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Autore: ParanoidxX    30/04/2008    13 recensioni
-Un'altra cosa!- l’uomo prese Tom per il braccio e lo tirò a se prima che potesse varcare la soglia. -Dica..- disse gentilmente il biondo.
-Non mentirmi MAI- fece gli occhi a fessura e il suo tono divenne minaccioso e beffardo – Ho un fucile, una vanga e due ettari di terreno dietro casa…quindi.. non mentirmi…- lasciò libero il ragazzo che uscì di casa cingendo le spalle alla dolce e bella Jessica.
Ben rimase a guardarli sulla soglia della porta. I suoi occhi continuavano a fulminare Tom e la sua mente era occupata da un solo pensiero “Se non si allontana da mia figlia , lo metto sotto un camion.”
.....
Come sempre Tom ha trovato una facile “preda”. Il suo nome è Jessica e di natura è molto timida e dolce. Insomma..non ci vuole nulla a corteggiarla per un po’ e a portarsela a letto.
Ma questa volta non è facile come sembra , infatti Tom dovrà fare i conti con il padre dal quale non è visto di buon occhio…
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIù LE MANI DA MIA FIGLIA





La sveglia iniziò a suonare in maniera molto fastidiosa.

Da sotto le lenzuola , uscì una mano magra e affusolata che si andò a posare sul brutto aggeggio e con un rapido movimento lo scaraventò a terra.

Il suono scemò pian piano.

La ragazza nascose la testa sotto il cuscino e mugugnò per protesta.

Altri cinque minuti passati beatamente fra le braccia di Morfeo , non avrebbero fatto male a nessuno giusto?Quindi perché rinunciare.

I suo splendidi occhi neri si richiusero in un lampo e presto ricadde nel mondo dei sogni.

Ma il paradiso non durò molto.

La porta si aprì con un leggero cigolio.

I passi veloci e , in un certo senso , dispettosi si facevano sempre più vicini.

Silenzio…

Tranquillità.

Jessica dormiva beatamente , sicura che nessuno si fosse accorto che non si era alzata.

Poi una risatina seguita a ruota da un'altra.

“Jeeeees!!” urlarono all’unisono due voci e due bambini saltarono sulla povera ragazza che sobbalzò.

“Oscar , Sophia!Ma insomma!” sbottò lei cercando di togliersi di dosso le due pesti.

“Facciamo tardi”disse la bambina muovendola per la spalla.

“Ti devi svegliare..la colazione è pronta!”disse il maschietto tirandole , piano , una ciocca di capelli color oro.

La ragazza mugugnò e sprofondò la testa nel cuscino. “Perché oggi non saltiamo la scuola?”

“Ma cosa dici Jess?” protestò la piccola portandosi le mani ai fianchi in segno di rimprovero.

“Noi dobbiamo andare a scuola”continuò il fratellino scendendo dal letto.

“Jessica!!” urlò una voce maschile.

“Senti? Papà ti sta chiamando”

“Okay okay…”la bionda sbuffando si tolse le coperte di dosso e scese dal letto.

I due gemelli uscirono , correndo e ridendo , dalla stanza.

Jessica chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie e respirando profondamente.

Quei due bambini erano delle vere pesti.

È vero che avevano solo sette anni e doveva sopportarli , dato che era la maggiore e doveva dare il buon esempio , ma non potevano far finta che lei non esistesse? Giusto per un giorno intero? Comunque sia.. visto che la madre era morta , toccava a lei occuparsene.

Così si preoccupava di accompagnarli a scuola , non molto distante dal suo liceo, di curarli , di aiutarli a fare i compiti e di tenerli con se quando il padre non poteva.

Riaprì gli occhi e le sue labbra si tesero in un sorriso.

Andò verso l’armadio di legno bianco e lo aprì dolcemente. Al suo interno tutti i vestiti erano accuratamente piegati e divisi : dal lato destro le gonne , al cento i jeans e al lato destro le magliette.

Visto che eravamo ormai a fine maggio , optò per una camicetta fucsia , dei pinocchietti di jeans e delle ballerine nere.

I suoi capelli , gialli come il sole e perfettamente lisci , li raccolse in una coda di cavallo che lasciò cadere dolcemente sulla spalla sinistra.

Si mise un leggero stato di lucidalabbra e truccò i suoi occhi , neri come l’abisso di un oceano , con una sottile passata di ombretto rosa.

Prese la sua sacca rossa , le cui spalline le posò su di una spalla , e uscì dalla stanza.

Scese le scale e come sempre saltò l’ultimo gradino.

Ad aspettarla davanti alla porta d’ingresso c’erano i gemelli con il grembiule blu e lo zaino sulle spalle.

Sophia aveva i capelli castani raccolti in due trecce e Oscar , più piccolo di dieci minuti , aveva i capelli tutti spettinati e gli ultimi bottoni del grembiule sbottonati.

Jessica sorrise e si chinò all’altezza del fratello per sistemarlo un po’.

Alla porta che faceva comunicare il salone con la cucina fece capolino il padre ,un uomo suo quarantacinque anni, in giacca e cravatta.

“Oggi non fai colazione Jessica?” chiese gentile.

“No papà..” rispose cordialmente la figlia passando una mano tra i capelli castani brizzolati del fratellino.

