Anime & Manga > Maison Ikkoku
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Autore: Fujikofran    23/11/2013    1 recensioni
Yosaku Godai vive da poco tempo alla Maison Ikkoku, ma ha un bisogno urgente di scrivere una lettera a sua nonna, per chiederle aiuto su una faccenda per lui molto spinosa. Quale? Brano da ascoltare durante la lettura: "Kanishimi yo konnichiwa" (la sigla di Maison Ikkoku)
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Nonna,
eccomi qui, a Tokyo, nella pensione di cui ti avevo parlato per telefono, di sfuggita, l’altro ieri. Quante cose si riescono a dire attraverso una cornetta, tra te che mi parli sempre addosso e io che spesso mi chiudo nel mio mutismo più assoluto, accettando i tuoi numerosi consigli? Tu ne dispensi a non finire, cara nonna, spesso mi fai arrabbiare, ma se tu non ci fossi la mia vita sarebbe certamente diversa: mi sentirei un ragazzo meno insicuro (perché tu mi ci fai sentire), ma anche più solo, perché tu sei il deus ex machina della mia esistenza. Bando alle ciance, ti racconto meglio del posto in cui sono finito: Maison Ikkoku, una bella pensione costruita prima della Seconda Guerra Mondiale, in stile classico giapponese; come la tua casina, del resto. Ognuno degli inquilini ha una stanza, minuscola, ma arredata di tutto punto, la mia è la numero cinque ed è stato difficile farci entrare tutta la mia roba, che non è tanta, ma è più di quella che in realtà immaginassi. Lo stereo occupa più spazio del normale, infatti. Va beh, pazienza, ma senza ascoltare un po’ di musica almeno una mezz’oretta al giorno non so stare; persino mentre studio. Eh, già, lo studio e quell’esame d’ingresso all’università che mi sembra un ostacolo insormontabile, un incubo calato nella realtà tangibile. Ti starai domandando chi siano gli altri inquilini della Maison Ikkoku. Allora, iniziamo con ordine. Nella stanza numero uno vivono Hanae Ichinose, con marito (che non c’è quasi mai, per via della sua continua assenza per motivi di lavoro) e figlio di circa dieci anni, Kentaro. Questa donna mi sembra il disastro della pensione: impicciona, pettegola, chiassosa e, diciamolo, pure brutta e grassa. La sua presenza mi mette ansia. Nella stanza numero due ci vive Nikaido, uno studente, ma non lo vedo mai, mentre nella tre c’è Mitsukoshi, e pure lui è quasi sempre assente. Non ho capito se la stanza la prende in affitto solo ogni tanto. Veniamo alla stanza numero quattro…lì ci vive Yotsuya, un uomo alto, prestante, anche bello, ma dal carattere strano e misterioso. Da quello che ho capito di lavoro fa il rappresentante. Nella stanza sei, invece, ci vive Akemi, una che gira per la pensione quasi sempre in biancheria intima. Per carità, è attraente e il suo atteggiamento un po’ libertino mi eccita spesso, ma, detto sinceramente, non vorrei mai avere una storia con lei, nemmeno di una notte soltanto. Perché sono un impedito, nonna? Stai pensando questo? Tutti i torti non te li do. Ma la cosa più assurda, anzi, destabilizzante, è che la signora Ichinose, Akemi e Yotsuya, ogni sera organizzano un festino a base di alcolici potenti e, dato che spesso utilizzano la mia camera, essendo la più spaziosa, a volte coinvolgono me e non mi fanno studiare. Di solito la scena tipica di un qualsiasi loro festino è questa: la Ichinose beve fino a impazzire, inizia a ballare sventolando spesso ventagli con la bandiera nazionale, Akemi si spoglia, Yotsuya o palpeggia Akemi o si infila bacchette nel naso e tutti e tre cantano stonati. Uno spettacolo orrendo, insomma. Sai che sono abituato a star sui libri a ora tarda, quindi prova a immaginare il mio disagio per tutto ciò. Capisco che l’affitto qui sia basso, ma non so se sentirmi convinto a rimanere ancora in questo luogo bizzarro. Non fa per me. E poi siamo negli anni ’80 e non si può vivere in un posto del genere! Ti starai domandando perché non me la sia data a gambe subito, allora. Ebbene, il perché te lo spiego subito: nella stanza numero zero ci vive l’amministratrice, Kyoko Otonashi, giovane e vedova da poco. Il marito defunto, Soichiro, si chiamava come il cane che fa da guardia alla Maison Ikkoku. O forse è il contrario, devo chiederlo a lei, appena troverò il coraggio di farlo, perché Kyoko è bella, gentile, dolce, ma…è la personificazione di una stanza dalla porta splendente e allo stesso tempo chiusa a chiave. In pratica, una donna impenetrabile. D’accordo, ognuno è fatto a modo suo, ma c’è un problema…. grosso, direi: ho preso una cotta bestiale per lei, anzi, me ne sono perdutamente innamorato. Purtroppo anche un’altra persona è innamorata di lei, ossia Shun Mitaka, un maestro di tennis, un figo pazzesco, al contrario mio, che ho a malapena un faccino decente. In parole povere, nonna, e te lo dico a cuore aperto: AIUTOOOOOOO!  Rispondimi presto
Tuo
Yosaku
Ps: ti mando una foto di gruppo di tutti noi, compreso il papà di Kyoko, così ti farai un’idea dei personaggi. Kyoko è quella accanto a me e la bimba che ha in braccio è la figlia di una vicina


 

 photo maison-ikkoku-1.jpg https://www.youtube.com/watch?v=SyB9ztyBFBI
   
 
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