Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: zeze3000    24/11/2013    2 recensioni
"Il modo in cui i due Shinigami si erano incontrati per la prima volta era stato deciso dalla Morte, la Morte stessa che i due Dei della Morte servivano.
Solitamente, uno Shinigami doveva eseguire il suo lavoro di mietere le anime in modo di staccato e freddo.
Ma non era così per lui. Lui si eccitava nel vedere il rosso scarlatto del sangue delle sue vittime mentre le traffiggeva con la Death Scythe. Il resto lo annoiava, vedere l'inutile vita di essere umano era una perdita di tempo... In fondo, esisteva veramente qualcuno che meritasse di vivere?"
[Grell x Undertaker]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Undertaker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La morte è dipinta di scarlatto...
O di nero?

 

 

 

Il modo in cui i due Shinigami si erano incontrati per la prima volta era stato deciso dalla Morte, la Morte stessa che i due Dei della Morte servivano.

Solitamente, uno Shinigami doveva eseguire il suo lavoro di mietere le anime in modo di staccato e freddo.

Ma non era così per lui. Lui si eccitava nel vedere il rosso scarlatto del sangue delle sue vittime mentre le traffiggeva con la Death Scythe. Il resto lo annoiava, vedere l'inutile vita di essere umano era una perdita di tempo... In fondo, esisteva veramente qualcuno che meritasse di vivere?

In quella fredda notte di Londra, Grell Sutcliffe correva per i tetti delle case londinesi saltando da uno a uno come un' agraziata ballerina. I suoi capelli rossi gli incorniciavano il viso e si sollevavano e si riabassavano, come se follessero saltellare, gli occhi dorati- verdi fissavano dritti davanti a lui, nascosti da un paglio di occhiali rossi con una catenella di picolissimi teschietti. La sua giacca nera e i suoi abiti da maggiordomo erano troppo leggeri per il freddo che faceva, ma Grell ne era immune perché di lì a pochi minuti si sarebbe divertito con la sua Madam nel dipingere un'altra donna di quel colore che lui amava tanto.

E così fu.

Madam Red si vendicò di nuovo su una delle donne che l'avevano costretta a togliere a loro quel prezioso dono, quella parte anatomica delle done che per nove mesi portava in gremb il bambino: l'utero.

Grell ebbe la possibilità di tipingerle di rosso, il colore della passione, dell'amore e del sangue. Ma il risultato non lo soddisfaceva, il rosso da lui tanto amato non donava affatta a quella squallida donna che tremava e piangeva di paura.

Lei non era degna di vestire di rosso, e per questo che la trafisse con la sua amata motosega.

Madam Red se ne andò via dalla scena del crimine er tornare alla sua villa ma, Grell rimase per vedere il rosso sangue uscire dalla ferita della donna ormai morta.

Rimase lì per circa un'ora a guardare il liquido, senza mai distogliere lo sguardo.

Soltanto una cosa lo obbligò a smettere di osservare il colore che adorava. La porta della “casa” della deceduta si aprì scricchiolando lasciano entrare un po' di luce della luna.

A varcare la soglia fu un'uomo, vestito tutto nero e una fascia grigia legata dalla spalla alla vita, i lunghi capelli argentei che risplendeva alla luce della luna, gli occhi coperti da una folta frangia, in testa un bizzarro copricapo nero e lungo. Il viso era segnato al di sotto degli occhi da una cicatrice di cui non sivedeva la fine e, il collo anch'esso diviso a metà da una cicatrice.

Grell rimase stupito nel vederlo lì, una creatura come lui andare a raccattare i vari cadaveri.

Eheh, ma qui c'è ancora l'assassino” disse ridendo il becchino.

Grell lo fissò per alcuni istanti “Chiamarmi assassino è un isulto, quello che ho fatto io è stato chiudere il sipario di questa donna insulsa” rispose indispettito riferendosi al cadavere.

Vedo vedo, e hai fatto un ottimo lavoro. Il rosso scarlatto che macchia quella pelle ormai pallida gli dona” il becchino era evidentemente affascinato dai cadaveri e questo colpì molto lo Shinigami rosso.

Chi sei tu?” domandò sulla difensiva.

Ihih, io sono Undertaker” si presentò l'uomo.

...Grell Sutcliffe” Grell voleva andarsene d lì il prima possibile e tornare dalla sua Madam, ma la presenza di Undertaker, per qualche strana ragione, lo eccitava.

