Anime & Manga > Suzumiya Haruhi no yūutsu
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Autore: DistantJohn    22/11/2013    4 recensioni
Per evitare di doversi trasferire, Kyon ottiene la possibilità di abitare a casa di Haruhi. Sapendo che questo significherebbe dover conoscere i suoi genitori, Kyon scopre velocemente che la mela non cade lontano dall'albero. KyonXHaruhi
Scritta in origine dall'autore americano JonBob0008, la fiction è ora tradotta completamente in italiano!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando stavo per postare questo capitolo, ho scoperto che questa storia è diventata la seconda più recensita tra le fic su Haruhi(del sito dove l'autore scrive, N.D.R.). Grazie mille per il vostro supporto.
È quasi troppo! ^^'
E qualcuno di voi ha fatto notare che non c'è stata abbastanza presenza degli altri membri della Brigata in questa fic, e sono proprio d'accordo, soprattutto per Yuki.
Ho tutta l'intenzione di dar loro più spazio da qui in poi.
In ogni caso, è ora di muoversi. Divertitevi!
Capitolo 12

Era ancora nuvoloso. Non ci avevo fatto caso il giorno prima, ma anche allora era nuvoloso, vero? Ero quasi senza dubbio che fosse una riflessione dell'umore di
Haruhi. Mi chiesi quanti altri giorni ci sarebbero voluti prima che il sole tornasse. Mi chiesi quasi se sarebbe mai tornato.
Non importa. La mia mente si stava solo lasciando trascinare per una tangente verso il nulla. Cercavo solo di tenermi occupato durante la camminata verso il caffè. Ero quasi arrivato. Per ovvie ragioni, gli eventi recenti avevano raggiunto un livello di serietà abbastanza grande da richiedere questo incontro. Ad essere onesti, ero curioso di sapere cosa avevano da dire gli altri al riguardo.
Quando finalmente entrai nel caffè, mi ci volle un minuto per trovare gli altri. Come mi aspettavo, scoprii che tutti e tre mi avevano già preceduto ed erano ora seduti ad un tavolo vicino la finestra. Avvicinandomi, notai che Koizumi era l'unico senza uniforme scolastica. Doveva essersi preso un altro giorno di vacanza dalla scuola per potersi riposare dopo aver eliminato quello spazio chiuso.
Il momento in cui Asahina-san vide il mio viso, fece un'espressione di terrore. «Oh, santi numi, Kyon-kun! Stai bene?» Si alzò dalla sedia e si affrettò vicino a me per controllarmi meglio. «Che ti è successo?»
Le feci un sorriso rassicurante. «Sto bene, Asahina-san. Non è terribile quanto sembra.» Era un po' una bugia. In realtà faceva ancora piuttosto male.
Asahina-san controllò con accuratezza il mio occhio prima di sospirare afflitta. «Mi spiace non poter essere stata lì ad aiutare.» Sembrava quasi che stesse per piangere.
Stavi esagerando, Asahina-san. Non c'era molto che avresti potuto fare, comunque. «Ho detto che sto bene. Non c'è bisogno di piangere. Grazie per esserti preoccupata, comunque.»
Asahina-san deglutì la saliva e annuì. Dopodiché, ci sedemmo vicini. Koizumi era direttamente dall'altra parte del tavolo, e Nagato sedeva alla finestra,
Koizumi fu il primo a parlare dopo esserci seduti. «Bel tempo, non trovi?»
Incurvai lo sguardo verso di lui. No, il tempo non era bello. «Dubito che tu abbia indetto questa riunione cosicché potessimo parlare del tempo.»
«Hai ragione,» disse Koizumi con il suo plastico sorriso. «Ho pensato di provare a rompere il ghiaccio con una domanda semplice. La domanda era ironica ovviamente, dato che in effetti il tempo non è affatto bello. In realtà, è quasi deprimente. Sono sicuro che tu abbia già pensato all'idea che il tempo possa essere collegato all'umore corrente di Suzumiya-san.»
«Già,» dissi stendendomi sullo schienale.
«Magari adesso è il momento migliore per informare noi altri ciò che succede con Suzumiya-san.»
A quel punto iniziai a spiegare ad Asahina-san e Nagato ciò che era successo quel Lunedì e ciò che sarebbe successo quel Sabato. Ho detto loro di come i genitori di Haruhi avevano scoperto della Brigata SOS, di suo padre che le proibiva di andarci, dell'assalto che avevo ricevuto da Oruki, e del piano della Brigata per quel Sabato. Asahina-san tenne le mani sulla bocca quando spiegai gli eventi del Lunedì, facendomi quasi sentire in colpa per averli detti. Era molto carina mentre agiva in quel modo.
«E questo è tutto.»
Gli altri tre rimasero in silenzio per qualche minuto incassando quello che avevo raccontato. Ancora una volta, Koizumi fu il primo a parlare. «Devo ammettere, quell'ora del Lunedì è stata... esilarante, come minimo. I miei superiori sono ancora nel panico, a riguardo. Ci sono voluti gli sforzi combinati dell'intera Organizzazione per eliminare lo spazio chiuso. Perfino i membri dei piani alti hanno dovuto aiutare, cosa che non è mai successa da quando mi sono unito. Sicuramente è stato un momento che non vogliamo che si ripeta.»
Fu uno shock scoprire che anche i membri dei piani alti dell'Organizzazione dovettero aiutare. Mi voltai verso Nagato non appena Koizumi ebbe finito di parlare. «Nagato, potresti dirmi quanto era grande lo spazio chiuso prima di essere eliminato?»
«La distorsione spazio-temporale conosciuta come "spazio chiuso" ha ricoperto con successo il 98.7836 percento della superficie della terra prima di venire dissipato. L'ultima cifra della parte decimale è stata arrotondata dal momento che la notazione decimale adottata dalle persone di questo pianeta non può rappresentare la percentuale corretta senza che il numero abbia un illimitato numero di cifre decimali.»
I miei uscirono fuori dalle orbite nel sentirlo. «Così vicino!?» Koizumi mi aveva detto che se uno spazio chiuso avesse ricoperto l'intera Terra, il mondo sarebbe finito e lo spazio chiuso avrebbe preso il suo posto.
«Come ti ho detto prima,» continuò Koizumi. «Lo spazio chiuso non ha smesso di ingrandirsi dopo il tuo intervento. Ha solo rallentato abbastanza da permetterci una posssibilità di eliminarlo. Ho ricevuto rapporti dai membri che erano entrati prima di me. Hanno detto che lo "Shinjin1" all'interno stava distruggendo tutto ad un ritmo che non si era mai verificato prima. Era come se fossero in uno stato di ceca rabbia omicida. Era così terribile che tutti coloro che erano all'interno sono riusciti ad ucciderne a malapena uno. Fortunatamente, quando anche io sono arrivato si erano callmati al loro normale stato di rabbia. Una cosa era sicura, però. Se tu avessi ritardato anche di un solo minuto il tuo intervento, sarebbe stato troppo tardi.»
Il mio cuore aumentò un po' il battito di fronte alle disturbanti informazioni fornitemi. Mi voltai verso Asahina-san per chiederle cosa aveva da dire. «Hai nulla da dire, Asahina-san?»
