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Autore: Princess Kurenai    21/11/2013    0 recensioni
[Jax Teller/Male!Tara Knowles (Tyler Knowles)] Tyler Knowles non metteva piede a Charming da quasi undici anni. Era appena un diciannovenne quando era ‘scappato’, trasferendosi a Chicago, e sembrava che in quella città il tempo si fosse fermato... e con esso anche quello che Tyler aveva cercato di dimenticare.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Titolo: It's not a simple answer
Titolo del Capitolo: I'm glad you're back
Fandom: Sons of Anarchy
Personaggi: Jackson Teller, Male!Tara Knowles [Tyler Knowles]
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Raccolta, Slash, Genderbend, What if? (E se...)
Conteggio Parole: 2000
Note: 1. Ho visto un gifset Chaleigh su Tumblr. Ho fatto una mezza role con l'amore mio e... Tyler ha preso forma. Il volto è quello di Rob Kazinsky su "Brother & Sister" (interpretava Rick Appleton). Premetto che adoro Tara, quindi non è un tentativo come un altro di avere slash e fare bashing sul personaggio femminile °A°
2. Questa "cosa" sarà una raccolta. Il primo capitolo è una sorta di pilot sulla prima puntata. Se mai scriverò qualcos'altro non seguirò il continuo temporale della serie XD almeno, non credo che lo farò.
3. Effetto what if. Il sesso cambia e quindi cambiano anche alcuni avvenimenti. Al contrario di Tara, la madre di Tyler non è morta quando era piccolo. Al suo posto è morto il padre. La madre però è malata ed ha poco da vivere. E non esiste lo Stalker.
4. Non ho mai scritto su SOA ma non starò qui a dire "siate clementi ecc ecc" XD
5. Dedicata all'amore mio ù_ù<3

Tyler Knowles non metteva piede a Charming da quasi undici anni. Era appena un diciannovenne quando era ‘scappato’, trasferendosi a Chicago, e sembrava che in quella città il tempo si fosse fermato... e con esso anche quello che Tyler aveva cercato di dimenticare.

Aveva fatto di tutto pur di tagliare fuori la sua vecchia vita in quella piccola cittadina californiana, ma ovviamente non era stato semplice cancellare tutto e riuscire a chiudere con il passato. Per un po' di tempo erano stati gli studi di medicina ed il successivo lavoro in pediatria a concedergli una sorta di distrazione, ma quando gli era giunta la notizia della malattia di sua madre si era ritrovato a richiedere il trasferimento al St. Thomas Hospital di Charming pur di restarle vicino.

Esattamente come il tatuaggio che ancora portava sul proprio petto - non era stato in grado di eliminarlo -, si era reso conto che i progressi che pensava di aver fatto durante quegli anni non erano altro che fragili castelli di carta. I suoi sentimenti e i timori erano ancora presenti, e li era bastato il semplice rombo di un motore per sentire dei brividi lungo la schiena e a riportare alla luce tutti i suoi ricordi.

Erano cose piacevoli ma anche dolorose. Cose che non voleva riaffrontare, ma forse la sua era una sfida persa in partenza - Charming era ‘piccola’ per modo di dire -, ed era ben consapevole che non sarebbe riuscito ad evitare a lungo il suo incontro con Jackson Teller.

“ Il primo amore non si scorda mai”, chiunque conosceva quella frase e poteva addirittura pronunciarla, ma Tyler suo malgrado la sentiva più reale che mai. Si era innamorato di Jax quando aveva sedici anni e, di certo, non era stato semplice accettare di avere una ‘fottutissima erezione’ per un ragazzo. Non lo era per nessuno, men un sedicenne di Charming… soprattutto se il ragazzo in questione aveva a che fare con i SAMCRO.

Tyler sapeva bene chi era Jax Teller, lo sapevano tutti in città. Era il figlio di John Teller, uno dei fondatori dei Sons of Anarchy, il Club Motorciclistico, e figlio adottivo di Clay Morrow, uno altro dei fondatori. Un nome una ‘condanna’, perché per quanto la gente apprezzasse il ‘servizio’ dei SAMCRO nel tenere lontani da Charming droga e prostitute, erano ben consapevoli dei problemi con la legge di quel gruppo.

Lui però non poteva farci niente. Jax gli era piaciuto sin dal primo momento e si era fatto alcune delle migliori seghe della sua adolescenza pensando a quel ragazzo. Non si era mai considerato ‘sfortunato’ per quella sua tendenza - e ad essere sinceri, avrebbe avuto ogni ragione di quel mondo per sentirsi un poco ‘nella merda’ -, soprattutto quando Jax si era rivelato più che aperto nell’accettare quell’attrazione.

Avevano avuto una relazione? Poteva dire di sì. Nascosta, mascherata con una forte amicizia e da delle bravate giovanili, ma c’era stata una ‘relazione’. Complicata, certo, ma non per questo meno intensa di una qualsiasi ‘cotta giovanile’.