Bene Undertaker, spero che ci rivredremo” detto questo lo Shinigami rosso uscì dalla finestra e scomparve nella notte, senza sentire il “Lo spero anchio” del becchino, ancora fermo sulla soglia della porta.

 

La seconda volta che i due Dei della Morte si incontrarono fu per puro caso.

Il fato volle, infatti, che Madam Red, la donna che Grell serviva, era la zia del tredicenne conte Ciel Phantomhive e, che lui fosse stato inaricato dalla Regina Vittoria di indagare sul caso di “Jack lo Squartatore”, così venne sopprannominato il caso di cui l Shinigami e Madam erano i colpevoli.

Per scoprire di più sulla morte di quelle donne, il conte, assime al suo maggiordomo, sua zia e Grell e Lau, andarano da un becchino.

L'insegna del negozio diceva a grandi lettere “Undertaker”. Appena Grell la lesse il cuore gli saltò un battito.

Possibile... che fossi lì il misterioso becchino che aveva incontrato più di quarant'otto ore fa?

Appena varcarono la soglia le sue speranze si avverarono, Undertaker era lì.

Per tutto il tempo passato lì, il becchino non fece altro che ridacchiare, offrire thè e biscotti a forma d'osso e, dare informazioni al conte.

Alla fine uscirono tutti, l'ultimo fu Grell, che proprio quando se ne stava per andare Undertaker richiamò la sua attenzione.

Alla fine ci siamo riincontrati, Shinigami” con queste parole il becchine salutò Grell che uscì dalle pompe funebri senza dire una parola.

 

Questa semprerebbe l'ultima volta che i due Shinigami si incontrano, ma non è così.

Quel “negozio” aveva affascinato Grell, l'odore della morte nell'aria, le bare per terra che contenevano persone ormai morte, tutti quei contenitori in cui il becchino ci metteva gli organi e il sangue, le provette di tanti tipi di veleni... Tutto questo faceva eccitare Grell Sutcliffe.

Ormai era attratto da quel luogo come l'ape col miele, e ogni settimana, a insaputa di tutti, si dirigeva lì.

Non diceva niente, non faceva niente. Entrava solamente nel negozio e annusava l'odore di morte, dopodichè, senza che neanche Undertaker si fosse accorto di lui, se ne andava silenziosamente per mietere un'altra anima.

Ma quel giorno di giugno le cose andarono diversamente.

Come al solito Grell andò alle pompe funebri, al loro interno non trovo nessuno, il becchino doveva essere andato a seppellire qualche cadavere.

Lo Shinigami fece spallucce, per lui l'importante era poter vedere quel posto così lucubre.

Il fatto che in quel momento non c'ero il becchino, poi giocava a suo favore. Poteva finalmente vedere per intero quel luogo.

Si avvicinò ad una bara. Era in legno tendente al nero, neanche un po' di polvere c'era sul coperchio, l'aprì e osservò il cadavere dell'uomo che ospitava.

Dopo averla richiusa osservò le boccette di veleni: cianuro di potassio, veleni di serpenti e di ragni, Olio di Belladonna... Erano un valanga e Grell ne conosceva solo alcuni.

Andò verso una porta nera che si trovava vicino allo scaffale, l'aprì ed entrò in un corridoglio tutto grigio, era corto e, alla fine di esso si intravedeva un'altra porta.

Dietra di essa scoprì una stanza abbastanza sobria, gli unici arredamenti che c'erano erano una bella bara nera lucida, un candellabro spento lì vicino e, delle tende nere alla finestra che facevano entrare appena uno spiraglio di luce.

Lo Shinigami si avvicinò alla bara, era davvero bella, diversa da quelle che si trovavano nell'altra stanza. Ne sollevò il coperchio, l'interno era di tessuto rosso, con sopra una coperta leggere e un cuscino, era il letto del becchino.

Tu non dovresti essere qui” una voce sia acuto che roca lo fece sobbalzare.

Si girò lentamete e trovò difronte a sé Undertaker.

Hihi, però, che piacevole sorpresa rivederti... E noto che hai cambiato look” il becchino si riferì agli abiti di Grell.

Infatti non indossava più quelli da maggiordomo, ma bensì una camicia bianca, un gillet marrone bordò, pantaloni abbinati ad esso, un nastrino bianco con strisce rosse, guanti neri e il copricapo rosso preso da Madam Red dopo averla uccisa.

Sì, il rosso mi dona” affermò dopo qualche secondo.

Come mai sei qui?” domandò Undertaker con il suo solito sorriso.