Asahina-san fissava il tavolo mentre parlava, tenendo la sua soda vicino al corpo. «Non posso dirti molto su quello che è successo, dato che quello che sappiamo sono informazioni classificate, ma posso dirti questo. Abbiamo la nostra teoria su cosa sarebbe successo se lo spazio chiuso sarebbe cresciuto fino ad inghiottire il mondo. Crediamo che un evento del genere sarebbe risultato in una scossa temporale così grande che avrebbe strappato in pezzi il piano temporale corrente tutto insieme. Il termine che utilizziamo per descrivere un evento simile è "Strappo Temporale". Attualmente non siamo sicuri sul cosa succederebbe se uno "Strappo Temporale" si verificasse, ma le due teorie sono queste. Il piano temporale continua in un altra direzione, separato per sempre dalla sua direzione originale, oppure...» Asahina-san si fermò per un momento, mostrando molta ansia. «...oppure il piano temporale si ferma.»
Sbattei le palpebre in confusione. «Cosa intendi dire con "si ferma"?»
Mi guardò direttamente, i suoi occhi che brillavano di paura e preoccupazione. «È come arrivare all'ultima pagina di un flipbook2. Non c'è un'altra pagina da girare. Siamo bloccati per sempre all'ultima pagina!»
Mi stavi prendermi in giro, vero? Intendevi dire che se lo spazio chiuso avesse inghiottito il pianeta saremmo rimasti bloccati per sempre nello stesso istante di tempo!? Fu a quel punto che compresi la vera natura delle mie azioni di quel Lunedì. Avevo davvero salvato l'universo, non è vero? Dalla mia prospettiva, non era stato nulla di troppo strano, oltre all'incredibile tempesta venuta fuori dal nulla. Ma le vere conseguenze di quella notte erano ben visibili a questi tre. Nessun dubbio che erano spaventati, se non terrorizzati, da quello che stava succedendo. Realizzai in qualche modo che le loro posizioni non erano invidiabili.
«Non posso dirti altro riguardi la nostra teoria sugli "Strappi Temporali", dato che sono informazioni classificate, ma sono sicuro che capirai che non è una buona cosa.»
Annuì ad Asahina-san e guardai di nuovo verso Nagato-san. «Tutto quello che Asahina-san ha detto è vero?»
«Le teorie su come il tempo interagisce con lo spazio sono troppo complicate per essere spiegate in questo periodo. Quindi, dirò questo. Durante i miliardi di anni che l'Entità Integrata di Dati ha passato a raccogliere dati, è arrivata alla conclusione che nell'evento in cui lo spazio chiuso dovesse inglobare con successo l'intero pianeta, il risultato sarebbe un'esplosione di dati che rimpiazzerebbe tutti i dati precedenti, rimpiazzando probabilmente la stessa Entità Integrata di Dati. Anche se fosse sopravvissuta all'esplosione, tutti i dati in suo possesso diverrebbero istantaneamente obsoleti. Il potenziale per la scoperta del segreto dell'auto-evoluzione sarebbe probabilmente perso per sempre.»
Immaginai che per concludere quello che mi aveva detto, non importava ciò che sarebbe effettivamente successo, permettere ad uno spazio chiuso di avvolgere il mondo era una cosa brutta. Molto brutta.
«Okay ragazzi,» dissi. «Sappiamo cosa sarebbe potuto succedere. La cosa buona è che non è successa. Credo sia più importante pensare al futuro piuttosto che rimuginare sul passato. Compreso quel che accadrà questo Sabato.»
Koizumi annuì di consenso. «Hai davvero nuovamente ragione. Eppure, sapere quello che è successo Lunedì sera ci dà una bell'idea di cosa dovremmo aspettarci se le cose andassero storte questo Sabato. Non possiamo dubitare del fatto che questo club è di un'importanza così grande che dobbiamo proteggerlo ad ogni costo. Se il club se ne va, l'universo se ne va con esso.»
Sapevo dove stava per andare a parare. «Il che significa, dobbiamo fare qualunque cosa siamo in grado per convincere il padre di Haruhi che il club è degno di esistere.»
«Precisamente,» disse Koizumi, spostandosi i capelli sul lato. «In questo momento, lui non è convinto che il club sia quello che tu gli hai detto essere. Vuole la prova che il nostro club tratti di risolvere misteri. E come facciamo a farlo?»
«Semplice, abbiamo bisogno di un cliente che abbia un mistero da risolvere per noi. Haruhi ed io ne abbiamo già parlato. Il problema è che nell'anno che il club è esistito, abbiamo avuto due soli clienti.»
«Vero. Questo significa ovviamente che dobbiamo dare al club un cliente, senza eccezioni.»
Stava suggerendo quello che pensavo stesse suggerendo?
«Potrei contattare Arakawa, Mori-san e i fratelli Tamaru e vedere se riusciamo a mettere in piedi qualcosa da provare a risolvere questo Sabato.»
«Fermo,» dissi alzando la mano. «C'è un bel problema con questo tuo piano. Se ti ricordi, la prima volta che ci hai dato un piccolo mistero da risolvere, Haruhi ed io vi abbiamo scoperti subito3. Il problema è che non c'è garanzia che il padre di Haruhi si lasci ingannare dal vostro tentativo di creare un finto mistero da riolvere. In effetti, c'è una buona possibilità che ci scopra subito. Se lo fa, il club è spacciato.» Avevo già imparato nel metodo più duro che era difficile ingannare Oruki.
Koizumi sospirò profondamente, con il suo plastico sorriso ancora intatto. «Vero. Inoltre non abbiamo il beneficio del tempo per preparare qualcosa come quelle che abbiamo preparato nell'ultimo paio di misteri4. Per non menzionare il fatto che tutti e quattro sono esausti quanto me. Eppure...» Il sorriso di Koizumi scomparve lentamente, e il suo viso si fece più serio. «C'è un 'altra opzione sul tavolo se tutte le altre dovessero fallire. È un'opzione che Nagato ha discusso con me poco fa. Credo sia meglio se lo spieghi lei.»
Mi voltai verso Nagato. «Di cosa sta parlando?»
Nagato rimase in silenzio per qualche secondo prima di rispondere. «...Manipolazione Mnemonica Controllata...»
«Co... cosa sarebbe?»
«Attraverso la manipolazione dei dati, i percorsi naturali del cervello possono essere distorti, risultando nell'alterazione o nella eliminazione dei ricordo di un individuo.»
«Intendi dire che toglieresti i ricordi sulla Brigata SOS dalle menti dei genitori di Haruhi?»
«Sì.»
Rimuovere i ricordi di qualcuno. Non potevo dire che l'idea mi piaceva... fermi un minuto!
«Fermi! Non dovremmo anche rimuovere i ricordi di Haruhi riguardo i suoi genitori che la scoprono?»
«Sì.»
Ora l'idea di avere a che fare con i ricordi delle persone mi infastidiva davvero. Il pensiero di Oruki che veniva alterato non mi importava molto, ma l'idea di giocare con le menti di Haruhi e Naru-san mi faceva un po' male allo stomaco.
«Non pensate che l'idea di giocare con le menti delle persone sia...sbagliata? Non vi infastidisce proprio?»
