a cui non potrai dire di no, sono venuta per chiederti aiuto, ora che il kishin è fuori gioco tocca a noi catturarla e ucciderla, e sappiamo quanto possono essere forti -

- E, sia! -

Il patto era fatto. Le due sorelle per quanto odio potessero avere l'una nei confronti dell'altra, avevano un obbiettivo comune: eliminare tutte le figlie della luna.

**********

"Soul... Soul"

Una voce lo chiamò. Era dolce e melodiosa.

- C-chi sei, dimmelo! -

"Soul, perché... perché non hai mantenuto la promessa?! ...perché...?!"

- I-io... non lo sapevo -

"Scappa, scappa lontano, non sei più al sicuro"

L'albinò aprì gli occhi carmini. Era sudato e aveva il fiatone. Quella notte il suo incubo era diverso, sembrava più spettrale del solito, che cosa significava che non era più al sicuro?!

Presto lo avrebbe scoperto...