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Autore: LucieLupin    06/11/2004    4 recensioni
Salvissimo!!!! Ecco la mia prima ff... è un po' triste ma spero vi piaccia... Commentate!!!!!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GRIMMAULD PLACE N° 12 Un rumore di passi nell’ingresso avvisò Kreacher del rientro dei membri dell’Ordine. L’elfo domestico si precipitò in cima alle scale per poterli spiare. Malocchio varcò la soglia zoppicando, alle sue spalle Kingsley fissava il pavimento con aria cupa. Remus era l’ultimo, la testa china sul petto, le braccia lungo i fianchi e un aspetto peggiore del solito. Si trascinò in cucina e si sedette sulla prima sedia che trovò. Sembrava svuotato, senza nessuna voglia di vivere e scrutava un punto lontano con uno sguardo privo di sentimenti. Kreacher irruppe nella cucina, entusiasta: il suo padrone non era tornato, finalmente sarebbe vissuto di nuovo solo con il ritratto della sua adorata padrona. Ma perché allora quella “feccia” era ancora lì? Si rivolse a Remus: “Dov’è il mio padrone? ”quel maledetto traditore del suo sangue”” Remus parve non sentirlo. Kingsley entrò in quell’istante, probabilmente aveva visto Kreacher entrare: “VATTENE MALEDETTO ESSERE INUTILE! NON VOGLIO VEDERTI PER TUTTO IL RESTO DELLA GIORNATA! CHIARO!” gridò. Kreacher, con un sorriso maligno gli rispose tranquillamente: “Kreacher obbedisce solo al suo padrone” ”SCOMMETTO CHE MI OBBEDIRAI LO STESSO!” gli urlò contro il giovane Auror prima di buttare, con un incantesimo, l’elfo nell’armadio della cucina, che poi chiuse magicamente. ”NON USCIRAI DI LÌ TANTO PRESTO. ANZI PER ME POTRESTI ANCHE MARCIRE LÌ DENTRO!” urlò ancora rivolto alle ante chiuse dell’armadio. Aprì la bocca per dire qualcosa a Remus ma, non trovò le parole e lo lasciò di nuovo solo. Tornato nel salotto, trovò Malocchio sprofondato in una poltrona che gli chiese: “Come sta?” ”Come uno che ha appena perso il suo migliore amico, COME VUOI CHE STIA?!” rispose Kingsley ”Calmati ragazzo, volevo sapere se ha detto qualcosa o che cosa sta facendo” disse Malocchio facendogli segno di sedersi. ”Non ha aperto bocca e sta lì seduto a fissare il vuoto” rispose Kingsley “Mi sento un’idiota! Non so cosa dirgli o cosa fare per farlo stare meglio!” aggiunse sedendosi a sua volta ammirando il fuoco che danzava nel camino. __________________ Trascorsero le ore nel più assoluto silenzio, Remus solo in cucina e Kingsley e Malocchio in sala. Ma a sera il campanello suonò, svegliando il ritratto della madre di Sirius, Malocchio andò ad aprire, Kingsley invece corse alle tende che coprivano il ritratto e con un enorme sforzo le richiuse. Arthur, Molly e Bill entrarono salutando. La sig.ra Weasley appena seppe dove si trovava Remus, si affrettò a raggiungerlo: Remus era esattamente nella stessa posizione di quando era entrato. ”Domani andiamo a trovare Tonks… al SanMungo… pensi di venire?” gli chiese con semplicità. ”Mh?…ehm… Sì” rispose lui come risvegliandosi da un sogno ad occhi aperti. “Bene!” esclamò Molly “…ed ora mi daresti una mano a preparare la cena? Sono certa che senza di me voi tre uomini non sapreste da dove cominciare, vero?” “Già” rispose Remus con un sorriso. Ma perché stava sorridendo, non aveva nessuna voglia di sorridere, eppure… Forse per sentirsi meglio doveva solo parlare di altro, non pensare a ciò che era successo a Sirius… Comunque Molly aveva trovato la strada giusta per schiodarlo da quello stato. Cenarono tutti insieme, ma Remus non mangiò niente, anzi fissò il piatto senza mai alzare gli occhi, temendo di