Lá era diverso. Era FELICE, non era mai sola, sorriso sempre sulle labbra. Era impossibile strapparglielo. Ovunque andasse non era mai sola. La solitudine riusciva a sconfiggerla. Era un mondo, un palazzo pieno di gente della sua etá. Chiunque sarebbe stato felice. Forse era anche l´alcol che rendeva tutto piú bello. Ma si rese conto che una serata senza alcol in compagnia di amici, guardando un film o solo andando al cinema era la soddisfazione piú grande. Lei non aveva bisogno dell´amore, di qualcuno che la innervosiva e che le opprimeva lo spazio vitale. Era immune a questi bisogni profondamente umani, non aveva addirittura bisogno del sesso. Le piaceva stare in mezzo alla gente a cui voleva bene, in quella terra lontana da casa sua, da quella brutta bestia chiamata ABITUDINE. Studiare non le pesava, andare a lavorare nemmeno. Era amata veramente, almeno lei credeva di essere amata. Ma é sicura che fosse cosí.
 
      QUI invece sta male. La fa ammalare, ingrassare, intristire, innervosire. Si ritrova intrappolata in una vertigine di insucurezza, il suo futuro é appeso ad un filo. La sua vita é un punto interrogativo. Tornare é stato uno shock. Tornare alla routine, ai giorni interminabili, senza fine. Aspetta inquieta il finesettimana per ubriacarsi, per alterare in qualche modo il suo stato psichico. Soffre d´insonnia, dorme poche ore la notte, perché l´unico momento tutto per sé della giornata é la notte. Quando puó vedere in pace i suoi film. Per trasportarsi in mondi lontani, diversi dalla vita. Ultimamente guarda le sit-com americane. Quelle dove narrano di gruppi di amici, delle loro peripezie. Amici che le ricorda quelli che aveva in quel posto lontano.
 
      Qui ha bisogno dell´amore, o almeno il cosiddetto amore che lei riesce solo a vedere guardando indietro. Le viene in mente quel ragazzo dai capelli colorati che aveva conosciuto. Il suo migliore amico. Che ora lo ha perso. Forse per sempre, forse solo temporaneamente. Ma d´altronde é colpa sua. Lei ai tempi non aveva bisogno di lui. Era occupata dalla spensieratezza di quei momenti che trascorrevano troppi veloci. Era occupata ad idealizzare quel ragazzo dagli occhi blu, di cui credeva di esserne innamorata. Lei lo seguiva ovunque andasse. Egli ha la ragazza, ma lei credeva che un giorno potesse averlo. Ingenuamente. E tutto questo accadeva sotto gli occhi del ragazzo con i capelli colorati, il quale a sua volta seguiva ovunque lei andasse, soffrendo. Si faceva prendere in giro, perché lui sapeva dentro di sé che lei é un´opportunista, mal o negava a stesso.
       Perché sí. Lei é un´OPPORTUNISTA. Lei pensa solo a sé. Ora che é sola, che non ha piú la sua indipendenza, pensa a lui e la rende pazza. E ingrassa, e piange, é alla ricerca di nuove persone per colmare la sua vita vuota. Per non essere sola, per sfuggire dalla noia e dalla solitudine. Le sue due piú grandi paure. Lei usa la gente. E dentro di sé, nonostante continui a negarlo, lei sa di aver bisogno di tante persone intorno a sé, in modo che non pensi alla sua persona, al suo carattere opportunistico, al carattere che ha preso da suo PADRE.
 
Anche lui é un´opportunista. Ha sempre pensato a se stesso e ora che é solo pretende che la sua famiglia lo consideri. Ma come biasimarlo.
 
E ora lei pensa costantemente al ragazzo con i capelli colorati. Crede di essersi pentita di quello che gli ha sempre fatto. Spera ogni giorno che le scriva. Immagina come sarebbe stato stare con lui definitivamente. Immagina scene da film.
       Lei vive in un film. Un film che vuole costruirsi da sola, ma non ci riesce. Lei fallisce, ogni giorno che passa. Sa che fallirá, e questo la rende pazza. Mente costantemente a se stessa. E ora, intenta ad addormentarsi e pensando al ragazzo con i capelli colorati, che forse ha perso per sempre, chiude gli occhi, si addormenta. Ed ecco che appare in sogno il ragazzo dagli occhi blu.
 
Ma chi non lo sognerebbe?