Anime & Manga > Mahō shōjo Lyrical Nanoha
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Autore: Black Lightning    24/11/2013    2 recensioni
Esistono vari modi per dimostrare l'affetto che si prova verso una persona: doni, baci, abbracci... oppure quelle tre parole. Tre parole apparentemente con lo stesso significato ma che contengono promesse diverse.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Fate T., Nanoha T.
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ah, fantastico! Nuovi vicini.

Magari un'altra coppia d' anziani che non fanno altro che parlare dei vecchi tempi in una maniera che fa sembrare un solo minuto come se fosse passata un' ora, che continuano a ripetere “quanto sei carina” tirandoti così tanto le guance da farti assomigliare a Rufy e, appena rilasciate, sembra che sopra ci abbiano acceso un fuoco. In compenso, però, danno molti dolci e caramelle, cosa non molto utile quando i tuoi genitori gestiscono un cafe, ma sono comunque graditi.

 

̴ Tre modi per dire Ti Amo ̴ 

 

Un'elegante macchina nera seguiva subito dietro il grande camion dei traslochi, prima di scomparire dietro il muro.

No, sicuramente non erano dei vecchietti; a meno che, l'anziana coppia non fosse ricca e, quindi, l'elegante macchina veniva guidata da un autista. No,no. Perché mai una ricca coppia d' anziani avrebbe dovuto scegliere quella zona di periferia, così monotona e ordinaria?

“Nanoha, tesoro, non vieni a salutare i nuovi vicini?” Chiese Momoko Takamachi, sulla soglia del muro che circondava casa, alla figlia tornata a giocare in giardino con le bambole dopo una sbirciata alle vetture.

“No. Ogni volta che qualcuno mi vede, inizia a tirarmi le guance. Fa male!” Protestò la bambina mettendo su un piccolo broncio che provocò una risata alla madre.

“Va bene. Sai dove trovarmi, in caso.” E con dei biscotti in mano e il sorriso ancora stampato sul volto, la donna andò a dare il benvenuto ai nuovi arrivati.

Nanoha continuò a giocare con le bambole, ascoltando i mormorii provenienti da oltre la recinzione, finché la curiosità non ebbe la meglio su di lei.

Nascondendosi in parte dietro il muro che circondava la casa, sbirciò ciò che accadeva in strada..

Sua madre stava parlando con una donna alta dai lunghi capelli neri e di tanto in tanto, quando il sole li colpiva in un certo modo si poteva distinguere dei riflessi viola; nascosta dietro le lunghe gambe della donna si trovava una bambina dai capelli così binodi da sembrar oro.

Gli occhi di Nanoha si illuminarono . Di certo non si sarebbe fatta sfuggire una buona occasione per giocare in compagnia.

“Mamma.” Urlò attirando l'attenzione su di lei.

“Ah, Nanoha. Vieni qui.” Momoko posizionò la figlia davanti a lei, appoggiando le mani sulle sue spalle. “Precia, questa è mia figlia. Nanoha.”

“Ciao, Nanoha.” La salutò chinandosi alla sua stessa altezza. “Il mio nome è Precia, e questa...” tirò a forza la bambina nascosta dietro la sua schiena. “E' Fate. Fate, perché non ti presenti correttamente?”

“E...ecco. Mi...mi chiamo F-fate Testarossa. Piacere di conoscervi.” Si inchinò leggermente, sia perché le era stato insegnato di fare così, sia per nascondere il rossore dalle sue guance, e quando rialzò nuovamente gli occhi Nanoha aveva un grande sorriso e i suoi occhi splendevano come zaffiri.

“Io sono Nanoha. Dai, andiamo a giocare!” Eccitata dal nuovo incontro, prese la mano della bionda tirandola versa la propria casa.

“Co-cosa? Ma io...” cercò di protestare. “Ma-mamma!” Ma sua madre, con un sorriso, sventolava la mano in segno di saluto.

“Perché non viene pure tu, Precia? Ti offro qualcosa da bere mentre i traslocatori mettono giù i mobili. Il viaggio deve essere stata lungo e stressante, in questo modo ti riposi un po'.” Offrì Momoko.