incrociare sguardi compassionevoli da parte dei commensali. Molly ovviamente l’aveva notato e guardava dal figlio al marito e viceversa, in cerca di sostegno, che purtroppo non venne. Si spremette le meningi e, non trovando altro da dire chiese: “Che fine ha fatto Kreacher?” “L’ho sbattuto nel suo armadio e ce l’ho chiuso dentro!” biascicò Kingsley furente al pensiero di quell’essere. “COSA HAI FATTO?! LO SAI VERO CHE SILENTE HA DETTO DI TRATTARLO BENE…” strillò Molly strabuzzando gli occhi. “Ormai è un po’ tardi, no?” disse Remus, con un voce che non era la sua, con una voce carica di rabbia e dolore “SIRIUS… SIRIUS ORMAI È MORTO E KREACHER HA AVUTO UNA PARTE FONDAMENTALE IN QUESTO!” urlò con voce sempre più alta riversando sui commensali tutta la sua rabbia. Era successo quello che Molly temeva, ora sarebbe stato molto difficile parlargli. Remus si alzò, voltandosi di scatto per nascondere le lacrime che gli rigavano il viso e aggiunse: “SE INCONTRERÒ QUEL ELFO NON RISPONDERÒ DELLE MIE AZIONI!” Cosa stava dicendo? Non era da lui comportarsi così mai aveva parlato in questo modo a delle persone che gli stavano a cuore, possibile che il dolore lo cambiasse in questo modo? “Aspetta” disse Arthur “Remus hai preso la pozione?” chiese avvicinandoglisi. “La prendo in camera!” rispose allontanandosi a grandi passi. Era uscito da poco quando Molly gli urlò: “Domani partiamo alle 8 e mezzo. Per andare da Tonks, fatti trovare pronto ok?” Lui per tutta risposta entrò in camera e sbatté la porta, ovviamente la madre di Sirius si svegliò e con i suoi urli iniziò a maledire gli invasori della nobile casa dei Black. Remus prese la disgustosa pozione e si tuffò sul letto premendosi un cuscino sulla testa per non sentire gli urli della padrona di casa, quando questi finalmente cessarono, si sdraiò con lo sguardo rivolto al soffitto,ricordando tutto ciò che aveva passato insieme ai suoi amici: i bei momenti della scuola e i tremendi giorni che precedettero la morte di James e Lily. Non aveva mai smesso di piangere da quando aveva pronunciato il nome dell’amico, possibile che dovesse soffrire così tanto? Ci era già passato e anche quella volta era stato così male… perché doveva accadere di nuovo? Si sentiva stanco, spossato, inutile, triste… era un fascio di nervi, in alcuni momenti provava il desiderio irrefrenabile di sfogarsi, di andare a cercare Bellatrix e di ucciderla con le sue mani, forse così si sarebbe sentito meglio. In altri momenti voleva trasformarsi in lupo, definitivamente, vivere come un animale sarebbe stato sicuramente meno doloroso che vivere da umano e veder morire tutti i propri amici senza poter far niente. _____________ Anche quella tremenda notte passò, senza che Remus fosse riuscito a chiudere occhio. Era mattino, lo sapeva, i raggi del sole già da diverso tempo gli inondavano il volto. Con estrema fatica alzò il braccio sinistro e guardò l’orologio. Era ora di andare, non aveva bisogno di cambiarsi era vestito dalla sera prima. Uscì dalla camera lisciandosi appena i capelli argentati e quando ebbe raggiunto gli altri chiese: “Cosa ne avete fatto dell’elfo?” come la sera prima la sua voce non era la SUA ma quella di un uomo stanco di soffrire. “L’ho chiuso in soffitta, dove resterà fino a nuovo ordine” rispose Bill in vece di Kingsley che era tornato a casa la sera prima. “Ci Materializziamo o prendiamo la metropolitana?” chiese Remus rivolto al signor Weasley. “Direi che possiamo prendere la metropolitana, no?” chiese speranzoso Arthur alla moglie. “Oh e va bene usiamo la metropolitana!”