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Autore: Laylath    22/11/2013    3 recensioni
...se per un po' questa capacità di estraniarmi mi ha divertito, adesso mi sta facendo venire la nausea e vorrei riuscire a smettere. Ma non ci riesco… è praticamente un nuovo devastante vizio che mi obbliga a sorbirmi la realtà di quanto vedo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La band



In comunità ti insegnano un sacco di modi per venire fuori dal vizio che ti sta distruggendo la vita, ma altrettanti ne impari tu per riuscire a sopravvivere ad un posto che altrimenti ti logorerebbe fino a farti morire.
Uno dei tanti trucchi che ho imparato in quel posto è riuscire a separare la mente da quello che il mio corpo sta facendo… e devo dire che questo mi fa sentire un po' Dio.
Basta guardarmi in questo momento: sono qui, su un palco, davanti a migliaia di persone a cantare come anni fa; eppure allo stesso tempo assisto a tutto ciò che succede, facendo una sincera e spietata analisi della situazione.
Infatti, se per un po' questa capacità di estraniarmi mi ha divertito, adesso mi sta facendo venire la nausea e vorrei riuscire a smettere. Ma non ci riesco: è praticamente un nuovo devastante vizio che mi obbliga a sorbirmi la realtà di quanto vedo.
Casualmente mentre faccio queste considerazioni sto cantando uno dei nostri vecchi pezzi melodici… ottimo: una canzone struggente che parla di un amore perduto.
Una perfetta cornice per il quadro patetico che sto vedendo.
Ho quasi quarantasette anni e sto su un palco, vestito come un ragazzo di venticinque: l'unica fortuna è che il mio corpo, nonostante tutto quello che gli ho fatto passare, si è mantenuto in discreta forma… altrimenti sarei davvero pietoso. I pantaloni e la maglietta che indosso si trovano solo negli armadi di qualche nostalgico degli anni ottanta che, magari, li tiene solo per ricordo. 
Perché in fondo è questo che io e la mia band siamo: un ricordo. Un gruppo che tempo prima aveva sfondato e si sentiva padrone del mondo. La gente che oggi viene ai nostri concerti lo fa con lo stesso spirito di quelli che vanno nei musei.
"Ma guarda, questi erano famosi negli anni ottanta... andiamo a vederli. Magari è davvero il loro ultimo concerto e noi potremmo dire di esserci stati."
I pochi veri fan che ci seguono ancora credo siano molto delusi e non posso biasimarli.
Lo sento: la mia voce non è la stessa e soprattutto lo spirito è molto diverso. E' come cercare di ritrovare lo stesso entusiasmo che si prova quando si gioca con le automobiline da piccoli: una volta grande ti chiedi come facevano a piacerti così tanto.
Ed è così anche per noi, vecchi giocattoli di una generazione ormai finita: basta guardare i miei compagni.
Ecco Fred, alla chitarra… non ha perso il suo tocco, lo devo ammettere. Forse è quello che ha retto meglio allo scorrere del tempo, ma sicuramente si sta chiedendo cosa ci fa su questo palco.
E chi gli può dar torto? Ha moglie e figlia che lo aspettano a casa: l'impenitente dongiovanni ha messo la testa a posto da tempo, ma se gliel'avessero detto vent'anni fa avrebbe riso come un matto e poi si sarebbe portato a letto almeno tre ragazze insieme.
All'epoca potevamo fare questo e altro.
Denny, al basso. Sta pensando di certo alla sua barchetta da pesca nel lago, in quello sperduto paesino dove è nato e dove era tornato… dove non so nemmeno se esiste la connessione internet. Ma in fondo lui è sempre stato attaccato alle sue radici, forse è stato il più coerente di tutti noi.
L’abbiamo trascinato quando era un timido studente all’università e così abbiamo fatto adesso.
E poi Bob, con la sua batteria. Caro vecchio Bob… il tempo non è stato gentile con te, affatto, ma considerando quello che hai passato è normale. Sei peggio di me: eri schiavo di droga e alcool quando ancora eravamo all'apice del successo. Mi chiedo spesso come mai il Padre Eterno non ti abbia ancora chiamato.
Anche tu vedi quello che vedo io, Bob? Anche tu hai imparato a suonare e a estraniarti dal corpo? Facciamo così pena come sembra?

Gli ultimi accordi della canzone finiscono ed il pubblico esulta, ma non sento alcuna sincerità in quelle grida e in quegli applausi: le ragazze che ci osannavano oggi saranno madri di famiglia o donne in carriera.
Ci portiamo davanti a tutta quella gente e ci inchiniamo per ringraziarli. A questo punto, in genere, Fred faceva un assolo di chitarra e partivamo con almeno quattro fuori programma, fregandocene altamente della scaletta preparata durante le prove. Ma oggi nessuno ne ha voglia, così ci ritiriamo dietro le quinte e penso che anche per il pubblico vada bene così.
"Ottimo lavoro ragazzi" dice Mike, il nostro manager.
E' stato questo bastardo a capire che alla gente piacciono i pezzi da museo come noi e, non so come, ci ha convinti a fare questo tour. In realtà il suo sorriso è per tutti i soldi che gli stiamo facendo fare. Poi, quando l'onda "nostalgia" passerà, ci butterà via come uno straccio vecchio.
Questi maledetti sono sempre uguali, è una delle poche certezze che ho nella vita.

Mi ritiro nel mio camper, godendomi un po’ di riposo prima che domani si riparta verso un’altra tappa di questo tour per tutto il paese.
Prendo una bottiglietta d’acqua dal frigo e mi siedo pesantemente sul letto: acqua e stanchezza… sono davvero un’altra persona. Ma anche gli altri, nei loro camper, non sono più gli stessi.
Fred sta sicuramente chiamando a casa per sapere come sta sua figlia che, questa settimana, aveva la  varicella. Prima di salire sul palco mi ha detto che spera di finire in tempo il tour per andare a vedere il suo saggio di danza a scuola, fra due mesi.
Denny sarà già a dormire, triste come un orso strappato dal suo habitat. Ogni volta che lo vedo, eternamente spaesato, mi pare che contro di lui sia stato commesso il crimine peggiore.
E Bob...beh, lui probabilmente sarà con lo sguardo perso nel vuoto, forse lottando contro la sua volontà per non ricadere nel vizio. Se un giorno lo ritroveremo riverso nel pavimento del suo camper per una dose di troppo, non mi sorprenderò.
Questa è una cosa che pensavo anche quando eravamo giovani… sì, da un certo punto di vista, anche Bob è una certezza.
Ed io? Beh, io sono qua, leader di una band icona degli anni passati con una brutta storia di droga alle spalle.
Nemmeno venti minuti fa ho suonato davanti a migliaia di persone che urlavano a squarciagola il mio nome, insieme a quelli che sono i miei migliori amici, con cui ho vissuto i momenti più belli della mia vita… chiunque direbbe che sono una delle persone più fortunate del mondo...

Merda… non mi sono mai sentito così solo in vita mia.




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E' una vecchia storia che avevo scritto anni addietro, quando ancora non ero iscritta al sito. Rileggendola mi sono detta "perché no?" in fondo, eccetto qualche modifica da fare non è affatto male. 
E' da qualche tempo che volevo postare qualcosa di originale, spero non sia così schifosa ^^'

 
  
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