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Autore: Johnlockistheway    24/11/2013    1 recensioni
Una raccolta di storie per raccontare un po' del periodo prima della nascita e la nascita dei gemellini che tanto adoriamo.
Capitolo 1: Nausea. Dedicato a Satana e Yuri.
Capitolo 2: Smorfia. Dedicato a Yuri e Shiro
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Satana
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nota: questa prima raccolta segue gli avvenimenti principalmente dell'anime. Preferisco il manga io, ma come materiale per lavorare sulla nascita dei gemellini è l'anime che da di più. In ogni caso, anche se non avete visto l'anime, potete tranquillamente leggere.

 

Questo secondo racconto su Shiro e Yuri

lo voglio regalare a voi,

splendidi lettori silenziosi,

e a tutti quelli che mi sostengono e mi fanno crescere

con i loro pareri.

 

SMORFIA

 

Shiro Fujimoto non era un uomo paziente.

No, neanche un po'.

Era lì da un sacco di tempo ad aspettare quella stupida, al freddo e al gelo, e lei ancora non si faceva vedere.

Poi, un fruscio e subito aveva alzato gli occhi, scocciato.

Ed eccola lì.

Lei, con i lunghi capelli castani a ricadere sulla schiena, un ciuffo disordinato a scenderle lungo il viso; gli occhi azzurri come il mare a fissarlo, mentre teneva stretta tra le mani la legna per il fuoco.

E, dipinta sul volto, quell'adorabile smorfia scocciata che rendeva il suo viso così tenero e infantile.

Innocente, più di quanto già non fosse.
E lui non aveva potuto fare altro che riprenderla, rimproverarla.

Che ci faceva lì, circondata dai demoni, sola in una foresta in mezzo al nulla?

Oltre ad essere illogico, quel suo comportamento stava causando un sacco di problemi a tutti quanti.

L'unica cosa che poteva fare in quel momento era impacchettare la sua roba e tornare al Vaticano il prima possibile.

Come le era stato ordinato.

Lei, del canto suo, non aveva avuto nessun problema a fingere di non aver sentito una parola, preferendo accoccolarsi nella neve per prendere in braccio e coccolare due demoni minori, mentre le guance s'imporporavano, e una smorfietta intenerita, da bambina, faceva capolino sul suo viso.

Una smorfia, di rabbia e disappunto invece, si dipinse sul viso del prete.

“Ascoltami dannazione!” aveva sbottato, contrariato.

Yuri a quel punto si era degnata di concedergli una parte della sua attenzione, continuando a coccolare i demoni, e limitandosi a riferirgli che lei di tornare al Vaticano non ne aveva proprio intenzione.

Ed eccolo lì, lui, Shiro Fujimoto, temuto per il suo cuore di pietra, a fissare il viso corrucciato in quella smorfia scocciata e annoiata di Yuri.

Eppure, non era riuscito ad arrabbiarsi, non del tutto almeno.

Quella smorfia... la faceva sembrare troppo una bambina.

E lui non riusciva ad essere duro come al solito con lei a fissarlo in quel modo, così preferì limitarsi a riferirle i pettegolezzi: forse sperava, in cuor suo, che sapere di essere considerata una strega perseguitata dai demoni l'avrebbe convinta ad andarsene.

Mai considerazione fu più sbagliata.

“Create problemi perché pensate agli umani e ai demoni separatamente” . Aveva risposto, impettita, orgogliosa della sua scelta, del suo pensiero, una smorfia di compatimento verso di lui misto a un malcelato orgoglio che le attraversava il viso.

Un'espressione stupita si era dipinta sul viso del prete: chi avrebbe mai immaginato una cosa del genere?

“Sono amici importanti per me, sai?” aveva continuato, alzandosi di scatto, contrariata dalle sue parole, dalla sua presenza, dalla sua incapacità di capire.

Era corsa in casa, il viso corrucciato in una smorfia di disappunto, sbattendo la porta e seppellendo l'esorcista sotto un cumulo di neve.

E Shiro era rimasto lì, stupito e arrabbiato al contempo, per un bel po' di tempo prima di scrollarsi di dosso la neve e ripartire alla volta del Vaticano con postura rigida, giacca bagnata, sigaretta spenta all'angolo della bocca e un'espressione dura di disappunto a coronare il tutto; e il viso di Yuri, così innocente con quella smorfietta, nei suoi ricordi.

La stessa che, negli anni a venire, avrebbe trovato dipinta sul viso di due bambini che gli avrebbero scaldato il cuore.

Però questo, lui, non poteva ancora saperlo.

 

 

My corner

Bene!

Allora, adesso vi racconterò una storia: un'esemplare di Scrittricibus comunibus si apprestava ad andare nel suo lettuccio quando, presa dalla sua rimbambitaggine, si era messa davanti allo specchio a farsi smorfie da sola.

Andava tutto bene, quand'ecco che la lampadina si accese nel suo fantomatico cervello: colta dall'improvvisa ispirazione, la piccola Scritty, nonostante l'ora tarda, ha lottato per prepararvi questa storiella.

Morale della favola: se vi è piaciuta, sarei grata che me lo faceste sapere.

Il prossimo capitolo a breve, perché non mi stancherò MAI di tormentarvi.

(Sì, vi voglio bene ^^)

Alla prossima!

Baci

Morgana

   
 
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