“Dovrei controllare che quegli uomini muscolosi non combinino danni, ma la tua offerta è troppo buona per essere rifiutata”

Così le due donne si ritrovarono a bere una tazza di caffè parlando del più e del meno, mentre le bambine giocavano in giardino.

Più volte Nanoha rimproverò Fate per aver detto una battuta diversa da quella che voleva sentire o per aver agito in modo sbagliato. Durante uno di questi rimproveri, la bionda fece cadere lo sguardo sull'erba, triste per l'ennesimo sbaglio.

Vedendo la sua nuova amica in quello stato, la rame le strinse le braccia intorno alla vita stingendola a se mentre un grande sorriso le abbelliva il viso. La bionda si irrigidì al suo tocco improvviso.

Le due donne sedute in veranda si godettero la scena... e il rossore di Fate.

 

~O~

“Io sono il re di questo regno e tu, mia cara, sarai la mia regina!”

Dall'alto dello scivolo, il ragazzo dagli occhi verdi indicò Nanoha, che teneva le mani dietro un palo fingendo che fossero legate.

“Mai.” Recitò la rame “Mi verranno a salvare e tu morirai.”

“Salvarti?” Continuò scettico scendendo dallo scivolo. “Chi è così stupido da venire fin qui solo per sfidare me e il mio Cavaliere Oscuro?”

“Noi!”Gridarono due voci all'unisono.

“Ancora voi?! Credevo che il mio Cavaliere vi avesse uccise.” Guardò le nuove comparse posizionarsi davanti alla principessa brandendo, la più bassa, una bacchetta e, la più alta, un legno usato come spada.

“Hayate, libera la principessa. Io penso a lui.” Fate guardò minacciosamente il re, mentre la ragazza più corta si avvicinava a Nanoha ondeggiando la sua bacchetta.

“Non sei degna di batterti con me. Cavaliere Oscuro, il tuo re ti chiama!” disse con enfasi.

“Non ora, Yuuno. Prima devo sconfiggere questo maledetto boss...” Il ragazzo dai capelli scuri non prestò alcuna attenzione all'amico. Troppo concentrato sulla psp che teneva tra le mani.

“Oh, andiamo, Chrono. Ho bisogno di te.”

“E' una sfida uno contro uno e... contro una ragazza. Puoi farcela anche senza il mio aiuto.” Ribadì.

“Antipatico!” Lo insultò prima di far la linguaccia, passata inosservata.

Le tre ragazze risero.

“Allora, falso re? Cosa aspetti?” Lo sfidò Fate.

Yuuno tolse il suo bastone dalla cintura e si scagliò contro la bionda.

Le due armi si scontrarono un paio di volte, risuonando nel parco semi vuoto, poi Fate decise di cambiare tattica. Forse non era forte come i ragazzi, ma era veloce quanto loro... se non di più.

Dopo aver schivato lateralmente il fendente dell'avversario, incastrò il bastono in diagonale tra le gambe di Yuuno facendolo inciampare con doppio effetto: il ragazzo con la faccia a terra e la sua arma rotta. Senza scoraggiarsi prese l'arma dell'avversario puntandogliela alla gola.

“O ti arrendi o muori.” Lo avvertì in modo minaccioso.

“Mi arrendo, mi arrendo.” Pianse fuori lo sconfitto con voce tremante.

Fate si voltò verso le due amiche facendo segno di vittoria con le dita. Le due esultarono prima che Nanoha si precipitasse su Fate stringendola in un abbraccio.

“Mio cavaliere, daisuki.” E poi le diede un bacio sulla guancia, facendola arrossire.

Erano passati più di due mesi dal suo trasferimento, aveva fatto nuove amicizie, conosciuto nuovi posti e si era abituata agli abbracci dell'amica poco più bassa, ma i suoi baci le portavano ancora un profondo imbarazzo.

“Uffa” Si lamentò Yuuno. “Pure io voglio un bacio da Nanoha.” Mise il broncio.