Koizumi appoggiò la testa sulle mani, con il viso ancora serio. «Tutti sappiamo abbastanza e abbiamo passato abbastanza tempo con Suzumiya-san da poter dire di essere suoi amici stretti, ma dobbiamo guardare il quardo generale, qui. L'universo deve essere preservato a tutti i costi, senza pensare alle implicazioni morali delle azioni necessarie.» Poi sospirò e sorrise di nuovo. «Ma alla fine, anche eliminare i loro ricordi non è una soluzione perfetta. È davvero solo un cerotto. Non potremmo fare molto per impedire ai genitori di Suzumiya-san di fare nuovamente la stessa scoperta e avere l'intera faccenda che si ripete. Potremmo provare più intensamente a impedire queste loro scoperte, ma il rischio sarebbe sempre presente.»
«Ci deve essere una soluzione migliore,» dissi.
«Hai qualche suggerimento?»
Dovetti pensarci per un po' prima di rispondere. «Perché non possiamo dire ai loro genitori la verità?»
«Non possiamo farlo.»
«Ma perché no? Se sapessero la verità, saprebbero di dover lasciare Haruhi continuare con la sua Brigata senza importarsi dei risultati di Sabato. Potremmo impedire ai suoi genitori di metterle ancora il cattivo umore. Soprattutto suo padre.»
«Sono in molti nell'Organizzazione che suggeriscono la medesima azione, ma in questo momento, la maggioranza dei membri di alto rango non credono che i benefici di compiere quell'azione sarebberò più dei rischi che porta con sé. Credono che se i genitori di Suzumiya-san scoprissero la verità, le probabilità che anche Suzumiya-san scopra la verità si alzano a livelli pericolosamente alti.»
Guardai verso Nagato per avere la sua opinione. «Il tuo capo è d'accordo?»
«L'entità ha calcolato che rivelare l'informazioni alle figure genitrici di Suzumiya-san riguardo le sue abilità incrementerebbero le probabilità che Suzumiya-sam scopra le sue abilità del 498 percento. Il rischio è stato determinato come inaccettabilmente alto.»
Fantastico, nessun aiuto da Nagato, quindi. Mi voltai verso Asahina-san. «Che ne pensi?»
«Come forse già sai, noi viaggiatori del tempo ci sforziamo di fare in modo che il flusso temporale non si interrompa. Tutti gli eventi devono accadere come la storia che conosciamo nel nostro tempo dice che sono accaduti. Tutto ciò che posso dire è che è imperativo che al tempo presente i genitori di Suzumiya-san non apprendano la verità riguardo i poteri di loro figlia o riguardo la nostra identità. Mi spiace, ma qualunque altra informazione al riguardo è classificata.»
Immagino che quindi la mia saltava completamente. Guardai verso Nagato di nuovo. «Questa cancellazione della memoria... l'hai mai fatta prima?»
«Non l'ho mai fatto, ma altre interfacce umanoidi l'hanno già fatto con lo scopo di proteggere sé stessi e prevenire la scoperta della nostra esistenza da quelli che l'Entità ha determinato non debbano conoscerci.»
«Ci sono strani o dannosi effetti collaterali?»
«Fin tanto che la procedura venga svolta nel modo corretto, no.»
Modo corretto, eh? Sospirai e affondai la testa fra le mani. Sembrava che il piano dovesse essere questo: Koizumi si sarebbe riunito con i suoi amici dell'Organizzazione e avrebbero cercato di creare un falso mistero da presentare di Sabato. Se la cosa non avesse dovuto funzionare, Nagato sarebbe stata costretta a cancellare i ricordi appartenenti sia ad Haruhi che ai suoi genitori per prevenire la creazione di un altro spazio chiuso che porrebbe fine al nostro mondo. Anche se sapevo che se le condizioni si fossero avverate avremmo dovuto farlo, la cosa mi dava alquanto fastidio.
«C'è un altro importante fattore che dovremmo tenere in considerazione,» disse Koizumi. «E quel fattore è Suzumiya-san stessa. Come potrai capire da solo, è certo che vorrà l'apparizione di un cliente, senza eccezioni. Non dovrebbe essere una sorpresa che uno ne apparisse, se Suzumiya-san ne crei uno con il suo subconscio. Dovremo essere preparati anche per quella possibilità.»
«Quello ha una propria serie di problemi allegati, però,» dissi. «Se ci viene dato un vero mistero da risolvere, c'è la possibilità che non saremo capaci. Se succede, il club potrebbe essere condannato comunque.»
«Vero, ma almeno se questo accadesse, non dovremmo fare nulla se non comportarci normalmente e cercare di risolverlo. In realtà non vedo l'ora di risolvere un vero mistero.»
Immaginai che risolvere un vero mistero sarebbe stato divertente. E con Haruhi, Koizumi e Nagato dalla nostra parte, c'erano davvero molte possiblità che ce l'avremmo fatta. Sfortunatamente, ancora non sapevamo se avremmo avuto un vero mistero.
«Credo sia meglio rimanere cautamente ottimisti riguardo Sabato,» disse Koizumi. «Chissà, potrebbe essere un'esperienza davvero divertente, e poi ci rilasseremo con la consapevolezza che il club e l'universo sono sani e salvi. Ovviamente io mi adopererò per avere qualcosa pronto nel caso non avessimo nessun vero cliente. Non sarà facile, ma farò del mio meglio.»
Immaginai che noi altri non avremmo potuto fare nulla fino all'arrivo di Sabato.
Finimmo le nostre bibite e ce ne andammo poco dopo. Tornammo al solito posto di ritrovo e ci separammo, ma prima di ritornare a casa di Haruhi, chiamai Nagato.
«Ehi, Nagato, aspetta!»
Nagato si voltò verso di me. «Sì?»
Corsi verso di lei e feci nervosamente una domanda. «Ah... potresti farmi un favore? Sai, i lividi e l'occhio nero non sono molto belli da vedere e poi fanno un male tremendo. Pensi che potresti aiutarmi? Lo apprezzerei molto.»
Nagato annuì e iniziò ad alzare la mano. Dovetti fermarla, però.
«Aspetta, non mi guarire del tutto! Se lo fai, Haruhi e gli altri potrebbero insospettirsi sul come ho fatto a guarire così velocemente. Potresti... magari fare in modo che io riesca a curarmi più rapidamente, senza che sia troppo veloce?»
Nagato annuì e puntò il dito. «Il braccio...»
Capendo cosa intendeva, le porsi il mio braccio destro. Si protese verso di esso e lo morse delicatamente. Un'altra volta, non fece davvero male. Era come un morso di zanzara, che è indolore prima di dare prurito. Quando ebbe finito, guardai i segni delle due punture che mi aveva fatto scomparire rapidamente. Non mi sentivo diverso, però.
«Che mi hai fatto?»
«Nano-macchine a rilascio ritardato,» disse. «Aumenteranno il tuo fattore di recupero naturale di cinque volte.»
Sorrisi nel sentirla. «Forte. Quanto durerà?»
«Le nano-macchine si deattiveranno non appena sarai completamente in salute.»
«Oh...» Ero un po' deluso nel sentire che non sarebbe stato un cambiamento permanente. «Grazie mille, Nagato.»
Annuì, ma prima che me ne potessi andare, mi sorprese con una domanda. «L'hai letto?»
Sbattei le palpebre. «Letto cosa?»
«Il libro...»
