IL DONO DI UNA GOCCIA
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I suoi occhi fissarono quel
liquido formato di tante piccole gocce.
Tutte scrupolosamente racchiuse in quel singolare sacchetto accuratamente
legato ad una sottile asta di ferro proprio lì, accanto a lei.
Le sembrava incredibile pensare di averne così dannatamente bisogno.
Mai avrebbe considerato di dover dipendere da qualcosa, meno ancora si sarebbe
aspettata di dover discendere da tante, piccole, infinitesimali, gocce.
Della sua vita precedente sembrava, per un attimo, essersi dimenticata.
Troppo lontana, troppo effimera; legata a qualcosa che, appena pochi giorni
prima, era solo un filo invisibile, ora, invece, erano delle gocce.
Del momento in cui tutto era cambiato ricordava solo il buio.
Poi, come se il destino volesse prendersi gioco di lei, vide delle gocce.
Diverse da quelle che stava osservando, diverse da quelle delle sue
reminiscenze.
Nello scorrere incessante di quelle gocce, Claudia, aveva visto evaporare la
sua stessa vita.
Le aveva viste cadere ininterrottamente dal suo corpo, giungere al suolo e
disperdersi come un qualsiasi liquido.
La bustina sorretta accanto al suo letto, invece, sembrava essere
l’inconfutabile certezza che, in qualche modo, il buio non l’aveva ancora
inghiottita.
Perché, dopo quel terribile incidente, era solo grazie al sangue, di uno
splendido colore rosso, che poteva definirsi ancora viva.
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FINE
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Storia scritta per il contest indetto su Writers Arena sulle Dubble-Drabble