“No, tu sei il re cattivo. E' Fate il cavaliera che mi ha salvata.”

“Allora, la prossima volta ti salverò io e Fate farà la strega.” Decise.

“Ma Fate non è una strega.” Fissò l'amica ancora stretta tra le sue braccia. “Fate è...” Ci pensò un attimo. “è il mio principe azzurro!” Urlò felice stringendola ancor di più.

Il rossore sul volto di Fate diventò più intenso, Hayate scoppiò in una sonora risata piegandosi in due mentre si teneva lo stomaco e il ragazzo rimase immobile a guardarla.

“Che c'è?” Passò lo sguardo su tutti i presenti. “Che ho detto di male?”

“Siiii!!!! Muori brutto mostro! Ben ti sta!” Irruppe l'urlo di vittoria di Chrono, che saltellava felice da un piede all'altro tenendo salda la console.

“Credo che Chrono sia riuscito a superare il livello...”


Aperta piano la porta vide la camera completamente immersa nel buio.

Una figura solitaria giaceva nel letto, sepolta sotto il calore che il piumino gli concedeva contro il freddo dell'autunno.

Il più silenziosamente possibile si avvicinò alla finestra tirando su, piano, la serranda.

La persona nel letto non si accorse del cambiamento di luce nella stanza e, ignara del tutto, continuò a dormire pacificamente. Perfetto!

Avvicinatasi al letto afferrò tra le dita piumino e lenzuola.

Tre.. Due... Uno.. “Buongiorno Fate!” Tutto ciò che aveva tra le dita si schiantò contro il pavimento. “E' una bella giornata, il sole è alto e la colazione pronta.” Uscì in corridoio usando la porta come scudo.

“Na-no-ah!!” Ruggì la bionda lanciandole il cuscino che si schiantò contro la porta chiusa “Considerati morta!”

Da dietro la porta chiusa sentì le risate della rame e la suo corsa giù per le scale. Mise le pantofole ai piedi e si lanciò all'inseguimento.

Quando raggiunse la cucina trovò l'amica mangiare innocentemente un toast e sorseggiare del succo mentre sua madre beveva la sua tazza di caffè leggendo le principali notizie dal giornale davanti a lei.

“Buongiorno, mamma.” La salutò con un bacio sulla guancia prima di sedersi al tavolo a far colazione insieme a loro. “Come mai Nanoha fa colazione con noi?” Guardò la ragazza dall'altra parte del tavolo con occhi socchiusi.

“Mou, Fate. Lo fai sembrare come se non mi volessi qui. Mi ferisci.” Disse con finta aria afflitta.

“Non è che non ti voglio qui.” Prese un sorso di succo. “Ma quando non ci sei i miei risvegli sono meno traumatici.”

“Ecco perché vengo a svegliarti.” Rise. “E' più divertente.”

“Tu, piccola...”

“Ragazze” Intervenne Precia “Se vi mettete a giocare farete tardi a scuola”

Entrambe guardarono l'orologio appeso alla parete. Le sue lancette indicavano le 7.20. Si guardarono e in fretta finirono la loro colazione.

“Tra dieci minuti fuori da te.”

“Va bene.” concordò la rame

Fate si bloccò sulle scale “Ah, giusto. Nanoha?” Ricevette un ronzio in risposta. “Buongiorno.” Sorrise prima di salire le scale e dirigersi verso il bagno. Nanoha fece lo stesso prima di andare alla casa accanto.

A dire il vero, il percorso verso scuola non era molto lungo. Ci sarebbero arrivate in meno di dieci minuti prendendosela con tutta calma, ma dovevano incontrarsi con le altre lungo la strada e, tra una risata e l'altra, avrebbero trovato il modo per arrivare in classe appena in tempo.

Come stabilito, dieci minuti dopo, Fate fu fuori casa ma la vista che l'attendeva la sorprese. Nanoha, con la coda sbilenca che ondeggiava al leggero vento, stava parlando con Yuuno.

“Giorno, Yuuno.” Lo salutò avvicinandosi ai due. Il ragazzo le diede uno sguardo d'odio e andò via. “Ho... detto qualcosa che non va?”

