Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: DanielaRegnard    23/11/2013    3 recensioni
Si appoggiò con i piedi all’albero, scendendo per guardare Petra più da vicino, così bella. Anche di fronte alla morte, conservava il suo viso che all’uomo sembrava avere dei lineamenti perfetti, sia quando sorrideva sia quando aveva paura.
Avrebbe voluto sposarsi, Petra, avrebbe voluto sposarlo.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sangue.
C’era sangue ovunque.
Il rosso del sangue bagnava il verde, puro, colore della speranza per eccellenza, dell’erba.
Rivaille sorvolava quel sangue con gli occhi socchiusi, ma senza distoglierli, se l’avesse fatto, non sarebbe più stato in grado di guardarsi allo specchio. Non erano le prime persone che vedeva morire, e di certo non sarebbero state le ultime.
C’era sangue sugli alberi, sui resti dei dispositivi di manovra tridimensionale che stavano sulla terra, quasi distrutti, o comunque inutilizzabili.
C’era sangue, e c’erano le impronte di un gigante che si era evidentemente inoltrato verso la foresta; probabilmente il titano femmina che prima si era lasciato scappare.
Si, perché, forse, se fosse stato più attento, se le trappole e le precauzioni fossero state di più, ora non ci sarebbero così tanti morti, non ci sarebbe così tanto sangue sotto gli occhi di Rivaille.
Sangue di persone che non avrebbe mai voluto vedere sanguinare, sangue di persone che aveva scelto come compagni di squadra, che riteneva suoi pari.
Sangue dei suoi compagni.
Erano stati uccisi, tutti e quattro, dal titano femmina. Uccisi senza pietà, come se fosse nulla, mentre lui non c’era.
 Non c’era.

Rivaille proseguì, seguendo la scia di sangue, e raggiunse un grande albero poco lontano dai corpi dei suoi compagni.
Anche sull’albero c’erano macchie di sangue, sangue fresco; evidentemente la strage non si era compiuta da molto. Se fosse arrivato qualche minuto prima, forse, avrebbe potuto evitarlo.
Ai piedi del grande albero, c’era Petra, col viso anch’esso sporco di sangue. I capelli, castano chiaro, erano spettinati e mossi dal vento, e gli occhi spalancati, che sembravano fissare Rivaille, ma in realtà guardavano il vuoto, il vuoto della morte.
Il Caporale si appoggiò con i piedi all’albero, scendendo per guardare Petra più da vicino, così bella. Anche di fronte alla morte, conservava il suo viso che all’uomo sembrava avere dei lineamenti perfetti, sia quando sorrideva sia quando, raramente, aveva paura.
Era coraggiosa, Petra, e si fidava ciecamente di Rivaille, ma ora era tutto finito.
Erano finiti gli sguardi che si scambiavano di nascosto quando erano assieme agli altri membri della squadra.
Finita la tranquillità del loro tè pomeridiano.
Finite le notti passate assieme, durante le quali giuravano di non morire.
Finite le promesse, i sogni, finita la speranza di un futuro.
Avrebbe voluto sposarsi, Petra, avrebbe voluto sposarlo.
Sposarlo, e avere una vita felice, normale, avere dei bambini.
Vita normale che, purtroppo, ai soldati non era concessa.
 
 
Rivaille, gentilmente, le si avvicinò e le passò una mano sul viso. Non fece niente di particolare, non tentò di togliere il sangue, le chiuse gli occhi, semplicemente.
Lo fece gentilmente, Rivaille, come se avesse paura di farle male, di ferirla, o di ferire se stesso, più di quanto già non lo fosse.
Non riuscì a dirle nulla, ne una parola di scusa per non essere riuscito a proteggerla, ne un’ultima dichiarazione d’amore, come le tante che si scambiavano sottovoce, quando erano da soli, niente del genere.
Riuscì solamente a pronunciare una frase, anch’essa semplice, come il suo gesto di prima.
 
«Buonanotte, Petra.»
 

Rivaille sapeva che non era un addio;
un giorno, Rivaille avrebbe perso quella battaglia che sembrava eterna, e si sarebbero rincontrati.
 





Angolo dell'autrice
La depressione.
Questi due. Sono. La. Depressione.
E io non posso fare a meno di amarli, e di conseguenza, non posso fare a meno di scrivere su di loro, yeeee.

Io li amo, ssh.
Non so ne come ne perchè è nata questa storia, ma inizialmente doveva essere circa la metà di quanto realmente è risultata... Poco male.
Volevo solo aumentare la drammaticità del momento per farvi soffrire (?)
Fatemi sapere, eh!

Alla proossima!

 
  
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