Realizzai all'improvviso di cosa stava parlando. Si riferiva al libro di Haiku che mi aveva dato. Un forte senso di colpa mi sopraffalse quando ricordai. «Mi spiace, Nagato, con tutte queste cose assurde che sono successe in questa settimana e mezza, non ho avuto davvero il tempo di leggerlo.» Era un po' una bugia, dato che c'erano state un paio di occasioni di cui non avevo approfittato.
Fu sottilissimo, ma Nagato sembrò essere delusa dalle mie parole. Oh, ora mi sentivo davvero in colpa.
«Prometto che lo leggerò stasera. Okay, Nagato?»
Annuì per poi voltarsi e procedere verso casa sua. Decisi di fare lo stesso.

Il resto della notte potrebbe facilmente essere riassunto dichiarandolo vuoto di eventi. Quando tornai, Oruki mi chiese dove fossi stato. Gli dissi semplicemente che avevo incontrato gli altri membri del club per dir loro cosa stava accadendo. Dopodiché fui congedato. Mi disse che non aveva nulla da farmi fare. Finii con lo spendere la maggior parte del tempo nella mia stanza. Provai per davvero a leggere il libro di Haiku, per non passare come bugiardo. Riuscii a finire circa venticinque pagine prima di metterlo giù.
La cena fu incredibilmente imbarazzante. Fu perfino più silenziosa di prima, dato che l'appetito di Haruhi era caduto a picco. Prendeva solo piccoli morsi e nemmeno finì il piatto. Per la prima volta da quando l'avevo conosciuta, finii prima di lei. Magari sarebbe stato meglio se i suoi genitori avessero dimenticato tutto il trambusto.
Quindi fu il mattino successivo, e io ero sveglio, sentendomi riposato. Perché? Ad essere onesti, nemmeno io lo sapevo. Controllai l'orologio e notai che era mezz'ora prima di quando Haruhi si svegliava per poi trovare un contorto modo di svegliare me. Alzandomi per sedermi sul lato del letto, fui piacevolmente sorpreso di scoprire che quasi non sentivo dolore, nemmeno al polso. Realizzai che doveva essere opera delle nano-macchine di Nagato. Dovevano aver aumentato anche la velocità di recupero durante il sonno. Nagato, sei fantastica. Cavoli, quanto avrei voluto che la cosa fosse permanente...
La prima cosa che feci fu andare in bagno per guardarmi allo specchio. Come mi aspettavo, l'occhio nero si era schiarito, ed era sparito anche il gonfiore. Toccai l'occhio per testarlo. Faceva ancora un po' male, ma era decisamente meglio del giorno prima. Dopo aver finito l'analisi, decisi per una doccia.
Finita la doccia, mi avvolsi in un asciugamano e uscii dal bagno. Proprio grazie alla mia fortuna (o alla sua mancanza) Haruhi stava camminando verso il bagno, strofinandosi gli occhi dal sonno. Quando mi notò uscire, si scosse appena e mi lanciò un calcio verso le parti passe. Grazie al mio stato incredibilmente riposato, però, riuscii appena a reagire al calcio voltandomi, esponendo il fianco. Il calciò atterrò sul lato della mia gamba invece, evitanto quello che sarebbe stato un enormemente doloroso colpo ai gioielli di famiglia. Fece comunque male, però.
«Ahi! Che diavolo!?»
Dopo avermi guardato meglio, Haruhi parlò. «Mi hai spaventata a morte! Non sei mai sveglio così presto!»
Sospirai e scossi la testa. Immaginai che era facile capire che qualcuno che si è appena alzato sarebbe abbastanza spaventato da un tizio che all'improvviso esce dal bagno indossando solo un asciugamano, specialmente se non ce lo si aspetta. Mi grattai e ridacchiai.
«Credo di essermi sentito ottimista, o qualcosa così. Non so perché, ma mi sono semplicemente svegliato prima oggi.»
Haruhi incurvò lo sguardo e mi puntò il dito veros il naso. «Perché non puoi essere così agli incontri della Brigata nei weekend...?» A quel punto notai la malinconia di Haruhi tornare in tutta furia non appena si ricordò della Brigata. Rimase lì in piedi per un minuto, chiusa nella tristezza fissando il pavimento. Dopo un po', entrambi ci ricordammo che io ero ancora davanti alla porta del bagno con addosso solo un asciugamano.
Haruhi arrossì leggermente prima di guardarmi storto. «Idiota! Non restare lì impalato in quel modo! Vestiti!» Mi tirò per i capelli spingendomi nella mia stanza. Quello fece male, dannazione! Aveva davvero bisogno di farlo?
Haruhi proseguì con la propria doccia mentre io mi rivestii. Scesi le scale e andai in cucina. Pensai che siccome ero tecnicamente già pronto ad andare, potevo fare il tentativo di preparare colazione e pranzo. Sapevo già di non avere metà del talento che avevano Haruhi e sua madre, ma pensai che fin tanto che non bruciassi nulla, qualunque cosa sarebbe andata bene. Una semplice colazione occidentale consistente di uova, bacon e toast era perfetta per le mie abilità, pensai. Sarebbe comunque stato meglio di quella roba istantanea da riscaldare al microonde.
Avevo finito di preparare la colazione proprio quando Haruhi aveva finito di prepararsi per andare a scuola. Era piacevolmente sorpresa di notare che per una volta avevo pensato io alla colazione, quindi afferrò il piatto che le stavo porgendo e iniziò a mangiare. Non disse nulla, quindi immaginai che fosse almeno commestibile. Proprio mentre stavo per prendere il mio piatto, Naru-san entrò in cucina, strofinandosi graziosamente gli occhi.
«Oh, Kyon-kun ci sta preparando la colazione, eh? Fantastico!»
Cercai dentro me le forze per poterle rivolgere un dolce sorriso. « Come previsto, Oruki entrò in cucina poco dopo che Naru-san ebbe preso il suo piatto, con il suo giornale in mano. Mi guardò mentre stavo preparando il suo piatto. «Fammele strapazzate.» Nemmeno un ciao, vedo. Cos'è, avevi pensato che non ne meritavo più?
Gli rivolsi un sorriso, facendo qualunque cosa potessi per trattenere la mia disapprovazione. «Arrivano in un minuto.»
Dovendo preparare la colazione anche per i genitori di Haruhi, non ebbi mai l'occasione di godere veramente della mia. Dovetti ingoiarla in tutta fretta prima che Haruhi mi strappasse via verso un altro meraviglioso giorno a scuola. Quando arrivammo finalmente in classe, Haruhi sotterrò di nuovo la testa fra le braccia, sul banco. Speravo che Haruhi si sentisse un po' meglio quel giorno, ma mi sbagliavo. Le parlai un'altra volta, se non altro per consolarla un po'. «Tutto bene?»
Haruhi non si importò di rispondermi, cosa che mi fece preoccupare. Continuai a parlare. «Koizumi ha detto che avrebbe parlato con Arakawa-san, Mori-san e i fratelli Tamaru per vedere se potevano aiutare come hanno fatto con i casi quest'estate e quest'inverno5
Haruhi sollevò impercettibilmente la testa, permettendomi di vedere almeno i suoi occhi. «Non funzionerà.» Dopo essere rimasta in silenzio per un minuto, parlò di nuovo. «Non esiste proprio che mio padre non scopra qualunque trucchetto escogitino. Il trucco verrà scoperto. Lo so. E a quel punto la mia Brigata sarà sparita per sempre.»