“No, tranquilla.” La rassicurò l'amica. “Andiamo? Le altre ci stanno aspettando.” Sorrise prendendole la mano, un'abitudine che aveva mantenuto fin dall'infanzia, ma quel sorriso non era lo stesso che le aveva dato solo pochi minuti prima.

Durante l'intero percorso Nanoha non disse nulla più dei saluti e quando, finalmente, la campana suonò la fine delle lezioni, la ragazza era ancora persa nei suoi pensieri, facendo irritare la bionda.

“Vieni con me.”La prese per mano trascinandola sul tetto, non ci sarebbe stato nessuno a quell'ora.

“Che diavolo ti prende, Nanoha? E' da questa mattina che ti comporti in modo strano.” Come risposta l'amica comincio a strofinarsi le braccia cercando di combattere il freddo pomeridiano. “E' strato Yuuno? Ti ha detto qualcosa? Da quando ha cominciato a frequentare quell'idiota di Jail...”

Nanoha scosse la testa. “Non mi ha detto nulla... di male.” Ma continuò ad evitare lo sguardo di Fate.

“Allora...” Si avvicinò alla ragazza dagli occhi zaffiro iniziando a strofinare le mani lungo tutta la lunghezza delle sue braccia, sperando di darle calore. “Allora cosa ti ha detto per turbarti così tanto?” Chiese con più fiducia.

Per un secondo gli zaffiri si scontrarono con preoccupati rubini, prima di evadere nuovamente da quello sguardo così intenso. “Mi ha confessato i suoi sentimenti... e chiesto di essere la sua ragazza...”

“...E tu hai rifiutato.” Concluse Fate. L'amica annuii. “E ora ci stai ripensando... ?”

“No! Certo che no.” Il vento soffiò più forte facendola tremare.

“Allora cosa?” Fate l'abbracciò stretta in un ulteriore tentativo di riscaldarla.

“I-io...” Iniziò a singhiozzare mentre stringeva stretta la giacca della bionda, sentendo le sue barriere sgretolarsi sotto quell'abbraccio. “è da tempo che mi son resa conto... di una cosa che non sarebbe mai dovuta succedere e quando... quando Yuuno mi ha detto quello che provava, ne ho avuto un ulteriore conferma.” La bionda passò le dita tra i capelli ramati per cercare di calmarla. “So che forse mi odierai ma... ma tu mi piaci, Fate. E non come amica, ma come ragazza. Ai..Aishiteru!” Confessò d'un fiato.

Fate fermò i suoi movimenti. Le servirono un paio di secondi per realizzare ciò che Nanoha aveva appena detto.

“Scu-scusa. Vado via.” Si asciugò le lacrime con il maglione. “Fai...fai come se non abbia detto nulla.” Ancora quel sorriso falso. Fate l'afferrò per un polso prima che uscisse dalla porta.

“Aspetta! Io...io non ti odio, perché dovrei? Solo... è stato improvviso, non so che dire, mi dispiace. Solo... dammi del tempo, okay?”

~O~

Era passata più di una settimana da quel giorno sul tetto e niente era più come prima. Niente più abbracci o baci casuali, niente più ritorni a casa insieme tenendosi per mano... niente più risvegli traumatici. Anche i sorrisi scambiati erano falsi, tutti lo avevano capito eppure nessuno osò dire nulla oltre le loro madri che si scambiavano quelle poche informazioni ricevute.

Nanoha passava le giornate normalmente. Usciva con le amiche, aiutava i genitori al cafe ma l'alone di tristezza non lasciava i suoi occhi.

Fate, invece, passava le giornate chiuse in camera, uscendo solo per la scuola, pranzo/cena e le occasionali corse per schiarirsi le idee che le causavano solo più malinconia, che altro. Tutti i posti che percorreva le riportavano alla mente ricordi insieme a Nanoha.

Una volta arrivò fino al Midori-ya, il cafe dei genitori dell'amica dove di tanto in tanto la rame dava una mano, oggi si sarebbe spinta ancor più lontana.

