“Sorrisi a sproposito”
Quella mattina quello stronzo di Albus si era deciso finalmente a mostrarsi in cucina invece di stare rinchiuso nella sua stanza.
Aberforth si scontrò con lui mentre scendeva a fare colazione.
Il fratello alzò distrattamente lo sguardo dalla rivista che stava leggendo lanciandogli un vago sorriso.
Sorrideva sempre, Albus, anche a sproposito. Soprattutto a sproposito.
Aberforth detestava quel sorriso.
“Ciao.” abbozzò il fratello riabbassando lo sguardo verso la rivista.
“ ’ao” ribattè Aberforth
Lo odiava sempre di più.
Non riusciva affatto ad impedire a quello sporco sentimento infantile di martellargli il cervello e soffocargli i polmoni rendendogli difficile anche respirare.
Scusate il ritardo, nel mio appartamento non c'è ancora Internet e pubblico da posti poco raccomandabili *spia il bar dove si trova e dove sta scroccando il wi-fi.
Domani vi pubblico un altro capitolo e forse ce la farò anche Lunedì. Ma non vi prometto nulla ahahahahaha