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Autore: Gabbo Massidda    24/11/2013    0 recensioni
Iuq ecaig iuloc ehc ìrom rep aploc alled aim aceic aillof.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte. Un ragazzo era fermo sotto la luce di un lampione, all’ingresso di una piazzetta. Quest’ultima era fatta di lastre di pietra consumate dal tempo, una scultura raffigurante chissà cosa era posta al centro. Un posto frequentato per lo più da tossici e coppiette. A quell’ora nessuno ci bazzicava. Il ragazzo era alto e magro, si accese una sigaretta con uno zippo in metallo che successivamente ripose accuratamente in una tasca dei jeans. Sembrava stesse aspettando qualcuno, il che era vero dato che dopo un paio di minuti una figura di media statura e un pochino più corpulenta di lui si avvicinava con passo deciso, come se non vedesse l’ora di giungere a destinazione. Il ragazzo sotto al lampione sorrise nel veder arrivare il suo compagno. Si abbracciarono e si sorrisero. Il ragazzo alto buttò via il mozzicone di sigaretta. Entrambi si diressero in una delle panchine di metallo poste in un rialzamento artificiale del terreno, di fianco alla scultura. Si guardarono per qualche secondo, poi ci fu un bacio che durò pochi secondi. Il ragazzo corpulento si sistemò meglio sulla panchina. «Come stai?» «Bene» - rispose il ragazzo alto - «e tu?» «Bene anch’io». Di nuovo un sorriso e di nuovo un bacio. Stavolta si crogiolarono un po’ di più nell’intensità di quel momento. Ma la felicità durò poco. Qualcuno gridò dei commenti omofobi e i due ragazzo si staccarono. Quello corpulento aveva la faccia sconvolta e terrorizzata, il ragazzo alto aveva il volto increspato da una rabbia cieca e crescente. Non sopportava quel genere di cose. Vide tre ragazzini - dovevano avere non più di quattordici o quindici anni - che indirizzavano loro gestacci e versi gutturali. Più che ragazzini parevano animali appena fuggiti dallo zoo. Il ragazzo alto sfilò una bacchetta di legno, nera e sottile, dalla manica sinistra della felpa e, con un gesto fluido, scagliò un incantesimo. Una sottile striscia di fuoco circondò i tre malcapitati. Il ragazzo alto aveva il volto di chi è sopraffatto dalla follia. Il compagno lo guardò con aria stupefatta, non capendo perché si stesse comportando in quel modo. Provò a prendere in mano la situazione, tentando di prendere la bacchetta del compagno. Non riuscendo nell’intento, sfilò la propria e, disarmatolo, spense le fiamme. Poi rivide sprigionarsi il fuoco e i tre ragazzini morire divorati dalle fiamme. Sentì la bacchetta volargli via di mano e cadere in mezzo all’incendio che divampava violento. Un getto di luce lo colpì alla schiena ed egli cadde a terra, morto. Il ragazzo alto vide ciò che aveva fatto e, in preda al rimorso, spense il fuoco e fece scomparire i cadaveri dei tre ragazzini. Si voltò verso il centro della piazza, fece un gesto con la bacchetta e la scultura andò in mille pezzi che si dissolvettero come polvere. Fece un ennesimo gesto con la bacchetta e una sorta di piccola voragine prese forma nello spazio dove prima vi era il monumento. Fece levitare e atterrare il corpo senza vita del proprio compagno all’interno del buco. Agitò la bacchetta e una statua, formata da tre lastre di pietra spesse e quadrate, apparve e andò a coprire il buco. Sualla superficie della pietra apparve un incisione: Iuq ecaig iuloc ehc ìrom rep aploc alled aim aceic aillof. FINE
  
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