~O~

Da quanto correva, ormai? Guardò l'orologio al polso. Indicava le 18:37.

Meglio rientrare prima che il cielo diventi ancor più scuro.” Tolse le cuffie dalle orecchie e iniziò a fare la strada a ritroso, camminando. Alla fine, la corsa, non le portò alcun consiglio utile.

Le foglie secchie scricchiolavano sotto il peso dei suoi piedi, il cielo limpido si estendeva all'infinito sopra la sua testa, illuminato dalle prime stelle.

“Mamma, mamma. Guarda.” Il bambino dall'altra parte della strada iniziò a soffiar fuori dalla bocca dell'aria calda, guardandola condensare in una nuvoletta di fumo bianca prima di svanire.

E' già quel periodo dell'anno...” Pensò tristemente.

Continuò a camminare mentre i ricordi delle gare con Nanoha, a chi avrebbe fatto la nuvola più grande o a chi avrebbe raccolto più foglie mentre cadevano dagli alberi, impresa non semplice quando venivi accusata di barare per avere alcuni centimetri in più d'altezza, le passavano per la testa. Il ricordo di Nanoha che le puntava contro un dito con addosso un enorme broncio la fece sorridere.

Eccola. Nuovamente vicino al Midori-ya. Forse era arrivato il momento di parlare con la rame. Le mancava, su questo non aveva dubbi.

“Dai, amico. Ne trovi mille altre come lei. Lasciala perdere. E' una settimana che veniamo qui e la risposta è sempre la stessa.”

“Sta zitto, Jail. Tu non capisci. Non posso perdere contro di lei. Non di nuovo.” Sibilò a denti stretti.

“Quindi, fammi capire: arrivare al suo cuore è una sorta di vendetta contro la biondina la davanti?”

“Testarossa, che ci fai qui?” Finalmente Yuuno la notò.

Jail, l'inquietante ragazzo dai capelli viola e gli occhi felini, sorrise. “La cosa diventa interessante.”

“Sono venuta a parlare con Nanoha, naturalmente.”

“Puoi tornartene a casa, allora. Non vuole vederti... e la colpa è solo tua.” Fate strinse i pugni, consapevole che ciò che aveva detto poteva essere corretto. Yuuno si avvicinò portando la bocca vicino all'orecchio di lei. “Non devi preoccupati, ci sono ad asciugare le lacrime che tu hai provocato e, sai com'è, da cosa nasce cosa... un abbraccio di conforto, un bacio... una bella scopata.” Si fermò un attimo, per far assimilare il tutto alla bionda. “Oh, certo. Ne seguiranno molte altre. E quando ne avrò avuto abbastanza la lascerò a qualcun' altro. Forse a qualche ragazzo del gruppo o, magari, allo stesso Jail.” Si allontanò leggermente. “Ora, se vuoi scusarmi.”

No, non gli avrebbe permesso di approfittare del dolore della sua migliore amica e non gli avrebbe permesso di passarla liscia dopo aver parlato in quel modo.

“Sei un bastardo!!!” Il pugno arrivò dritto sul volto del ragazzo dai capelli del colore della sabbia.

Inaspettato e veloce, lo fece indietreggiare di un passo. Fate aveva agito d'impulso e non si sarebbe aspettata che Yuuno, il ragazzo un tempo dolce e ingenuo, le restituisse immediatamente il favore.

Jail rise.

Segui un vivace scambio di colpi, proprio come quando erano bambini e lottavano con i bastoni per liberare la principessa. Solo che non erano più bambini e non avevano delle spade finte e, sopratutto, non stavano giocando. Il naso di Yuuno sanguinava così come sanguinava il labbro di Fate.

Una piccola folla sie era radunata intorno, incitando e facendo scommesse.

~O~

“Nanoha! Nanoha! Devi venire. SUBITO!” Hayate entrò in fretta nel locale prendendo l'amica per il braccio e cercando di trascinarla fuori con forza.

“Hayate, lasciami stare. Sto lavorando.”

