Silenzio
Cammini tra la folla, beandoti di quei suoi così
forti e aspri, che ti riempiono le orecchie e il cervello, non lasciando posto
ad altro.
Ti butti a capofitto nel lavoro, mettendoti
persino al bancone tu stesso, pur di non restare solo in magazzino o in
ufficio.
Passi le nottate in discoteca, ma senza
divertirti, senza un vero motivo, solo per non restare a casa…
Solo per non restare da solo, unicamente per non
restare in silenzio, quell'assurda mancanza di suoni che ti ferisce e spaventa
tanto, e che invece tanti altri cercano.
Da quanti giorni non dormi George?
La televisione per quanto alta non sovrasta le
urla dei ricordi, non sovrasta la sua immagine.
All'inizio, poco dopo la sua morte, in famiglia
toglievano gli specchi ogni volta che venivi tu, pensando che vedendo la tua
immagine riflessa saresti stato male...
Ma si sbagliavano.
Almeno vedere la tua immagine allo specchio te lo
faceva sentire vicino, era sempre stato così fin da piccoli, non è vero?
Quando uno dei due doveva andare lontano
dall'altro bastava guardarsi allo specchio per sapere di non essere soli.
E allora il silenzio era piacevole, vi bastava una
sola occhiata per comunicare, le parole non servivano, era qualcosa che vi
rendeva speciali.
Ed è per questo che ora il silenzio ti terrorizza
tanto, perché ti ricorda che sei da solo, che metà della tua anima è volata via
senza di te.
Perché ormai non ci sono più occhi che cui
condividere il silenzio, ed è per questo che ora sei qui, due ore prima
dell'alba, quando il silenzio è più profondo.
Qui, con una pistola molto babbana
in mano, deciso a porre fine una volta per tutte alle urla dei ricordi, deciso
a trovare un po’ di pace.
Sono le 4:05 e tu ti
spari ad una tempia George, sul tuo viso
un'espressione rilassata, contenta, hai ritrovato gli occhi con cui condividere
il silenzio.