«Be', c'è sempre la possibilità che si presenti qualcuno con un vero mistero.»
«Anche se succedesse, non riesco a non preoccuparmi che potremmo non riuscire a risolverlo. Cosa succederebbe? Magari mio papà potrebbe lasciarci in pace se pensa che ci abbiamo provato davvero, ma non c'è modo di esserne sicuri.»
«Con te, Nagato e Koizumi, come potremmo non risolverlo?»
Haruhi si alzò in posizione seduta, anche se un po' giù, e iniziò a giocare con la sua micromina. «Non dubito delle abilità dei membri della mia Brigata. Nemmeno un po'. Sono tutti delle persone incredibili. Non sarebbero nella mia Brigata se non lo fossero. Ma sono solo umani. Anche loro hanno dei limiti.»
Sì, riguardo alla parte sui "solo umani"... ehm... E poi aveva detto che tutti sono incredibili? Includeva anche me?
Haruhi si stancò di giochicchiare con la matita e la posò sul banco. Poi risotterrò la testa fra le braccia. Apparentemente non riuscivo a tirarle su il morale, ma provai a dire un'altra cosa prima di mollare.
«Non arrenderti, Haruhi. Non è da te essere così. Abbiamo bisogno del tuo ruolo di capo, questo Sabato. Ce la faremo. Ne sono sicuro.»
Per qualche motivo, sentii l'impulso di afferrare la sua mano. E per qualche ragione ancora più strana, assecondai quell'impulso. Tenni la sua mano nella mia e la stretti anche un po'. Non rispose alla mia stretta, però non tolse la mano. Non percependo alcun segnale di dover togliere la mano, la lasciai così, godendo della sua calda morbidezza. Sapevo che qualche compagno di classe ci avrebbe visto, inclusi Taniguchi e Kunikida, e non m'importava. Avrei solo dovuto ignorare i fastidiosi commenti che avrebbero fatto a pranzo. Non la lasciai la sua mano fino a che Okabe-sensei entrò in classe.
Perché l'avevo fatto? Perché le avevo tenuto la mano?

La scuola proseguì come al solito, e prima che me ne rendessi conto, stavo facendo i compiti nel soggiorno. Normalmente avrei rimandato a più tardi, ma Haruhi decise di insistere sul non rimandarli, e siccome i suoi genitori ci avevano sentiti mentre ne parlavamo, feci quel che potei per evitare di annoiarmi. Sentivo il suono di una sega elettrica in lontananza. Oruki stava ancora lavorando il legno, e il suono che produceva era fastidioso. Proprio, proprio fastidioso.
Ma poi ci fu un altro rumore che sentii provenire dal seminterrato. «AAAHHH!»
Sorpreso dal suo grido di dolore, mi alzai istintivamente e mi diressi giù nel seminterrato per controllare. Lo vidi tenere la mano sotto un rubinetto aperto.
«Tutto bene?»
«Sto bene,» disse nel tono di chi cerca di far apparire le cose meno importanti di quello che sono. «Mi sono fatto un taglietto usando la sega.»
Mi diressi verso il lavandino per guardare la sua ferita. Vidi il sangue della che si mescolava con l'acqua. Non riuscii a capire com'era fatta la verita, ma era piuttosto brutta.
«Vuoi che vada su a prendere delle bende?»
«Ce le ho,» disse aprendo un cassettino con l'altra mano. Poi tirò fuori dell'acqua ossigenata e alcune bende larghe. «Quando lavori con coltelli, seghe e pialle, essere preparati al peggio aiuta.»
Tolse la mano dal getto d'acqua. Vidi un piccolo taglio sul lato della mano. Non era molto profondo, ma sembrava davvero doloroso. Iniziò a pulire la ferita e bendarla, in un modo indicante che non era la prima volta che lo faceva. Quando ebbe finito, fissò la ferita e scosse la testa.
«Non sbaglia mai...»
«Uh?» Dissi, cercando una chiarificazione.
«Parlavo di questa strana regola che ho notato. Sembra che ogni volta che mia figlia è arrabbiata con me, trovo sempre un modo di farmi male. È come se il karma cercasse di mordermi le chiappe, o qualcosa così. È strano... è che... non sbaglia mai...» Poi fece un lieve sorriso guardando ancora la sua mano.
Anche io sorrisi nel sentirlo, ma per motivi molto diversi di quelli di Oruki. Se solo avesse saputo. Io ero sicuro che non fosse una coincidenza.
Oruki mi guardò di nuovo. «Non stai facendo nulla al momento, giusto?»
«Stavo facendo i compiti.»
«Puoi finirli dopo,» disse Oruki indicando il suo banco da lavoro. «Ho bisogno di una mano per un paio di cosette. Sarà più difficile lavorarci con la mia mano in questo stato.»
Accettai con riluttanza e lo seguii verso il banco che aveva indicato. Tirò quindi fuori un metro a nastro e mi diede la parte finale. «Tieni stretta la fine.»
Ubbidii, tenendo ferma la fine mentre lui tirava il nastro. Poi lo mise contro un pezzo di legno. Prese quindi una micromina e fece dei segni sul legno indicanti i tagli da fare. Proseguì prendendo il legno e tagliandolo con la sega. Ripetemmo questi passi un paio di volte fino a che non ebbe finito di tagliare.
Mi incuriosii su che cosa stava costruendo. «Che stai facendo?»
«Una cuccia per cani,» disse senza esitare.
Rimasi sorpreso. «Vuoi prenderti un cane?»
Oruki fissò il terreno, con il viso un po' pentito. «Non possiamo permettercelo, al momento.» Incurvò lo sguardo verso di me. «Possiamo a malapena permetterci te. Quand'è che ci darai quell'affitto, fra l'altro?»
«Oh,» dissi. In realtà avevo dimenticato il fatto che non li avevo ancora pagati. «Potrei dartelo adesso.»
«Non voglio importarmene fino a che tu non hai trovato un posto dove stare. però mi aspetto che tu me lo dia, prima o poi. Nel frattempo, venderò questa cosa quando l'avrò finita.»
Iniziai a chiedermi quanto fossero strette le spese dei Suzumiya. Ora che ci pensavo, non avevo visto Oruki andare al lavoro troppo spesso, da quando ero là. Volevo chiederglielo, ma iniziai a pensare che non avrei dovuto. E poi mi avrebbe risposto dicendo che non erano affari miei, probabilmente. Invece, cercai di cambiare argomento.
«Ehi, Oruki... diciamo, per ipotesi, che tua figlia non avesse un attività extra-scolastica e che volesse passare il proprio tempo uscendo con gli amici, a divertirsi... a te andrebbe bene?»
«Assolutamente no,» disse Oruki senza nemmeno la minima pausa. Poi mi guardò con sospetto. «Stai cercando di dirmi qualcosa?»
Scossi la testa nervosamente. «N... no. Ero solo curioso. Posso chiedere perché?»
Oruki posò la micromina prima di rispondermi. «Perché sarebbe uno spreco!» Si gratto la fronte prima di contnuare. «Voglio dire, sono sicuro che tu sappia quanto talento ha. È incredibile! Hai idea di quanto sia raro per qualcuno essere capace di fare bene quasi qualunque cosa? Una persona si può considerare fortunata se ha talento in qualche cosa. Ma lei, lei potrebbe fare qualunque cosa voglia una volta cresciuta! Puoi immaginare cosa significa avere quel tipo di dono?»
