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Autore: Alexiel94    21/11/2013    2 recensioni
[Shoujo-ai]
[Possibile OOC]
Jasmine se lo chiese per l’ennesima volta. Ne valeva davvero la pena?
Quella relazione andava avanti da mesi ormai, eppure non aveva mai avuto il coraggio di interromperla. Perché qualcosa doveva pur valere, no?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Premetto che a quest'ora dovrei studiare perchè domani ho un esame ma invece sono qui a scrivere. Avevo da un po' l'idea per questa one shot e oggi davvero non ho saputo resistere alla tentazione di scriverla.
Vi avverto però che la nomenclatura (personaggi e città) è quella inglese. Questo per il semplice fatto che mi ci trovo più a mio agio dato che sto leggendo il manga in quella lingua. Non temete, a fine capitolo metterò i corrispondenti italiani.
Buona lettura.


 
Ne vale la pena


 
Jasmine se lo chiese per l’ennesima volta. Ne valeva davvero la pena?
Quella relazione andava avanti da mesi ormai, eppure non aveva mai avuto il coraggio di interromperla. Perché qualcosa doveva pur valere, no?
Ma l’altra… oh, lei la faceva impazzire. In senso negativo.
Le aveva imposto il veto di andare nella sua città a trovarla. “A Goldenrod mi conoscono tutti, se si scoprisse che sto con una ragazza scoppierebbe uno scandalo” era stata la sua scusa.
Jasmine al solo pensarci avvampava di rabbia. Che diamine, anche lei era una Capopalestra a Olivine City! A differenza dell’altra però pronta a rischiare lo scandalo per il suo amore. Si ritrovava così costretta a combattere il forte impulso di andare da lei ogni volta che ne sentiva il bisogno. Ciò le causava una forte frustrazione che non le passava neanche stando col suo adorato Amphy. I poveri sventurati che avevano la malasorte di recarsi in Palestra quando lei era particolarmente di malumore erano la sua unica valvola di sfogo.
Il timore dell’altra del fatto che altri potessero scoprirle si ripercuoteva però su altri aspetti. Uscire insieme? Pura utopia! Le paranoie della sua amata erano tali che erano costrette a incontrarsi in posti isolati o a casa sua – di Jasmine. Mai che accadesse il contrario.
Si sentiva spesso usata, una vittima dell’egoismo dell’altra ragazza. Perché le sue paranoie non erano nient’altro che questo: puro egoismo, che si mostrava come paura di perdere la reputazione davanti alla sua città che la adorava.
“Loro non potranno mai adorarti quanto faccio io!” avrebbe voluto gridarle nei momenti in cui la frustrazione raggiungeva il culmine. Solo che non lo aveva mai fatto.
-Perché lo fai?- le aveva chiesto Falkner, Capopalestra di Violet City e suo grande amico, quando gli aveva confidato le sue pene. Anche lei cominciava a chiederselo.
All’inizio forse era stato perché non riusciva a credere di stare insieme a lei.
Jasmine da quando si era accorta che i suoi sentimenti andavano oltre l’amicizia aveva temuto un rifiuto da parte sua, o peggio che l’avrebbe ripudiata. Invece quando qualche mese prima ad un raduno dei Capipalestra di Johto (che cadeva spesso con periodicità) le erano bastati un paio di bicchieri di spumante per perdere la lucidità, trascinare l’altra ragazza fuori dal ristorante e dichiararsi a lei. Ricordava benissimo di aver sentito molto freddo, sebbene quel giorno di primavera l’aria fosse afosa, perché temeva che a causa del suo gesto avventato l’avrebbe persa definitivamente. Invece l’altra aveva fatto probabilmente qualcosa di più impulsivo e avventato: l’aveva baciata. Solo al ripensarci Jasmine sentiva ancora il suo cuore sul punto di scoppiarle, il resto del suo corpo tremare dal piacere e dall’incredulità e le sembrava quasi di sentire le labbra dell’altra sulle sue – quelle labbra che ormai le appartenevano.
I primi tempi erano stati come un sogno, ma con lo scorrere del tempo erano emersi i timori e le paranoie dell’altra ragazza. Ora la ragazza si sentiva come ferita fisicamente ogni volta che le paranoie dell’altra ragazza si ripercuotevano sul loro rapporto.
A volte aveva anche pensato di lasciarla, ma non ci era mai riuscita. Anzi, al contrario, aveva subito scacciato via quell’idea appena aveva fatto capolino nella sua testa.
I loro incontri celati ad occhi altrui la riempivano di felicità e ne era spesso molto soddisfatta – in ogni senso. Ma non era per la passione che le dimostrava sotto le coperte che ci stava ancora insieme. Era qualcosa che andava decisamente oltre la carne, comprensibile solo all’anima.
 
Abbracciata alla sua amata nella sua grande camera, Jasmine capì perché non voleva troncare con lei. La risposta era così semplice e al tempo stesso molto profonda.
La amava.
Non era una cotta passeggera o un impulso dettato dal corpo che la spingeva a continuare la loro relazione.
Era amore.
Puro come quello di un bambino, trascendentale come quello stilnovista, travolgente e passionale come il fuoco.
Ora, tra le sue braccia, tutte le frustrazioni erano portate via come polline al vento per lasciare spazio a un sentimento tanto grande e puro da farla quasi commuovere.
La amava, nonostante tutti i suoi difetti.
L’altra le alzò il mento e le regalò un lungo bacio. Jasmine si sentì quasi morire, ma non come quando lei era lontana e sentiva mancarle l’aria. Si sentiva quasi a un passo dal baratro che l’avrebbe portata in paradiso.
L’altra si separò e la guardò negli occhi. Quello sguardo, colmo delle stesse emozioni che sentiva Jasmine, le fece provare una folgorante felicità.
-Ti amo, Withney- sussurrò.
Ne vale la pena. Nonostante tutto, pensò.







Goldenrod City=Fiordoropoli
Olivine City=Olivinopoli
Falkner=Valerio
Violet City=Violapoli
Whitney=Chiara
 
   
 
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