sotto una pioggerellina fine fine e umida una figura
incappucciata sta appoggiata al muro, in attesa. forse dovrbbe lasciar
perdere e andarsene... ma non puo. è di parola.
perchè è li? chi glielo fa fare? da dove
è cominciato tutto? non poteva starsene a casa? no. solo no.
sa di non dover pensare in grande, sa di non dover divagare. nel suo
piccolo è il migliore e questo basta. se comincia a pensare
a quello che significa tutto questo e a quello che ce dietro
è la vera volta che impazzisce. tanti sono finiti cosi. i
migliori. non li bastava essere i migliori, volevano di piu. volevano
rendere l'altro piu simile a loro, volevano capire perche
proprio lui. e li impazzivano. tentò di scacciare quesi
pensieri e di concentrarsi sull'umido che gli penetrva nelle ossa, una
sensazione spiacevole, ma almeno nn lo faceva pensare. ci
riuscì per qualche minuto, poi la sua mente
divagò. perchè era ancora lì? in fondo
sapeva di non volerlo fare. era l'ultima cosa al mondo che avrebbe
voluto in quel momento, starsene lì sotto la pioggia cn
quella prospettiva davanti. una frase li rimbombava nella mente
"l'amicizia non esiste e non è mai esistita, è
tutta questione di interessi". va bene. respira. profondamente. in
fondo cos'era? una cosa da fare, come tante altre cose da fare. niente
moralismo, niente sensi di colpa. ormai era lì. poteva
sempre andarsene e lasciare tutto. ma dove andare? no, non poteva,
stava impazzendo, stava buttando via tutto come quelli prima di lui.
per cose simili. fuggire avrebbe significato vivere di nascosto, come
un codardo. ma non era quello che stava gia facendo? ogni suo respiro
lo faceva nell'ombra, viveva sgusciando, senza farsi vdere da un'anima
che non fosse fidata. la sua identità era nascosta a
chiunque. il suo nome non lo sapeva piu nessuno ormai, o quasi... era
solo. con se stesso. e questa eterna compagnia lo stava logorando.
poteva andarsene di lì e andare davanti a chi lo aveva fatto
finire così e spararsi. niente vite innocenti buttate, solo
la sua, che era tutto meno che innocente. sarebbe stato un gesto uasi
eroico, da eroe di un romanzo. un ghigno storto gli tremò
per un attimo sul volto. no. avrebbe fatto il suo lavoro, finche ne
fosse stato capace. la morte potva attendere. non si sarebbe fatto
soggiogare da un'incertezza, un dubbio cosi futile, su una persona che
in fondo, se l'amicizia non esisteva, per lui non era nessuno.
sentì dei passi. non poteva essere che lui. a
quell'ora, per quelle vie, non passava nessun altro. chiuse gli occhi
tese i muscoli. cercò di calcolare la distanza dai lunghi
passi frettolosi. la posizione dell'obbiettivo. un obbiettvo, un
oggetto. pochi metri, poteva ancora far finta di niente, no non poteva,
o forse si, no, si, no, si no, si,
"NO!" uno scatto e si trovò abbracciato al suo
migliore amico, amico dei tempi che furono, di gare in bicicletta e
tiro di fionda. l'amico sbarrò gli occhi, emise un gemito,
solo un piccolo gemito, e cadde. il sicario si rimise
il pugnale sotto la giacca, con un gesto veloce, silenzioso, abituale.
ma poi rupe l'abitudine. i suoi passi felpati non sparirono nella
notte, ma andarono vicino al volto della vittima. si
accucciò. era ancora vivo. merda. gli okki lo fissavano
increduli. le lebbra morenti sussurrarono una sola, terribile parola,
l'unica parola che avrebbe potuto qualcosa nel cuore del suo carnefice
"Tomka...?"
gli okki erano stati calmi e freddi, voleva solo vederlo in
faccia, un'ultima volta, ormai era fatta, ma no!! lui aveva dovuto
parlare!
"nooooo!!! non dirlo!!! non devi dire quel nome!!! non lo
conosco!!! mi vedi?? sono un assassino!!! non sono TomkaaaAa!!" e
urlando si gettò sul corpo moribondo, trafiggendolo altre
due, tre, dieci volte, come impazzito, in una furia di sangue lame e
momenti perduti. una luce si accese, setì le sirene della
polizia, e stava ancora trafiggendo quel corpo morto. si
girò. la sirena blu e rossa era davanti a lui. era
impazzito. non ce l'aveva fatta. non aveva neanche salvato lui. ma non
avrebbe dato alla polizia questa soddisfazione, dopo tanti anni, oh no!
non lo avrebbero avuto! prese il coltello e lo girò. la lama
gli punse un attimo la gola prima di tagliarla. era finita. non lo
avevano preso. morì col ghigno sulla faccia.