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Autore: AwwSelena    22/11/2013    1 recensioni
Un cugino comparso dal nulla, una richiesta inaspettata, una scommessa deficiente tanto quanto il suo ideatore e un amore che si sgretola ma da lì nascerà una nuova amicizia.
Loro due, così diversi eppure così uguali.  
Gli opposti si attraggono? Loro due si odiano ma nonostante ciò non possono stare uno lontano dall'altra.
Cosa ne uscirà fuori?
 
-Mamma d’inglese non ne capisce nulla, io le ferie le ho ad agosto e poi ci sei tu…l’unica capace di farsi capire da un inglese senza comprare una cucina al posto di un pollo allo spiedo. Spiegami, dovevo bruciare quest’opportunità?-
-Papà, se intendi la figuraccia di zia Margherita in Inghilterra, stai tranquillo, non credo che Louis la voglia con se. E comunque almeno lasciarmi decidere no, eh?-
-Come, lui non te l’ha chiesto?-
-Si, ma se me lo avessi direttamente detto tu, tipo “Faith, tu andrai in Inghilterra perché ho appena scoperto che tu e un 1/5 dei One Direction siete cugini” mi sarei evitata una figura di merda con Louis Chiappe D’Oro Tomlinson, MI SPIEGO?-
 
Prequel de "Il matrimonio del mio migliore amico"
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faith’s POV

 

-Che cosa?- Chiesi al cameriere, incredula.

-Il tavolo a questo nome è stato occupato, mi dispiace.-

-Scusi, occupato da chi?- Chiese Harry, cercando di capirci qualcosa.

-Da quelle signorine là.- Ci indicò un tavolo distante qualche metro e poi scomparì come era apparso.

Misi a fuoco il tavolo e riconobbi i volti di quelle due quaglie di cui Hayley mi aveva parlato: Kelly e Louren.

-Loro.- Mormorò Harry con tono abbastanza arrabbiato.

-Ah, le vedi pure tu? Allora non è un sogno. E’ peggio. E’ un incubo.- Risposi.

-Com’è possibile che abbiano saputo dell’uscita?- Chiese di nuovo.

-Devono avere origliato le nostre conversazioni in giardino mentre passavano per la strada, in fondo Kelly è sempre la tua vicina di casa.- Lo feci riflettere.

-Si, ma come sapevano dello stratagemma del cognome?-

-A questo penseremo dopo, piuttosto pensa al cibo. Hai soldi con te?-

-No, il ristorante chiede il pagamento anticipato quando prenoti. In parole povere sono senza un lira.- Ammise il riccio guardandosi intorno in cerca di un’idea, ma ottenne solo di incavolarsi di più.

-Io quelle due le strangolo, sicuro come la morte.- Disse mentre ribolliva di rabbia.

-Calma furia, ho un’idea.- Gli lasciai la mia borsa in mano e mi diressi verso il tavolo delle due trote salmonate cercando di inscenare una vamp, con tanto di sorriso falso.

-Beh, buona sera!- Mi rivolsi a loro con un tono leggermente più acuto, che mi faceva sembrare più furba di quanto già non fossi.

La prima a parlare fu Kelly.

-Tu devi essere Faith a quanto vedo.-

-Esatto.- Confermai.

-Cosa ci fai qui? Sei arrivata tardi.- Sibilò l’altra, la mora, Louren.

La bionda la zittì con un gesto rapido della mano.

-In cosa posso aiutarti, cara?- Domandò dolcemente, ma con il tono più falso del mondo.

Era lei a comandare, era Kelly il capo. Louren la guardava sempre, era incerta e goffa, mentre Kelly era molto più preparata, molto più cattiva e spigolosa. La mora era un bersaglio facile, lei invece no.

-Niente… Ero solo venuta ad augurarvi buona serata. Avete vinto voi, godetevi la cena.- Mentii spudoratamente, ma l’espressione della bionda dai morbidi capelli ricci sembrò piuttosto soddisfatta e così quella della cugina Louren. Ci erano cascate.

Sorrisi sinceramente, mi stavano guardando in faccia e non badavano ai miei movimenti.

Molto, molto silenziosamente e con altrettanta attenzione, sfilai un piatto di tartine dal tavolo e, approfittando della loro disattenzione, lo portai dietro la schiena in modo da non farlo vedere.

Mi allontanai velocemente facendo del mio meglio per non fare vedere il piatto e soprattutto per non farmi vedere dal personale.

Appena arrivai all’entrata, Harry scoppiò a ridere sguaiatamente, risata alla quale mi aggiunsi poco dopo avergli porso il piatto.

-Tu sei un genio!- Riuscì a mormorare tra le risate.

-Avanti, filiamocela prima che il proprietario ci veda!- Dissi spingendolo fuori.

Tirai un sospiro di sollievo: ce l’avevo fatta.

