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Autore: Gabbo Massidda    24/11/2013    0 recensioni
Kristanna, Chrisha, Shyla, Alijha, Maddix e Dravin si guardarono e sorrisero, poi si strinsero in un abbraccio fraterno e si sciolsero in un pianto di pura felicità.
Genere: Fantasy, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Skyfog, Ottobre 2015, Stone Garden Alcuni ragazzi erano riuniti in una delle tre nicchie di quel cortile che tante ne aveva viste e tante ne aveva passate. Sul muro di fronte, dove fino a due anni prima vi era appeso un manifesto circa il National Art Museum, ora svolazzava pigro uno riguardante il Neo Partito Omofobo. Alla base dello slogan una scritta diceva: PER UN MONDO PIU’ PULITO. Rohon lo guardava con disprezzo profondo. La vita negli ultimi due anni in quella orrenda città era diventata assai più difficile per lui, Ryan, Maddix, Dravin e tutti gli altri amici gay. Molti erano morti, uccisi dal Clean Order, alcuni dei loro nomi erano stati incisi in uno di quei muri proprio dal loro gruppo. Quest’ultimo era stato praticamente dimezzato per via delle loro amicizie e dei loro orientamenti sessuali. Erano rimasti in otto: Ryan, Rohon, Maddix, Dravin, Alijha, Chrisha, Shyla e Kristanna. Si facevano forza a vicenda, erano diventati tutti fratelli e sorelle, il loro era un legame profondo e inscindibile. Non perdevano occasione per combattere il Clean Order e numerosi erano i loro nascondigli quando fuori era troppo pericoloso circolare. Quel giorno avevano deciso di tornare nel loro “luogo d’origine”, là dove il Gruppo dello Stone Garden aveva preso vita. Era il primo di settembre. Gli otto superstiti stavano giocando a risiko, stava vincendo Maddix. Kristanna sfilò di nascosto la propria bacchetta, diede un colpetto al tabellone e tutti i carrarmati diventarono del colore dei suoi. «Non vale!» - esclamò Maddix e Kristanna scoppiò in una fragorosa risata. Anche in tempi bui, lei non perdeva occasione per scherzare e far ridere gli altri, sollevandone notevolmente il morale. Shyla, in preda ad un attacco di ridarella, rischiò di far cadere l’impasto di erba e tabacco che stava rollando. Ryan prontamente lo afferrò e lo diede a Rohon, perché fosse lui a rollare. L’intento di Ryan era quello di distogliere il suo sguardo da quell’orribile manifesto. Rohon prese l’impasto, guardò Ryan e gli sorrise. Ryan gli stampò un baciò sulle labbra gli disse sottovoce - «non pensarci, non ora». Rohon smorzò un po’ il sorriso e annuì, poi si concentrò sulla canna. L’aria era fresca e provocava leggeri brividi lungo la schiena di tutti. Alcune voci lontane indicavano che la maggior parte della gioventù di Skyfog si stava riunendo nei bar per guardare la partita, oppure si concentrava nelle Foggy Island per dare vita a comizi e concerti contro il Partito. «Fatto!» - esclamò Rohon soddisfatto, reggendo un perfetto spinello tra pollice e indice. Shyla gli sorrise e lo stesso fece Kristanna. Dravin e Maddix cominciarono a ritirare il risiko, Chrisha e Alijha parlavano concitatamente di come il mondo stava andando a rotoli, Ryan aveva lo sguardo perso nel vuoto. D’un tratto il suo istinto lo fece voltare verso l’ingresso del cortile, si alzò e si avvicinò con passo tranquillo. Gli altri ridevano, Rohon appicciò la canna e, dopo qualche tiro, la passò a Alijha. Ryan raggiunse l’ingresso e notò un dettaglio inquietante: regnava il silenzio più assoluto. Le voci dei ragazzi provenienti dai bar e dalle Foggy Island erano completamente sparite, come se qualcuno avesse premuto il tasto del muto di un telecomando immaginario. Vide un lampo di luce e prontamente sfilò la propria bacchetta e sollevò uno scudo. Ne arrivarono altri due e li parò entrambi. Eresse uno scudo più potente e duraturo. Gli altri erano attoniti ed in silenzio. «Dovete andarvene» - disse agitato Ryan, rivolgendosi a Maddix, Dravin e Rohon. Sapeva di non poterlo