Grell non sapeva che rispondere, in realtà nemmeno lui sapeva perchè era lì. Sapeva solamente che quel luogo e, il becchino stesso, lo attiravano.

Lo Shinigami abbassò lo sguardo e divenne leggermente rosso in viso.

Visto che lui non rispondeva, Undertaker gli si avvicinò e gli sollevò il mento con le dita per fissarlo negli occhi, peccato però che Grell non potesse vedere gli occhi dell'altro.

Suvvia, perchè non rispondi? Eheh, non dirmi che il gatto di ha mangiato la lingua” dicendo questo il becchino spinse Grell all'interno della bara e ci entrò pure lui.

Lo Shinigami rosso era ormai in trappola, non poteva muoversi per via del becchino sopra di lui e la bara gli daa un senso di claustofobia.

Però, seppur l'odore del tessuto della bara e l'odore di morte proveniente dall'altra stanza, percepiva uno strano odore, diverso dagli altri... come se non fosse umano.

Undertaker sorrise “Sai che sei proprio carino quando sei spaventato?”.

In effetti, Grell era un po' spaventato dal becchino in quel momento.

Lentamente e titubante, Grell alzò leggermente una mano in modo che arrivasse alla frangia di Undertaker e, gliela spostò. Ciò che vide lo sorprese, gli occhi del becchino erano formati da due colori, l'oro e il verde: era uno Shinigami.

Eheh, proprio così mio Grell Sutcliff, sono uno Shinigami” Undertaker ridacchiò. Avvicinò il viso a quell del rosso e lo baciò.

Grell per stupore sgranò gli occhi, poi dopo essersi ripreso, lo spintonò energicamente via. Usò così tanta forza che il becchino cadde per terra, il cappello si sfilò dalla suo capo e rotolò vicino al proprietario, i capelli davanti agli occhi si spostarono in modo da poter far vedere lo sguardo divertito dello Shinigami.

Ma che fai?!” urlò il rosso sedendosi sempre all'interno della bara.

Eheh, ma come? Non è ovvio?” domandò con tono di ovvietà il becchino.

Grell lo squadrò, rendendo gli occhi due fissure.

Io ti ho desiderato fin dal primo moemento che ti ho visto, quella notte fredda in cui tu dingesti tutto di rosso.

Il modo in cui tu dipingi la morte è diverso da quello degli altri Shinigami, loro fanno solamente il loro lavoro in modo freddo e distaccato. Tu rendi la morte stessa l'ultima atto di uno spettacolo ponendo fine tu stesso alla sceneggiata chiamata vita” Undertaker non rideva più, sorrideva solamente e il suo sguardo era desidoroso di avere Grell.

Quello Shinigami travestito da becchino stava sempre di più sorprendeno Grell che non sapendo che dire se ne rimase zitto. Per la prima nella sua vita da dio della morte, Grell Sutcliffe sentì pronunciare quelle parole che molte volte aveva detto a Williamo o Sebastian, ma niente, quei due non lo prendevano sul serio credendolo pazzo.

Il rosso sentì una strana senzazione allo stomaco che non aveva mai provato e qualcosa si fece strada nella sua mente. Ancor prima che riuscisse a capire cosa fosse era sopra l'altro mietitore, che si era ritrovato sdraito sul pavimento di legno nero, Grell respirava affannosamente e non sapeva neanche lui cosa stesse facendo.

Portò una mano guantata di nero al viso del becchino e l'accarezzò, sommermandosi sulla cicatrice e passando un dito sulle labbra.

Undertaker tolse velocemente gli occhiali all'altro e, li lanciò all'interno della bara.

Grell si stupì del gesto e, appena gli vennero tolti gli occhiali sentì un forte senso di vertigini.

Fai troppo affidamento sui tuoi occhiali” Undertaker, chissà come, riuscì ad invertire i posti, ora era lui quello sopra a Grell ed esso era sotto Undertaker.

Quello che avvenne dopo Grell non gli seppe trovare un aggetivo adeguato che lo descrivesse.

Era stato emozionante, bellissimo, focoso... Il solo pensiero lo faceva eccitare.

 

La mattina seguete i due si risvegliarono nella barra, il rosso stretto al becchino.

Prima di uscire dalle pompe funebri, Grell si voltò verso Undertaker “Tu glieri hai detto che tingo la morte rosso, tu invece fai diventare splendidi cadavari mutilati e e fatti a pezzi ripulendoli dal sangue, tu tingi la morte di nero.

Undertaker, la morte è dipinta di scarlatto... O di nero?”

 

 

 

 

   
 
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