-Allora, sono o non sono una grande attrice?-

-Decisamente si! Io non avrei mai avuto un lampo di genio simile, sei stata formidabile!-

-Allora… Che facciamo? Chiamo il taxi e torniamo a casa o…- Chiese poco dopo con un’aria un po’ delusa.

-Ma scherzi? E finire l’appuntamento qui? Dopo che ho rubato un piatto al ristorante più elegante di Londra? Dopo che ho preso per il culo le tue nemiche storiche? Non se ne parla.-

-Okay, tanto non avevo soldi per pagare il taxi, per cui credo che ci faremo una bella passeggiata per tornare a casa.-

-Tartina?- Me ne porse una e l’accettai volentieri.

Cominciammo a camminare in una strada vuota, illuminata solo dai lampioni.

-Che poi tu ti dimentichi il portafogli proprio a un appuntamento?-

-Se quell’idiota di tuo cugino non ci avesse praticamente sbattuto fuori di casa, me ne sarei ricordato!-

-Dopo la genialata che mi è venuta stasera mi chiedo com’è che possiamo essere parenti.-

-E’ la stessa cosa che mi sono chiesto la prima volta che ti ho vista…-

-E hai pure avuto il coraggio di scambiare il mio cognome con ‘Tomlinson’! Cioè, renditi conto!- Scherzai a proposito.

-Mah. Però ho notato che, nonostante tutto, andate molto d’accordo.- In effetti era vero: Lou mi aveva fatto sentire a casa fin da subito e mi proteggeva come un fratello maggiore, eravamo molto legati. Se poi io e Harry avevamo cominciato a sopportarci era anche merito suo (e della sua pazza scommessa!).

-Posso farti una domanda?- Cominciò all’improvviso.

-Spara.-

-Com’è la tua vita in Italia?- Mi aveva colto alla sprovvista. Era una domanda sagace, inaspettata se contiamo con chi avevo a che fare.

-Beh, non ho molte amiche, la maggior parte mi ha mollata quest’anno dopo che mi sono rifiutata di passare loro la versione di greco durante un compito. In fondo “meglio poche ma buone”, no? Quanto a ragazzi…- Lasciai la frase in sospeso.

-Oddio, ecco cosa mi ero scordato!- Si batté la mano sulla fronte.

-Non ti ho chiesto se eri fidanzata!- Che cretino.

-Ma il fatto che io abbia accettato l’invito non ti dice nulla?- Suggerii.

-Scusa, sono un po’ nervoso e quindi la maggior parte dei miei neuroni è fuori uso.- Arrossii all’istante: in parole povere lo facevo ingarbugliare! Gli piacevo fino a quel punto!

Andai in brodo di giuggiole.

-Comunque…Come? Non mi dire che non ti viene nessuno dietro!- Urlò facendo rimbombare la sua voce in tutta la strada.

-Fai piano…! Insomma, qualcuno mi viene dietro, ma sono tutti tamarri.- Ammisi facendolo scoppiare a ridere.

-Quindi io sarei normale?-

-Diciamo…Nella media… Più o meno.- Dissi apposta. Amavo così tanto quanto rideva, era come se potesse illuminare il mondo con un semplice sorriso. E in un certo senso lo faceva, illuminava il mio.

Lui era molto più che nella media. Una come me se lo sognava un ragazzo così.

-Tu invece?- Sputai a bruciapelo, cogliendolo di sorpresa.

-Io non ho una vita normale da molto ormai. A parte qualche flirt, non esco quasi mai con delle ragazze. Questo è il mio primo appuntamento dopo mesi, è per questo che sono così nervoso. O almeno lo ero, stare con te mi mette a mio agio.- Confessò sorridendomi. E io nel frattempo morivo.

-Ma non ti fanno male?- Indicò i miei tacchi. Solo allora mi accorsi che facevano un male cane.

-Grazie per avermelo ricordato! Continua a sorridere, fai da anti-dolorifico.- Mi lasciai scappare. Guardai le scarpe che mi facevano sfiorare il 1.87 e poi rivolsi lo sguardo al riccio, che mi guardava con dolcezza.

A quel punto mi accorsi che le tartine erano finite da un pezzo; presi il piatto e, anche se era di ceramica, lo buttai nell’apposito bidone della raccolta differenziata.

-Sei bellissima, ma hai la finezza di un maschiaccio.-

-Ho un rapporto stretto con mio padre, le mie maniere forti derivano da questo.-

-Cos’altro hai preso da tuo padre?- Sembrò incuriosito.