“No, non puoi. Metti giù quel vassoio e vieni con me.” La rame la guardò senza capire. “Fate e Yuuno hanno iniziato una rissa proprio qui accanto e finirà male se qualcuno non li ferma. E indovina un po'. Non ascoltano nessuno. Solo tu puo-”

“Mamma! Papà! Io stacco.” Consegnò la tazza di thè al tavolo e uscì di corsa.

Trovare il posto non fu difficile, le bastò seguire le urla e poi farsi largo tra le persone fino a vedere i due che si prendevano a pugni.

“Takamachi, vedo che ti sei finalmente unita a noi.” Jail le era accanto, la sua voce fece fermare un attimo il combattimento.

Nanoha guardò un attimo Jail, poi Fate che aveva abbassato la guardia nel tentativo di trovare il suo sguardo.

Mossa sbagliata.

Yuuno ne approfittò per colpirla allo stomaco, togliendole l'aria dai polmoni e facendola accasciare al suolo.

“Fate!” Nanoha le fu subito accanto sostenendola.

“Vedi, Testarossa?” Sputò un grumo di sangue. “Questa volta ho vinto io.”

Fate aprì la bocca ma l'amica non le diede il tempo di rispondere. “Sei un idiota, Yuuno! Cosa credi d'aver ottenuto, ora? Andiamo Fate, ti porto a casa.” Passò un braccio dietro la schiena della bionda portandolo alla sua vita, mentre quello di Fate giaceva sulle sue spalle, per poi aprirsi la strada tra la folla seguite da Hayate.

Quando le persone si dispersero solo Yuuno e Jail rimasero immobili in mezzo alla strada vuota.

“Chi credi abbia vinto realmente?” Jail sussurrò all'orecchio di Yuuno prima di andar via ridendo.

~O~

“Ahi!”

“Sta ferma. Non ti ho nemmeno toccata.”

Il silenzio tornò a pesare tra le due mentre Nanoha passava il cotone imbevuto di disinfettante sul labbro di Fate, che sussultò leggermente al tocco, pulendo la ferita con cura.

“Fatto. Sei come nuova.”Gettò il cotone nel cestino e tornò a sedersi sul letto accanto alla bionda.

“Mi dispiace.” Confessò Fate, quando il silenzio diventò insopportabile.

“Per cosa ti stai scusando?”

“Per... per tutto. Per aver fatto a pugni con Yuuno. Per averti fatta venir qui a pulire le mie ferite... ma sopratutto per averti trattata in modo diverso dopo averti detto che era tutto okay.” Il silenzio fu l'unica risposta. Doveva continuare. “Mi manchi, sai? Mi manca tenerti per mano mentre torniamo a casa, arrampicarmi sull'albero per entrare di nascosto a vedere un film quando non prendi sonno e...” Sospirò. “E quando Yuuno mi ha praticamente detto che voleva approfittare di te io... io non ci ho visto più.”

“E per questo che lo stavi... ti stava prendendo a pugni?” Fate annuii colpevole. “Pensi che sia così stupida da permetterglielo?!?”

“No! Ho solo agito d'impulso.” Guardò Nanoha negli occhi e le si avvicinò ancor di più. “Senti, io... io non so cos'è quello che provo per te. Cioè, ti voglio bene, ma non sono mai stata innamorata di nessuno, quindi non conosco la differenza.” Prese un profondo respiro. “Voglio che le cose tra noi tornino come una settimana fa. E se essere la tua ragazza vuol dire tornare a scherzare insieme, ai lunghi discorsi senza senso e ai sorrisi genuini,” Mise una mano sul collo di Nanoha portando le loro fronti a toccarsi. “Allora devi solo chiedere e io ci proverò.”

Gli occhi di Nanoha si spalancarono. Stava davvero succedendo?

Aprì la bocca un paio di volte ma non uscì alcun suono. Fece un respiro profondo guardando con fiducia gli occhi rubino e trovò il coraggio. Anche solo per un breve periodo voleva vivere quella felicità.