Stavo capendo quello che intendeva dire.
Oruki continuò. «Sapevo fin da quando era piccola che era fantastica. È brillante! Capii che avrei dovuto fare qualunque cosa per essere sicuro che non gettasse via questa possibilità. Quindi la costrinsi a fare un sacco di cose, come lezioni di karate, sport vari, lezioni di pianoforte, qualunque cosa riuscii a pensare. Sperai che almeno una di queste cose conquistasse il suo interesse, e che si dedicasse nel farlo, ma sembrava che a lei non importasse nulla. Voleva solo fare stupidaggini come dipingere cose suoi nostri muri o vandalizzare la proprietà privata. Era così frustrante. Più faceva queste cose, più la spingevo, e più continuava a fare quello che voleva.»
Vidi la frustrazione sul suo viso mentre ripensava a qualche episodio passato con sua figlia. Decisi di fargli un'altra domanda. «Non avevi paura di spingerla troppo?»
«Ebbi quella paura quando raggiunse la scuola media, quindi volli fare un patto con lei. L'avrei lasciata in pace se avesse deciso di frequentare un'attività extra-scolastica. Qualunque cosa fosse stata, non importava, fin tanto che era qualcosa di costruttivo. I suoi voti sono sempre stati ottimi, quindi era solo quella l'unica cosa che mi preoccupava, oltre al fatto che avrei voluto che non avesse scelto la North High. Nessun offesa, ma avrei voluto che andasse alla Kouyouen6. Ma continuò ad insistere per la North High. Ancora non riesco a capire perché.
Io sapevo perché. Era colpa delle cose che le avevo detto quattro anni fa, quando sono tornato indetro nel tempo. Non gliel'avrei detto a lui, però. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa mi avrebbe fatto se avesse saputo che in realtà ero io che avevo deturpato il cortile della sua scuola7.
«Ti preoccupi che ti possa odiare dopo tutto quello che è successo?»
Oruki rimase in silenzio, come se non volesse rispondere, o come se non avesse una risposta. Alla fine, una risposta me la diede. «Non importa quello che prova nei miei confronti, alla fine. Cosa importa a me è che lei sia pronta per il mondo reale quando sarà un'adulta e che faccia carriera in qualunque cosa abbia voluto fare nella vita. Se questo significa che deve odiarmi... e allora che sia.» Notai che era quasi pentito. Mi chiesi se avesse desiderato di poter riprovare da capo ad essere il padre di Haruhi. Nessuno ha una seconda possibilità nel crescere un figlio. Se sbagli, essenzialmente sei responsabile per aver rovinato la vita di qualcuno. Ne sapevo poco di cosa significhi essere un genitore, ma sapevo che per il momento non volevo averne l'esperienza. E sicuramente non vorrei essere stato genitore di Haruhi.
In ogni caso, nulla di questo significava che Oruki iniziasse a piacermi. Mi fece solo realizzare che potrebbe essere umano dopo tutto.
Oruki mi guardò con serietà. «Sai, mia moglie è piuttosto su di giri per la faccenda del Sabato. Non sta mai zitta. Sarà meglio che non rimanga delusa.»
«Capisco,» dissi, ingoiando la saliva. «Anche io sono... parecchio su di giri.»
«Comunque,» disse Oruki, forse tentando di cambiare discorso. «Com'è che quell'occhio si è schiarito così velocemente?»
Sbattei le palpebre, preso dalla sorpresa, a questa sua domanda. Avevo completamente dimenticato che avevo una guarigione super rapida grazie a Nagato e che il mio occhio stava guarendo. Forse un po' troppo velocemente, in effetti. Mi grattai la nuca e sorrisi. «Mi sa che guarisco in fretta.»
Oruki mi guardò con sospetto per un secondo prima di lasciar perdere. Poi mise in posizione le tavole e prese un chiodo. «Tienilo fermo mentre lo martello.»
Spalancai gli occhi per il terrore. «Cosa devo fare?»
Oruki mi mostrò la mano bendata. «Non posso tenerlo fermo con questa mano. Ho bisogno che lo faccia tu. Rilassati, non ti farò del male.»
Sai, quella mano mi ci fa pensare due volte. Non vorrei dover essere il prossimo ad aver bisogno di bende.
Alla fine mi arresi e tenni il chiodo. Mi preparai al terrificante dolore che sarebbe susseguito. La mia unica consolazione era che le nano-macchine erano ancora dentro di me. Nagato aveva detto che si sarebbero disattivate solo se il mio corpo sarebbe stato completamente libero da ferite, quindi se le mie dita fossero state schiacciate, le nano-macchine avrebbero dovuto rimanere in giro fino a che non sarebbero tornate a posto. Almeno sapevo non avrebbe fatto male per troppo tempo.
Fortunatamente, solo il chiodo fu colpito dalla forza del martello. Spostai la mano una volta che il chiodo fu entrato nel legno per lasciarlo finire il lavoro. Ripetemmo parecchie altre volte prima che Oruki decise di dichiarare finita la giornata. Fui molto sollevato di avere le dita ancora intatte.
Dopodiché, lasciai il seminterrato e tornai alla mia stanza. Decisi di prendere il libro che mi aveva dato Nagato e continuai un po' la lettura. Purtroppo, non riuscii a finire una pagina prima di sentire qualcuno bussare alla finestra. Doveva essere Haruhi.
Quando aprii la finestra, fui contento di notare che Haruhi stava... sorridendo. Per la prima volta da Lunedì, in effetti.
«Ho ottime notizie! Abbiamo un cliente!»
Sbattei le palpebre. Non potevo crederci. Avevamo davvero un cliente! Non poteva essere una coincidenza. Ero quasi certo che Haruhi ci aveva qualcosa a che fare.
«Chi è?»
«Indovina.»
Come diavolo zvrei dovuto fare per indovinare? Potrebbe essere chiunque fra più o meno sette miliardi di persone, e della maggior parte di loro non conosco il nome.
Se mi aveva chiesto di indovinare, magari doveva essere qualcuno vicino a noi. «Sakanaka-san?»
«No.»
«Kimidori-san?»
«Sbagliato.»
«Taniguchi?»
Haruhi incurvò lo sguardo a questo punto, come se fosse infastidita dal fatto che non avevo ancora indovinato. «No.»
Iniziai a finire le risposte. «Kunikida? Il presidente del club d'informatica?»
Haruhi sembrò onestamente infastidita. «No. No! Andiamo, Kyon!»
Sospirai sconfitto. «Mi arrendo... dimmelo e basta.»
Haruhi emise un lamento prima di rispondermi. «Kiyosumi Morimura!»
Alzai un sopracciglio. «Chi diavolo è?»
«Non ti ricordi di lui? È stato uno degli sponsor del nostro film.»
Non mi diceva nulla... dovevo pensarci. Morimura... Morimura... Aspetta! Ora ricordavo! Era quel tizio che aveva il negozio giù in città, giusto? È anche comparso nel film per qualche secondo, se mi ricordo bene... Aspetta, come diavolo avrei dovuto fare a indovinarlo?
«Peccato! Non hai indovinato. Però, dato che mi sento generosa, ti darò un punto per averci provato.»
