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Autore: Patta97    24/11/2013    1 recensioni
Note: Spoiler per chi non ha ancora visto The Day of the Doctor
Quando il Dottore si presenta a Stormcage per portare River con sé, sembra stranamente elettrizzato e i suoi occhi hanno una luce nuova...
La donna sorrise e gli rubò un bacio veloce. – Dove mi porti, dolcezza?
Il volto del Dottore si illuminò nuovamente del ghigno di poco prima. – Non indovinerai mai!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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RIBADISCO CHE VI SONO LEGGERI MA PRESENTI SPOILER PER CHI NON HA VISTO "THE DAY OF THE DOCTOR".
Chiarito il punto... Ciao! Non ritornavo da un po' nel fandom, ma dopo aver visto il Cinquantesimo ieri sera ed aver urlato come una matta fino alle quattro del mattino, ho deciso che avrei per forza dovuto scrivere, anche qualcosa di piccolo e leggermente senza senso come questa os. Perché nulla - nulla - mi ha fatto emozionare di più, ieri, che vedere finalmente la speranza e non la tristezza negli occhi del mio Dottore.
Buona lettura se vi andrà,
Chiara


 

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River sistemò per l’ennesima volta il cuscino dietro la propria testa, i capelli spettinati e sparsi tutti intorno. Riprese fra le mani il libro che aveva posato sul grembo e tentò di concentrarsi sulla lettura. Le guardie avevano spento le luci del corridoio centrale da almeno tre ore, così si arrangiava con una torcia tascabile puntata verso le pagine consunte e piene di appunti.
Ma in realtà era troppo preoccupata per dormire o leggere o distrarsi in alcun modo: era ormai un settimana che il Dottore non si presentava di fronte alla sua cella, anticipato dal confortante e familiare rumore del TARDIS.
L’ultima volta che lo aveva visto c’era stata parecchia pioggia(1) e parecchio da correre. Era stato durante uno di quei periodi di stallo che si prendeva dalla sua attuale compagna di viaggio, quando la lasciava a Londra per farle riprendere un ritmo normale, umano, con lavoro, famiglia ed amici.
Era sempre restio a raccontarle di questa Clara Oswald e rispondeva con un secco ‘spoiler’ ogni volta che River tentava di porgergli una domanda a riguardo. L’archeologa supponeva che lo avrebbe scoperto, prima o poi.(2)
Con un sonoro sospiro, mise definitivamente da parte il libro sulla Guerra del Tempo e si tirò le ruvide coperte della prigione fin sopra la testa.
 
Cadde in un sonno frammentato ed agitato che la faceva svegliare ogni dieci minuti con sbuffi sempre più infastiditi ed esasperati.
Si ritrovò a fissare il soffitto sporco ad occhi spalancati nel buio, ascoltando nel silenzio quasi totale rumori di porte lontane che si aprivano e chiudevano, guardie che ridevano, vicini di cella che russavano più o meno piano… stava per riaddormentarsi, quando una leggera brezza le scosse i capelli, accompagnata da un rumore rauco e strascicato di freni.
Scostò le coperte e si tirò su a sedere sul materasso duro, un sorriso spontaneo a curvarle le labbra alla vista della cabina più blu dell’Universo. Quando sentì il cigolio della porta del TARDIS, tuttavia, si forzò di mascherare la propria gioia e il proprio sollievo con un’aria di ostentata disapprovazione ed indifferenza.
Il suo Dottore uscì con aria trionfante e un sorriso che andava da un orecchio all’altro, evidenziando ancora di più il suo mento fuori misura, e River si ritrovò nuovamente a sforzarsi per non sorridere.
 
- River! Che aspetti ancora lì? – le chiese, decisamente di buon umore.
 
- Sono dentro una cella chiusa a chiave.
 
- Oh, giusto – il Signore del Tempo puntò il cacciavite sonico sulla serratura, la quale scattò e fece socchiudere la porta. – Ecco fatto. Forza, vieni!
 
River incrociò le braccia al petto. – Non mi va.
 
- Non… non ti va?!
 
La donna si limitò ad annuire.
 
- Ehi ehi, aspetta! Abbiamo forse litigato, l’ultima volta? Dove siamo arrivati?
 
Non ricevette risposta.
 
- Oh, andiamo… - smise di guardarla attraverso le sbarre ed entrò nella piccola cella, stranito e confuso. Si sedette accanto alla moglie, facendo cigolare impercettibilmente le molle del letto. – Manco da tanto, è questo?
 
- Sì – si decise infine a rispondere River con fare orgoglioso. – Ma se mi dici che è stato per una ragione valida, prenderò in considerazione l’idea di non essere più arrabbiata con te.
 
Il Dottore sorrise e le prese il viso fra le mani. – Oh, cara. La ragione più valida di tutte. Croce sui cuori.
 
La donna sorrise e gli rubò un bacio veloce, balzando giù dal letto. – Perfetto, allora. Dove mi porti, dolcezza?
 
Il volto del Dottore si illuminò nuovamente del ghigno di poco prima, mentre si rimetteva in piedi e afferrava le mani della moglie con le proprie, elettrizzato. – Non indovinerai mai!
 
River ci pensò su, guardando gli occhi improvvisamente giovani e felici del marito. Ebbe un singulto di gioia non appena si rese conto che quegli occhi che amava tanto erano pieni di speranza. Una speranza così forte ed intensa e contagiosa che credeva non avrebbe mai letto in quel volto. Eppure il Dottore era fiducioso, sognante ed immensamente allegri.
- Allora dimmelo tu, dimmi dove stiamo andando – ordinò in un sussurro, come se avesse paura di spezzare quella magica spensieratezza.
 
Il Signore del Tempo rise e la trascinò fuori dalla cella, correndo entusiasta. Si fermò davanti alla porta del TARDIS, una mano pronta a spingere sul legno blu.
E lo rivelò come il più bello dei segreti. – A casa.
 
 
 
 
 
 
(1) Riferimento al mini episodio Rain Gods
(2) Non credo che il Dottore le abbia parlato di Clara, dato che quando River la incontrerà nella Conferenza di Madame Vastra, sembra stupita, e comunque Eleven, per ovvi motivi, non può raccontarle la storia di Trenzalore
  
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