“Okay…”

“Papà oggi esco prima per assemblea..quindi non preoccuparti , faccio io la spesa”

“Meno male” esclamò tirando un sospiro di sollievo “Oggi ho la giornata molto impegnata…”

Quando Ben pronunciava quella frase , voleva chiedere solo una cosa alla figlia.

“Tranquillo papà “ disse lei sorridendo e alzandosi “Preparo io la cena”.

“Grazie tesoro”

“E poi Simone deve darmi una nuova ricetta” aggiunse aprendo la porta d’ingresso.

“Ciao papà” lo salutarono all’unisono i due gemelli.

“Ciao piccoli”rispose lui.

“Ciao papà” fece eco la ragazza.

“Ciao Jess” disse e i suoi figli uscirono di casa.

Jessica era una ragazza molto dolce e sensibile. Nonostante i gemelli ne combinavano di tutti i colori , lei trovava sempre la forza di perdonarli.

D’altronde doveva essere come una mamma per loro , oltre a sorella maggiore.

A scuola prendeva sempre voti alti e di natura era molto timida.

Il suo più grande Hobby era cucinare per questo il padre , spesso e volentieri , trovava scuse per non preparare ne pranzo ne cena.

Era un ottima cuoca d’altronde aveva imparato dalle migliori maestre di Lipsia : sua mamma e la migliore amica , Simone.

Per questo , non appena Simone aveva una nuova ricetta da proporre , lei correva subito e prenderla.

Ma non era solo per le ricette che andava.

Era anche per vedere il ragazzo dei suoi sogni : Tom Kaulitz.

Il ragazzo che non avrebbe mai potuto avere per via di suo padre.

Infatti Ben voleva per la figlia diligente il classico secchione sfigato che , guarda caso , era il figlio dei vicini.

“Oggi non prendiamo il motore?”chiese Sophia saltellando.

“No tesoro..oggi andiamo a piedi..” rispose dolce la sorella.

“Perché no?” domandò deluso il fratello.

“Perché non possiamo andare in tre sul motore”

“Ma adesso andiamo dalla zia Simone?” disse Oscar prendendola per mano poiché dovevano attraversare la strada.

“Si.. ci fermiamo solo per qualche minuto..la zia deve darci una ricetta”

In verità non era mai stata zia Simone solo che i gemelli avevano iniziato a chiamarla così da piccoli e , come si dice , il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Arrivata , Jessica notò che il cancello della villa era aperto pertanto entrò nel giardino e percorse il vialetto fino ad arrivare davanti alla porta d’ingresso.

Suonò il campanello e dopo qualche minuto la porta si aprì.

“Ciao Jess” sorrise la donna abbracciandola.

“Ciao Simone..sono passata per la ricetta..” disse la bionda rispondendo all’abbraccio.

“Oh si si…vedo che hai portato anche i gemellini” disse guardando prima Oscar e poi Sophia.

“Ciao zia” sorrisero questi.

Simone ricambiò il sorriso e si scusò un attimo rientrando in casa per prendere la ricetta.

Jessica scoccò un occhiata ai fratelli e sospirò “Oscar..perchè ti sbottoni il grembiule?”disse esasperata chinandosi e abbottonandolo nuovamente.

“Perché mi da fastidio”

“Lo so piccolo mio ma senza ti potresti sporcare a scuola e…”

“Ciao Jess”la voce dannatamente sensuale e allo stesso tempo dolce come il miele la fece sussultare.

Si alzò e si girò di scatto “Ciao Tom”.

“Qual buon vento? Non che non sia un piacere vederti..” disse maliziosamente sfiorando il pearcing con la lingua.

Se non fosse per suo padre e se non fosse perché era dannatamente timida , Jessica gli sarebbe saltato addosso senza pensarci due volte.

“Sono venuta per prendere una ricetta”

“Sempre ai fornelli eh?” proruppe un’altra voce alle sue spalle.

“Bill!!” esclamò Sophia andando ad abbracciare il moro.

“A differenza tua”rispose sorridendo la bionda.

“Tieni piccola” disse Simone facendo capolino alla porta d’ingresso e porgendole un foglio piegato.

“Grazie Simone”sorrise Jessica mettendo il foglio nella tasca “Bhè..adesso dobbiamo proprio andare..”

Sophia venne dolcemente posata per terra da Bill e affiancò la sorella facendo la faccia dispiaciuta.

Jessica salutò Simone la quale rientro in casa e prese per mano i suoi fratelli.

“Noi ci sentiamo” disse poi rivolta ai Kaulitz.

“Perché non ci sentiamo questa sera?” chiese Tom sorridendo.

“Amh…”

Perché voleva morire? Sapeva a cosa o meglio a chi andava incontro Tom con quella domanda?

“Non so se mio padre vuole..” rispose lei timida.

“Dai..hai quasi diciotto anni e sottostai ancora alle regole di tuo padre?”

No , cerco solo di salvarti la vita. Vuoi sapere che fine ha fatto l’ultimo ragazzo con cui sono uscita? È andato in una clinica psichiatrica.. vuoi fare la stessa fine? pensò Jessica mordendosi il labbro inferiore.

“Sul serio..oggi non posso proprio..magari un'altra volta”

Uscì dalla villa seguita dai fratelli e tirò un lungo sospiro di sollievo.



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Spero apprezziate ^_^ e spero che sia stato gradevole ed interessante come primo chap. ^_^ Ciao!

  
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