Oh, wow! Un intero punto! Ora il vantaggio di Koizumi è di soli diciannovemilanovecentonovantanove punti. Avrebbe dovuto stare attento, o l'avrei superato di sicuro.
«Tornando al discorso,» dissi. «Ti ha detto che sta succedendo?»
Haruhi scosse la testa. «No, ma sembrava davvero preoccupato. Disse che non sapeva più a chi rivolgersi. Deve essere una situazione piuttosto disperata, per lui.»
Sì, uno deve essere davvero disperato per rivolgersi alla Brigata SOS in cerca di aiuto... e anche un po' pazzo.
«Gli ho detto che non potevamo incontrarlo fino a Sabato. Sembrava dispiasciuto che non potessimo andare là prima, ma gli ho detto che avevamo degli altri casi da chiudere. Gli ho detto di incontrarci qui il Sabato e gli ho anche dato istruzioni su come arrivare.»
«Quindi siamo pronti ad andare, eh?»
Haruh annuì. «Se si presenta.»
Le sorrisi, sentendomi anche io parecchio sollevato. «Visto? Ti avevo detto che le cose si sarebbero messe a posto.»
Haruhi prese un respiro profondo, sembrando molto ansiosa. «Ora dobbiamo solo risolverlo.» Dopodiché, Haruhi iniziò ad alzarsi. «Torno alla mia stanza. Voglio assicurarmi che siamo ben preparati.»
«Ci vediamo,» dissi chiudendo la finestra. Però, prima di potermi stendere sul letto, sentii un altro colpetto sula finestra. Mi rialzai e la riaprii.
«E comunque, hai finito i compiti?»
Spalancai un pochino gli occhi quando realizzai di essermeli dimenticati dopo essere stato nel seminterrato con Oruki. «Ops.»
«Dannazione, Kyon! Smettila di procrastinare! Sei fortunato che sono bloccata nella mia stanza per ora, o ti darei la penalità più grande che tu possa immaginare!»
Come sarebbe che eri bloccata nella tua stanza? Eri sul tetto in quel momento.
«Sta' zitto e falli!» gridò Haruhi prima di alzarsi e tornarsene nella sua stanza.
Sospirai per l'esasperazione prima di chiudere la finestra e tornare nel soggiorno. Oruki era già là a guardare la televisione bevendo una birra. Mi vide sedermi al tavolino da caffè dove avevo lasciato i compiti. «Dimenticato qualcosa?»
Ignorai il suo fastidioso commento e tornai a finire i compiti. Oh, be', almeno Haruhi era tornata sé stessa. Speravo che potesse rimanere così fino a Sabato.

Riuscii a finire i compiti giusto per l'orario di cena. Durante la stessa, Haruhi ebbe l'onore di dire ai suoi genitori che avevamo un cliente pronto per Sabato. Oruki annuì appena, ma Naru-san trasudava gioia. Accidenti, rimarrà delusa se si carica così tanto. Avrebbe dovuto uscire di casa più spesso... ma di nuovo, il resto del mondo potrebbe non apprezzare l'avere Naru-san a spasso senza guinzaglio. Era terribile quanto Haruhi, se non peggio.
Dopo aver finito la cena e ripulito la tavola, tornai alla mia stanza. Proprio quando stavo per rilassarmi, il cellulare squillò. Sospirai prendendolo, pensando che doveva essere ancora Koizumi. Quando controllai, fui sorpreso di scoprire che invece era Asahina-san. Cosa poteva volere? Sapete, sentire la sua voce in quel momento mi avrebbe davvero aiutato. Risposi al cellulare con gioia. «Ciao, Asahina-san! Come va?»
«Uhm... Kyon-kun. Devo informarti su alcune cose.» La sua voce non sembrava tranquilla o spensierata. Doveva essere successo qualcosa di brutto.
«Cosa c'è che non va, Asahina-san?»
Si fermò per un momento prima di dirmi ciò che la preoccupava. «Non posso dirti molto, ma c'è stata un qualche tipo di anomalia temporale Venerdì scorso.»
«Davvero? Perché non me lo hai detto alla riunione ieri?»
«Be', è quello il problema... sai, non l'abbiamo scoperto fino ad un paio d'ore fa.»
"Abbiamo" doveva riferirsi alla sua fazione di Viaggiatori del Tempo. «Com'è possibile che non l'abbiate saputo fino ad un paio d'ore fa se è accaduto Venerdì?»
«Non... sono sicura sul come dirlo, ma... non è esistito fino ad un paio d'ore fa...»
Ora ero davvero confuso. «Come può qualcosa che è esistita Venerdì scorso non essere esistita fino ad un paio d'ore fa?»
«È davvero difficile spiegare senza rivelare informazioni classificate. Ha a che fare con Suzumiya-san, però.»
Ovvio che aveva a che fare con lei. Succede mai qualcosa di strano senza che lei sia coinvolta in qualche maniera, forma o modalità?
Pensai a quello che mi aveva detto. Ci volle un po', ma alla fine ebbi un'idea di cosa stava parlando. «Quindi, mi stai dicendo che l'Haruhi di un paio d'ore fa ha alterato tempo ed eventi di Venerdì scorso?»
«Ci sei molto vicino, sì.»
«Cos'ha fatto?»
«Non posso dirtelo perché sono informazioni classificate. Però, molto presto Itsuki-kun e Nagato-san te lo spiegheranno meglio di quanto possa farlo io.»
«Presto, eh? Presto tipo Sabato?»
«È classificato...»
Figuriamoci. Avevo la sensazione che avrebbe avuto a che fare con ciò che sarebbe accaduto di Sabato... Grandioso.
«In ogni caso,» dissi. «Haruhi ha trovato un cliente per Sabato. Questa... cosa dell'anomalia ha qualcosa a che fare con lui?»
«È classificato...»
Ovviamente. Per quanto dolce Asahina-san fosse, mi dava proprio fastidio che raramente poteva darmi una buona risposta riguardo qualunque cosa. Almeno Koizumi e Nagato davano risposte con facilità.
«Mi spiace, Kyon-kun. Non posso dirti molto altro. L'unica altra cosa che posso dirti è che quando confronterai quest'anomalia, sarai molto probabilmente in grave pericolo.»
Pericolo? Be', quella è sempre un'ottima cosa. Soprattutto quando è un "grave pericolo".
Sospirai profondamente prima di chiudere la conversazione con Asahina-san. «Grazie per avermi informato. Cercherò di essere cauto.»
«Okay, Kyon-kun. Ci vediamo Sabato, okay?»
«Okay. Ciao, Asahina-san.» Riattaccai e appoggiai la testa alla mano. Non era stata molto chiara, ma potevo prendere atto che un paio d'ore prima, Haruhi aveva alterato gli eventi relativi a Venerdì scorso in un modo che aveva coinvolto Morimura-san. Che cosa carina da parte di Haruhi fare una cosa del genere ad uno suoi sponsor... Be', qualunque cosa fosse successa, era abbastanza terribile da fare in modo che lui avesse bisogno d'aiuto per affrontarlo. Quindi immaginai che Sabato avremmo scoperto di cosa si trattava con l'aiuto di Koizumi e Nagato. Sfortunatamente, se il pericolo era presente, dovevamo anche assicurarci che Haruhi e i suoi genitori ne fossero stati il più lontano possibile. Sembrava una faticaccia. Avrei dovuto capire subito che non avremmo avuto a che fare con un mistero normale.
