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Autore: lye    30/04/2008    1 recensioni
- « ..ma tu sei vero.. quindi sto per morire giusto? »
E’ in quell’istante so che si è arresa, il mio piccolo angelo si è arreso e non lotta più. Quell’accennata malinconia del suo sorriso, un colpo al cuore. Ma quale cuore? Le sfioro una guancia con la mia mano, saggio la morbidezza della sua pelle come spesso avevo fatto nei suoi sogni e pian piano le mie dita raggiungono anche le sue labbra.
« Speravo continuasti ad ignorarmi, sarebbe stato meglio. »
Inizio. Voce che viene da qualcun altro, qualcuno che non è me. Così distante. -

( Amore e Morte. Seguito di Nobody's Home. )
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MyLittleFallenAngel

_angel



Immobile, nel silenzio più assoluto del solito parchetto ormai deserto fissa un punto impreciso davanti a sé. Ostinato piccolo angelo dagli occhi tristi. Ha le mani al petto, stringe un blocco da disegno e dio solo sa quante volte mi sono fermato ad osservare la sua espressione ogni volta che portava la matita sul foglio, quando era arrabbiata perché idea e schizzo non coincidevano, quando cancellava e ripassava più volte gli stessi tratti.
”Gli angeli della morte non provano sentimenti
Quale bugia più grande. Perché soffrirei con lei allora? Perché ora sospeso a mezz’aria con le ali spiegate lascio che le mie labbra sfiorino le sue? Perché è stata l’unica idea sensata che mi è venuta quando ho capito perché oggi sorrideva così radiosa con in mano la propria matita? L’ingiustizia più grande è che lei non può sentire il mio tocco, lei non può perché è viva e la mia razionalità sconfigge l’istinto.
L’ho sempre detto che l’aria di questo postaccio fa male. Perché proprio ora? Perché ora che tutto deve finire? Lotta mio piccolo angelo e non fissarmi così, perché non lo sai, non puoi saperlo ma quello sguardo mi fa male.

“Cosa pensavi di fare? Sei solo uno stupido senza-nome“
Quella vocina mi tormenta e io torno al mio solito posto. Al suo fianco e in silenzio, ma non sembra volersi muovere.
« Angel »
Sussurro fissandola. Tanto non mi può sentire e a me semplicemente piace pronunciare il suo nome, manca un giorno e dopo sei mesi, tre settimane e sei giorni posso ufficialmente dire che non potevano punirmi in modo peggiore. Onorato, dovrei essere onorato dicono, ma guardare la prossima morte, sorvegliarla ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo per sapere che lei non ti vedrà mai se non quando prenderà il comando è una tortura. Tortura perché lei non ti riconoscerà, tortura perché tu sarai solo un tirapiedi tra tanti, quel tirapiedi che le ha donato quel pessimo destino.

Era davvero possibile pensare che non si sarebbe legato? Era sempre stato una pecora nera, nell’ultima categoria: i senza-nome. Provava ancora astio, ma era normale dicevano, tristezza, ma era solo la sua immaginazione.
Anche quella allora? Si stava immaginando tutto ed era l’unica spiegazione possibile.
La ragazza al suo fianco aveva iniziato a muovere qualche passo, le guance imporporate, una mano a sfiorare le labbra.
E quel blocco tra le mani, blocco in cui vi era nell’ultime pagine un disegno che le aveva richiesto mesi, un ragazzo più grande di lei i capelli neri, gli occhi grigi e due grandi ali nere.
Era lui e non l’aveva mai visto.
« Angel? »
Le piccole onde ramate fermarono il movimento che accompagnava quello del corpo di lei e volto il capo.
Gli occhi scuri si riflettevano in quelli dell’angelo nero.
« Eri tu allora.. »