“Fate, vuoi... vuoi essere la mia ragazza?” Chiuse gli occhi per far uscire il tutto senza balbettare.

“Si.” Fu la semplice risposta di Fate.

Una lacrima scese lungo la guancia di Nanoha prima d'essere spazzata via dalla sua ragazza.

“Quindi...” Iniziò la rame spostando lo sguardo dagli occhi alle labbra della bionda. “Ora che succede?”

Come risposta Fate si mosse più vicina facendo sfiorare le loro labbra. Un tocco leggerissimo, quasi inesistente durato un battito di ciglia. Ma sufficiente per farne desiderare altri ad entrambe.

Nanoha si morse il labbro inferiore mentre si avvicinava nuovamente alle labbra della sua ragazza. Prese in bocca il labbro superiore di Fate succhiando leggermente.

Quando si separarono entrambi i loro volti erano rossi come pomodori e, dopo giorni, condivisero una risata sincera.


Non era raro che durante i loro appuntamenti passassero da quelle parti.

La gelateria davanti alla chiesa era una tra le migliori in città e, con il caldo estivo alle porte, cosa meglio di un buon gelato?

Pagati i cono uscirono dal locale.

“Dove vuoi andare, Nanoha?”

La ragazza mise un dito sul mento, pensandoci un attimo. “Non lo so, mi basta stare insieme a te.” Si aggrappo al braccio di Fate, dandole un bacio sulla guancia. Fate arrossì.

Era incredibile che dopo tanti anni, una frase e un gesto così semplice riuscissero ancora ad accelerare il suo battito cardiaco.

“Guarda, Fate.” Puntò la chiesa davanti a loro. “Stanno uscendo.”

La bionda seguì il dito di Nanoha. Come detto i due sposini erano sulle porte della piccola chiesa.

Lui indossava il solito smoking, lei un semplice abito da sposa senza spalline, dei piccoli fiori erano ricamanti qua e là, il velo, legato ai capelli raccolti in una crocchia, le scendeva lungo le spalle.

“E' bellissima, non è vero?” Nanoha aveva l'aria sognante mentre guardava la donna in abito bianco.

“Nanoha...” Sussurrò Fate.

“Ah! Ho deciso. Andiamo sulla spiaggia.” Prese la mano della bionda intrecciando insieme le loro dita. “Dai, prima che altri ci rubino l'idea.”

Come se il destino gli fosse contro, qualche giorno dopo al Midori-ya commissionarono una torta di nozze. Nanoha ci lavorò per due interi giorno portandosi dappertutto un blocchetto per gli appunti in caso le venissero nuove idee per migliorare o modificare i dettagli. “Deve essere una torta meravigliosa per uno giorno speciale.” continuava a ripetere.

~O~

Il corpo nudo di Nanoha percorreva gli ultimi tremiti dopo che la bionda l'aveva portata oltre il bordo.

Fate le diede un ultimo profondo bacio prima di stendersi sul corpo della donna sotto di lei.

“Mou.” Si lamentò Nanoha cercando di calmare i suoi respiri. “Volevo che tu mi tenessi.”

Mettendo un casto bacio sulle labbra della rame, Fate si spostò lateralmente prima di passare un braccio sotto il corpo di Nanoha portandola più vicina.

Nanoha posizionò la testa sul seno della bionda portando i loro corpi ancor più vicini. Le loro gambe di incrociarono mentre la bionda passava le dita lungo i capelli e la schiena della sua ragazza.

“Comoda?” chiese ponendo un bacio sui capelli ramati. Senti Nanoha annuire contro la sua pelle. “Sai,” Iniziò unendo le loro mani libere e iniziando a giocare con le loro dita. “Ho pensato molto questa settimana...”

“Riguardo?” Continuò a guardare le dita che si univano tra loro.

“Alla coppia di sposi in chiesa, l'impegno che hai messo per preparare quella torta che vi hanno commissionato...”

“Smettila, Fate. Ne abbiamo già parlato.” La sua voce era solo un sussurro nel silenzio della stanza.

Fate rise. “No, tu hai parlato e deciso.”

