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Autore: delilahs    24/11/2013    4 recensioni
E se Peeta non si fosse mai ripreso dal depistaggio, e se Katniss avesse deciso di mollare, e se gli incubi non se ne fossero mai andati?
[Post-Mockinjay] [Everlark] [Angst]
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se a mezzanotte ci incontrassimo all'albero degli impiccati.

Peeta correva, correva attraverso il bosco buio. Correva senza fermarsi, le braccia piene di graffi, inciampando nelle radici e nei rami. Scappava da bestie che ululavano, cespugli velenosi e dal Villaggio dei Vincitori.
Metri dietro di lui, arrivavano alcuni lamenti da parte di Haymitch, che tentava di seguirlo, senza molto successo. Peeta ne aveva perso le tracce ormai, ma non gli importava. Si fermò un attimo, una sensazione opprimente nel petto, riprendendo a correre quando capì dov’era.
Il sole stava cominciando a sorgere, pallido, e illuminava i boschi pieni di rugiada fredda. Il respiro del ragazzo formava nuvolette grigie che andavano a sbattere contro il suo viso sudato e bollente.
KATNISS!” urlò, fuori di sé, continuando a correre per metri, chilometri, forse. Non gli importava. Se non fosse arrivato in tempo non sarebbe più importato. Haymitch continuava a seguirlo, soffocando i gemiti che il suo corpo malandato gli procurava.  Peeta ansimò, cadendo definitivamente dopo essere inciampato in una radice. Sbatté la faccia contro uno strato di fango, la protesi che lanciava scosse in tutto il suo corpo, bagnato fradicio di rugiada e neve sporca. La spalla gli doleva, e alcune bruciature rimaste si erano riaperte, facendogli venir voglia di urlare contro il mondo. Sentì passi dietro di lui, e si alzò, intrappolato di nuovo nell’arena. Corse, Peeta, corse per la pura e per la voglia di salvare.
Corse per altri due minuti, disperato, lacrime ghiacciate che gli rigavano il viso, i vestiti pieni di terra, spostando fronde e saltando sulle radici, scivolando ogni tanto. Ma si rialzava, ogni volta, fino a quando cadde per la quarta volta. Da terra, al freddo, scorse il luccichio dell’acqua e si alzò a fatica, piangendo, pregando, scivolando infine sulle rive di un laghetto, ghiacciato per metà. Il sole lanciava i suoi primi riflessi freddi sul lago, illuminando l’acqua che continuava però ad essere grigia e ostile.
Alzò lo sguardo, seguendo il profilo della casetta di mattoni, fino a che non vide quello che voleva e non voleva vedere. Cadde in terra, strappandosi i capelli e scoppiando in un pianto disperato, scivolando per metà nell’acqua gelida del lago, rialzandosi e trascinandosi a fatica verso l’albero, in preda al dolore.
Katniss aveva uno sguardo tranquillo, vuoto, il viso rivolto verso il lago illuminato, il corpo opposto al sole, che illuminava la punta della sua treccia sfatta. Indossava la giacca da caccia di suo padre, con dei pantaloni di pelle robusti e stivali, e sembrava quasi che stesse sorridendo, anche se non lo stava proprio facendo.
Una corda robusta era legata intorno al suo collo, e la teneva sollevata a cinquanta centimetri da terra. Si vedevano già alcun uccelli intorno a lei, uno appoggiato sulla sua spalla. Cinguettavano tranquilli, per niente disturbati dal macabro ramo dove erano poggiati. Gli occhi chiari della ragazza erano vuoti, liberi da tutte le ombre che li avevano popolati per mesi, un coltellino da caccia era poggiato accanto a lei. Il suo arco giaceva i piedi dell’albero, macchiato di sangue.
Peeta la raggiunse, arrivando all’altezza delle sue ginocchia. Pianse, Peeta, pianse e iniziò a tirarla giù. A tirare, scivolando nel fango e aggrappandosi al tronco. Le mani gli sanguinavano e stava graffiando tutte le gambe della ragazza. Ma lei non sentiva più niente, ormai.
Quando, finalmente, anche Haymitch uscì dalla boscaglia, Peeta urlò come un animale ferito e agonizzante.
AIUTAMI A TIRARLA GIU’, AIUTAMI!
Il mentore scosse la testa, piangendo, mentre prendeva Peeta di forza e lo spostava contro l’albero. Il ragazzo si dimenava, ma durante gli ultimi mesi era dimagrito molto, proprio come Katniss,e Haymitch lo sovrastava di peso. Lo teneva fermo contro la corteccia, le braccia piene di graffi delle unghie di Peeta mentre lui si dimenava, strappandosi ciocche di capelli e lacerandosi i vestiti contro gli spuntoni dei rami spezzati. A pochi metri da loro, Katniss dondolava dolce, gli occhi tranquilli che non potevano più versare lacrime.
Sull’albero dove si era impiccata, pochi metri più in là del coltellino da caccia, era incisa una frase, piccola, macchiata di sangue. Le parole si leggevano a malapena nella luce fredda di quel giorno di dicembre, ma recitava, come una poesia:


Resti con me per sempre?

 


Verrai, verrai,
all'albero verrai,
ove ti dissi "Corri se ci vuoi liberare"?
Strani eventi qui si sono verificati
e nessuno mai verrebbe a curiosare
se a mezzanotte ci incontrassimo
all'albero degli impiccati.


 
   
 
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