Mi conosce. L’unico pensiero nella mia testa. Ed è stupita e imbarazzata allo stesso tempo, abbassa lo sguardo.
« Ci sei sempre stato e non ti ho mai visto? »
E ancora sono muto.
”Gli umani non possono essere visti dagli umani
Il secondo principio fa la fine del primo. Lei mi ha visto, nei suoi sogni. E l’abbraccio d’istinto, secondo gesto istintivo della giornata. Sorriso vedendo che le sue mani non mi oltrepassano, che sono ferme sul mio petto mentre di nuovo incontro il suo sguardo.
« Sto impazzendo.. da molto tempo »
Sussurra, mia piccola. E la mano porto tra i suoi ricci, improvvisamente dolce. Che fine ha fatto la mia razionalità? Che fine ha fatto il mio ruolo?
« No »
Sussurro. E’ l’ultimo giorno, il sole sta per tramontare e lei diventerà la Morte. Mi odierà.
« Morirò vero? »
Domanda che stupisce, che mi coglie alla sprovvista. Di nuovo è triste, desiderosa di parlare. Le labbra socchiuse mentre si allontana, mentre mi dà le sue spiegazioni.
« Quando sette mesi fa ti ho visto per la prima volta pensavo fosse arrivato il mio momento. »
Informata per caso. Questo il mio pensiero mentre, muto, ascolto il suo ragionamento.
« Non ti vedevo sempre, solo quando perdevo il filo dei miei pensieri, in momenti distanti tra loro. Ho ignorato però, pensavo che fosse solo la mia fantasia. »
E vi è tenerezza nelle sue parole, nel riflesso dei suoi occhi. Non dovrebbe essere così, maledizione. Sta andando tutto storto.
« ..ma tu sei vero.. quindi sto per morire giusto? »
E’ in quell’istante so che si è arresa, il mio piccolo angelo si è arreso e non lotta più. Quell’accennata malinconia del suo sorriso, un colpo al cuore. Ma quale cuore? Le sfioro una guancia con la mia mano, saggio la morbidezza della sua pelle come spesso avevo fatto nei suoi sogni e pian piano le mie dita raggiungono anche le sue labbra.
« Speravo continuasti ad ignorarmi, sarebbe stato meglio. »
Inizio. Voce che viene da qualcun altro, qualcuno che non è me. Così distante.
« Se mi ignoravi, se mi vedevi di sfuggita voleva dire che c’era qualche speranza. »
Prosegue questo sconosciuto mentre lentamente mi stacco da lei. Troppa lentezza nei miei gesti.
« Mi spiace. »
Sussurro e questa volta sono certo che io ho parlato. La stessa persona che ora tra le mani stringe un arco, arco bizzarro, quasi trasparente, uno spettro. Come me.
« Mi sta bene. Magari ci incontreremo di nuovo, Angel. »
Mormora. Le mani incrociate dietro la schiena, un paio di passi all’indietro per fissarmi meglio, forse. Così dolce.
« Ci rivedremo, mio angelo. Angelo del paradiso trascinato all’inferno da qualcuno che non è degno di essere definito tale. »
E la freccia ormai fa la sua comparsa. Spettro anche questa, spettro che porrà fine a tutto. Al mio tutto.
« Angel è il tuo nome. »
E mi sorride negando la mia affermazione. Così determinata, così convinta. Buffa ragazza che con un sorriso mi fa tale confessione, che sempre “angelo” mi ha definito.
« Mi odierai temo »
Sorrido mestamente tendendo la corda dell’arco, ma lei scuote vistosamente il capo. Negando nuovamente.
« Come potrei farlo? »
Mi domanda. Non avrò mai risposta, non da lei certo. Una freccia scostata, un soffio di vento quasi e il tonfo, stranamente leggero, di un corpo che cade. La mia fine. Sorride quella tenera maledizione. Qual regalo migliore per il suo assassino?