-Beh… La passione per gli sport per esempio, per le escursioni, per la vita “spericolata”… Sono diventata indipendente principalmente grazie a lui. Caratterialmente somiglio un po’ a lui e un po’ a mia madre: rifletto sempre sulle decisioni ma agisco e penso in fretta. Prendi come esempio stasera: ho pensato subito a una soluzione, ma, anche se velocemente, ci ho riflettuto e l’ho valutata. Il resto del mio carattere è particolare, è totalmente diverso dai loro. Fisicamente, invece, sono la sua fotocopia. Ora non voglio dire che non somiglio per nulla a mia madre; ho il suo sorriso e se non fosse per i suoi santi insegnamenti, sarei un’incosciente. Poi il resto è un mistero, io stessa non sono mai riuscita a capirmi fino in fondo, ma mi piace esplorare il mio modo di essere poco a poco.- Sembrava sbalordito. Avevo parlato un sacco e mi ero raccontata come non avevo fatto mai in meno di un minuto.

-Sei interessante.- Mi guardò con sguardo enigmatico.

-Harry, anziché studiarmi, pensa ad attraversare la strada!- Ci fermammo di colpo e imboccammo la strada giusta verso casa.

Era tardi e stavo morendo di freddo.

Quasi a leggermi nel pensiero, si sfilò la giacca e la poggiò sulle mie spalle.

-Scommetto invece che tu sei tutto tua madre.- Sparai.

-Hai azzeccato. Le somiglio in tutto e per tutto e sono grato per questo, lei è la mia ancora di salvezza. Nonostante io sia andato a vivere con mio padre, con lei ho un rapporto speciale. Tutti mi dicono “Sei la stampa di tua madre!” e ne sono fiero, è una donna coraggiosa ed essere paragonato a lei mi riempie di orgoglio.- Spiegò, mentre io studiavo ogni suo singolo movimento e dettaglio. Avevo visto una foto di sua madre, una volta, e non mi era sfuggito di notare la somiglianza che c’era tra di loro: gli occhi, la bocca… qualsiasi cosa.

Eravamo piuttosto vicini. Le nostre mani si sfioravano.

A un certo punto si toccarono addirittura.

Mi ricordai improvvisamente di quel giorno in cui stavamo sistemando la stanza degli armadi e gli ero praticamente caduta addosso. Ci eravamo messi seduti e, per chissà quale motivo, avevo poggiato la mia mano sulla sua, incredibilmente più grande. Stava per intrecciarla alla mia, ma l’avevo ritratta, come terrorizzata da quel contatto che ora tanto desideravo.

Non ebbi neanche il tempo di prendere l’iniziativa: mi prese la mano e la strinse senza però farmi male. Ricambiai la stretta e, inconsciamente, gli sorrisi e lui fece lo stesso.

-Hai le mani da pianista.- Mi fece notare aprendo la sua mano in modo da mostrare la mia appoggiata di sopra.

-Lo dice anche mio padre. E’ per lui che suono.- Dissi, ricordando le tante volte in cui mi aveva spinto a prendere lezioni.

-Mi piacerebbe sentirti suonare.- Ammise senza, però, guardarmi in faccia e rivolgendo lo sguardo altrove.

-Non sono così brava…-

-Io dico di si invece.-

-Io dico che ti sbagli.-

-Avanti, non buttarti giù in questo modo!-

-Lo dico perché è vero, non lo dico solo per farti pena.- Sibilai, dopodiché ritirai la mia mia mano da quella stretta, tanto forte quanto sognata.

-Eccoci arrivati…- Sospirò, prima di ritrovarci sulla soglia del cancello.

-Hai già sonno?- Domandai, volevo che quella serata non finisse mai.

-Nah. E se ci sedessimo sul dondolo a parlare?- Propose. Accettai con entusiasmo la proposta e camminammo fino all’altra parte del giardino, fino ad arrivare al laghetto e, appunto, al dondolo. Lui si sedette per primo.

-Non ti siedi?-

-Aspetta un attimo.- Pronunciai, prima di sfilare i tacchi e gettarli nello stagno con un gesto spazientito.

-Meglio ora?- Continuò trattenendo una risata, mentre mi sedevo accanto a lui.

-Odio i tacchi.- Rivelai. Era inutile tenere la maschera da ragazza perfetta, con lui mi confidavo sempre. I nostri segreti diminuivano ogni giorno che passava.

-Hai già guardato in alto?- Mi colse di sorpresa: era una domanda bizzarra, ma non tardai a fare come mi aveva detto.

Rimasi lì, con il naso in aria, ad ammirare la moltitudine di stelle che popolavano il cielo quella notte. C’era la luna piena.

-E’… è bellissimo, oddio.- Mormorai.

-Da qui si vede tutto. E dovrebbe essere il mio modo per chiederti scusa per la serata… complicata, ecco.- Spiegò con aria delusa.

-Mi sento un idiota. Sarà perché lo sono forse.- Continuò.