Il cellulare squillò di nuovo. Fui sorpreso di scoprire che era... Haruhi? Perché diavolo mi stava chiamando se si trovava proprio nella stanza affianco? Non poteva salire sul tetto per parlarmi? «Pronto?»
«Con chi stavi parlando?»
Accidenti! Mi ero proprio dimenticato che le pareti erano così sottili, e per lei era uno scherzo sentire cosa la persona al di là stesse dicendo. Stava origliando la mia conversazione con Asahina-san? Oh, no, e se avesse sentito troppo?
Cercai di farla passare il più possibile come se fosse una cosa di poco conto. «Parlavo con Koizumi.»
«Bugiardo! Ti ho sentito! Stavi parlando con Mikuru!»
Se sapevi già con chi stavo parlando, perché me l'avevi chiesto?
«Di cosa stavate parlando!? Ho sentito pronunciare il mio nome! Pretendo risposte!»
Stavo diventando nervoso. QUanto aveva sentito? Speravo davvero che non avesse sentito tutto. «Mi stava... chiedendo un'opinione su una domanda. Aveva bisogno dell'opinione di un ragazzo.»
«E cosa aveva a che fare con me?»
«Non è nulla, Haruhi. Ha chiesto qualcosa su di te, sì, ma non era una cosa importante.»
«Voglio saperlo. Come tuo capobrigata, ti ordino di dirmelo!»
«No, Haruhi. Non te lo dirò. Era una domanda personale. Ti prometto che non era una cosa importante.»
«La violazione di un ordine diretto ha come conseguenza l'accusa di tradimento, Kyon! Mi senti?»
Mi strofinai gli occhi, infastidito. Magari l'avrei dovuta prendere in giro. «Voleva... voleva sapere chi secondo me stava meglio... con i costumi da coniglietta...» Era davvero questa la cosa migliore che avevo in mente? Accidenti, se era pessima.
«E che hai risposto?»
«Le ho detto che non lo sapevo.»
«Stai mentendo! Dimmi la verità!»
«Buonanotte Haruhi...» Poi chiusi la chiamata. Presto sentii dei colpi sul muro accompagnate da un sorprendentemente udibile «dannato te, Kyon! Rispondimi!»
Sistemai il cuscino sopra la testa per non sentirla più. Davvero non volevo rispondere. A parte questo, ero davvero felice che non aveva sentito ciò che avevo detto veramente ad Asahina-san. Era stato un brutto scivolone, da parte mia. Speravo solo che Haruhi non avrebbe creato uno spazio chiuso per una faccenda così stupida, ma se lo avesse fatto, almeno avrei saputo che Koizumi non avrebbe più dovuto preoccuparsi di creare un finto mistero. Dopo un po', tolsi il cuscino dalla testa dato che Haruhi aveva finito di fare trambusto. Indossai il pigiama e mi stesi sul letto. Alzai le coperte e mi addormentai.
Sabato sarebbe stata una giornata faticosa...

Fiuuu... Che capitolo, anche se era solo un capitolo di preparazione. Spero che abbiate avuto una dose sufficente di Mikuru, Nagato e Koizumi. Ce ne sarà di più nei prossimi capitoli.
Vorrei anche dire che sembra proprio che un sacco di voi abbiano iniziato ad odiare Oruki. Ovviamente, lo stavate odiando per buone ragioni, ma volevo comunque ricordare ai lettori che è comunque un essere umano. Un brutto essere umano, ma comunque un essere umano. Ho provato a renderlo un po' più relazionabile.
Comunque, vi prometto che non ci metterò molto a finire il prossimo capitolo. So che lo aspettate. Non vedo l'ora di scriverlo!


1. Lo "Shinjin" è il nome giapponese del gigante blu che imperversa negli spazi chiusi, e significa "avatar". L'autore qui lo usa senza tradurlo.
2. Un "flipbook" è una di quelle cose in cui si fa una serie di disegni su diverse pagine di un quaderno, e facendo scorrere le pagine si ha l'impressione che il disegno si muova... avete presente cos'è, vero? La stessa Mikuru ne parla durante "la ricerca" settimanale di Haruhi durante gli eventi della Malinconia. In Italiano, prende il nome di cineografo, ma il dizionario stesso mi dice che al giorno d'oggi nessuno sa cosa quel termine significhi... quindi lo lascio in inglese, che suona anche bene.
3. Le vicende a cui si riferiscono Kyon e Koizumi sono quelle della Sindrome dell'Isola Sperduta, dove Koizumi e gli altri da lui nominati mettono in piedi una scena in stile Giallo che Kyon e Haruhi provano a risolvere, scoprendo la farsa. Possono essere ritrovate negli episodi nove e dieci della prima stagione dell'anime, oppure nel volume quattro (ultimi due capitoli) del manga.
4. Il primo dei due misteri è ovviamente quello della Sindrome dell'iSola Sperduta, mentre il secondo è stato proposto più avanti, questa volta senza il tentativo di ingannare Haruhi, con lo scopo ben chiaro di divertirsi a fare i detective. Lo trovate nel volume undici, i due capitoli centrali.
5. Kyon si riferisce nuovamente ai due casi polizeschi escogitati dall'Organizzazione di Koizumi, citati nella nota precedente.
6. La North High, è, ovviamente, la scuola in cui vanno Kyon e Haruhi. La Kouyouen, invece, è una scuola femminile della stesa città, ma dotata di più prestigia. Solo
le studentesse migliori possono permettersi di andare in quella scuola, sia in termini di denaro che di intelligenza. Durante gli eventi de La scomparsa di Haruhi Suzumiya, la scuola, nell'universo alternativo, è mista, e Haruhi la frequenta insieme a Koizumi. Haruhi frequenta quella scuola anche nello spin off La scomparsa di Yuki Nagato.
7. Alla festa del tanabata (primo episodio della seconda stagione per gli anime, terzo volume per i manga), Kyon torna indetro nel tempo di tre anni e aiuta la piccola Haruhi a imbrattare il cortile della scuola. Haruhi riconosce l'uniforme della North High indossata da Kyon, e soprattutto del suo (falso) nome, John Smith. Haruhi decise a quel punto che sarebbe andata alla North High, in qualche modo alla ricerca dello stesso John Smith. Si avvicina a Kyon, all'inizio de La malinconia, perché lui gli somiglia...

Vi devo delle scuse, lo so bene. Dall'ultimo capitolo, è praticamente passato mezzo anno scolastico. Ma sapete, sono stato impegnato. Con il mezzo anno scolastico. Dopo lo scorso capitolo, mi sono preso una pausa per poter affrontare gli esami di recupero. Ho avuto successo! E passando alla classe successiva... ho avuto molte più cose da studiare. Ho appana passato un periodaccio pieno di verifiche, come molti di voi, immagino, e quindi mi sono ritrovato con un po' di tempo libero. Questi sono più o meno i motivi per cui non ho avuto tutto il tempo che avrei dovuto dedicare alla traduzione. Concludo quindi con il dire che il prossimo capitolo sarà lungo quasi quanto questo, ma ho la sensazione che non ci vorrà tanto tempo per tradurlo quanto questo ne ha richiesto. Vi saluto, sperando che gli impegni mi consentano di ripresentarmi presto.
  
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