***











Piccola tra le sue mani stringeva una falce. Figura eterea, anima fatta della stessa sostanza dell’angelo che le sostava davanti. Disorientata di certo, ma quella la regola.
“ La giovane morte dimenticherà ogni singolo evento precedente alla sua nascita
E l’angelo lo sapeva benissimo. Lo sapevano benissimo anche quelle lacrime che involontariamente gli solcavano il volto. Una, due, non di più. Sufficienti per non sfuggire alla rossa incappucciata, alla nuova Oscura Signora.
« Perché piangi? »
Domandò quella catturando l’attenzione dell’altro. Tono piccolo, fragile quanto quella figura che maestosa doveva incutere terrore. Bambina sperduta.
« Non piango, Signora. »
Lapidario nella risposta mentre compiva un inchino di fronte all’altra, sua maledizione. Gesto spontaneo quello di prenderle una mano e di baciarla. Pallida, fredda, degna di colei a cui apparteneva.
« Angel? »
Domandò quella. Ancor più disorientata da quella freddezza improvvisa, da quel rispetto eccessivo, regina all’improvviso. Alzò il capo l’angelo di morte, confuso a sua volta. L’ennesima regola mancata, pensò tra sé e sé non staccando gli occhi dalla sua piccola.
« Sì, mia Signora? »
Un sorriso, calore. Amore per quella creatura, amore che egli stesso incarnava. Pochi secondi per compiere il gesto di rialzarsi senza però stringerla a sé.
« Andiamo? »
Domanda. L’uno di fianco all’altra, com’era sempre stato. Com’era Destino che fosse. Legati da una vecchia leggenda che più importava di una qualunque regola. Consapevoli entrambi di essere salvi, inconsapevoli di aver salvato l’altro. E c’era del romantico e del tragico in tutto ciò, Amore e Morte compagni di un’eternità che sarebbe durata fino alla prossima reincarnazione. Nemici alle volte ma altrettanto terribilmente affini.












« Ogni tanto capita che nasce un’anima diversa dalle altre, un’anima particolare

destinata a diventare la nuova morte. Compito di un angelo senza nome sarà di vegliarla per sette mesi, sette mesi in cui scoprirà il suo ruolo di guida, in cui conoscerà i sentimenti che da sempre gli sono legati. Dicono che onore sia quello di quest’anima, onore perché il senza nome non sarà altro che la reincarnazione di Amore, compagno per scelta di Morte.

Legame che nulla può spezzare, legame che contro il Destino stesso può andare. Definitelo errore,

definitelo come più vi aggrada, nemmeno le vecchie leggende hanno risposta per questo. »












Angolino dell’autrice:
Come promesso eccomi tornata con il Sequel della song-fic “Nobody’s Home”. Beh, proprio sequel non è considerando che ciò che hanno in comune sono i protagonisti, ma comunque una storia che avviene successivamente all’altra. La trama come si può notare è un po’ assurda e sinceramente non so come mi sia venuta in mente, l’unica cosa che posso affermare e che da quanto ne sappia non esiste nessuna leggenda del genere XD . Per quanto riguarda lo stile invece, mi devo scusare per il passaggio da prima a terza persona, necessario a mio parere per rendere l’idea della situazione ma per cui accetto comunque critiche. E ora come di consueto passo ai ringraziamenti:
-Rio: Grazie mille per la maga che come ti ho già detto non merito come complimento. Qua la vera maga nel descrivere le situazioni sei tu ^^ io mi limito a mettere pensieri senza senso su carta o foglio di word XD Per il finale mi spiace di non aver rispettato le tue aspettative. L’angelo non la salva, anzi è comunque suo carnefice seppur il lieto fine ci sia. Spero di sentirti presto, un bacio :*
-Subaku no Temari: Ri-chan!! Felice che la ficcy ti sia piaciuta e sì, come noti, l’angioletto era innamorato di lei. Non so come prenderai questo seguito decisamente più fantasioso e ricco, ma spero tanto che ti possa piacere. Sono fermamente convinta però che dovrei smetterla con le mie storielle tristi, questa è la prima con un lieto fine che scrivo. A presto, piccolina ^^
-Bells87: Ecco a te il seguito, spero che apprezzerai anche questo. Felicissima di sapere che la mia piccola shot ti sia piaciuta e che apprezzi il genere anche per il triste/romantico. Sarei lieta di avere una tua opinione anche su quest’altra opera, un grazie.

E con questo posso anche concludere il mio spazio, decisamente troppo grande. Un grazie ovviamente va anche a coloro che hanno solamente letto il Prequel e a coloro che leggeranno e commenteranno questa storia. Accetto di tutto, anche critiche. Un bacio, Ly’.

  
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