Tyler aveva amato Jax e, suo malgrado, continuava a farlo nonostante tutti quegli anni. Anche dopo che il ragazzo aveva deciso di non seguirlo nella sua fuga verso Chicago, preferendo prendere i colori di SAMCRO.

Come dargli torto dopo tutto, Charming era la sua vita e Tyler sapeva fin troppo bene che Jax non aveva mai desiderato altro in vita sua se non entrare in quel gruppo. Al contrario suo però, Tyler aveva avuto paura di fare lo stesso. I troppi pericoli e le denunce lo avevano spaventato fino a farlo scappare dalla sua città, lasciando Jax e tutto quello che avevano condiviso… fino a quel momento.

Per qualche settimana era riuscito ad evitare ogni singolo incontro con Jackson. Era riuscito ad ambientarsi nel nuovo ospedale, nel reparto di pediatria con il dottor Nameda, e sua madre sembrava quasi sentirsi più al sicuro con la sua vicinanza. Ma alla fine era stato impossibile per lui non incontrare Jax.

Inizialmente non sapeva chi fosse la donna incinta che stava operando con il primario. Sapeva solamente di dover fare il suo lavoro e fare tutto quello che era in suo potere per salvare quel bambino prematuro, sperando che i danni causati dalla sconsideratezza della madre - giunta lì in overdose - non avessero reso i loro sforzi vani.

Solo dopo l’operazione si era reso conto che ad aver chiamato l’ambulanza non era altri che il suo incubo. Non si trattava di Jax, ovviamente, ma di sua madre: Gemma Teller-Morrow - colei che era in grado di farlo tremare anche solo con uno sguardo. Lui in quelle settimane non aveva mai visto né aveva letto la cartella clinica di quella donna, ma apprese fin troppo velocemente che quella che aveva appena partorito era Wendy, l’ex moglie di Jackson.

Il primo pensiero di Tyler si ridusse ad un ironico: « Fantastico», perché non si aspettava che Jax si fosse sposato e che avesse avuto un figlio - da una tossica poi -, in seguito tuttavia quel suo pensiero venne presto sostituito da varie imprecazioni che riuscì miracolosamente a tenere per sé mentre illustrava le precarie condizioni del neonato alla famiglia.

Per Tyler era stato fin troppo semplice riconoscere Jax quando lo vide varcare per la prima volta il reparto di pediatria. Gli era bastavo vedere la sua camminata strafottente ed il gilet in pelle di SAMCRO, accompagnati da quel suo familiare sorriso, gli occhi azzurri ed i capelli biondi per sapere che quel Jax, ormai trentenne, non era poi così diverso dal ragazzo che aveva amato anni prima.

Forse c’era qualche muscolo e tatuaggio in più, ma era sempre lui… e fu in quel momento che Tyler comprese di essere completamente fottuto. Perché con quell’incontro tutti i suoi dubbi erano spariti, lasciando spazio alla certezza che i suoi sentimenti erano ancora lì. Neanche undici anni lontano da Charming erano stati in grado di fargli smettere di amare Jax Teller.

Tralasciando quella ‘spiacevole consapevolezza’, Tyler cercò tuttavia di fare il proprio lavoro mentre spiegava a Jax e agli altri presenti quanto fossero critiche le condizioni del neonato - rischiava di non arrivare al giorno dopo a causa del trauma subito e dei problemi cardiaci ereditati dalla parte paterna.

« Siamo stati costretti ad intervenire con un cesareo d’urgenza, il bambino è prematuro di dieci settimane», spiegò cercando di mostrarsi più professionale possibile, anche quando Jax lo incoraggiò ad essere più diretto, « Ha un difetto congenito al cuore ed una gastroschisi… una lacerazione dell’addome, Questo e la sua nascita prematura sono causati dalle droghe, ma probabilmente il difetto cardiaco è...»

« Un difetto di famiglia», si intromise Gemma, sempre accanto al figlio.

Tyler annuì.

« Sì, è genetico», confermò, abbassando lo sguardo, « Sono dei problemi seri. Singolarmente non mortali, ma insieme...»

Non era semplice dare simili notizie ad un genitore e per lui non lo era dirlo alla persona che amava... non quando gli occhi di Jax si riempirono di quella consapevolezza che Tyler non era certo di poter affrontare. Tant’è che non riuscì a trattenersi dal pregarlo con lo sguardo, chiedendogli di impedirgli di parlare, tuttavia Jackson lo esortò con un lieve cenno ad andare avanti..

« I-il dottor Nameda gli da il venti percento di possibilità… e temo sia una previsione ottimistica».

« Oh mio dio…», esalò Gemma.

« Non me ne ha mai parlato. Non lo sapevo…», ribatté Jax scuotendo un poco il capo.

« La sua ostetrica dice che ha saltato gli ultimi incontri. Nessuno lo sapeva», si intromise subito Tyler, nel tentativo di rassicurare l’altro, « Il dottor Nameda per prima cosa vuole agire sull’addome. In seguito, se si stabilizzerà, cercherà di intervenire sul cuore…»

Si trattenne dal prendergli le mani per fargli sentire la sua presenza, era un gesto inconscio che aveva sempre fatto in privato con Jackson… ma quello non era né il luogo né la situazione adatta.