. ___________ Così Remus, Arthur, Molly e Bill (evidentemente Malocchio se ne era andato) uscirono nel caldo mattutino della strada. Remus si muoveva meccanicamente, come se le sue gambe camminassero da sole; la sua mente, infatti, era lontana, il pensiero rivolto a tutti i modi in cui avrebbe potuto salvare sia Sirius che James e Lily. ___________ Fu Remus a comprare i biglietti per tutti, essendo il più pratico. Durante il viaggio in metropolitana, Remus continuava a fissarsi i piedi. Molly, che già da un pezzo lo stava guardando, cercava l’ispirazione per dirgli finalmente qualcosa che lo facesse star meglio. L’istinto materno di Molly (molto sviluppato dopo 7 figli) la faceva penare terribilmente alla vista di quell’uomo così abbattuto. Inoltre Silente l’aveva mandata la sera prima a Grimmauld Place, apposta perché trovasse il modo di risollevare l’umore di Remus. D’un tratto Remus alzò la testa e, non curandosi di tutti i babbani che aveva intorno, si rivolse a Molly: “Ti chiedo scusa… so che tu stai cercando di tirarmi su di morale… eppure sai… non so se ci riuscirai mai… non ho più voglia di sentirmi bene dopo la morte di Sirius” “Ma cosa stai dicendo?” chiese Molly preoccupata. “Non ti preoccupare” disse Remus con un sorriso che esprimeva tutt’altro che gioia “Non ho intenzione di suicidarmi o cose simili e non voglio nemmeno andare a cercare Bellatrix per vendicarmi… solo che… ormai posso iniziare a fare il conto alla rovescia…”una lacrima ribelle gli bagnò le guance. “Cosa intendi dire con questo?” chiese Arthur e solo allora Remus si accorse che anche lui lo stava osservando. “Con questo voglio dire che eravamo 4 amici inseparabili quando eravamo a scuola. Poi siamo stati costretti a sospettarci l’un l’altro e James e Lily sono morti. Sirius è finito ingiustamente ad Azkaban e io l’ho odiato per 12 anni! Pensando che quel traditore di Codaliscia fosse morto come un eroe… due anni fa Sirius è fuggito e ho finalmente capito come stavano davvero le cose… mi sono sentito un idiota per aver sospettato di lui, mentre il traditore era Peter. Ma ormai potevo essere felice, avevo ritrovato un amico. Che illusione stupida che era quella: né io né Sirius riuscivamo a smettere di tormentarci per la morte di James e Lily, ci sentivamo colpevoli, le uniche cose che ci hanno consentito di vivere sono state la nostra amicizia e l’affetto che entrambi proviamo per Harry. Grazie a questo avevo superato tutto ed ero riuscito persino a vivere bene nonostante quello che sono… “ “Perché cosa sei, Remus?” domandò Molly stupidamente ma quando si rese conto di ciò che aveva detto divenne rossa e si scusò. “ La mia vita era abbastanza normale” proseguì Remus “ Ma no! Io non posso vivere in modo normale! Infatti ieri anche Sirius se n’è andato! E io sono di nuovo caduto in questo stato. Sono di nuovo solo e non ho voglia di sentirmi meglio per poi star male di nuovo in futuro…” si interruppe: le lacrime scendevano così forte dai suoi occhi che non riusciva nemmeno a tenerli aperti. “Ma Remus io volevo sapere cosa intendevi con “Posso cominciare a fare il conto alla rovescia”…” disse gentilmente Arthur. “Volevo dire che ormai sono morti tutti i miei amici quindi il prossimo sarò io. I Malandrini sono destinati a una triste fine… o morti o traditori” concluse con un profondo sospiro Remus e si asciugò il viso con il fazzoletto che gli porgeva Molly. Per una volta era lei a consolarlo non il contrario. Nessuno parlò per il resto del viaggio quel discorso li aveva ammutoliti. Continua...
  
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