Nanoha alzò lo sguardo per affrontare quello della donna sotto di lei. “Sentiamo la tua proposta, allora. Ma sappi che non prenderò un aereo per andare dall'altra parte del mondo per far qualcosa che qui non varrebbe comunque.”

“Bé, potremmo andare a vivere dall'altra parte del mondo. Aiho! Stavo solo scherzando. Non c'era bisogno di mordere così forte.”

“Non era divertente.” La rame iniziò a leccare il punto sopra il seno morso poco prima e Fate sentì la sua temperatura ricominciare a salire. “Sentiamo il vero piano.” La incitò a continuare mentre i suoi baci salivano lenti verso il collo.

“Avevo...” Chiuse gli occhi concentrandosi sui leggeri tocchi delle labbra della sua ragazza. “Avevo pensato...” Nanoha iniziò a mordicchiare e succhiare la parte del collo che sapeva avrebbe reso Fate subito attiva. La bionda non poté reprimere un gemito di piacere. “Fe-ferma, Nanoha...” Supplicò con gli occhi chiuse nel piacere.

“Vuoi che mi fermi?” Chiese con voce roca all'orecchio di Fate mentre spingeva il ginocchi nelle regioni private della bionda.

“N-no...” Le parole le uscirono ancor prima che il cervello le potesse elaborare. “Si!” Si corresse subito. “Cioè, no... voglio dire...” Emettendo un leggero ringhio prese Nanoha per le spalle capovolgendo le loro posizioni. “Mou, Nanoha. Stavo cercando d'essere seria.”

“Scusa, scusa.”Cercò di reprimere la risata. “Lo sai che per me sei irresistibile.” Alzò la testa mettendo un leggero bacio sulle labbra di Fate.

Fate sospirò portando una mano ad aprire il cassetto del comodino accanto al letto e, dopo aver armeggiato alla cieca all'interno, trovò ciò che cercava.

Nanoha guardò la sua ragazza senza capire.

“Non mi importa se uno stupido pezzo di carta dice che siamo sposate o no. Non devo essere fedele a nessuno se non a te.”

La ragazza dagli occhi zaffiro non aveva mai visto Fate così seria. In tutti gli anni passati insieme, come fidanzate e no, aveva imparato a riconoscere ogni sua espressione, quelle che conoscevano tutti e quelle che solo lei conosceva. Ma mai visto quello sguardo così serio e determinato.

“Nanoha.” Sospirò. “Amore” Non era per lei pronunciare nomignoli o roba smielata, ma l'occasione lo richiedeva. E mentre ripensava a tutti i ragazzi che flirtavano con Nanoha al cafe, la sua determinazione crebbe.

Prese la mano sinistra di Nanoha nella sua destra, portandola alla bocca e ponendo un bacio sul dorso. “Sono stufa di tutti quei ragazzi che ci provano con te mentre sei di turno.” Cercò di alleggerire l'atmosfera. “Quindi...” Fece scivolare sull'anulare una semplice banda d'argento con un piccolo rubino incastonato nel centro.

Il metallo era freddo al tatto, eppure il cuore di Nanoha iniziò a battere sempre più forte mentre piccole lacrime le scendevano lungo le guance rosse.

Koishteru. Forse non ci sarà mai permesso di sposarci, ma ti prometto che mi prenderò cura di te per tutta la mia vita, e voglio che tutti sappiano che il tuo cuore appartiene già a qualcuno, come il cuore di quel qualcuno appartiene a te.” Sorrise. Il sorriso più bello e sincero che Nanoha avesse mai visto sul suo volto.

“Fate.” Pianse abbracciandola. “Koishteru” ripete.

In realtà, l'anello era solo un pretesto per dirle quell'unica parola che da tempo risiedeva nel suo cuore, un pretesto per farle capire che la “prova” era finita molti anni fa.


N/A: Spero che vi sia piaciuta leggerla almeno la metà di quanto sia piacita a me scriverla. E ricordate: le recensioni negarive aiutano a migliorare, quelle positive a continuare ;) Alla prossima. Black Lightning.
 

   
 
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