« M-mi dispiace Jax», borbottò scosso per i suoi stessi pensieri, dandogli le spalle per andare verso la porta scorrevole dietro di sé, « Adesso posso fartelo vedere se vuoi…»

« Tyler!», la voce decisa di Jax lo bloccò sulla soglia, « Non devi farlo, hai sicuramente altri pazienti».

Distrattamente Tyler si morse le labbra, chiedendosi perché non ci fosse nessun ‘bentornato’ o ‘mi sei mancato’, ma vista la situazione si rese conto che anche quella era una reazione inadeguata al momento, come l’istinto ancora ben presente di prendergli le mani e di abbracciarlo.

« Non preoccuparti. Voglio occuparmi di tuo figlio», rispose sincero.

« Si chiama Abel», mormorò Jax piegando leggermente le labbra verso l’alto e strappando un lieve sorriso anche a Tyler.

« È un bel nome», ammise e ancor prima di poter dire o fare qualsiasi altra cosa, Jax se ne stava già andando lasciandolo solo con Gemma.

Era stato un primo incontro disastroso, e suo malgrado Tyler si ritrovò a definire in quello stesso modo anche lo scambio di parole che ebbe con Gemma il giorno successivo, dopo l’operazione all’addome di Abel. Era andato tutto per il verso giusto - Tyler aveva l’onore di lavorare con un primario come Nameda e non poteva che esserne fiero -, ed anche se il neonato era stato indebolito dall’intervento, il dottore era intenzionato ad agire anche sul cuore.

Era la scelta migliore, ma per Tyler c’era qualcosa in più da dire… anche se questo significava dover affrontare Gemma. Erano le condizioni della madre del bambino a preoccuparlo, e lui non era abituato a tacere su simili cose.

Per quanto la donna lo terrorizzasse, Tyler era abituato a tirare fuori le palle quando era necessario - forse era proprio il fatto che Gemma riuscisse a tenergli testa in quelle occasioni a spaventarlo.

« Wendy è davvero in pessime condizioni. È in astinenza e non smette di piangere…», esordì e ancor prima di poter aggiungere qualcos’altro, Gemma lo bloccò.

« E allora?»

« Magari potreste parlare. Farle capire che non è sola…»

Si fermarono nel mezzo del corridoio, e Tyler sentì la stessa necessità di fuggire che aveva caratterizzato ogni suo singolo incontro con la donna negli anni precedenti. Era più forte di lui: Gemma lo terrorizzava.

« Fidati. Non c’è niente che io possa dire a quella puttana tossica che possa farla sentire amata».

« Dimenticavo quanto… tu potessi essere schietta», borbottò.

« Ti sei dimenticato un sacco di cose, tesorino», ribatté Gemma e qualcosa nei suoi occhi fece comprendere a Tyler di non essere il benvenuto lì a Charming - almeno, non lo era per quella donna.

« Ti… disturba che io mi prenda cura di Abel?», domandò incerto anche se ben consapevole della risposta che lo attendeva.

Gemma lo odiava. Forse non per via della sua omosessualità - probabilmente neanche sapeva niente del suo orientamento e della passata relazione con Jax -, ma per il fatto che il suo legame con Jackson aveva quasi portato quest’ultimo a lasciare Charming. Quello non poteva perdonarglielo: era fin troppo palese.

« Sei un bravo dottore?»

« Io… sì. Sì. Lo sono», rispose cercando di dare alla sua voce un tono risoluto.

« Allora non ho problemi», tagliò corto Gemma.

« O-okay… senti, so bene di non esserti mai piaciuto», continuò Tyler, « Ma non sono più un adolescente».

Gemma sorrise quasi maliziosa facendo un passo verso di lui, allungando la mano sull’ampio collo a V della sua uniforme.

« Suppongo che tuttavia… certe cose non possano essere cambiate», commentò placida, scoprendo un poco il tatuaggio, lasciando Tyler quasi pietrificato.

« Solo un ricordo», dichiarò, spostandosi indietro per uscire dalla ‘linea di tiro’ di Gemma.

« Sei sempre stato intelligente», rispose la donna e, sempre con quel suo sorrisetto malizioso, si allontanò lasciando Tyler fermo in mezzo al corridoio.

Sospirò, e scuotendo il capo andò a preparasi per l’operazione sperando di concludere al più presto quelle giornate che avrebbe volentieri definito ‘di merda’... ovviamente se non fosse stato per Jax che, dopo chissà quale casino, era tornato in ospedale e lo aveva semplicemente abbracciato.

Lo aveva stretto con forza e sicurezza, affondando il viso nell’incavo del suo collo, lasciandosi andare ad un lungo sospiro sollevato che si concluse con un: « Sono felice che tu sia tornato a Charming, Ty», che fu in grado di far dimenticare a Tyler anche il fatto che la camicia dell’altro fosse sporca di sangue.

   
 
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