-Stai parlando con la tipa che ha buttato delle scarpe da € 350 in acqua solo perché le facevano male!- Gli feci notare. Rimase pensieroso un attimo ma poi cominciò a ridere lentamente fino a sfociare in una risata cristallina che di umano aveva ben poco; più che altro, quella risata apparteneva solo agli angeli.

Mi guardai intorno: il lago, l’altalena, i salici piangenti, la luna, le stelle… Quel posto sembrava il set di un film romantico e la serata stramba che ci era toccata, sembrava non appartenerci minimamente per quanto bello fosse il luogo in cui ci trovavamo.

Senza che me ne accorgessi, stava appoggiando il braccio intorno alla mia spalla. Mossa vista e ri-vista, ma che faceva sempre il suo effetto. Ora, in linea d’aria eravamo più vicini.

Mi voltai verso di lui. I nostri visi a malapena si sfioravano. L’attrazione era forte, la distanza troppa.

La tensione aumentava, i centimetri che ci allontanavano diminuivano.

Una parte di me mi voleva fermare, mi voleva far credere che tutto quello fosse sbagliato.

Come può però, un bacio, nel suo piccolo mondo di tenerezza, essere sbagliato?

Ma dovevo fare qualcosa per me stessa e, allo stesso tempo, qualcosa per Harry, per fargli capire che quello che lui provava era ricambiato.

Le nostre labbra si sfioravano appena; ero ancora in tempo per fermarmi.

Dopo un mese di sguardi, pensai, ne vale più la pena aspettare? 

Basta.

Niente più domande.

Solo le nostre labbra che combaciavano.

Credo di essere diventata come minimo porpora dopo quel bacio.

-Lo sai vero, che non possiamo più tornare indietro?- Sussurrò al mio orecchio.

-Non ho intenzione di tornare indietro.- Fu la mia decisa risposta.

Proprio in quel momento cruciale, l’impianto di irrigazione si attivò.

All’improvviso ci ritrovammo fradici (e, tanto per la cronaca, l’acqua era ghiacciata!)

Afferrò la mia mano e scappammo verso la porta del retro, che non era mai chiusa a chiave.

-E’ FREDDA, E’ FREDDA!- Strillavo mentre percorrevo più veloce che potevo quella piccola distanza.

Una volta all’asciutto, il primo a parlare fu lui:

-Ma gli irrigatori non si accendono all’alba?-

Quindi qualcuno li aveva attivati manualmente…

-Louis.- Mormorammo in coro.

Ci lanciammo un’occhiata complice, come a dirci “Ce la pagherà”.

-E’ tardi.- Esclamò dopo un po’ di silenzio.

-Andiamo a dormire, su.- Lo incitai, mentre cominciavamo a salire le scale.

-Che serata strana.- Riflettei.

-Però ci siamo divertiti.- Continuò.

Una volta davanti alla porta della mia camera, si chinò e fece il baciamano.

-Incantato di averla conosciuta.- Recitò alla perfezione la sua parte da principe azzurro, che sembrava cucitagli addosso.

Ci sorridemmo ed entrammo nelle nostre stanze.

Mi precipitai nel bagno a mettermi qualcosa di asciutto, ma non potei fare a meno di notare che era stata la più bella, strana, incantevole serata della mia vita.

 

 

 

 

 

...

MI

DISPIACE

COSI'

TANTO.

Mi dispiace un sacco di non essere riuscita a mettre lo spazio autrice ultimamente o di averlo fatto troppo corto, il punto è che non ho avuto molto tempo ultimamente e so che se comincio a scrivere non la finisco più e mi duole il cuore a scrivere solamente "Heey, scusate il ritardo! Vi voglio bene!" perché, insomma, siete i miei lettori! Leggete la mia storia! E vi ringrazio a malapena! Mi meraviglio di me stessa! Per cui vi chiedo SCUSA dal profondo del mio cuore e cercherò di trovare il tempo anche per lo spazio autrice ma se non dovessi vi prego di comprendermi.

Argomento chiuso, passiamo ora al capitolo!

Quando dico che questo capitolo è VENUTO DAVVERO BENE non scherzo. E no, non sto cercando di darmi delle arie, lo deduco dal fatto che l'ho scritto di getto ed ero ispiratissima. Ed è raro che mi metta a scrivere così, per cui sono molto orgogliosa del risultato e spero di non avervi delusi (: 

Vi avviso che il prossimo capitolo sarà assolutamente un colpo al cuore, ci saranno un bel po' di colpi di scena da ora in poi. Tra un po' concluderò anche la prima stagione della fanfiction e da lì TUTTO cambierà, restate sintonizzati ;)

Ora devo andare, perché il capitolo 17 si fa sempre più spazio nella mia mente, era da così tanto che aspettavo di scriverlo, praticamente dall'inizio!

Vi voglio un bene dell'anima, senza di voi io non sarei arrivata a questo livello, GRAZIE MILLE e al prossimo aggiornamento! 

  
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