chiedere agli altri, perché si sarebbero opposti alla sua richiesta e l’avrebbero aiutato a combattere gli agenti del Clean Order. «No» - disse Maddix con tono sicuro e deciso. In quel momento aveva la mente più lucida di tutti dato che non aveva fumato. «E invece sì!» - esclamò Ryan - «ne sono morti troppi e non ho nessunissima intenzione di permettere a quell’orda di deficienti col casco di catturarne o ucciderne altri». Maddix si zittì all’istante, Ryan puntò la bacchetta contro il lucchetto del cancelletto che celava l’ingresso di una strada sicura e quello si spezzò all’istante. «Quella strada sapete dove porta quindi imboccatela e nascondetevi finché non sarà cessato il fuoco, noi vi raggiungeremo» - disse Ryan, lasciando intendere che il noi vi raggiungeremo significava se saremo ancora vivi ci rivedremo. «Ryan ha ragione» - disse Kristanna - «vi scorterò fino al cancelletto». Dravin stava per ribattere ma lei lo fulminò con lo sguardo, poi li accompagnò. Rohon non si mosse - «vai anche tu» - disse Ryan. Non lo guardò in faccia quando gli parlò perché sapeva che avrebbe versato ettolitri di lacrime. Non gli piaceva piangere di quei tempi. Rohon gli rivolse uno sguardo furente, poi si alzò e disse - «io da solo non ti lascio, se dovremo combattere lo faremo insieme e se dovremo morire moriremo insieme!». Nessuno ribatté. Ryan si voltò, lo guardò e lo abbracciò - «ti prego» - gli disse - «vai con loro, non voglio perderti» - «se me ne vado ti perderò, se resto qui non accadrà». Stavano sciogliendo l’abbraccio quando un boato vibrò sinistro nell’aria. Lo scudo cedette. Nessuno ebbe il tempo di assorbire o rendersi conto di ciò che accadeva. Fu come guardare un film muto. Ryan vide un lampo di luce verde riflesso negli occhi di Rohon ed una forza simile a quella di un pugno colpirlo alla schiena. Cadde a terra, morto. Lo stupore era dipinto nel volto di tutti. Rohon non ebbe il tempo di alzare lo sguardo che un lampo di luce verde lo colpì in pieno viso. Anch’egli cadde a terra, senza vita. Un grido disperato si levò e quattro potenti raggi di luce bianca scaturirono dalle bacchette di Kristanna, Alijha, Chrisha e Shyla. Tutto quello che c’era nel loro raggio d’azione venne disintegrato, compresi gli agenti. Le quattro si smaterializzarono in una nube di fumo bianca. Si materializzarono a Puritania, davanti all’edificio nonché sede del Partito. Levarono le bacchette e la struttura esplose. Volarono corpi e detriti da tutte le parti. Le ragazze si smaterializzarono da Puritania e si materializzarono a Skyfog. Quella notte la popolazione della cittadella aggredì e uccise ogni agente o persona omofoba. Pareva fosse arrivata l’Apocalisse. All’alba, Skyfog era un cumulo di detriti e macerie, di corpi senza vita. Maddix e Dravin erano nel nascondiglio, quando sentirono la porta aprirsi. D’istinto levarono le bacchette - «tranquilli siamo noi» - disse Alijha e mostrò loro il tatuaggio che tutti quelli non facenti parte del Partito avevano. «Dove sono Ryan e Rohon?» - chiese Dravin ma nessuno rispose. Fu il silenzio a parlare. Maddix lanciò un grido frutto della rabbia e tirò un calcio ad un comodino, che andò in mille pezzi. «E lo scontro?» - chiese Dravin - «lo stanno annunciando adesso al notiziario» - rispose Chrisha e accese un televisore che si trovava sopra uno sgangherato tavolo in legno. Il conducente del TG diceva: «Pare che siamo arrivato ad una svolta decisiva, dopo due anni e quattro mesi di dura lotta, l’NPO è stato abbattuto. Una potentissima esplosione ha coinvolto l’edificio nonché sede dell’NPO, radendolo al suolo. Forse, ma correggerei in certamente, abbiamo vinto. La dittatura omofoba è caduta». Kristanna, Chrisha, Shyla, Alijha, Maddix e Dravin si guardarono e sorrisero, poi si strinsero in un abbraccio fraterno e si sciolsero in un pianto di pura felicità. FINE
  
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